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Autore: ilenia23    08/07/2009    2 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con un altro capitolo.. Allora, ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti e chi ha recensito,anche se siete in pochi..In ogni caso non sono il tipo che supplica e non mi va di seccare la gente quindi va bene così. Godetevi la lettura e alla prossima!

Hogwarts - Settembre 1975

La fine delle lezioni quel primo giorno di scuola, arrivò fin troppo presto per i miei gusti. La tiepida sera settembrina si distese sul paesaggio magico tutto attorno il castello. Malvolentieri fui costretta ad abbandonare il gruppetto di studenti curiosi che si era ormai da tutto il giorno accodato a me e Lily. Avevo mantenuto il mio solito distacco e un atteggiamento molto contenuto senza risultare maleducata o antipatica, per lo più mi ero limitata ad ascoltare e ad osservare.  
Quindi seguii Lily su in dormitorio per rinfrescarci prima di scendere a cena. A noi si unirono le nostre compagne di stanza: Angelica McKintosh, Marion e Alexis Wetmore.
Le Wetmore erano due gemelle, provenienti da una modesta famiglia di maghi purosangue, praticamente identiche: alte, dalla corporatura fin troppo esile ma dalla lingua lunghissima, sottili capelli biondo platino e grandi occhi azzurri privi di qualsiasi luce. Davano tutta l’apparenza di essere delle ragazzine in piena tempesta ormonale, prese fin troppo da pettegolezzi e frivolezze, non di certo capaci di suscitare in me alcun tipo di curiosità o emozioni particolari ma neanche sentimenti di astio o intolleranza. Praticamente invisibili.
Angelica McKintosh invece era una ragazza mite, timida oltre ogni ragionevole limite, garbata e intelligente. Aveva piccoli ma intensi occhi neri, spesso nascosti da una folta frangetta corvina. Non era bella secondo canoni oggettivi ma aveva un’ attrattiva del tutto particolare che poteva affascinare. Non era naturalmente dotata per l’ arte magica, anzi, era impacciata e maldestra ma possedeva caparbietà, una dote senz’altro apprezzabile. Suscitava una tenerezza e un’ amabilità spontanea in chi la guardava e sembrava essere sincera e leale.
Stavamo risalendo lentamente le massicce scale di marmo bianco per arrivare al settimo piano, il regno dei Grifondoro. L’atmosfera era gioviale, l’ entusiasmo per l’inizio dell’anno elettrizzava gli animi delle mie compagne, intente a raccontarmi tutti i segreti e gli aneddoti del castello.
“Merlino, sono una stupida!”esclamò all’improvviso Marion, fermandosi di botto nell’intermezzo tra le due rampe in cui ci trovavamo.
“Che cosa hai dimenticato stavolta?”sospirò annoiata la sua gemella.
“Ho lasciato la cartella nell’aula di Trasfigurazione, o almeno, credo che sia lì”.
“Dai, ti accompagno..voi aspettateci qui”mugugnò imbronciata Alexis mentre ritornava indietro con la sorella.
“Marion è un po’ distratta. Le succede spesso di dimenticare le cose..”proruppe Lily ,ridendo.
Sorrisi, godendomi quei momenti di tanta agognata normalità e mi sedetti sul voluminoso corrimano in marmo, aspettando l’arrivo delle due gemelle.    
“Che fai sei impazzita?”esclamò Angelica.
“Che ho fatto?”le risposi sorpresa, temendo di aver fatto qualcosa di poco..umano.
“Scendi da lì, potresti cadere”.
Scoppiai a ridere, meravigliandomi della sua ingenuità. Da quel che mi ricordavo non mi era mai successo di cadere. Mai. Il mio sangue elfico possedeva sensi acutissimi, soprannaturali, oltre che un’ innata grazia e agilità nei movimenti.
“Stai tranquilla, è raro che io perda l’ equilibrio e in ogni caso non vedo come sia possibile cadere di qui, a meno che le scale non comincino a muoversi da so..”.
