A volte ancora si sorprendeva di dove la tecnologia fosse arrivata. Ascoltava le parole degli altri come incantato. Chissà com’era comodo poter utilizzare la console da seduti o sdraiati senza bisogno di muoversi per la stanza come lui. Grazie al cielo si erano presi un momento di tregua, concedendogli di sedersi con le gambe incrociate. Le braccia tese puntellate sulle ginocchia a giochicchiare con uno dei joystick, tradotto in chissà quale movimento dal proprio alterego. Teneva gli occhi su Pidge che stava raccontando il come si era approcciata al gioco, come aveva iniziato ad entrare in quel mondo. In sostanza lei era stata la prima; aveva fatto la fila al negozio per recuperare una delle prime copie del gioco e si era fatta aiutare dal fratello maggiore a sistemare la console per renderla di ultima generazione. Garry era stato trascinato dal proprio migliore amico che aveva seduto accanto: Charles. Shiro era nel giro da un po’, ma Voltron lo scoprì grazie ad Allura, una nuova conoscenza "on-game" e legata, in chissà che modo, a uno dei creatori del gioco.
«Okay, prossima domanda!» annunciò Garry facendo battere le mani al proprio alterego dalla corporatura massiccia e possente. «Com’è nato il vostro alterego nel gioco?»
«Ricordatemi perchè stiamo facendo il circolo delle confessioni»
«Perchè è divertente! Vuoi dirmi che non sei curioso di sapere come sono riuscito a conquistarmi la razza Altean?»
Non ebbe certezza del fatto che anche l’alterego stesse inarcando un sopracciglio assieme a lui dinanzi alla rivelazione di Charles. «Te la sei conquistata?»
«Certo, c’è chi può avere le cose meritandosele e il sottoscritto è uno di questi»
«Non sono certo che il senso della domanda fosse quello»
«e invece lo racconto perchè Garry me l’ha chiesto» Charles diede un paio di pacche alla spalla di Garry alla propria destra, facendo oscillare tutti i vari gioielli che l’abbigliamento della sua razza gli donava di default. «Inizialmente scelsi la classe del paladino, puntando al gunshooter dal quinto livello. Il mio alterego era figo quanto adesso! Solo non avevo i capelli bianchi.» iniziò indicando la propria tempia «Ogni tre anni, durante l’anniversario di uscita del gioco, viene aperta una quest speciale che, se superi, ti dà la possibilità di ricevere un premio. L’anno scorso ci ho partecipato e in palio c’era la razza Altean»
«Quindi hai vinto tutto da solo?»
«Certo!»
«Hai barato, sicuro»
«Non dire idiozie! Ci ho passato tutta la notte!»
«Ecco perchè non sei venuto a scuola il giorno dopo» intervenne Garry, strappando una lieve risata a Shiro «Quindi hai passato la notte a giocare per avere la razza e poi non sei riuscito ad alzarti la mattina dopo?»
«Detta così non sembra più una cosa bella» mormorò Garry
«Insomma! L’importante è che ci sono riuscito, ora avete un fantastico Altean in squadra e ho fatto la dormita migliore della mia vita quel giorno!»
Le chiacchiere procedettero in maniera tranquilla, dove ad uno ad uno tutti i membri di quella folle squadra si conoscevano meglio a vicenda: Pidge aveva scelto la classe del mago con la specifica di stregone, sfruttando le caratteristiche della razza umana come la maggiore adattabilità e intelligenza. "Tanto forza e difesa le si possono alzare con armi e armature" continuava a ripetere ad ogni tentativo di ribattere. Allura, invece, con quella massa di capelli legati dietro la nuca, aveva scelto la stessa classe ma con l'intento, al quinto livello, di scegliere la specifica di baldo per il sostegno; a detta sua era anche riuscita a recuperare la razza Altean in modi, a parole sue “più semplici”, rispetto a Charles. Garry aveva scelto una razza aliena dopo aver letto la spiegazione della loro indole più pacifica, quieta unita ad una resistenza fisica notevole; il che sposava bene con la classe che nel gioco corrispondeva a quella del Tank con la specifica Mecha, effettivamente.
«Io, bè lo sapete tutti: paladino con la specializzazione ravvicinata e spada…» Shiro fu decisamente breve, allargando leggermente le braccia nell’evidenziare come non ci fosse altro da dire.
