cap 3 eile
Al mondo ci
sono cose.. persone davvero malvagie e meschine ma
non chiuderti in te stessa.
A lasciare il mondo fuori rischieresti di
perdere moltissime persone speciali..
persone amiche
Aveva passato il weekend chiusa in casa studiare, le uniche
due volte che era uscita era stato per andare a lavoro ed in quel frangente
aveva avuto la sensazione, quasi una certezza, che qualcuno la stesse seguendo
ma, diversamente dai giorni precedenti, quelle presenze non le facevano paura
ma la tranquillizzavano. Sta di fatto che se avesse trovato delle prove
concrete delle sue supposizioni li avrebbe denunciati, senso di pericolo o meno.
Quando infine giunse il lunedì preferì non presentarsi a
lezione, era pronta ad elemosinare gli appunti da qualcun altro piuttosto che
doversi sedere accanto a quella che ormai credeva un’ex amica.
“Meena, si può sapere cosa sta succedendo?
Perché conosci questi qui?” lievi proteste da parte dei presenti riguardo al
tono vagamente disgustato usato dalla ragazza, “Perché me li ritrovavo sempre intorno
in questi giorni? Cosa sono, stalker?” altre lamentele da parte dei diretti
interessati e risolini dalla restante parte del gruppo “Ma soprattutto cosa
vuol dire che questo qui” indicando Jimin “Stava cercando di annullare la mia
coscienza?”.
“ Eileen capisco che tu sia un po’ spaesata
ma cerca di calmarti e poi vedrai che insieme.. aspetta, Jimin ha cercato di
fare cosa?”
Sotto lo sguardo accusatorio di Neema il
diretto interessato iniziò a muovere freneticamente le mani davanti il corpo in
segno di innocenza “Niente, niente, è stato tutto un malinteso!”.
“ Ok, dopo ne riparliamo” ignorò le leggere
proteste del ragazzo per poi spostare nuovamente lo sguardo sull’amica “ Eileen,
io.. non so da dove iniziare. La storia è un po’ complicata ma tu devi
promettermi di ascoltarmi fino alla fine”
“Complicata un corno. Tagliamo corto, i
mostri esistono e tu sei appena entrata nel menù di qualcuno di loro. Prego, è
stato un piacere salvarti il culo”
“Yoongi!” Neema gli scoccò un’occhiataccia
che in un’altra occasione avrebbe fatto rabbrividire anche lei.
“Eileen vedi, dalla prima volta che ti ho
visto ho percepito che c’era qualcosa di speciale in te ma non riuscivo a
capire cosa. Avrei voluto poter affrontare questo discorso con qualche certezza
in più riguardo alla tua natura ma quel Bek ti aveva già puntata quindi abbiamo
dovuto anticipare il tutto”
“Non capisco Neema” ignorò il “ve l’avevo
detto che non è molto sveglia” di Yoongi “Dovrei arrabbiarmi perché ti sei
avvicinata a me solo per... studiarmi meglio, o dovrei arrabbiarmi perché stai
usando le mie confidenze per uno scherzo del genere?”
“ Eileen no, quello che intendevo è che..”
Non la lasciò finire, tutta la frustrazione accumulata in quei giorni, se non
anni, e per la prima volta alzò la voce.
“Io ti dico che sono stata lo zimbello della
mia vita e tu organizzi questa pagliacciata insieme a.. a.. a questi qui!”
“Non so perché ma detto così mi sento quasi
offeso”
Questa volta era stato il commento di Jimin
ad essere stato ignorato. La rabbia se n’era già andata per lasciare posto allo
sconforto.
“Pensavo
fossimo amiche, evidentemente sei come tutti gli altri. Non avrei mai dovuto
fidarmi di te”
“Lo siamo, Eileen ascolta non è sicuro..”
questa volta alzò il braccio nella sua direzione in segno di silenzio.
“Per favore fai come se non esistessi e voi,
è stato relativamente un piacere conoscervi, tanti auguri e spero di non
incontrarvi mai più”
Non era ancora pronta ad affrontarla. Il problema non era
tanto il fatto che lei credesse nei mostri e cose del genere, anche sua nonna
ci credeva e, nonostante il padre avesse sempre cercato di allontanarle, lei ci
era molto affezionata. No, il problema vero era il fatto che lei si era fidata
di Neema, si era fidata a tal punto da rivelarle i suoi segreti. Certo, non era
come se le avesse rivelato di aver ucciso qualcuno ma era comunque delle
confessioni riguardanti qualcosa che la facevano soffrire, che la rendevano
vulnerabile e che aveva giurato di non rivelare a nessuno. Si era ripromessa di
seppellire tutti gli anni di prese in giro e di isolamento nell’angolo più
recondito della sua mente ed ora si pentiva amaramente di non aver conseguito
il suo proposito.
