I papaveri.
Li paragonava a rossi tramonti, inquietante il nero centro.
I narcisi.
Suntuosi, bellissimi.
Li adorava.
Era felice dei fiori.
Sua madre era Demetra, signora dei sorrisi.
Suo padre Zeus tonante, padrone di fulmini e saette.
Il suo signore e marito, il dio dell’altrove, Ade.
Le cui collere erano paragonabili a quelle di Poseidone scuoti terra.
Gli inferi, l’Ade, lei camminava nei campi Elisi, il paradiso degli eroi, lieve il suo passo.
Era la primavera.
Venga il tuo regno, Proserpina, regina delle contraddizioni.
Tra le tue sottili mani, ecco, la melagrana, frutto fecondo e autunnale, contraddizione in termine.
Scarlatta come i papaveri.
I baci.
La passione. |