Amplesso

di Wilhermo
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Sordo, dirotti l'angoscia in maestrale,
candido mare in tempeste di goccia.
Tinnula, cede al richiamo la pioggia.
Posso gustare l'odore del sale.

L'acqua giā quaglia con ritmo pacato,
vitrea, s'insidia sul vento eccitato.
Sfrigola, molle, la cresta dell'onda:
violenta la brama ch'essa risponda.

Gonfia l'impulso quell'avido cielo:
stupro di nubi stracolme d'amore,
viscidi lampi trasudano orrore.
Sudo smarrito, attendo, congelo.

Ma quando si placa, d'ardore svuotato,
di docile vespro si tinge, pentito.
La brezza riecheggia il dolore patito
dal gelido mare, d'amore riempito.




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