Fanculo
L’infanzia l’aveva passata ad essere denigrata perché
credeva di vedere i fantasmi poi una volta adolescente si era convinta di aver
trovato delle amiche ma queste, al momento del bisogno, si erano rivelate delle
approfittatrici pronte a darle della pazza ed ora anche l’insospettabile Neema
si era rivelata diversa da quello che mostrava. Aveva ragione suo padre, lui e
il suo razionalismo avevano sempre avuto ragione. Non fidarti di nessuno, conta
solo sulle tue forze e non credere a nulla che non sia concreto e sotto i tuoi
occhi.
“Doppio fanculo”
“Ehi, Doyle, parliamo anche da sole adesso?”
Cassandra Williams, bionda con gli occhi scuri, vestiti dai
colori sgargianti e la testa perennemente tra le nuvole era l’antitesi vivente
di Neema. Si erano conosciute durante il corso a scelta di antropologia e
avevano subito trovato un’intesa che, per quanto particolare, funzionava bene.
Ma d’altronde davanti ai suoi capelli perennemente in disordine e la sua
sbadataggine non potevi fare altro se non affezionarti.
“Giornataccia?”
“Mmhh” al momento sembra più la vita in generale a fare
schifo ma comunque..
“Sai cosa ci vuole in questi momenti?”
“Cioccolata?”
“Tu sì che mi capisci al volo” sorriso a trentadue denti “Dobbiamo
festeggiare il mio 18 in statistica, offro io”
“Sei riuscita a passarlo?”
“Non guardarmi così, te lo avevo detto che la nona volta era
quella buona!”
Cassie era una ragazza da poesie, sonetti ed immaginazione,
le regole ferree della matematica non erano mai riuscite a restarle in testa
per più di sette minuti –li aveva cronometrati- per questo quel 18, che le
avrebbe senz’altro abbassato la media, le era tanto caro.
“Non dirlo a nessuno ma penso che la Smith abbia avuto pietà
di me”
“Cassie, tutti avevano pietà di te”
Una gomitata nelle costole ed una pernacchia dopo il mondo
sembrava già un posto migliore.
•⁞₪⁞•
Se fino a quel giorno aveva avuto l’impressione di essere
seguita ora ne aveva la certezza. Jungkook, il ragazzo muscoloso che aveva
cercato di farsi passare per una divinità egizia munita di shiavi-mummie, era
tranquillamente spaparanzato in mezzo al locale intento a guardare qualcosa di
apparentemente esilarante al cellulare mentre mordicchiava distrattamente la
cannuccia del bicchiere di coca-cola ormai finita.
“Senti, Jugkook -Jungook giusto?- io starei lavorando quindi
se non vuoi ordinare nient’altro puoi anche..”
“Namjoon hyung mi ha detto di tenerti d’occhio”
Uno lungo sospiro, non poteva sbottare sul luogo di lavoro. “A
proposito di questo, smettetela di seguirmi ovunque, è da maniaci”
“Come fai a saperlo? Ci hai.. sentito?”
Non aveva nemmeno provato a negarlo. Un altro sospiro e due
dita a massaggiarle la radice del naso, il lavoro le serviva, doveva ricordarsi
che il lavoro le serviva “Jungkook..”.
Mani sollevate in segno di resa e sorrisetto divertito “Ok
ok, ho capito. Me ne vado però..” per la prima volta la fissò in modo serio “Se
ti senti in pericolo, anche se non riesci a capirne il motivo, non esitare a
chiamarci. Sei una palla al piede ma Neema si è affezionata a te quindi..”.
Come contattarli non era dato saperlo ma d’altronde sul
biglietto datole da Jimin non c’era nemmeno l’ora e l’indirizzo della “festa”
ma si era comunque ritrovata lì quindi, probabilmente, sarebbero semplicemente
rimasti nei dintorni per poi riapparire quando più li faceva comodo.
Quando Jungkook iniziò a raccattare le proprie cose pensava
che la discussione fosse ormai conclusa
ma prima di andarsene la guardò un’ultima volta “A proposito di Neema,
non è stato carino quello che hai fatto, posso capire che la situazione fosse
strana ma è una tua amica, se non riesci fidarti ciecamente dovresti almeno
concederle il beneficio del dubbio. Nell’amicizia è importante ricordare ciò
che uno riceve, non solo quello che si dà” e poi, finalmente, lasciò il locale.
