I Bambini sono tutti Angioletti, Sempre e Comunque

di Subutai Khan
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Se solo mi guardassi negli occhi, queste cicatrici non sarebbero così nascoste.
Peccato che l’atto di guardarmi negli occhi mi sia ora precluso.
Sono davanti a uno specchio.
Non vedo nulla.
Non potrebbe essere altrimenti, visto che sono andato incontro a quel leggerissimo contrattempo chiamato “cavamento degli occhi”.
Un cazzo di trapano elettrico.
Acceso.
Messo in mano a quell’animale di mio nipote, quello che le maestre dell’asilo che frequenta hanno soprannominato Maelstrom.
Il risultato mi pare scontato.
Prenditi ‘sti dieci, quindici anni di tregua.
Poi gli interessi arrivano sul groppone tutti in una volta sola.
Possibilmente sotto forma di ascia. Bipenne.





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