«Tocca ad Akira»
«Ora voglio proprio sentire» Keith sentì sogghignare Charles mentre pronunciava quelle parole.
«Sappiamo che sei della classe Assassin; ma perchè hai scelto la razza Galra?» gli domandò Pidge prima che intervenisse Allura.
«Avrà voluto fare un tipo di gioco suo. Che importanza ha perchè ha scelto la razza Galra?»
Keith adocchiò Shiro che stava ridacchiando. L’alterego non lo imitava alla perfezione, ma il modo in cui aveva portato un pugno davanti alle labbra lo conosceva fin troppo bene.
«Perchè sono… forti?» si ritrovò a dire lui, sollevando le spalle, non riuscendo a trovare il motivo del problema. Poteva tranquillamente averla scelta sul serio per quel motivo; hanno statistiche e skills non da sottovalutare, in fondo.
«Sì, ma in genere chi sceglie la razza Galra sceglie il tipo di gioco dell’altra fazione: quella dalla parte dell’Impero.»
Keith osservò di nuovo Allura per qualche secondo, prima di fare un sospiro che riecheggiò nel microfono di Shiro.
«Si era sbagliato.»
«Come?»
«Avevo sbagliato la scelta okay? Ma non potevo tornare indietro, per cui-»
«Sul serio tu hai sbagliato a scegliere la razza per il tuo alterego?»
Alle parole di Charles, Keith fu sicuro di esser avvampato, stringendosi nelle spalle per qualche secondo. Resosi conto della cosa, si ammutolì lasciando perdere le giustificazioni, mentre Pidge scoppiò a ridere.
«Dai ragazzi, è la sua prima esperienza di gioco online, capita a tutti»
«“Akira-posso-fare-tutto-meglio”? Davvero?»
«Basta Charles» intervenne di nuovo Shiro nel tentativo di salvarlo dalla figura pessima che gli aveva appena fatto fare. Purtroppo non poteva fermare il gioco e ricominciare dall’ultimo punto di salvataggio.
Per un momento gli mancarono le vecchie console.
«Comunque, la razza Galra con la classe che hai scelto ci sta bene.» disse poi Charles, col tono di voce più accomodante e tranquillo. «Sei diventato una sorta di spia-ninja» aggiunse facendo qualche gesto con le mani per imitare qualcuno di furtivo.
«Charles ha ragione, i Galra hanno statistiche altissime in combattimento, agilità, resistenza. Sono delle macchine da guerra veloci e letali, ancor di più se legate alla classe di Assassin.» si aggiunse Pidge partendo con le spiegazioni logiche e tecniche che avrebbero giustificato la sua scelta, per quanto sbagliata. «E' un po' come fosse nato così. Non ci si può fare niente»
«Pronti per domani?»
«Sono emozionatissimo!»
«Neanche quando ho fatto la prova per la razza mi sentivo così elettrizzato»
Charles e Garry si diedero un cinque mentre Pidge si sistemò gli occhiali. «Se seguiamo le direttive che abbiamo deciso oggi, supereremo sicuramente tutte le prove.»
«E quando supereremo quelle prove…»
«... Avremo Voltron.»
Ci fu un attimo di silenzio generale, la tipica calma prima della tempesta. Chissà quanti di loro stavano trattenendosi dal balzare in piedi e saltellare. Charles e Garry non si fecero attendere oltre i due secondi. Poco dopo, tutti iniziarono a uscire e svanire in una serie di fasci luminosi, come teletrasportandosi chissà dove. Solo Charles rimase con lui qualche secondo di più.
«Ci hanno lasciati soli soletti eh?»
«Già...» mormorò in un sospiro. «Allora vado…»
«Senti-» lo sentì mormorare, anche se avrebbe giurato in un leggero sorriso. «Ti va di fare una scommessa?»
Keith sollevò le iridi al cielo, per quanto possibile «Adesso?»
Non era insolito da parte loro far partire qualche scommessa a caso, senza un reale perchè; solo per avere la soddisfazione di battere l’altro. Charles, oltretutto, aveva una fantasia sfrenata nel trovare idee. In quello, glielo concedeva, lo batteva senza problemi.
«Eddai! Neanche l’hai sentita!»
«Penso di non volerlo sapere» si ritrovò a dire con un po’ di ironia e sarcasmo misti assieme.
«Cos’è? Hai paura di perdere?»
«Questa era una bella battuta»
«E perchè non accetti allora?»