Aveva appena ricevuto una lezione di vita da un ragazzino
troppo muscoloso per la sua età intento a guardare gli anime?
Ancora più scoraggiata si era apprestata a pulire il tavolo
fino ad allora occupato dal ragazzo quando si era ritrovata davanti alla pagina
dell’oroscopo in cui campeggiava la frase “l’amicizia consiste nel dimenticare
ciò che uno dà, e nel ricordare ciò che uno riceve”.
Perché perdeva ancora tempo ad ascoltare quello che diceva
quel ragazzino sotto steroidi?
•⁞₪⁞•
Una volta raggiunto il dormitorio si fece una delle docce
più lunghe di sempre, voleva dimenticare tutto e tornare a quando Neema le
sembrava la persona più schietta e sincera che conoscesse.
Con l’ennesimo sospiro iniziò a frizionarsi i capelli, forse
Jungkook aveva ragione -frase da oroscopo a parte- forse doveva davvero
concederle il beneficio del dubbio. Insomma, lo concedeva sempre a tutti per
tutto quindi perché questa volta avrebbe dovuto essere diverso?
Il bussare della porta la risvegliò dai suoi pensieri,
controllò l’ora sorpresa. 00.43. Che Cassandra si fosse di nuovo chiusa fuori?
La sua camera si trovava su un altro corridoio ma, almeno una volta ogni due
settimane, si chiudeva fuori e, visto che la sua compagna di stanza preferiva
dormire dal suo ragazzo piuttosto che al dormitorio, Cassie ne approfittava per
chiederle ospitalità per la notte. Probabilmente anche lei avrebbe fatto lo
stesso se si fosse trovata costretta a condividere la stanza con Sarah Murray,
brillante studentessa appassionata di chimica. Sospettava che l’unica cosa che
quella ragazza amasse più del dormire fosse quella di escogitare piani di
vendetta e, casualmente, la vittima designata era quasi sempre la povera
Cassandra.
Con un sorriso sulle labbra e la battuta pronta aveva aperto
la porta ma la persona che si era trovata davanti non era decisamente
Cassandra. Quella che aveva davanti era una donna sulla quarantina con indosso
un anonimo tailleur blu. Sembrava una donna assolutamente anonima se non fosse
stato per il fatto che, oltre ad essere palesemente fuori dall’orario di visita,
il ghigno che le deformava il viso pallido e gli occhi verdi che la fissavano
maligni non le promettevano nulla di buono.
“Una O Dubhgail, vero? Il vostro odore è inconfondibile”
Una cosa? Dio, se
esisti, fa che questa pagliacciata finisca.
Il secondo prima stava pensando che quella fosse una
comparsa per la sceneggiata dalla banda dei sette i il secondo dopo la paura l’aveva
immobilizzata. Non importava quanto la testa le stesse urlando di fare
qualcosa, qualsiasi cosa, il corpo sembrava ben piantato a terra e per nulla
deciso a reagire.
Le parole di Yoongi riguardanti il bisogno di dare il
permesso le tornarono in mente di colpo e non importava quanto prima le avesse
denigrate, al momento sembravano l’unica cosa che potesse proteggerla
“S-stai indietro! Io non ti ho dato il permesso di entrare”
Nonostante la risata sguaiata della donna non c’era alcuna
traccia di divertimento nei suoi occhi, anzi non c’era traccia di niente se non
disprezzo nei suoi occhi.
“Per favore, non trattarmi come uno di quei banali occhi
neri“ e, così dicendo, era entrata nella sua stanza. Non appena la donna aveva
fatto il primo passo nella stanza ci fu come un’esplosione di adrenalina dentro
di lei stordendo la paura e lasciando il controllo al suo spirito di
sopravvivenza. Con uno scatto indietro si era diretta verso la lampada sul
comodino che usò come arma per colpire l’intrusa ma l’unico movimento dell’altra
donna era stato quello della testa spinto verso destra a seguito del colpo. Era
impossibile, l’adrenalina l’aveva spinta a colpire più forte di quanto
effettivamente volesse ed era sicura che un taglio sul labbro non potesse
essere l’unico danno fatto. Il tempo parve fermarsi di nuovo quando la donna
con estrema lentezza si rigirò a guardarla. I suoi occhi esprimevano la stessa
rabbia di prima unita ad un divertimento perverso e, mentre con la lingua si
puliva il rivolo di sangue che le usciva dal labbro rotto, i suoi occhi
sembravano dirle quanto fosse impotente e patetica. Un paio di colpi contro la
parete seguiti da un’intimazione di non disturbare da parte della stanza accanto
la risvegliarono dallo shock ma neanche il tempo di aprire la bocca per urlare
che si ritrovò sbattuta contro la parete. Gli occhi iniziarono ad inumidirsi un
po’ per il dolore ed un po’ per lo spavento mentre la semplice azione di
respirare diventava sempre più difficoltosa.
