Capitolo
XVIII
Fiori
di ciliegio
Sono
felice che ti abbiano portato da me.
Sentivo
proprio il bisogno di vederti, di parlarti un po', di trascorrere un
altro po' di tempo insieme.
Però,
trovo che quest'urna non ti si addica per niente. Le fanno davvero
tutte così serie? Apprezzo il fatto che sia blu, come il
mare che
adoravi tanto, e, con un po' di fantasia, potrei vedere in quelle
righine dorate lì, sulla base e sul collo, come i riflessi
del sole
sulle onde. Penso sia un'immagine che ti calza a pennello.
Però,
scusa se te lo dico, ma la trovo un po' freddina. Dai, magari quando
tutto questo sarà finito prenderò lezioni di
ceramica e te ne farò
una nuova su misura.
Al
lavoro va tutto bene, non ti preoccupare. J dice che sta lavorando ad
una pista della quale non mi vuole dire nulla, quello stronzetto.
Però sai, ha davvero fatto un ottimo lavoro in questi mesi.
Sia lui,
che Q, che Roger. Anche tuo cugino Chris se la sta cavando
egregiamente. Sai, anche loro vivono qui, in questo hotel. Siamo
tutti sotto scorta. Roger sta proprio qui di fianco, Chris sta in
fondo al corridoio, siamo tutti su questo piano. Ti porto dalla
finestra per vedere il panorama?
...
Sei
incredibilmente leggero. È incredibile che io possa
sollevarti e
portarti in giro. Ricordo quando mi alzavi di peso dal divano mentre
ero incinta e mi addormentavo davanti alla TV, tu mi portavi nella
mia stanza e mi rimboccavi le coperte. Con quello che costano gli
affitti, e col tuo misero stipendio, ti eri intestardito a voler
prendere un trilocale per avere una stanza per gli ospiti. Povero
scemo. E mai che tu abbia accettato un centesimo da me! E dire che,
praticamente, quella stanza in più alla fine era diventata
la mia
stanza.
...
Spero J non
decida di venire qui a
parlarmi di lavoro mentre sto con te. Non capirebbe. Nessuno della
Wammy's House probabilmente capirebbe, L soprattutto. Ci hanno
istruito all'assoluto agnosticismo e alla Religione della Logica, ma
non ho mai fatto caso a queste cose. Ecco, lo sapevo, ora ridi e fai
battute sul fatto che sono irlandese e quindi devo per forza essere
cattolica praticante. Quanto sei infantile, a volte! Guarda che non
è
per questo. È per il coma. Quello di quando ero bambina, non
quello
di due mesi fa. Sai, la cosa della luce bianca, e tutto il resto.
Io... non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno a te, ma... ecco,
è
successo anche a me. Non ti so dire il perché ed il per
come, ma
credo di aver sentito qualcosa. Per questo ho poi deciso di
specializzarmi in esoterismo, sai? Cioè, non mi
fraintendere, non è
che volessi fare la Ghostbuster, figurati, ma mi interessava
approcciare la questione della vita dopo la morte in modo... tecnico
e razionale. Che è praticamente l'unico approccio che mi
abbiano
insegnato ad usare.
Non
sarebbe probabilmente stato così, se mio padre non fosse
morto. Lui
aveva l'animo di un poeta, lo sai. Filtrava tutto ciò che
vedeva con
la poesia, e riusciva sempre a farmi osservare il mondo attraverso
lenti colorate. Però poi arrivava mia madre e mi restituiva
un'immagine oggettiva ed analitica della realtà. Erano i
tipici
opposti che si attraggono, loro due, ci ho pensato spesso, sai?
Però,
in qualche modo, a me è sempre sembrato che tu fossi
più figlio di
mio padre che di nostra madre; anche tu come lui adoravi circondarti
di bellezza, e anche tu come lui adoravi far sorridere la gente.
Spero vi siate incontrati, ovunque voi
siate. Penso che a lui tu piaceresti molto.
Aaaarg.
Merda.
Fa freschino qui.
No, tranquillo, era solo una folata di
vento sulla schiena, m'è venuto un brivido e...
Ah, già, te non hai visto il tatuaggio.
Guarda, è ancora fresco, e sono solo i
contorni. Cinque ore dal tatuatore per farli, e tra un mese devo
ritornare per il colore. Ti piace? È un ramo di ciliegio.
L'ho fatto
partire da qui in basso, copre tutta la schiena in diagonale e
finisce proprio sulla mia cicatrice sulla spalla destra.
Così ora,
anziché avere quel brutto taglio antiestetico,
avrò un ramo
fiorito.
