L’aquila, il falco… e il terzo incomodo

di lunedi74
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L’aquila, il falco… e il terzo incomodo


Narra una leggenda medievale che la Morte sfidò Attila, Re degli Unni, in una singolare scommessa: avrebbero fatto volare un’aquila e un falco e, nel caso il falco fosse riuscito a volare più in alto dell’aquila, la Morte avrebbe portato il sovrano con sé. La Morte si presentò come una donna molto attraente, ma Attila non si fece ammaliare. Alla fine l’aquila ed il falco finirono per volare appaiati e quindi la Morte si fece temporaneamente da parte, sapendo, e di questo Attila ne era ben consapevole, che un giorno sarebbe dovuta tornare.

-    Ehi Falchetto, pronto per la sfida?
-    Tsè, Aquilotto, per chi mi hai preso?
-    Pfui… per un uccello spennacchiato appena uscito dal nido!
-    Oh, senti chi parla! Hai ancora il becco che puzza di carne preparata da mammina.

Pronti? VIA!

-    Ehi pennuto! Sei partito prima, ti ho visto!
-    Ah sì? E chi lo dice?
-    Questa dovrebbe essere una sfida leale, il mio occhio d’aquila non sbaglia!
-    Io ho la Morte che sponsorizza, devo vincere a tutti i costi oppure quella mi strappa le piume.
-    Io invece ho il Flagello di Dio che sovvenziona, vogliamo mettere chi paga pegno più alto?
-    Che vuoi che siano qualche migliaio di morti?
-    Vorresti dire che sei più bravo di me?
-    Pennuta, sono secoli che offro anime alla Morte. Ovunque vado… e da pellegrino so di cosa parlo!
-    Ma io sono parte della famiglia reale, tutti si devono inchinare a me!
-    Non la Morte. Quella non si inchina mai a nessuno.
-    Staremo a vedere Falchetto… intanto ti ho raggiunto, non l’avrai vinta facile con me. Ho una dignità, IO.

Il Vento, che aveva sentito della sfida ed era accorso a controllare che la gara si svolgesse secondo le regole, si rese conto che la Morte non voleva perdere. Attila, il Flagello di Dio, le aveva sì regalato molte anime per la sua collezione, ma lui stesso era una conquista che faceva gola alla scheletrica, seppur graziosa, Sterminatrice.

Mentre i due sfidanti stavano tornando indietro, vide che il Falco Pellegrino, notoriamente il rapace più veloce al mondo – e proprio per questo prescelto in sua rappresentanza dalla Falciatrice – era leggermente in vantaggio rispetto all’Aquila Reale. Non che Attila fosse particolarmente simpatico al Vento. Ovunque transitasse lasciava infatti una scia di distruzione e di morte, tanto che si diceva di lui che dopo il suo passaggio nemmeno l’erba osasse più crescere.
E se c’era una cosa che il Vento amava era proprio soffiare sugli steli d’erba, soprattutto quella alta, facendoli piegare dolcemente.

Più fastidio però gli dava una sfida vinta slealmente. Per questo soffiò verso i due contendenti, rallentando, in questo modo, quello davanti.

-    Ehi Aquilotto, mi sembra che tu stia perdendo la sfida.
-    Ancora non è finita. E comunque mi pare, Falchetto, che io stia riguadagnando terreno.
-    Dannato vento! Proprio ora doveva mettersi a scompigliarmi le ali. La Morte mi farà le penne arrosto se perdo questa battaglia.
-    Ti propongo un patto, fratello di piume: arriviamo insieme.
-    Dici di fregarli entrambi? Uhm… sì, l’idea è interessante. Ti ascolto, ma fa in fretta che vedo l’arrivo!
-    Tsé, sarai il più veloce, ma a vista non mi batte nessuno. L’arrivo è ancora lontano. Comunque possiamo volare piuma a piuma. Che ne sanno quei due di volo? Te lo dico io, un bel niente!
-    Hai ragione, altrimenti non avrebbero affidato le sorti della sfida a noi due.
-    Appunto: la verità siamo noi. L’hai detto, fratello.
-    Non mi diventerai troppo poetica adesso? Mi sa tanto di “noi due nel mondo e nell'anima”… sicura che funziona?
-    Vola tranquillo.

Stanno tornando l'aquila e il falco
e nessun vento li separò
come fratelli volano accanto
e la prima stella brilla da un po'

La Donna dice sorridendo:
nessuno ha vinto tra di noi
ma le promesse, io le mantengo
prendi altro tempo, tanto sai che ti avrò.

-    Visto, che t’avevo detto? Non se ne sono accorti.
-    E va bene, ma tieni la tua vista lunga lontano dalle mie prede.
-    E tu bada alle tue piume, che basta un colpo di Vento per fregarti.



Note:
Il testo citato alla fine appartiene alla canzone dei Pooh "L'aquila e il Falco", di cui non detengo i diritti e che potete ascoltare qui.
Ringrazio per la sfida il "solito", ma poco prevedibile, Subutai Khan, anche per avermi fatto conoscere una piccola perla nella musica.




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