“Gira voce che abbiate un sapore delizioso”.
La lunga lingua biforcuta della donna le sfiorò viscida la
guancia prima di spalancare la bocca mostrando una dentatura troppo simile a
quella dei serpenti per essere normale. Con sempre meno aria nei polmoni chiuse
gli occhi troppo stanca per continuare ad opporsi quando, all’improvviso, la
presa che la inchiodava al muro sparì all’improvviso permettendo all’ossigeno
di rientrarle in circolo. Senza la presa della donna a tenerla sollevata le
gambe le cedettero dopo poco facendola tossire inginocchiata per terra. Una
volta riacquistato un po’ di controllo sul proprio corpo aveva alzato lo
sguardo da terra solo per incontrare gli occhi ora spalancati ed atterriti
della donna che la fissavano vuoti dal pavimento. In piedi davanti alla donna
torreggiava uno dei ragazzi che aveva visto qualche sera prima con sguardo
glaciale.
Con sguardo freddo ed indifferente pulì una specie di lancia
–perchè andava in giro con una lancia?-
sui vestiti della donna che aveva appena ucciso e poi, come se si trattasse di
due persone differenti, si girò verso di lei regalandole un sorrisone quadrato.
Un
sorrisone quadrato
che in altre circostanze avrebbe dato il via ad un rossore imbarazzante
condito da una balbuzia ancora più imbarazzante perché,
va bene
tutto, ma un sorriso tanto quadrato e tanto bello tutto
insieme non era accettabile.
“Accidenti, ero andato un attimo a prendere da bere, stai
bene?”
La sua voce la riportò bruscamente la realtà e, come un automa
Eileen riportò lo sguardo sulla donna da cui stava ancora sgorgando del sangue
dal collo.
D. Va si era abbassato alla sua altezza in modo da
incrociare lo sguardo e, una volta assicuratosi il contatto visivo le aveva
rivolto un altro sorriso incoraggiante.
“Ehi? Ti prego dimmi che stai bene altrimenti Neema mi
scotenna”
Eileen lo continuò a fissare con gli occhi sgranati. Vedendo
che non dava segni di vita il più altro le afferrò le spalle per scuoterla
delicatamente.
C’era un cadavere sul suo pavimento.
C’era una persona decisamente morta immersa un’enorme
chiazza di sangue sul suo pavimento.
C’era una donna passata a miglior vita immersa in un lago di
sangue che la fissava con occhi vitrei mentre il suo assassino era a pochi
centimetri da lei.
C’era un fottutissimo pazzo vestito come se si trovasse ad una rievocazione storica che nel
bel pieno del suo delirio aveva appena sgozzato un’altra pazza che, per inciso, voleva ucciderla a sua volta.
C’erano un morto ed un assassino nella su stanza.
L’urlo che stava per lanciare venne prontamente fermato
dalla mano che le si posò veloce sulla bocca.
Angolino di una persona che tenta di essere un'autrice
Ok,
so che è passato davvero tanto tempo, troppo, troppo tempo ma
fra me e la realizzazione dei miei buoni propositi si sono inseriti
delle variabili abbastanza fastidiose che mi hanno portato a questo
ritardo.. e poi io sono una brutta persona, brutta davvero. Comunque
è incredibile come in questi pochi mesi le cose siano andate
avanti e di come i ragazzi abbiano raggiunto ancora più
obiettivi, voglio dire.. non smetteranno mai di sorprendermi.
Detto
questo penso di non avere particolari chiarimenti da fare sul capitolo
se non che la lancia.. non è davvero una lancia!
TADADADAAAAAAAN. Momento di sorpresa collettivo e.. niente. Il motivo
per cui volevo chiarire questo era solo per far capire come Eileen non
ne capisca un accidenti di armi o di cultura coreana. Lo so, lo so,
eresia! Però penso che se non fosse stato per il K-pop (e i BTS)
molte meno persone saprebbero qualcosa riguardante la cultura coreana
quindi vi prego non odiatela, al massimo compatitela.
Bene,
lo sproloqui è finito. Spero che il capitolo vi sia piaciuto
almeno un pochino e in caso mi piacerebbe conoscere le vostre teorie
riguardo a.. tutto? Adoro le teorie (BTS docent) e niente.
Buona giornata a tutte, che i BTS vi illumino la via ♥
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