Eccomi
qui con un altro capitolo.. Allora, ringrazio chi ha messo la storia
tra i preferiti e chi ha recensito,anche se siete in pochi..In ogni
caso non sono il tipo che supplica e non mi va di seccare la gente
quindi va bene così. Godetevi la lettura e alla prossima!
Hogwarts -
Settembre 1975
La fine delle lezioni
quel primo giorno di scuola, arrivò fin troppo presto per i
miei gusti. La tiepida sera settembrina si distese sul paesaggio magico
tutto attorno il castello. Malvolentieri fui costretta ad abbandonare
il gruppetto di studenti curiosi che si era ormai da tutto il giorno
accodato a me e Lily. Avevo mantenuto il mio solito distacco e un
atteggiamento molto contenuto senza risultare maleducata o antipatica,
per lo più mi ero limitata ad ascoltare e ad osservare.
Quindi seguii Lily su
in dormitorio per rinfrescarci prima di scendere a cena. A noi si
unirono le nostre compagne di stanza: Angelica McKintosh, Marion e
Alexis Wetmore.
Le Wetmore erano due
gemelle, provenienti da una modesta famiglia di maghi purosangue,
praticamente identiche: alte, dalla corporatura fin troppo esile ma
dalla lingua lunghissima, sottili capelli biondo platino e grandi occhi
azzurri privi di qualsiasi luce. Davano tutta l’apparenza di
essere delle ragazzine in piena tempesta ormonale, prese fin troppo da
pettegolezzi e frivolezze, non di certo capaci di suscitare in me alcun
tipo di curiosità o emozioni particolari ma neanche
sentimenti di astio o intolleranza. Praticamente invisibili.
Angelica McKintosh
invece era una ragazza mite, timida oltre ogni ragionevole limite,
garbata e intelligente. Aveva piccoli ma intensi occhi neri, spesso
nascosti da una folta frangetta corvina. Non era bella secondo canoni
oggettivi ma aveva un’ attrattiva del tutto particolare che
poteva affascinare. Non era naturalmente dotata per l’ arte
magica, anzi, era impacciata e maldestra ma possedeva
caparbietà, una dote senz’altro apprezzabile.
Suscitava una tenerezza e un’ amabilità spontanea
in chi la guardava e sembrava essere sincera e leale.
Stavamo risalendo
lentamente le massicce scale di marmo bianco per arrivare al settimo
piano, il regno dei Grifondoro. L’atmosfera era gioviale,
l’ entusiasmo per l’inizio dell’anno
elettrizzava gli animi delle mie compagne, intente a raccontarmi tutti
i segreti e gli aneddoti del castello.
“Merlino,
sono una stupida!”esclamò all’improvviso
Marion, fermandosi di botto nell’intermezzo tra le due rampe
in cui ci trovavamo.
“Che cosa
hai dimenticato stavolta?”sospirò annoiata la sua
gemella.
“Ho lasciato
la cartella nell’aula di Trasfigurazione, o almeno, credo che
sia lì”.
“Dai, ti
accompagno..voi aspettateci qui”mugugnò
imbronciata Alexis mentre ritornava indietro con la sorella.
“Marion
è un po’ distratta. Le succede spesso di
dimenticare le cose..”proruppe Lily ,ridendo.
Sorrisi, godendomi
quei momenti di tanta agognata normalità e mi sedetti sul
voluminoso corrimano in marmo, aspettando l’arrivo delle due
gemelle.
“Che fai sei
impazzita?”esclamò Angelica.
“Che ho
fatto?”le risposi sorpresa, temendo di aver fatto qualcosa di
poco..umano.
“Scendi da
lì, potresti cadere”.
Scoppiai a ridere,
meravigliandomi della sua ingenuità. Da quel che mi
ricordavo non mi era mai successo di cadere. Mai. Il mio sangue elfico
possedeva sensi acutissimi, soprannaturali, oltre che un’
innata grazia e agilità nei movimenti.
“Stai
tranquilla, è raro che io perda l’ equilibrio e in
ogni caso non vedo come sia possibile cadere di qui, a meno che le
scale non comincino a muoversi da so..”.
