Bracciale di perline

di 09Chia
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Bianco cangiante

di luci da concerto.

 

 

Nei sacchetti di perline che mi regalavano da piccola ce n’erano sempre un paio di quelle speciali: non perfettamente sferiche, ma sfaccettate, di un bianco quasi trasparente e ricoperto di brillantini. Suppongo fossero delle cattive imitazioni di brillanti e diamanti, ma direi che noi ci possiamo accontentare.

È il colore dei fari che dal palco di piazza Duomo illuminano lunghe file di seggioline gremite di gente. È il colore delle torce dei telefoni che ondeggiano. Dal mio posto in piedi sui gradini del Duomo vedo questo mare di lucine e volti sorridenti. Il concerto è appena all’inizio, ma dopo un’apertura col botto, tra salti e chitarre elettriche, questo è il primo brano melodico che sentiamo. Ed è una specie di karaoke collettivo: cantano tutti e tutti hanno gli occhi incollati al palco, a cercare di individuare tra le luci accecanti, bianco brillante, la sagoma dell’artista che siamo venuti ad ascoltare.

Bianco brillante è la luce che illumina il balcone al secondo piano di una delle case che delimitano la piazza. È il colore della coppia che lassù ha iniziato un lento, dondolandosi nello stretto spazio del balconcino, indifferente alla folla sottostante, suscitando un moto di commozione e un filo di invidia in tutto il pubblico. Me li indica mio fratello sul secondo ritornello, e sono talmente belli che per un momento dimentico di guardare il palco.

La canzone finisce e sull’inizio di quella seguente i colpi indiavolati della batteria mi fanno dimenticare la coppia che balla.

Mi torna in mente il mattino dopo e rimane una delle immagini più vivide delle due ore di concerto: una delle poche che non sembra appartenere ad una realtà surreale. La infilo nel mio braccialetto a memoria dell’intera serata: una perlina bianco luminoso, sfaccettata e cangiante come le luci del palco, brillante come l’emozione di un lento sulle note di un concerto. Di un momento talmente perfetto da far commuovere.

Sono solo lacrime,

è tutta scienza, la si può spiegare:

è solo un po’ di acqua con il sale.

È solo un’occasione per cantare a bassa voce

una canzone d’amore.





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