Vedi? Questi sei fiori che si sono
staccati da ramo e stanno cadendo siete voi: qui ci sei tu, qui
c'è
nostra madre, mio padre, mio zio, e quelli più piccoli sono
Naomi e
Raye. È vero, non è che avessi tutta questa
confidenza con loro, ma
sono sempre stati carini con me, e anche se avevano capito che gli
nascondevo qualcosa non hanno mai detto nulla.
Lo so, il ciliegio è il fiore che
usavamo per riferirci in codice a L. Perché in parte
è giapponese e
perché quel vecchio albero in riva al fiume era il suo posto
preferito. E anche il mio. Però pensavo che potesse essere
una buona
idea questo tatuaggio. In parte perché, con tutto il male
che ho
dovuto sopportare e che dovrò sopportare ancora tra colore e
ritocchi, magari in questo modo la smetterò di farmi del
male
picchiando cose solo per contrastare i miei sensi di colpa. Ma anche
per il significato dei fiori di ciliegio: la bellezza splendente ma
effimera della vita, la sua delicatezza e fragilità. Non so
se hai
notato, anche perché questo è solo lo scheletro e
manca il colore,
ma per ogni fiore caduto c'è un germoglio: dopotutto, la
caduta dei
fiori di ciliegio non è la fine; è necessaria
perché poi nasca il
frutto, il seme, e così via. Quelle cose lì.
Insomma, pensavo potesse essere bello.
Solo che ora mi tocca muovermi al
rallentatore per evitare di tirare la schiena e devo spalmarmi la
crema e non posso mettermi vestiti normali. J ha storto il naso,
già
si lamentava perché è contro le regole della
Wammy's House farsi
tatuaggi (sai, per la questione dell'anonimato e del travestimento),
e poi perché così non mi muovo alla stessa
velocità di prima. Gli
ho detto che più che correre come una scema per gli uffici
è meglio
che faccia muovere il cervello, ma sai com'è fatto,
criticare è il
suo passatempo preferito.
Mi
manchi, sai? Sarò banale, ma è così.
Eri il mio stesso sangue, eri
tutto ciò che rimaneva della mia famiglia. Avevi i
lineamenti così
simili ai miei, a quelli di nostra madre, ed era come se emanassi una
luce, come mio padre. Ho sempre voluto vedere loro in te, in qualche
modo. Sai, tutto nella mia esistenza mi pareva un surrogato di
qualcos'altro: Roger era un surrogato di padre, L da bambino era un
surrogato di fratello minore, poi è diventato un surrogato
di
trombamico complessato in quella sottospecie di surrogato di
relazione che avevamo. Pure il mio pianoforte disegnato sulla tavola
di legno era un surrogato. Ma tu... tu eri reale. Eri davvero mio
fratello, eri davvero il mio sangue, e soprattutto mi volevi davvero
bene come un fratello. Inconsciamente, cercavo così
disperatamente
un contatto umano, dell'affetto, un abbraccio, che quando ho trovato
tutto questo in te per me è stato come... come risvegliarmi
da un
letargo, più o meno. È vero, il nostro rapporto
fratello/sorella
non è mai stato come tutti gli altri, ma semplicemente
perché non
abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto, quindi non c'era occasione
perché nascessero tensioni, gelosie e scontri. Non so dove
ho
sentito dire che i parenti li si apprezza di più quando non
li si
vede. Forse è davvero questo il segreto della nostra
amicizia.
Spero
che quello che ho detto non ti renda triste. Cioè, lo so che
eri
preoccupato del fatto che potessi rimanere da sola se fossi morto
prima di me, ma credo che me la caverò. Stai a vedere. Roger
a
quanto pare col passare degli anni è diventato un tenerone,
e sono
certa di poter contare su di lui in ogni occasione. Gli voglio bene,
davvero. E non solo perché ha rischiato di rimetterci la
pelle in
tutti questi anni solo per proteggere noi. Ma perché...
è una brava
persona. Sono davvero orgogliosa di lui, non perché
è intelligente
o perché è diventato un eccellente poliziotto, ma
perché è
diventato una brava persona. Era un narcisista egocentrico, e ora
invece è una brava persona. Qualcuno di cui andare fieri.
Sai, il
tatuaggio... i fiori che sono
ancora attaccati al ramo non sono casuali: ognuno rappresenta una
persona che mi ha lasciato qualcosa di importante. Infatti il fiore
di Roger è qui, lo vedi? Ci sono anche i tuoi, su questo
rametto,
dove c'è il germoglio lasciato dal tuo fiore che
è caduto. E qui di
fianco c'è L, più sotto c'è Watari, e
quel bocciolo che non è
ancora fiorito... è tuo nipote. Cioè, lo so, lui
non l'ho nemmeno
mai visto, non mi ha lasciato nulla... ancora. Ma ha fortemente
condizionato la mia vita e le mie scelte, e, anche se non avrei
voluto avere un figlio in questo modo, ho sempre cercato di fare il
possibile perché potesse essere fiero di me, un giorno.