«Neanche me l’hai detta; da quando accetto alla cieca?» Charles lo aveva fregato di nuovo.
«Allora la mia idea è questa» cominciò preparandosi come dovesse spiegare il piano di fuga dalla prigione di massima sicurezza. Incrociò le gambe e allargò le braccia pronto a gesticolare come al solito.
«Dando per scontato che riusciremo ad ottenere Voltron; inizieremo a batterci coi leoni, giusto?»
«... sì?» non riusciva a capire dove l’altro volesse arrivare.
«Poniamoci un limite di missioni, al termine delle quali conteremo chi ha abbattuto più nemici col proprio leone!»
Keith si fece sfuggire uno sbuffo divertito, vedendo l’altro tendere la mano per decretare quella scommessa.
«Non mi piace vincere così facile»
«E chi i dice che vincerai?»
«E cosa si vince?»
Charles portò una mano al mento, riflettendo in silenzio per qualche secondo prima di confessare con un filo di voce che non ci aveva pensato.
«Hai pensato alla scommessa ma non a cosa si vince?»
«Per ora rimandiamo la cosa con la soddisfazione, l’eterna gloria e l’incondizionato amore di una donna»
A Keith sfuggì una leggera smorfia che, immaginò, anche il proprio alterego mimò.
«Ah già che te non sei interessato… allora per te l’amore incondizionato di un omaccione tutto muscoli»
Charles aveva scoperto della sua inclinazione sessuale poco tempo prima, per puro caso, intuendola da… non aveva esattamente capito da cosa, ma l’aveva capito.
«In ogni caso, qual’è la soglia?»
«Cinquecento»
«Troppe-»
«Quattrocento?»
«Cento»
«Che gusto c’è così presto?»
«Vorrei essere ancora vivo e giovane quando raggiungeremo tutte quelle missioni»
Charles sbuffò. «Duecento»
«Duecento sia» concluse Keith porgendo la mano come l’altro poco prima.
«Come minimo dovrai dirmi almeno il tuo nome; quello vero intendo»
Quelle parole colsero Keith di sorpresa, non permettendogli di celare l’espressione un po’ perplessa che gli si dipinse in volto.
«Non ti basterebbe chiedermelo?»
«E dove sarebbe il divertimento?» rispose con semplicità l’Altean prima di alzarsi in piedi puntellando i pugni ai fianchi «E tu potrai chiederlo a me; o puoi chiedermi qualcos altro»
«Del tipo?»
«Sei proprio carente di fantasia eh, Akira?»
«E se non volessi sapere niente?»
«Come puoi non voler sapere niente del sottoscritto? Sento che fremi dalla voglia di avere materiale con cui ricattarmi»
Gli sfuggì uno sbuffo divertito mentre si alzava a sua volta. «Ne hai davvero così tanto? Di materiale intendo»
«C'è un solo modo per scoprirlo» lo vide ammiccare e Keith portò le mani in avanti in segno di difesa.
«No, decisamente non voglio saperlo grazie!»
Avevano iniziato a stringere, in un modo tutto strano, amicizia. Era parecchio, ormai, che giocavano; era tanto tempo che si erano uniti a quella squadra creata da un’idea di Shiro e di Allura. Non conoscevano quasi niente l’uno dell’altro; poche cose strettamente necessarie. Si prendevano sempre in giro, ma sapevano che potevano contare su una nuova amicizia. Chissà da quale parte del mondo, ma Keith sapeva che Charles, o quel misterioso ragazzo dietro un alterego con la pelle troppo scura e i capelli troppo bianchi, lo avrebbero ascoltato a priori di tutto. Come lo sapeva? Perchè lui avrebbe fatto lo stesso.
«Ci vediamo domani, spia-ninja»
Lo sentì salutare, mentre portava la mano al solito pulsante per scollegarsi. Lo vide svanire e Keith sorrise, sospirando, ormai solo in quell’ambiente simile ad una radura dall’erba bassa e circondata da colline che scivolavano su un colore lilla molto chiaro. In lontananza quella sorta di mezzo di trasporto e casa che era il castello; loro base come Gilda. Shiro lo aveva spinto a cercare nel gioco un sostegno per superare il suo problema di interazioni sociali. Avere a che fare con le persone reali, ma con la protezione e lo scudo di un alterego, di una realtà fittizia e immaginaria. Che quel trucco, almeno coi membri del gruppo, stesse funzionando?