Non feci in tempo a completare la frase che la rampa di scale dove ero seduta si staccò dal suo ripiano e, con mia grande incredulità, si spostò bruscamente. Non potevo credere ai miei occhi, le scale si stavano movendo..da sole. Non feci neanche in tempo a mandare impulsi elettrici dal cervello agli arti per reagire, ero troppo meravigliata per fare alcunché. In una frazione di secondo persi l’equilibrio e caddi di sotto, dal quarto piano. La mia prima caduta. Il mio cervello si era freddato. L’unica cosa che riuscii a fare fu gettare un urlo.


Sirius Black
 
“Ehi, Sirius..sei ancora con noi?”esclamò James,vedendomi bloccato sulle scale mentre tentavamo di raggiungere la Sala Comune in mezzo alla marea di studenti che affollavano le rampe.
“Si..si..”balbettai, abbozzando un sorriso falso sul mio viso.
James mi guardò sospettoso ma sapeva che tanto non gli avrei rivelato niente lì in mezzo alla gente per cui lasciò correre. Lui era James, sapeva sempre cosa fare con me.
Rivolsi nuovamente lo sguardo sull’ immagine che aveva provocato così tanta irrequietezza nel mio animo, sperando che fosse semplicemente un inganno della mente ma non era affatto un inganno..era la realtà, per quanto dolorosa.
Quella serpe di Severus Piton strisciava accanto a mio fratello Regulus sulla rampa di scale adiacente la nostra. Non sembravano aver notato il mio sguardo furente fisso su di loro, tanto è vero che continuavano a parlottare concitatamente, seguiti a ruota da un branco di Serpeverde viscidi con i quali io e i Malandrini avemmo occasione di azzuffarci più d’ una volta. Erano persone malvagie, senza alcuno scrupolo, pavide, sleali, arroganti e detestabili. Avrebbero sicuramente preso tutti cattive strade e avrebbero trascinato anche Regulus con loro.
Mio fratello non era come me, lui era un debole,dalla personalità volubile ma aveva il cuore puro, come il mio. Ed era questa la cosa che mi faceva impazzire.
Mi sembrava ieri che giocavamo insieme a Grimmauld Place, gli unici momenti che potevo ricordare senza avere conati di vomito in quel posto.
Ma da quattro anni a questa parte, da quando venni smistato a Grifondoro, le cose cambiarono..
Mio fratello era completamente plagiato dai miei genitori, e definirli tali mi creava molte difficoltà. Avevano reso le mie ultime quattro estati insostenibili da qualsiasi punto di vista. Li odiavo, loro odiavano me e costrinsero mio fratello ad odiarmi a sua volta. Ormai non ci rivolgevamo quasi mai la parola e se lo facevamo era per litigare. Ma non era neanche questo che mi faceva male. Quello che mi dilaniava era il fatto che si stesse rovinando la vita per soddisfare i malati desideri della nobilissima e antichissima famiglia Black. Frequentava cattive compagnie, covava dentro di sé idee malsane ,non sue ma immesse da quelle serpi della sua casata. Se avesse continuato così avrebbe preso una strada ben precisa e io rabbrividivo all’idea.  
La verità è che avevo il terrore che si ficcasse in qualche casino da cui non avrei potuto tirarlo fuori. Era pur sempre mio fratello, io ero il maggiore, dovevo proteggerlo in qualche modo.
Quelli erano tempi strani, Voldemort non aveva ancora preso il potere, la guerra non era ancora scoppiata apertamente, ma i suoi progetti di epurazione erano molto popolari tra le famiglie aristocratiche purosangue come la mia. Al solo pensiero che io potessi essere imparentato con certa gente, montavano dentro di me rabbia e frustrazione che non potevo rivelare a nessuno. Mantenevo il mio atteggiamento sicuro e scanzonato per nascondere agli altri le mie debolezze,specialmente a mio fratello.  