Perché so
che scoprirà di essere figlio mio e di L. È
intelligente quanto suo
padre, me lo sento dentro.
In
realtà, sto pensando al futuro,
ultimamente. Strano, vero? Penso a cosa vorrei fare della mia vita
quando tutto questo sarà finito. Intendo, se usciremo vivi
dal caso
Kira e se non mi sbatteranno in prigione per il caso PPEP. E nulla,
pensavo al fatto che, come ho imparato ad apprezzare Roger come
persona e anche come padre, magari c'è una
possibilità che succeda
lo stesso con Nate. Potrei darci una possibilità, magari.
Non lo so,
vedrò.
E poi con L.
Mmm...
so che eri curioso di sapere cosa sarebbe successo quando mi avrebbe
riconosciuta. Immagino tu l'abbia visto, no? Non è...
esattamente
una cosa semplice. Voglio dire, oltre al fatto che continua ad
avercela, giustamente, con me... una bottarella me la darebbe ancora.
Ecco, ora stai ridendo. Guarda che è una cosa seria! Ed
è un
problema, perché se si lascia trasportare dagli ormoni come
quando
aveva diciassette anni, finirà per fare qualche stronzata. Di
sicuro. E sono
certa che Light
abbia capito qualcosa. Penso fosse inevitabile; Light non è
cieco e
non è stupido. Certo, gli altri poliziotti è
improbabile che ci
arrivino, visto e considerato che dopo tutto questo tempo continuino
a negare l'evidenza per quanto riguarda Light e Misa e il fatto che
siano stati i due Kira.
D'altra
parte, penso che L sia anche parecchio interessato a Light. Sai, la
sera in cui... te ne sei andato... voglio dire, quel giorno L ha
detto a Light che lui era il suo primo, vero, caro amico, e questo mi
aveva mandata in bestia. Ho sempre detestato la sua infantile gelosia
nei tuoi confronti, ed è per questo che l'ho sempre trattato
come un
bambino, anche se mi rendevo conto di quanto fosse sbagliato. Il
fatto è che... ora L è sempre più
coinvolto. Temo che non voglia
fare progressi con l'indagine non solo perché teme di fare
il gioco
di Kira, ma anche perché non vuole che Light recuperi i
ricordi ed i
poteri di Kira. Sai... ora il ragazzo ha un'altra
personalità. È
evidente; talmente evidente che non capisco come suo
padre
non se ne
accorga. Giusto per
tornare al discorso di prima. Da un certo punto di vista, vorrei che
non ce l'avessi con lui, anche se è quello che ti ha
materialmente
ucciso. Ma cosa dico, ovvio che non ce l'hai con lui!
Se
ci fossi tu, sono certa che potresti salvarli. Lui e Misa. Misa
è...
un'orfana, come me. I suoi genitori sono stati uccisi da un ladro,
così, senza alcuna spiegazione, e come se non bastasse,
girano voci
che sia stata spesso aggredita dai fan, che sia stata stalkerata e
che abbia avuto a che fare con diversi maniaci. Penso sia evidente
dal modo in cui parlava a L quando lui la teneva prigioniera: non
piangeva, non urlava, non tremava di paura, non era nemmeno
paralizzata dal terrore; lei in parte continuava a recitare
una parte da idol
vittima, quasi
come fosse un
gioco di ruolo a letto. Mi ha fatta inorridire, perché ho
pensato
che non fosse la prima volta che veniva presa con la forza da
sconosciuti, probabilmente stuprata e chissà cos'altro; non
è così
che dovrebbe reagire una ragazzina di vent'anni legata e bendata non
si sa bene dove e non si sa bene da chi! Non oso immaginare come
debba essere stata la sua vita, ma in ogni caso dubito sia stata
piacevole. Non sarebbe strano se si fosse aggrappata con tutte le sue
forze all'idea di una giustizia divina che colpisce i colpevoli
quando la società non lo fa, e se questo l'avesse fatta
innamorare
di Kira, nella persona di Light. O meglio: per Light ha una cotta
quasi infantile, davvero strana per una della sua età;
sembra quasi
che Misa in Light veda l'ideale di ragazzo che non ha mai avuto...
