L’aquila, il falco… e il terzo incomodo di lunedi74 (/viewuser.php?uid=205330)
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L’aquila,
il falco… e il terzo incomodo
Narra una
leggenda medievale che la Morte sfidò Attila, Re degli Unni,
in una singolare scommessa: avrebbero fatto volare un’aquila
e un falco e, nel caso il falco fosse riuscito a volare più
in alto dell’aquila, la Morte avrebbe portato il sovrano con
sé. La Morte si presentò come una donna molto
attraente, ma Attila non si fece ammaliare. Alla fine
l’aquila ed il falco finirono per volare appaiati e quindi la
Morte si fece temporaneamente da parte, sapendo, e di questo Attila ne
era ben consapevole, che un giorno sarebbe dovuta tornare.
-
Ehi Falchetto, pronto per la sfida?
-
Tsè, Aquilotto, per chi mi hai preso?
-
Pfui… per un uccello spennacchiato appena uscito
dal nido!
-
Oh, senti chi parla! Hai ancora il becco che puzza di carne
preparata da mammina.
Pronti? VIA!
-
Ehi pennuto! Sei partito prima, ti ho visto!
-
Ah sì? E chi lo dice?
-
Questa dovrebbe essere una sfida leale, il mio occhio
d’aquila non sbaglia!
-
Io ho la Morte che sponsorizza, devo vincere a tutti i costi
oppure quella mi strappa le piume.
-
Io invece ho il Flagello di Dio che sovvenziona, vogliamo
mettere chi paga pegno più alto?
-
Che vuoi che siano qualche migliaio di morti?
-
Vorresti dire che sei più bravo di me?
-
Pennuta, sono secoli che offro anime alla Morte. Ovunque
vado… e da pellegrino so di cosa parlo!
-
Ma io sono parte della famiglia reale, tutti si devono
inchinare a me!
-
Non la Morte. Quella non si inchina mai a nessuno.
-
Staremo a vedere Falchetto… intanto ti ho
raggiunto, non l’avrai vinta facile con me. Ho una
dignità, IO.
Il Vento,
che aveva sentito della sfida ed era accorso a controllare che la gara
si svolgesse secondo le regole, si rese conto che la Morte non voleva
perdere. Attila, il Flagello di Dio, le aveva sì regalato
molte anime per la sua collezione, ma lui stesso era una conquista che
faceva gola alla scheletrica, seppur graziosa, Sterminatrice.
Mentre i
due sfidanti stavano tornando indietro, vide che il Falco Pellegrino,
notoriamente il rapace più veloce al mondo – e
proprio per questo prescelto in sua rappresentanza dalla Falciatrice
– era leggermente in vantaggio rispetto all’Aquila
Reale. Non che Attila fosse particolarmente simpatico al Vento. Ovunque
transitasse lasciava infatti una scia di distruzione e di morte, tanto
che si diceva di lui che dopo il suo passaggio nemmeno l’erba
osasse più crescere.
E se
c’era una cosa che il Vento amava era proprio soffiare sugli
steli d’erba, soprattutto quella alta, facendoli piegare
dolcemente.
Più
fastidio però gli dava una sfida vinta slealmente. Per
questo soffiò verso i due contendenti, rallentando, in
questo modo, quello davanti.
-
Ehi Aquilotto, mi sembra che tu stia perdendo la sfida.
-
Ancora non è finita. E comunque mi pare,
Falchetto, che io stia riguadagnando terreno.
-
Dannato vento! Proprio ora doveva mettersi a scompigliarmi le
ali. La Morte mi farà le penne arrosto se perdo questa
battaglia.
-
Ti propongo un patto, fratello di piume: arriviamo insieme.
-
Dici di fregarli entrambi? Uhm… sì,
l’idea è interessante. Ti ascolto, ma fa in fretta
che vedo l’arrivo!
-
Tsé, sarai il più veloce, ma a vista
non mi batte nessuno. L’arrivo è ancora lontano.
Comunque possiamo volare piuma a piuma. Che ne sanno quei due di volo?
Te lo dico io, un bel niente!
-
Hai ragione, altrimenti non avrebbero affidato le sorti della
sfida a noi due.
-
Appunto: la verità siamo noi. L’hai
detto, fratello.
-
Non mi diventerai troppo poetica adesso? Mi sa tanto di
“noi due nel mondo e nell'anima”… sicura
che funziona?
-
Vola tranquillo.
Stanno
tornando l'aquila e il falco
e nessun
vento li separò
come
fratelli volano accanto
e la prima
stella brilla da un po'
La Donna
dice sorridendo:
nessuno ha
vinto tra di noi
ma le
promesse, io le mantengo
prendi
altro tempo, tanto sai che ti avrò.
-
Visto, che t’avevo detto? Non se ne sono accorti.
-
E va bene, ma tieni la tua vista lunga lontano dalle mie
prede.
-
E tu bada alle tue piume, che basta un colpo di Vento per
fregarti.
Note:
Il testo citato alla fine appartiene alla canzone dei Pooh "L'aquila e
il Falco", di cui non detengo i diritti e che potete ascoltare qui.
Ringrazio per la sfida il "solito", ma poco prevedibile, Subutai
Khan, anche per avermi fatto conoscere una piccola perla
nella musica.
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