Le Serpi scomparirono nel corridoio del secondo piano mentre io rimanevo ancora imbambolato nella scala sottostante, fingendo di sistemare i lacci delle scarpe.
All’improvviso un urlo sovrastò il chiasso degli studenti che salivano e scendevano per le scale. Con riflessi fulminei individuai subito da dove proveniva e istintivamente misi mano alla bacchetta.
“Immobilus” tuonai,fermando la caduta precipitosa di Aryana Silente. Un vecchio trucco insegnato dal buon Lunastorta. Ora i movimenti di Aryana erano come al rallentatore.
Con movimenti fluidi della bacchetta la feci atterrare dolcemente sul pianerottolo dove ci trovavamo noi e annullai l’incantesimo. I suoi gesti tornarono alla normalità ma se non ci fosse stata la mia mano tesa sarebbe caduta di sicuro per le scale.
“Occhio, Silente. Neanche il tempo di arrivare e già rischi la vita..”le sussurrai, rimettendola in piedi. Scansò bruscamente il mio braccio ,altrettanto velocemente di come ci era caduta. Qualsiasi ragazza di Hogwarts mi sarebbe saltata addosso, ringraziandomi e trattandomi come un eroe ma lei non era tutte le altre..era Aryana..
Non sembrava sconvolta, continuava a mantenere il solito contegno ma aveva il volto parecchio corrucciato e osservava le scale cercando una spiegazione alla sua caduta. Sussurrava tra sé e sé parole incomprensibili, mi avvicinai meglio per sentire ma non afferrai nulla di quello che stava dicendo. Sembrava stesse cantando una canzone talmente la sua voce suonasse melodiosa, pronunciando quelle parole.
“Ma che lingua stai parlando, Silente?”esclamai, cogliendola alle spalle. Anziché sussultare, si voltò lentamente verso di me con un’ espressione indecifrabile, mi guardò fisso negli occhi per una frazione di secondo e mi passò avanti, senza aggiungere una parola, dirigendosi da Remus.
Quella ragazza era pazza almeno quanto me..pazza e orgogliosa..non era una bella accoppiata..
    
Aryana Silente

“Tu sei Remus Lupin, giusto?”.
“Si..ehm..stai bene?”mi chiese preoccupato.
“Si, sto benone”tagliai corto decisa. “Lily mi ha detto che sei il meno stupido dei quattro quindi parlerò con te. Me lo sono immaginato o le scale si sono mosse davvero?”.
Sentii la risata del mio “salvatore”, simile ad un latrato fastidioso, giungere da dietro di me, seguita da quella di James Potter e del piccolo gruppo di ragazzi che si era creato attorno a noi. Odiavo fare la parte della stupida ingenua, non mi si addiceva per niente.
“No, tranquilla, non sei pazza. Qui funziona così. Ogni tanto si muovono e ti obbligano ad andare dove vogliono loro, non si sa bene come e quando ma è così.. La magia di Hogwarts è inspiegabile..”mi rispose, sorridendomi sincero. Sembrava diverso da quei due idioti che ora mi stavano alle spalle.
“Oh…grazie per la spiegazione”.
“Di nulla”.
Prima che potessi aggiungere altro una trafelata Lily Evans mi si scagliò letteralmente addosso.
“Aryana, stai bene?Morgana, meno male. Scusa avremmo dovuto avvertirti..è che queste non sono scale normali..sono un po’ capricciose..”ansimò affannata.
“Non preoccuparti,adesso sto bene”.
“A tal proposito, Silente, non pensi di esserti dimenticata qualcosa?”esclamò Sirius, intromettendosi nella discussione.
“Se ti riferisci al tuo intervento non richiesto, beh, io non ho nulla da dirti. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te” risposi più acida e provocatoria che mai.
“A me non sembrava che avessi la situazione sotto controllo..”ghignò sarcastico.
