Era notte fonda e in quel grande appartamento, che da qualche settimana era sempre molto silenzioso, i pochi inquilini rimasti stavano già dormendo. Tutti tranne uno.
Visione era immobile davanti alla finestra, gli occhi fissi verso il cielo. Si trovava lì da un tempo indefinito; lui non aveva bisogno di dormire per far riposare il cervello – o meglio, i circuiti.
Erano trascorse tre settimane dallo scontro all’aeroporto di Lipsia-Halle e lui non aveva fatto altro che riflettere su quella battaglia che aveva diviso gli Avengers.
Una tragedia, così l’aveva definita.
Ma non era solo ciò a turbarlo, c’era altro che lo faceva preoccupare ed era per quel motivo che ora se ne stava lì a scrutare quei corpi celesti che brillavano nel cielo. Le stelle gli ricordavano lei.
Wanda…
Quante volte si erano ritrovati a osservarle insieme? Tante ma mai abbastanza.
Chissà se, ovunque si trovasse, anche lei in quel momento fosse intenta a guardare il cielo stellato.
Avrebbe voluto dirle così tante cose, spiegarle ciò che provava nei suoi confronti e poi stringerla fra le sue braccia – ma lei non era lì, non più. Aveva provato a cercarla, a creare un contatto mentale, ma lei continuava a sfuggirgli. Forse non voleva essere trovata, forse voleva semplicemente voltare le spalle al suo passato, a tutto, e di conseguenza anche a lui. Forse…
«Vis.»
All’improvviso un sussurro si era fatto spazio nella sua testa, una voce che lo aveva appena chiamato: la sua voce.
L’aveva trovata.
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