Alla ricerca di Giulia.

di Chiaroscura69
(/viewuser.php?uid=337869)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Anna tornò a casa serena, come se l'incontro con Pietro l'avesse momentaneamente sospesa da tutte le incombenze che l'aspettavano al ritorno a casa.
Casa: non riusciva nemmeno a vederla così.
Lei e Pietro si separarono al limitare del bosco per non destare sospetti; il sussurro di un pettegolezzo avrebbe messo a repentaglio la vita di troppe persone.
Anna guardava le proprie scarpe sgualcite dal fango e degli anni e si chiedeva se in quel momento anche lei avesse lo stesso aspetto, una donna usurata dalle preoccupazioni e dai dolori prematuri. Non poteva sapere che tutto questo non la rendeva meno affascinante.
Il rumore delle pozzanghere fu l'unico sottofondo che li accompagnò fino alla loro quercia, quella in cui si erano sempre detti addio, fino al giorno seguente. Stavolta era diverso, e forse proprio questa consapevolezza rendeva tutto molto più magico.
Certo non potevano sapere che dopo quella notte tutto sarebbe cambiato.
Pietro aveva nel cuore un nodo di sensi di colpa e strani sentimenti che non sapeva spiegarsi. Come se vedere Anna avesse rimesso tutte le carte in tavola. Gli sembrava naturale passeggiare con lei in silenzio sotto la sferzante pioggia, come se fosse qualcosa che avrebbe potuto fare tutta la vita.
Gli ultimi minuti furono i più dolorosi e quasi impercettibilmente i due rallentarono il passo.
I loro sguardi si incrociarono e parlarono tanto, forse troppo.
Talmente tanto che quando giunsero finalmente alla quercia la separazione era diventata insostenibile.
''Anna...''sussurrò Pietro.
''Pietro...''mormorò Anna.
Non so chi abbracciò per primo l'altro, nè saprei dirvi come potessero essere distinguibili una volta che si strinsero saldamente.
Doveva essere un incontro risolutivo ma in sostanza non avevano risolto nulla, nè tantomeno avevano parlato tantissimo. Ma loro erano così, una di quelle storie d'amore che vive al di sopra delle case, delle persone, del futuro, una di quelle storie che vive nella pioggia, nel cielo, nei boschi.





Alle tre del mattino Anna si svegliò di soprassalto senza una ragione precisa. Sapeva semplicemente che stava succedendo qualcosa. Si girò nel letto per svegliare Gabriel ma lo trovò vuoto. Si alzò del letto e si precipitò in cucina ma non trovò nessuno. L'ansia iniziò a divorarla come un parassita.
Il temporale fuori non accennava a smettere, e, mentre prima le sembrava piacevole, improvvisamente ne ebbe paura.
Prese compulsivamente il telefono e iniziò a digitare il numero di Gabriel. Dopo svariati squilli finalmente rispose.
''Gabri dove sei?''chiese Anna con un tono di voce preoccupato.
Nessuna risposta. Solo rumori indistinguibili.
''Gabri cosa sta succedendo?''alzò la voce Anna per farsi sentire.
Improvvisamente riconobbe un urlo acuto, una voce impossibile da non riconoscere.
Poi il telefono le cadde dalle mani e si afflosciò a terra insieme al suo corpo.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3790954