“A me non sembra che questo sia affare tuo..”dissi, guardandolo con aria truce.
“Bene, allora la prossima volta lascerò che la tua bella testolina si spacchi, anziché salvarti la vita” disse con astio, avanzando provocatorio verso di me.
“Era esattamente ciò che volevo sentirti dire”sibilai non staccando lo sguardo dal suo.
“Non ce la fai proprio a dire grazie, vero?”.
“Non spreco parole senza motivo”.
“Senza motivo? Ti ho salvato la vita..”.
“Ma per cortesia..credi davvero che mio padre non abbia messo in questo castello un’ infinità di incantesimi di protezione per questo genere di incidenti? Sei proprio un ingenuo a credere che io abbia bisogno di te”.
Presi per mano Lily e sfrecciai via, lasciandolo boccheggiante, in affanno per trovare una battuta da lanciarmi contro, ma questa volta avevo vinto io.

“Quella storia su tuo padre è una balla, vero?”esclamò Lily, buttandosi sul letto del dormitorio rosso-oro.
“In realtà non so se sia vero ma era la prima cosa che mi è venuta in mente per fare zittire quel pallone gonfiato”.
“Sei geniale..”.
“Non potevo dargliela vinta così..gli avrei solo dato un motivo in più per vantarsi e sono sicura che non ne ha bisogno, si dà già abbastanza arie”.
“Stai tranquilla, Sirius Black vuole solo giocare e tu sei il suo nuovo passatempo. Quando si sarà stancato di giocare con un muro di gomma, ti lascerà perdere ed andrà da una delle tante oche che gli starnazzano attorno. Ti vuole solo perché non può averti”.
“Potter non ti ha lasciato perdere, però”esclamò Alexis, mentre svuotava il suo baule.
“Potter ti corre dietro? Avevo notato qualcosa..”.
“Potter ha una vera ossessione per Lily. Sembra gli piacciano le sfide impossibili, proprio come Sirius a quanto pare..”concluse Marion, guardando civetta Lily.
E così Sirius Black sarebbe diventato in fretta ciò che James Potter era da tempo per Lily: una seccatura.
Ad ogni modo, quella fu la prima e , a dire il vero, neanche l’ultima, che quella “seccatura”mi salvò la vita.
“Smettiamola con questi discorsi ridicoli e scendiamo giù, sto morendo di fame”dichiarò Lily balzando giù dal letto e trascinandomi verso l’ uscita.
“Come mai cambi argomento, Lilian? Hai la coda di paglia,per caso?”esclamò Alexis, sorridendole maliziosa.
“È possibile che tu non riesca a parlare d’altro se non di maschi?”.
“È possibile che tu non riesca a parlare mai di maschi? Cosa sei un’ aliena?”.
“D’accordo, lasciamo perdere..”sbuffò Lily.
“Dove andiamo adesso?”chiesi un po’ stranita.
“In sala grande a mangiare..e poi devo presentarti a una persona..”disse evasiva Lily.
Non indagai oltre, ero troppo stordita e disorientata per aggiungere qualcos’ altro. La mia mente era in totale confusione, il mio stomaco in subbuglio. Per la prima volta nella vita non sapevo cosa fare. In un certo senso, però, mi sentivo a mio agio con Lily, mi dava sicurezza e positività. Era una forza della natura.

La Sala Grande non era completamente piena, molti ragazzi erano ancora in Sala Comune ed io potevo solo che esserne contenta. Meno caos c’era, meno occhi erano puntati su di me e di conseguenza mi sarei potuta rilassare di più, o almeno, per quanto potesse rilassarsi una come me.
“Eccolo lì!” esclamò Lily, indirizzandoci all’ angolo della Sala Grande. “Oh, no..è con quegli idioti..”sussurrò, fermandosi a metà strada.
Il suo sguardo era fisso su un gruppo di ragazzi, a giudicare dalle divise, Serpeverde. Lily aveva l’aria disgustata e anche io a dire la verità. La maggior parte di loro aveva un’ espressione vuota, un atteggiamento arrogante e prepotente.