Non feci in tempo a
completare la frase che la rampa di scale dove ero seduta si
staccò dal suo ripiano e, con mia grande
incredulità, si spostò bruscamente. Non potevo
credere ai miei occhi, le scale si stavano movendo..da sole. Non feci
neanche in tempo a mandare impulsi elettrici dal cervello agli arti per
reagire, ero troppo meravigliata per fare alcunché. In una
frazione di secondo persi l’equilibrio e caddi di sotto, dal
quarto piano. La mia prima caduta. Il mio cervello si era freddato.
L’unica cosa che riuscii a fare fu gettare un urlo.
Sirius Black
“Ehi,
Sirius..sei ancora con noi?”esclamò
James,vedendomi bloccato sulle scale mentre tentavamo di raggiungere la
Sala Comune in mezzo alla marea di studenti che affollavano le rampe.
“Si..si..”balbettai,
abbozzando un sorriso falso sul mio viso.
James mi
guardò sospettoso ma sapeva che tanto non gli avrei rivelato
niente lì in mezzo alla gente per cui lasciò
correre. Lui era James, sapeva sempre cosa fare con me.
Rivolsi nuovamente lo
sguardo sull’ immagine che aveva provocato così
tanta irrequietezza nel mio animo, sperando che fosse semplicemente un
inganno della mente ma non era affatto un inganno..era la
realtà, per quanto dolorosa.
Quella serpe di
Severus Piton strisciava accanto a mio fratello Regulus sulla rampa di
scale adiacente la nostra. Non sembravano aver notato il mio sguardo
furente fisso su di loro, tanto è vero che continuavano a
parlottare concitatamente, seguiti a ruota da un branco di Serpeverde
viscidi con i quali io e i Malandrini avemmo occasione di azzuffarci
più d’ una volta. Erano persone malvagie, senza
alcuno scrupolo, pavide, sleali, arroganti e detestabili. Avrebbero
sicuramente preso tutti cattive strade e avrebbero trascinato anche
Regulus con loro.
Mio fratello non era
come me, lui era un debole,dalla personalità volubile ma
aveva il cuore puro, come il mio. Ed era questa la cosa che mi faceva
impazzire.
Mi sembrava ieri che
giocavamo insieme a Grimmauld Place, gli unici momenti che potevo
ricordare senza avere conati di vomito in quel posto.
Ma da quattro anni a
questa parte, da quando venni smistato a Grifondoro, le cose
cambiarono..
Mio fratello era
completamente plagiato dai miei genitori, e definirli tali mi creava
molte difficoltà. Avevano reso le mie ultime quattro estati
insostenibili da qualsiasi punto di vista. Li odiavo, loro odiavano me
e costrinsero mio fratello ad odiarmi a sua volta. Ormai non ci
rivolgevamo quasi mai la parola e se lo facevamo era per litigare. Ma
non era neanche questo che mi faceva male. Quello che mi dilaniava era
il fatto che si stesse rovinando la vita per soddisfare i malati
desideri della nobilissima e antichissima famiglia Black. Frequentava
cattive compagnie, covava dentro di sé idee malsane ,non sue
ma immesse da quelle serpi della sua casata. Se avesse continuato
così avrebbe preso una strada ben precisa e io rabbrividivo
all’idea.
La verità
è che avevo il terrore che si ficcasse in qualche casino da
cui non avrei potuto tirarlo fuori. Era pur sempre mio fratello, io ero
il maggiore, dovevo proteggerlo in qualche modo.
Quelli erano tempi
strani, Voldemort non aveva ancora preso il potere, la guerra non era
ancora scoppiata apertamente, ma i suoi progetti di epurazione erano
molto popolari tra le famiglie aristocratiche purosangue come la mia.
Al solo pensiero che io potessi essere imparentato con certa gente,
montavano dentro di me rabbia e frustrazione che non potevo rivelare a
nessuno. Mantenevo il mio atteggiamento sicuro e scanzonato per
nascondere agli altri le mie debolezze,specialmente a mio fratello.
