Regina di cuori

di The Red King
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“Un Re senza regina
è come un Re senza corona”

 
 
Rufy amava la carne perché era buona e succosa, ma oltre a quella amava anche qualcun altro.
Non era stato facile capirlo, forse ancora il concetto gli sfuggiva, eppure Nami lo rendeva più felice di tutti i cosciotti di carne messi insieme. Non sapeva il perché e nemmeno gli interessava saperlo, perché andava bene così.
Spesso veniva additato da tutti come uno stupido, ma certe cose le capiva nonostante non lo dicesse ad alta voce. Nami gli aveva sempre suscitato un certo effetto, non solo emotivo ma anche fisico: quando la vedeva in costume da bagno, con le goccioline che scivolavano sulla pelle diafana, Rufy sentiva qualcosa agitarsi in lui. Spesso invidiava il mare che poteva abbracciarla e accarezzarla e invidiava ancora di più chi poteva nuotare accanto lei, giocare con Nami tra le onde spumeggianti.
Avrebbe voluto dirglielo, capirlo insieme a lei ma una paura remota lo scoraggiava ogni volta e quindi si era ritrovato a pensarla e a preoccuparsi per lei, grazie anche alla missione affidatogli da Genzo: farla ridere sempre, non toglierle mai il sorriso.
Quindi, tra un gioco stupido e una battuta divertente, Rufy la faceva ridere sempre (e infuriare, ma non davvero). Perché Nami era bella se rideva, era bella se piangeva (anche se non doveva).
Sarebbe stata bella anche senza il suo amore, anche senza di lui. E Rufy sentì una fitta al cuore a questo pensiero, perché Nami non era sua.
Rufy si promise che dopo essere diventato il Re dei Pirati avrebbe perseguito un nuovo sogno: rendere Nami la sua Regina.




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