All’improvviso percepii su di me uno sguardo diverso..due occhi grigi mi stavano fissando..
Per un attimo mi sembrò che fossero quelli di Black, anche il viso sembrava il suo: gli stessi capelli, quasi la stessa espressione, le stesse labbra, lo stesso naso, lo stesso sorriso..ma quello non era Sirius Black.
“Lily!”.
Si levò una voce all’interno del gruppetto di Serpeverde, una voce quasi fastidiosa.
Si fece avanti un ragazzo dalla corporatura fin troppo esile, dal viso pallido,il naso adunco, i capelli unti e gli occhi scurissimi.
“Sev..”sussurrò Lily, con in viso una chiara espressione di delusione.
“Ma guarda un po’ chi c’è. Lily Evans, ti sei fatta una bell’ amica, complimenti”sbottò un ragazzo robusto e dall’ aria spocchiosa quanto stupida.
“Madame, lasciate che mi presenti: Sono Avary”disse, tendendomi la mano.
Avary…Lily mi aveva accennato qualcosa a riguardo..ma, in ogni caso, non avevo alcun bisogno dei consigli di Lily per capire che quello era indubbiamente un soggetto da evitare. Tuttavia prima che potessi rifiutare il gesto, a spinte, venne fuori una ragazza livida e disgustata, a deformarle un volto bellissimo, solo nell’aspetto. Sentii stringermi lo stomaco in una morsa..ogni molecola di quello splendido corpo era malvagia, lo percepivo chiaramente.  
“Ma che fai, idiota?!Non lo vedi a chi stai tendendo la mano?! Ad una filobabbana, amica dei luridi mezzosangue, esattamente come il suo degno padre. Ti stai rendendo ridicolo di fronte a della feccia, ecco cosa stai facendo,razza di sciocco”sbottò, non degnandoci di uno sguardo.
“Cugina Bellatrix, calmati”cantilenò il ragazzo così simile a Sirius. “Coraggio, andiamoci a sedere, non vorrai rovinarti la cena per questo, vero?”.
Osservai mentre l’intera combriccola si allontanava, dirigendosi al tavolo dei Serpeverde, tranne il ragazzo che Lily sembrava conoscere.
“Davvero, complimenti, Piton. Hai la capacità di farmi rimpiangere di essere ancora tua amica ogni volta che ti vedo”sibilò acida Lily.
Vidi il volto emaciato di Piton, sbiancare ancor di più. Sembrava rattristato ma niente,nemmeno la sua espressione avvilita, riusciva a levarmi di dosso la sensazione di sgradevolezza e di sfiducia che mi suscitava quel ragazzo. Il mio sesto senso elfico non sbagliava quasi mai.
“Lily sono..mortificato. Loro..non sono così male come fanno sembrare..”biascicò con un’espressione di desolazione in volto.
“Mi hanno appena chiamata mezzosangue, hanno insultato Aryana senza neanche conoscerla e tutto quello che sai fare è difenderli?”sussurrò sconvolta Lily. “Severus, ero venuta a presentarti un’ amica ma visto quello che pensano i tuoi “maestri” di me e lei, immagino che tu, da zelante accolito quale sei ormai diventato, non sai che fartene della nostra amicizia, sbaglio?”.
“Ma certo che sbagli..Lily, io..tu lo sai quanto ci tengo a te..”.
“E allora dimostralo, Sev. Smettila di frequentare quei viscidi prepotenti, altrimenti ti assicuro che potrai scordarti la mia amicizia..e stavolta per sempre”sentenziò,allontanandosi infuriata. La seguii fino al tavolo di Grifondoro, sollevata di allontanarmi da quel clima di negatività e di tensione che si era venuto a creare.
“Lily, stai bene?”le chiesi, mettendole una mano sulla spalla.