gentile, educato, serio, quasi cavalleresco e soprattutto non
ossessionato dal sesso (cosa davvero strana, per uno della sua
età,
se me lo fai dire). Per Kira, invece... sembra provare una devozione
assoluta, un amore che porta al martirio, come se volesse
completamente abbandonarsi al suo volere ed annullare se stessa per
realizzare un destino più grande. Ci ho pensato guardando e
riguardando le immagini del suo arresto e della sua prigionia, prima
del cambio di personalità. Sai, non ha opposto resistenza
quando
l'hanno presa. Nonostante la tortura (L prima o poi se la
dovrà
vedere con me per questo!), non ha mai vacillato, era pronta a morire
pur di non tradire Kira. Ed ecco... penso che se ci fossi tu insieme
a noi, le cose sarebbero molto diverse. Magari riusciresti a salvare
Misa dalla voragine che si è scavata dentro di lei, e che
lei ha
tentato di riempire con la sua devozione al dio di una giustizia
distorta... come hai salvato me. E forse riusciresti anche a
riportare a galla la luce che c'è in Light. Buffo gioco di
parole,
non credi? Si chiama Light, ma forse Glimmer sarebbe più
appropriato: la sua è una luce offuscata, praticamente
soffocata
dalla noia. Sai che il suo nome si scrive con kanji di
“luna”?
Trovo che sia una cosa come minino bizzarra, visto che la luna di per
sé non dà luce.
Sì,
sì, lo so... ultimamente sta
uscendo il mio lato sentimentale. Ma dopotutto, sono figlia di mio
padre, no? Anche a me, come a lui, piace vedere un po' di poesia nel
mondo, solo che per un sacco di tempo non ho voluto guardare al di
là
del mio naso; era tutto grigio, quando non c'eri tu.
Mi fa bene
parlare con te. Del caso, di
quello che mi passa per la testa, di tutto. Mi aiuta. Vorrei solo
poter essere d'aiuto anch'io, per gli altri. Voglio dire, lo so che
Misa e Light sono colpevoli e che andrebbero messi in carcere a vita,
ma vorrei che almeno Misa potesse liberarsi dei suoi demoni
interiori, e Light trovasse un senso alla propria esistenza;
perché,
ora come ora, loro due sono già morti, dentro. Ma purtroppo
io non
sono come te; a malapena riesco a reggermi malamente sulle mie gambe.
E trovo sia incredibilmente egoista il fatto che abbia cominciato a
prendere seriamente in mano la mia vita solo ora che non ci sei
più.
Eri la mia rete di salvataggio, emotivamente parlando, e invece ora
devo trovare da me la forza di andare avanti. Però ti sono
grata per
tutto quello che mi hai trasmesso in questi anni. Se
riuscirò a fare
qualcosa di buono per le persone, lo dovrò solo a te.
…
Credo sia ora di
andare. J voleva
vederci per cena, quindi andiamo nel suo appartamento, e io prima
devo cercare di mettermi la crema sul tatuaggio.
Mi dispiace doverti lasciare qui, ma
vorrei continuare a parlarti appena torno. Magari di cose un po'
più
divertenti, eh? Sì, non ti devi preoccupare; è
vero che negli
ultimi tempi ho continuato ad andare avanti soltanto perché
reprimevo i miei sentimenti, come se fossi un robot. Ma ormai sono
fuori da quella fase.
Non ti preoccupare per me. Hai sempre
cercato di trasmettermi la tua luce e la tua forza. Non le
lascerò
chiuse in un cassettino come delle reliquie mentre continuo a
ripiegarmi su me stessa. Le farò splendere, e
farò splendere te con
loro.
Ti voglio bene,
fratellone.
Note
Mi dispiace
nuovamente per il ritardo di
più di un mese.
Questo capitolo è rimasto breve (so
che
avete tirato un sospiro di sollievo al vederlo) perché
volevo
lasciare a K e Bjarne il loro momento e il loro spazio. Essendo un
monologo, ovviamente mi sono concessa più libertà
da un punto di
vista grammaticale e di punteggiatura.
Purtroppo, giusto
dopo aver pubblicato i
due capitoli di November e Before un
mese fa, c'è
stato un evento a livello personale che mi ha destabilizzata
parecchio, motivo per cui non ho voluto scrivere nulla fino a che non
fossi stata sicura che la mia situazione personale non avrebbe
influito su ciò che scrivevo (già questo
è un angst, ci manca
ancora che mi lasci trasportare dai sentimenti negativi e faccia
fuori gente a caso). Non so se riuscirò a mantenere un certo
ritmo
nella pubblicazione, ma non temete; prima o poi vedremo la fine di
questa epopea!
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