Le Serpi scomparirono
nel corridoio del secondo piano mentre io rimanevo ancora imbambolato
nella scala sottostante, fingendo di sistemare i lacci delle scarpe.
All’improvviso
un urlo sovrastò il chiasso degli studenti che salivano e
scendevano per le scale. Con riflessi fulminei individuai subito da
dove proveniva e istintivamente misi mano alla bacchetta.
“Immobilus”
tuonai,fermando la caduta precipitosa di Aryana Silente. Un vecchio
trucco insegnato dal buon Lunastorta. Ora i movimenti di Aryana erano
come al rallentatore.
Con movimenti fluidi
della bacchetta la feci atterrare dolcemente sul pianerottolo dove ci
trovavamo noi e annullai l’incantesimo. I suoi gesti
tornarono alla normalità ma se non ci fosse stata la mia
mano tesa sarebbe caduta di sicuro per le scale.
“Occhio,
Silente. Neanche il tempo di arrivare e già rischi la
vita..”le sussurrai, rimettendola in piedi. Scansò
bruscamente il mio braccio ,altrettanto velocemente di come ci era
caduta. Qualsiasi ragazza di Hogwarts mi sarebbe saltata addosso,
ringraziandomi e trattandomi come un eroe ma lei non era tutte le
altre..era Aryana..
Non sembrava
sconvolta, continuava a mantenere il solito contegno ma aveva il volto
parecchio corrucciato e osservava le scale cercando una spiegazione
alla sua caduta. Sussurrava tra sé e sé parole
incomprensibili, mi avvicinai meglio per sentire ma non afferrai nulla
di quello che stava dicendo. Sembrava stesse cantando una canzone
talmente la sua voce suonasse melodiosa, pronunciando quelle parole.
“Ma che
lingua stai parlando, Silente?”esclamai, cogliendola alle
spalle. Anziché sussultare, si voltò lentamente
verso di me con un’ espressione indecifrabile, mi
guardò fisso negli occhi per una frazione di secondo e mi
passò avanti, senza aggiungere una parola, dirigendosi da
Remus.
Quella ragazza era
pazza almeno quanto me..pazza e orgogliosa..non era una bella
accoppiata..
Aryana Silente
“Tu sei
Remus Lupin, giusto?”.
“Si..ehm..stai
bene?”mi chiese preoccupato.
“Si, sto
benone”tagliai corto decisa. “Lily mi ha detto che
sei il meno stupido dei quattro quindi parlerò con te. Me lo
sono immaginato o le scale si sono mosse davvero?”.
Sentii la risata del
mio “salvatore”, simile ad un latrato fastidioso,
giungere da dietro di me, seguita da quella di James Potter e del
piccolo gruppo di ragazzi che si era creato attorno a noi. Odiavo fare
la parte della stupida ingenua, non mi si addiceva per niente.
“No,
tranquilla, non sei pazza. Qui funziona così. Ogni tanto si
muovono e ti obbligano ad andare dove vogliono loro, non si sa bene
come e quando ma è così.. La magia di Hogwarts
è inspiegabile..”mi rispose, sorridendomi sincero.
Sembrava diverso da quei due idioti che ora mi stavano alle spalle.
“Oh…grazie
per la spiegazione”.
“Di
nulla”.
Prima che potessi
aggiungere altro una trafelata Lily Evans mi si scagliò
letteralmente addosso.
“Aryana,
stai bene?Morgana, meno male. Scusa avremmo dovuto
avvertirti..è che queste non sono scale normali..sono un
po’ capricciose..”ansimò affannata.
“Non
preoccuparti,adesso sto bene”.
“A tal
proposito, Silente, non pensi di esserti dimenticata
qualcosa?”esclamò Sirius, intromettendosi nella
discussione.
“Se ti
riferisci al tuo intervento non richiesto, beh, io non ho nulla da
dirti. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te”
risposi più acida e provocatoria che mai.
“A me non
sembrava che avessi la situazione sotto
controllo..”ghignò sarcastico.
“A me non
sembra che questo sia affare tuo..”dissi, guardandolo con
aria truce.