“Si..tanto ormai ci sono abituata. Come fanno le persone a cambiare in questo modo?Tu credi di conoscerle, di sapere come sono fatte, di essere loro amica, di volerle bene e invece un bel giorno scopri che niente di tutto quello in cui hai creduto è vero. Quella persona in realtà se ne frega di te e non era affatto come te la immaginavi”.
“Stai parlando di quel ragazzo? Severus Piton, giusto?”.
“Già..è una storia lunga..”.
“Credo sia molto più interessante di tutti i pettegolezzi di cui mi hanno riempito la testa Alexis e Marion quindi se sono sopravvissuta fino ad adesso..”.
“Bene, allora..”.
“No, aspetta” la interruppi prima che potesse incominciare. “Prima che inizi, volevo chiederti chi è quel ragazzo identico a Sirius Black”.
“Oh..è Regulus, suo fratello e quell’ altra di fianco è sua cugina, Bellatrix”disse indicandomi il tavolo dei Serpeverde.
“Credevo fosse solo un’esibizionista immaturo invece a quanto pare ho fatto più che bene a non fidarmi nemmeno per un secondo di lui, vista la parentela..”.
“Senti, io sono l’ultima persona che vorrebbe difendere Sirius Black ma lui davvero non c’entra niente con la sua famiglia, anzi, si odiano. Ma anche questa è una storia lunga..”.
“Senti, Lily, se c’è una cosa che so è che cattivo sangue non mente. Non m’interessa sentire la sua storia..riprendi quella che stavi raccontando prima”.
“Ok, ma sappi che ti stai sbagliando su Sirius..”.
“Lily, il mio sesto senso non sbaglia mai..”dichiarai decisa, continuando a fissare gli occhi grigi di Regulus. Per quanto li fissassi non riuscivo a scorgere così tante differenze con quelli di Sirius. No, quei due erano uguali. Stessa anima, stesso cuore. Regulus Black stava dalla parte sbagliata della barricata perché era la natura dei Black, lo dimostrava sua cugina Bellatrix infatti. Sirius Black non poteva essere diverso dal suo stesso sangue, era la sua natura essere un dannatissimo Black.
Qualche anno dopo scoprii che era vero, quei due fratelli erano uguali, i loro occhi erano gli stessi, ma nessuno dei due era malvagio.   
                   

                                                                            *********************
 
Erano passate due settimane dal mio arrivo ad Hogwarts. Nonostante questo, l’attenzione morbosa che gli studenti avevano su di me non si era affatto affievolita, anzi. Il mio essere straordinaria in ogni materia, il mio talento naturale con gli incantesimi, la mia netta superiorità magica su tutti, persino su Lily, non avevano fatto altro che accrescere il fenomeno “Aryana”.
A dire il vero, non ero abituata a tutto quello. Si è vero, a Shantaram ero trattata come una principessa ma perché ero il ritratto spiaccicato di mia madre e perché suscitavo tenerezza e affetto da parte di tutti, non per altri meriti particolari. La metà del tempo ero trattata come la piccola di casa, la bambina un po’ maldestra, un po’ monella che ne combina una al secondo. Invece ad Hogwarts tutto era alla rovescia: io ero la migliore. Per una volta nella vita non dovevo sforzarmi, non dovevo dannarmi l’anima per essere all’altezza di qualcuno, anzi, erano gli altri che facevano a gara per essere alla mia.

Quella mattina fresca di Settembre il sole non ne volle sapere di fare capolino per svegliarci e sembrava che neanche la sveglia avesse voglia di suonare.
Fatto stava che eravamo in un ritardo imbarazzante, almeno per due perfezioniste come me e Lily. Solo che mentre io ero, come al solito, imperturbabile,Lily era andata in iper agitazione. Era quasi isterica e si agitava frenetica per tutta la nostra stanza, disponendo ordini e strillando come una pazza.
“Lily, tesoro, ti vuoi dare una calmata? Non siamo così in ritardo”disse, sbadigliando Angelica.