“Bene,
allora la prossima volta lascerò che la tua bella testolina
si spacchi, anziché salvarti la vita” disse con
astio, avanzando provocatorio verso di me.
“Era
esattamente ciò che volevo sentirti dire”sibilai
non staccando lo sguardo dal suo.
“Non ce la
fai proprio a dire grazie, vero?”.
“Non spreco
parole senza motivo”.
“Senza
motivo? Ti ho salvato la vita..”.
“Ma per
cortesia..credi davvero che mio padre non abbia messo in questo
castello un’ infinità di incantesimi di protezione
per questo genere di incidenti? Sei proprio un ingenuo a credere che io
abbia bisogno di te”.
Presi per mano Lily e
sfrecciai via, lasciandolo boccheggiante, in affanno per trovare una
battuta da lanciarmi contro, ma questa volta avevo vinto io.
“Quella
storia su tuo padre è una balla,
vero?”esclamò Lily, buttandosi sul letto del
dormitorio rosso-oro.
“In
realtà non so se sia vero ma era la prima cosa che mi
è venuta in mente per fare zittire quel pallone
gonfiato”.
“Sei
geniale..”.
“Non potevo
dargliela vinta così..gli avrei solo dato un motivo in
più per vantarsi e sono sicura che non ne ha bisogno, si
dà già abbastanza arie”.
“Stai
tranquilla, Sirius Black vuole solo giocare e tu sei il suo nuovo
passatempo. Quando si sarà stancato di giocare con un muro
di gomma, ti lascerà perdere ed andrà da una
delle tante oche che gli starnazzano attorno. Ti vuole solo
perché non può averti”.
“Potter non
ti ha lasciato perdere, però”esclamò
Alexis, mentre svuotava il suo baule.
“Potter ti
corre dietro? Avevo notato qualcosa..”.
“Potter ha
una vera ossessione per Lily. Sembra gli piacciano le sfide
impossibili, proprio come Sirius a quanto pare..”concluse
Marion, guardando civetta Lily.
E così
Sirius Black sarebbe diventato in fretta ciò che James
Potter era da tempo per Lily: una seccatura.
Ad ogni modo, quella
fu la prima e , a dire il vero, neanche l’ultima, che quella
“seccatura”mi salvò la vita.
“Smettiamola
con questi discorsi ridicoli e scendiamo giù, sto morendo di
fame”dichiarò Lily balzando giù dal
letto e trascinandomi verso l’ uscita.
“Come mai
cambi argomento, Lilian? Hai la coda di paglia,per
caso?”esclamò Alexis, sorridendole maliziosa.
“È
possibile che tu non riesca a parlare d’altro se non di
maschi?”.
“È
possibile che tu non riesca a parlare mai di maschi? Cosa sei
un’ aliena?”.
“D’accordo,
lasciamo perdere..”sbuffò Lily.
“Dove
andiamo adesso?”chiesi un po’ stranita.
“In sala
grande a mangiare..e poi devo presentarti a una
persona..”disse evasiva Lily.
Non indagai oltre, ero
troppo stordita e disorientata per aggiungere qualcos’ altro.
La mia mente era in totale confusione, il mio stomaco in subbuglio. Per
la prima volta nella vita non sapevo cosa fare. In un certo senso,
però, mi sentivo a mio agio con Lily, mi dava sicurezza e
positività. Era una forza della natura.
La Sala Grande non era
completamente piena, molti ragazzi erano ancora in Sala Comune ed io
potevo solo che esserne contenta. Meno caos c’era, meno occhi
erano puntati su di me e di conseguenza mi sarei potuta rilassare di
più, o almeno, per quanto potesse rilassarsi una come me.
“Eccolo
lì!” esclamò Lily, indirizzandoci
all’ angolo della Sala Grande. “Oh,
no..è con quegli idioti..”sussurrò,
fermandosi a metà strada.
Il suo sguardo era
fisso su un gruppo di ragazzi, a giudicare dalle divise, Serpeverde.
Lily aveva l’aria disgustata e anche io a dire la
verità. La maggior parte di loro aveva un’
espressione vuota, un atteggiamento arrogante e prepotente.
All’improvviso
percepii su di me uno sguardo diverso..due occhi grigi mi stavano
fissando..
Per un attimo mi
sembrò che fossero quelli di Black, anche il viso sembrava
il suo: gli stessi capelli, quasi la stessa espressione, le stesse
labbra, lo stesso naso, lo stesso sorriso..ma quello non era Sirius
Black.
“Lily!”.
Si levò una
voce all’interno del gruppetto di Serpeverde, una voce quasi
fastidiosa.
Si fece avanti un
ragazzo dalla corporatura fin troppo esile, dal viso pallido,il naso
adunco, i capelli unti e gli occhi scurissimi.
“Sev..”sussurrò
Lily, con in viso una chiara espressione di delusione.
“Ma guarda
un po’ chi c’è. Lily Evans, ti sei fatta
una bell’ amica, complimenti”sbottò un
ragazzo robusto e dall’ aria spocchiosa quanto stupida.
“Madame,
lasciate che mi presenti: Sono Avary”disse, tendendomi la
mano.
Avary…Lily
mi aveva accennato qualcosa a riguardo..ma, in ogni caso, non avevo
alcun bisogno dei consigli di Lily per capire che quello era
indubbiamente un soggetto da evitare. Tuttavia prima che potessi
rifiutare il gesto, a spinte, venne fuori una ragazza livida e
disgustata, a deformarle un volto bellissimo, solo
nell’aspetto. Sentii stringermi lo stomaco in una morsa..ogni
molecola di quello splendido corpo era malvagia, lo percepivo
chiaramente.
“Ma che fai,
idiota?!Non lo vedi a chi stai tendendo la mano?! Ad una filobabbana,
amica dei luridi mezzosangue, esattamente come il suo degno padre. Ti
stai rendendo ridicolo di fronte a della feccia, ecco cosa stai
facendo,razza di sciocco”sbottò, non degnandoci di
uno sguardo.
“Cugina
Bellatrix, calmati”cantilenò il ragazzo
così simile a Sirius. “Coraggio, andiamoci a
sedere, non vorrai rovinarti la cena per questo, vero?”.
Osservai mentre
l’intera combriccola si allontanava, dirigendosi al tavolo
dei Serpeverde, tranne il ragazzo che Lily sembrava conoscere.
“Davvero,
complimenti, Piton. Hai la capacità di farmi rimpiangere di
essere ancora tua amica ogni volta che ti
vedo”sibilò acida Lily.
Vidi il volto emaciato
di Piton, sbiancare ancor di più. Sembrava rattristato ma
niente,nemmeno la sua espressione avvilita, riusciva a levarmi di dosso
la sensazione di sgradevolezza e di sfiducia che mi suscitava quel
ragazzo. Il mio sesto senso elfico non sbagliava quasi mai.
“Lily
sono..mortificato. Loro..non sono così male come fanno
sembrare..”biascicò con un’espressione
di desolazione in volto.
“Mi hanno
appena chiamata mezzosangue, hanno insultato Aryana senza neanche
conoscerla e tutto quello che sai fare è
difenderli?”sussurrò sconvolta Lily.
“Severus, ero venuta a presentarti un’ amica ma
visto quello che pensano i tuoi “maestri” di me e
lei, immagino che tu, da zelante accolito quale sei ormai diventato,
non sai che fartene della nostra amicizia, sbaglio?”.
“Ma certo
che sbagli..Lily, io..tu lo sai quanto ci tengo a te..”.
“E allora
dimostralo, Sev. Smettila di frequentare quei viscidi prepotenti,
altrimenti ti assicuro che potrai scordarti la mia amicizia..e stavolta
per sempre”sentenziò,allontanandosi infuriata. La
seguii fino al tavolo di Grifondoro, sollevata di allontanarmi da quel
clima di negatività e di tensione che si era venuto a
creare.
“Lily, stai
bene?”le chiesi, mettendole una mano sulla spalla.