“Abbiamo come minimo mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia”.
“Quale tabella di marcia, Lily? La tua ,probabilmente, perché noi non siamo ancora ai tuoi livelli di maniacalità. Cosa vuoi che succeda? Salteremo la colazione e allora?”.
All’improvviso bussarono alla porta e una ragazza minuta del nostro corso, Alice Paciock, entrò nella stanza.
“Scusate ragazze, vi ho cercato in Sala Grande a colazione ma non c’eravate comunque.. Lily tutti i prefetti devono andare nell’ufficio del preside..adesso”.
“Perché?”esclamarono in coro le gemelle Watmore, curiose come non mai.
“Bhe, io non lo so, veramente” balbettò timidissima Alice.
“Vai, Lily. La cartella te la portiamo noi, ci vediamo a lezione tra poco”dissi, spingendola fuori dalla porta.
“La prendo io la cartella di Lily, così a lezione ci sederemo vicine e mi racconterà tutto. Mi deve assolutamente descrivere nei particolari quanto era bello James Condor, il prefetto di Corvonero”chiosò Marion con occhi sognanti.
Io e Angelica ci scambiammo un’occhiata eloquente, sorridendo di tanta superficialità.
Dopo altri dieci minuti finalmente fummo fuori da quella stanza e ci precipitammo nell’ Aula di Trasfigurazione, quasi in perfetto orario.
Prima di entrare nell’ aula ebbi un’ illuminazione.
“Marion, l’ hai presa tu la cartella di Lily, vero?”.
“Cavolo!”proruppe Marion, portandosi la mano alla testa.
Buttai gli occhi al cielo, esasperata. Quella mattina si stava dimostrando alquanto impegnativa..
Stava per tornare indietro ma la bloccai: “Lascia stare, vado io. Sono più veloce”. Ed era vero. Ero due volte veloce un mago normale, figuriamoci un’ imbranata come Marion Wetmore.
Sfrecciai come una scheggia in dormitorio, presi la cartella di Lily e ridiscesi al primo piano, nell’aula della professoressa McGrannit.
Mentre svoltavo l’angolo , ad una velocità soprannaturale, stavo per andare a sbattere contro due figure ma ,grazie ai miei riflessi, riuscii a frenarmi in tempo.
“Wow, corri come un fulmine, Silente!”esclamò Sirius Black con al fianco una ragazza dai capelli color cioccolato identici agli occhi. Non l’avevo mai vista prima.
Stampò un bacio a fior di labbra a Black e sfrecciò via, imbarazzata.
Black mi guardava provocatorio dall’alto della sua immensa boria. Aveva la camicia fuori dai pantaloni e i capelli in disordine, per la prima volta.
“Immagino che anche tu sia diretta a lezione, Silente, e visto come corri mi sa che siamo in un ritardo spaventoso, esatto?”.
“Perché non lo sai?”.
“No, quando sto con una ragazza perdo la cognizione del tempo..”.
Prima che potessi rispondergli, la porta dell’ aula nella quale sarei dovuta entrare fin da subito, si aprì.  
“Cos’è questo chiasso qui fuori?”esclamò la professoressa McGrannit, facendo capolino nel corridoio. “Black, Silente! Cosa state facendo qua fuori?Siete in un ritardo mostruoso, entrate, forza!”.
Entrammo nell’ aula con tutti gli occhi puntati addosso. Purtroppo la scena fu fraintesa: Black con la camicia fuori dai pantaloni, il solito ghigno trionfante che odiavo ,stampato in volto e i capelli in disordine, che entrava in ritardo  in un’ aula, accompagnato da una ragazza con il fiatone. Quelle scene si erano ripetute innumerevoli volte in quella scuola. Peccato che non era una di quelle volte.
Risolini divertiti e bisbigli concitati strisciavano da un orecchio all’altro e già le componenti del fun club mi guardavano torva.