“Si..tanto
ormai ci sono abituata. Come fanno le persone a cambiare in questo
modo?Tu credi di conoscerle, di sapere come sono fatte, di essere loro
amica, di volerle bene e invece un bel giorno scopri che niente di
tutto quello in cui hai creduto è vero. Quella persona in
realtà se ne frega di te e non era affatto come te la
immaginavi”.
“Stai
parlando di quel ragazzo? Severus Piton, giusto?”.
“Già..è
una storia lunga..”.
“Credo sia
molto più interessante di tutti i pettegolezzi di cui mi
hanno riempito la testa Alexis e Marion quindi se sono sopravvissuta
fino ad adesso..”.
“Bene,
allora..”.
“No,
aspetta” la interruppi prima che potesse incominciare.
“Prima che inizi, volevo chiederti chi è quel
ragazzo identico a Sirius Black”.
“Oh..è
Regulus, suo fratello e quell’ altra di fianco è
sua cugina, Bellatrix”disse indicandomi il tavolo dei
Serpeverde.
“Credevo
fosse solo un’esibizionista immaturo invece a quanto pare ho
fatto più che bene a non fidarmi nemmeno per un secondo di
lui, vista la parentela..”.
“Senti, io
sono l’ultima persona che vorrebbe difendere Sirius Black ma
lui davvero non c’entra niente con la sua famiglia, anzi, si
odiano. Ma anche questa è una storia lunga..”.
“Senti,
Lily, se c’è una cosa che so è che
cattivo sangue non mente. Non m’interessa sentire la sua
storia..riprendi quella che stavi raccontando prima”.
“Ok, ma
sappi che ti stai sbagliando su Sirius..”.
“Lily, il
mio sesto senso non sbaglia mai..”dichiarai decisa,
continuando a fissare gli occhi grigi di Regulus. Per quanto li
fissassi non riuscivo a scorgere così tante differenze con
quelli di Sirius. No, quei due erano uguali. Stessa anima, stesso
cuore. Regulus Black stava dalla parte sbagliata della barricata
perché era la natura dei Black, lo dimostrava sua cugina
Bellatrix infatti. Sirius Black non poteva essere diverso dal suo
stesso sangue, era la sua natura essere un dannatissimo Black.
Qualche anno dopo
scoprii che era vero, quei due fratelli erano uguali, i loro occhi
erano gli stessi, ma nessuno dei due era malvagio.
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Erano passate due
settimane dal mio arrivo ad Hogwarts. Nonostante questo,
l’attenzione morbosa che gli studenti avevano su di me non si
era affatto affievolita, anzi. Il mio essere straordinaria in ogni
materia, il mio talento naturale con gli incantesimi, la mia netta
superiorità magica su tutti, persino su Lily, non avevano
fatto altro che accrescere il fenomeno “Aryana”.
A dire il vero, non
ero abituata a tutto quello. Si è vero, a Shantaram ero
trattata come una principessa ma perché ero il ritratto
spiaccicato di mia madre e perché suscitavo tenerezza e
affetto da parte di tutti, non per altri meriti particolari. La
metà del tempo ero trattata come la piccola di casa, la
bambina un po’ maldestra, un po’ monella che ne
combina una al secondo. Invece ad Hogwarts tutto era alla rovescia: io
ero la migliore. Per una volta nella vita non dovevo sforzarmi, non
dovevo dannarmi l’anima per essere all’altezza di
qualcuno, anzi, erano gli altri che facevano a gara per essere alla
mia.
Quella mattina fresca
di Settembre il sole non ne volle sapere di fare capolino per
svegliarci e sembrava che neanche la sveglia avesse voglia di suonare.
Fatto stava che
eravamo in un ritardo imbarazzante, almeno per due perfezioniste come
me e Lily. Solo che mentre io ero, come al solito, imperturbabile,Lily
era andata in iper agitazione. Era quasi isterica e si agitava
frenetica per tutta la nostra stanza, disponendo ordini e strillando
come una pazza.
“Lily,
tesoro, ti vuoi dare una calmata? Non siamo così in
ritardo”disse, sbadigliando Angelica.
“Abbiamo
come minimo mezz’ora di ritardo sulla tabella di
marcia”.
“Quale
tabella di marcia, Lily? La tua ,probabilmente, perché noi
non siamo ancora ai tuoi livelli di maniacalità. Cosa vuoi
che succeda? Salteremo la colazione e allora?”.
All’improvviso
bussarono alla porta e una ragazza minuta del nostro corso, Alice
Paciock, entrò nella stanza.
“Scusate
ragazze, vi ho cercato in Sala Grande a colazione ma non
c’eravate comunque.. Lily tutti i prefetti devono andare
nell’ufficio del preside..adesso”.
“Perché?”esclamarono
in coro le gemelle Watmore, curiose come non mai.
“Bhe, io non
lo so, veramente” balbettò timidissima Alice.
“Vai, Lily.
La cartella te la portiamo noi, ci vediamo a lezione tra
poco”dissi, spingendola fuori dalla porta.
“La prendo
io la cartella di Lily, così a lezione ci sederemo vicine e
mi racconterà tutto. Mi deve assolutamente descrivere nei
particolari quanto era bello James Condor, il prefetto di
Corvonero”chiosò Marion con occhi sognanti.
Io e Angelica ci
scambiammo un’occhiata eloquente, sorridendo di tanta
superficialità.
Dopo altri dieci
minuti finalmente fummo fuori da quella stanza e ci precipitammo
nell’ Aula di Trasfigurazione, quasi in perfetto orario.
Prima di entrare
nell’ aula ebbi un’ illuminazione.
“Marion,
l’ hai presa tu la cartella di Lily, vero?”.
“Cavolo!”proruppe
Marion, portandosi la mano alla testa.
Buttai gli occhi al
cielo, esasperata. Quella mattina si stava dimostrando alquanto
impegnativa..
Stava per tornare
indietro ma la bloccai: “Lascia stare, vado io. Sono
più veloce”. Ed era vero. Ero due volte veloce un
mago normale, figuriamoci un’ imbranata come Marion Wetmore.
Sfrecciai come una
scheggia in dormitorio, presi la cartella di Lily e ridiscesi al primo
piano, nell’aula della professoressa McGrannit.
Mentre svoltavo
l’angolo , ad una velocità soprannaturale, stavo
per andare a sbattere contro due figure ma ,grazie ai miei riflessi,
riuscii a frenarmi in tempo.
“Wow, corri
come un fulmine, Silente!”esclamò Sirius Black con
al fianco una ragazza dai capelli color cioccolato identici agli occhi.
Non l’avevo mai vista prima.
Stampò un
bacio a fior di labbra a Black e sfrecciò via, imbarazzata.
Black mi guardava
provocatorio dall’alto della sua immensa boria. Aveva la
camicia fuori dai pantaloni e i capelli in disordine, per la prima
volta.
“Immagino
che anche tu sia diretta a lezione, Silente, e visto come corri mi sa
che siamo in un ritardo spaventoso, esatto?”.
“Perché
non lo sai?”.
“No, quando
sto con una ragazza perdo la cognizione del tempo..”.
Prima che potessi
rispondergli, la porta dell’ aula nella quale sarei dovuta
entrare fin da subito, si aprì.
“Cos’è
questo chiasso qui fuori?”esclamò la professoressa
McGrannit, facendo capolino nel corridoio. “Black, Silente!
Cosa state facendo qua fuori?Siete in un ritardo mostruoso, entrate,
forza!”.
Entrammo
nell’ aula con tutti gli occhi puntati addosso. Purtroppo la
scena fu fraintesa: Black con la camicia fuori dai pantaloni, il solito
ghigno trionfante che odiavo ,stampato in volto e i capelli in
disordine, che entrava in ritardo in un’ aula,
accompagnato da una ragazza con il fiatone. Quelle scene si erano
ripetute innumerevoli volte in quella scuola. Peccato che non era una
di quelle volte.
Risolini divertiti e
bisbigli concitati strisciavano da un orecchio all’altro e
già le componenti del fun club mi guardavano torva.