“Sedetevi, forza. Per questa volta lascerò perdere”disse risoluta la McGrannit.
Mi sedetti infuriata accanto a Lily, sbattendo la sua borsa per terra. Mi voltai verso Black che nel frattempo sghignazzava con i suoi compagni Malandrini.
“Finiscila di darti aria e dì subito che è stato frainteso tutto!”sibilai contro Black.
“Tesoro, perché diavolo dovrei fare una cosa del genere?Non ti è piaciuto ,per caso?” sogghignò beffardo.
“Spero di capire un giorno come abbia fatto il tuo cervello ad arrivare all’altezza del tuo fondoschiena!”.
“Signorina Silente, non solo è in ritardo ma non sta neanche attenta alla spiegazione. Le dirò che da lei non me l’aspettavo” trillò la professoressa, scocciata. “Visto che si sente abbastanza brava da poter snobbare le mie lezioni, perché non viene qui con la sua bacchetta e ci mostra come si trasfigura un calice d’ottone in acqua?”.
Ovviamente l’avrei potuto fare ad occhi chiusi. Peccato che non avevo la bacchetta. L’avevo dimenticata in dormitorio, non perché fossi sbadata. Io non dimenticavo mai niente, tutto era disposto in perfetto ordine ma semplicemente perché non ero abituata alla bacchetta. Non ne ebbi mai bisogno.
“Lily..dammi la tua bacchetta..”sussurrai.
“Cosa?”.
“Dammi la tua bacchetta, svelta”.
Lily si mise a frugare nella cartella ma la McGrannit fu più veloce di lei e disse: “C’ è qualche problema, Miss Silente?”.
“No, no nessun problema, professoressa. Aryana non trovava la sua bacchetta perché ce l’avevo io. Eccola qua. Sa, è finita per sbaglio nel mio mantello..” esclamò Black,porgendomi la sua bacchetta con tanto di occhiolino. Io ricambiai con un’ occhiata truce mentre il resto della classe ridacchiava di nascosto.
Andai alla cattedra ed eseguii velocemente l’incantesimo.
“Bene, sono dieci punti in meno a Grifondoro per il ritardo e per la disattenzione e venti punti in più per la sua assoluta disinvoltura ad eseguire ogni tipo d’ incantesimo, signorina Silente”.
Sorrisi soddisfatta di me stessa e con un ghigno lanciai in faccia a Black la sua bacchetta mentre la professoressa non guardava.
“Mi piaci quando ti arrabbi”.
“Sei scontato, banale e limitato come nessuno al mondo, Black”.
“E tu, invece, sei una donna dalle grandi vedute ,eh Silente?”.
“Talmente immense che non ti vedo neanche”.
“Mi perdoni ,maestà,dimenticavo che noi poveri comuni mortali non possiamo nemmeno entrare nelle sue visuali” sputò sprezzante.
“Da che pulpito viene la predica. Sei la persona più boriosa, arrogante, immatura, idiota,egoista, egocentrico, zucca vuota, esibizionista e prepotente che conosca”.
“Io avrò anche tutti questi difetti ma almeno sono umano, provo dei sentimenti. Tu invece sarai anche perfetta ma sei gelida come un pezzo di ghiaccio, sostenuta e altezzosa come se il mondo non fosse degno della tua attenzione”.
Quelle parole arrivarono dritte al mio cuore come una pugnalata. Anziché piangere o arrabbiarmi, feci l’unica cosa che mi insegnarono alla perfezione: diventai una statua di sale, mi chiusi a riccio mentre dentro di me si scatenava l’uragano.
Mi voltai impassibile, presi a tormentare il piccolo medaglione di mia madre,attorno al mio collo,unico segno tangibile del mio nervosismo. Per il resto ero imperscrutabile.
Sirius Black era riuscito nell’impresa che altri prima di lui avevano tentato,fallendo : toccare il mio cuore. Solo che lui l’aveva spezzato.
  
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