“Sedetevi,
forza. Per questa volta lascerò perdere”disse
risoluta la McGrannit.
Mi sedetti infuriata
accanto a Lily, sbattendo la sua borsa per terra. Mi voltai verso Black
che nel frattempo sghignazzava con i suoi compagni Malandrini.
“Finiscila
di darti aria e dì subito che è stato frainteso
tutto!”sibilai contro Black.
“Tesoro,
perché diavolo dovrei fare una cosa del genere?Non ti
è piaciuto ,per caso?” sogghignò
beffardo.
“Spero di
capire un giorno come abbia fatto il tuo cervello ad arrivare
all’altezza del tuo fondoschiena!”.
“Signorina
Silente, non solo è in ritardo ma non sta neanche attenta
alla spiegazione. Le dirò che da lei non me
l’aspettavo” trillò la professoressa,
scocciata. “Visto che si sente abbastanza brava da poter
snobbare le mie lezioni, perché non viene qui con la sua
bacchetta e ci mostra come si trasfigura un calice d’ottone
in acqua?”.
Ovviamente
l’avrei potuto fare ad occhi chiusi. Peccato che non avevo la
bacchetta. L’avevo dimenticata in dormitorio, non
perché fossi sbadata. Io non dimenticavo mai niente, tutto
era disposto in perfetto ordine ma semplicemente perché non
ero abituata alla bacchetta. Non ne ebbi mai bisogno.
“Lily..dammi
la tua bacchetta..”sussurrai.
“Cosa?”.
“Dammi la
tua bacchetta, svelta”.
Lily si mise a frugare
nella cartella ma la McGrannit fu più veloce di lei e disse:
“C’ è qualche problema, Miss
Silente?”.
“No, no
nessun problema, professoressa. Aryana non trovava la sua bacchetta
perché ce l’avevo io. Eccola qua. Sa, è
finita per sbaglio nel mio mantello..” esclamò
Black,porgendomi la sua bacchetta con tanto di occhiolino. Io ricambiai
con un’ occhiata truce mentre il resto della classe
ridacchiava di nascosto.
Andai alla cattedra ed
eseguii velocemente l’incantesimo.
“Bene, sono
dieci punti in meno a Grifondoro per il ritardo e per la disattenzione
e venti punti in più per la sua assoluta disinvoltura ad
eseguire ogni tipo d’ incantesimo, signorina
Silente”.
Sorrisi soddisfatta di
me stessa e con un ghigno lanciai in faccia a Black la sua bacchetta
mentre la professoressa non guardava.
“Mi piaci
quando ti arrabbi”.
“Sei
scontato, banale e limitato come nessuno al mondo, Black”.
“E tu,
invece, sei una donna dalle grandi vedute ,eh Silente?”.
“Talmente
immense che non ti vedo neanche”.
“Mi perdoni
,maestà,dimenticavo che noi poveri comuni mortali non
possiamo nemmeno entrare nelle sue visuali” sputò
sprezzante.
“Da che
pulpito viene la predica. Sei la persona più boriosa,
arrogante, immatura, idiota,egoista, egocentrico, zucca vuota,
esibizionista e prepotente che conosca”.
“Io
avrò anche tutti questi difetti ma almeno sono umano, provo
dei sentimenti. Tu invece sarai anche perfetta ma sei gelida come un
pezzo di ghiaccio, sostenuta e altezzosa come se il mondo non fosse
degno della tua attenzione”.
Quelle parole
arrivarono dritte al mio cuore come una pugnalata. Anziché
piangere o arrabbiarmi, feci l’unica cosa che mi insegnarono
alla perfezione: diventai una statua di sale, mi chiusi a riccio mentre
dentro di me si scatenava l’uragano.
Mi voltai impassibile,
presi a tormentare il piccolo medaglione di mia madre,attorno al mio
collo,unico segno tangibile del mio nervosismo. Per il resto ero
imperscrutabile.
Sirius Black era
riuscito nell’impresa che altri prima di lui avevano
tentato,fallendo : toccare il mio cuore. Solo che lui l’aveva
spezzato.
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