9)For whom the bell
tolls?
Di
buon mattino, tre ragazzine si trascinarono stancamente verso il
parco. Era evidente dai volti che nessuna delle tre avesse dormito
esattamente bene. Dopotutto era logico: al di là della
normale
agitazione, si era aggiunta anche quella dettata dal sospetto,
alimentato da chi conoscevano, che si trattasse di qualcosa di
estremamente difficile e complesso.
Naruto
non si fece vivo prima delle sei e mezza, cosa che fece salire
ulteriormente nel trio il malumore.
“Buoongiorno
ragazze, dormito bene? Pronte per la prova? Su, andiamo al campo di
allenamento!” Disse il loro maestro con un largo sorriso.
A
cui Ako replicò, acidissima: “Sensei, dire cazzate
già dalla
prima mattina fa male al cervello. Degli altri.”
“Mmmh...
Farò finta di non aver sentito per il tuo bene. Ad ogni buon
conto,
ecco in cosa consiste la prova. Per scrupolo, sono andato a chiedere
all'Hokage se anche in queste condizioni di penuria di buoni ninja si
poteva svolgere comunque questo tipo di prova e lei si è
detta
d'accordo. Per cui, cominciamo. In vita ho due campanelli. Chi vince
pranza. Chi perde no. Chi vince diventa ninja. Chi perde va a casa.
Tutto chiaro?”
“COOSA!?”
fecero all'unisono le tre ragazze. Hanabi aggiunse: “in
sostanza,
ci sta dicendo che una di noi verrebbe eliminata comunque?”
“Esatto,
Hanabi-chan.”
Un
certo sconforto si dipinse per un istante sul volto di Hanabi (meno)
e Haruna (molto di più). Ako rimase come suo solito
impassibile, ma
il fatto che li si fosse ingrossata una vena del collo e le pulsasse
la diceva comunque lunga sul suo stato d'animo. Poi però si
riscossero tutte e tre, chi scrocchiandosi collo e nocche, chi
mettendosi in posizione d'attacco, chi inspirando e concentrandosi.
“Ricordate
che dovete attaccarmi con l'intento di uccidermi, altrimenti non
riuscirete mai a prendere i campanelli (come era bello copiare le
frasi di Kakashi! Per quanto dette da lui non sembrava facessero lo
stesso effetto.). Allora, pronte?”
“SI'
SENSEI!” risposero convinte tutte e tre.
“Bene.
VIA!”
Prevedibilmente,
Hanabi e Ako si nascosero nei cespugli, mentre Haruna partì
a tutta
birra contro di lui. Dopo aver lanciato contro il suo maestro una
discreta quantità di shuriken, partì con un kunai
tra i denti ed un
altro in mano. Ma nel tempo che ci mise ad attaccare Naruto,
quest'ultimo aveva già fatto partire la sua mossa preferita,
la kage
bunshin no jutsu
e, soprattutto, un rasengan,
che dopo due anni di intenso allenamento, ora riusciva a completare
senza cloni e con una mano sola. Senza nemmeno rendersi conto di come
fosse successo, Haruna si trovò con le braccia bloccate,
ciascuna
da un clone, le caviglie fermate da un altro clone spuntato da
sottoterra e il maestro davanti a lui con un rasengan
nella mano destra. Sfoggiando il sorriso più sadico del suo
repertorio, Naruto disse alla ragazza: “Ti conviene fare un
po'
meglio di così, non trovi?”
Naruto
non aveva ancora mollato la presa su Haruna di sua spontanea
volontà,
che i cloni furono costretti a farlo per deviare due senbon
intrisi
di chakra provenienti dall'alto: con un salto, infatti, Ako si era
lanciata sopra la scena e aveva lanciato gli aghi sui due cloni.
Haruna, con le braccia libere, cercò di allungarle verso la
vita del
suo maestro per prendere uno dei campanelli. A questo punto, mentre
il biondo stava preparando delle contromisure, accadde una cosa che
proprio non si aspettava: Ako
si era lanciata contro Haruna. Con
una smorfia di dolore per la pedata alla schiena, quest'ultima era
crollata in ginocchio mentre ora era la Shiranui a stare davanti a
Naruto. Il biondo dissipò il rasengan,
fece
una capriola all'indietro e richiamò a sé i suoi
cloni. Poté
vedere Ako, in piedi, voltarsi e rivolgere ad Haruna, ancora
inginocchiata, un 'niente di personale' seguito da una scrollata di
spalle, mentre questa guardava l'altra in cagnesco.
Scusa
Harunacchi, ma, per una volta nella vita mi tocca impegnarmi in
qualcosa sul serio. Un momento... Perché mi tocca? Devo
proprio
diventare una ninja. Non posso semplicemente lasciarmi... No, non
stavolta. A parte che Genma mi prenderebbe per il culo per il resto
della vita, ma... No.
Il
secondo di esitazione fu di troppo. I campanelli erano già
lontani
dalla sua presa e doveva ricominciare tutto da capo.
Dannazione!
Non voglio essere rimandata a casa! Non voglio finire come una
sfigata a piangere da zia Anko. Voglio prendere quegli stramaledetti
campanelli! WAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
Haruna
si rialzò, con un fuoco che le ardeva dentro, stringendo i
denti e i
pugni per motivarsi a lottare fino all'ultimo.
Va
bene non capire subito il concetto di lavoro di squadra, ma lui,
Sasuke, e Sakura, perlomeno, non erano arrivati al punto da
scontrarsi tra di loro! Mentre pensava a questo, Kurama
sussurrò:
Occhio
alla numero tre, che non si è fatta vedere in giro. Per un
attimo ho
pensato che le venisse la sindrome da 'onnipotenza dell'occhietto
magico' e ci si buttasse contro sperando nel byakugan... Buon per
lei, a quanto pare non ha ancora ereditato le tare di famiglia.
Come
non detto. La ragazza aveva, per l'appunto, attivato la sua arte
oculare
e
si era scagliata con il suo juken
contro il suo punto cieco. Buona mossa, ma era stata troppo
frettolosa nell'analisi del campo di battaglia. Non aveva valutato il
clone che si era lanciato precedentemente sotto terra, che gli si
parò davanti con un altro rasengan
nella
mano, mentre era lanciata a tutta velocità contro la nuca
del suo
maestro originale. Hanabi era stata tanto potente da distruggere il
clone con l'onda d'urto del suo palmo d'aria, non prima
però, di
essere spinta dalla forza della tecnica di Naruto nel ruscello dietro
di loro. Nel frattempo Haruna e Ako ci stavano riprovando, non senza,
però, cercare di ostacolarsi a vicenda nel frattempo.
Ad
un certo punto, con un urlo disperato, la prima cominciò a
tracciare
dei simboli con le mani che gli sembrava di aver già visto:
topo,
pecora, ancora topo... Dannazione! L'ombra
della serpe!
Ed era in ritardo per fermarla, stupido idiota che era! E meno male
che l'aveva vista fare da Ororchimaru, altrimenti non l'avrebbe
nemmeno riconosciuta. Un Kunai o un salto verso di lei ci avrebbero
messo troppo tempo. Necessitava una soluzione drastica e molto
rapida!
Devo
vincere, devo vincere, DEVO VINCERE!
Haruna
stava tentando una cosa che non era sicura di saper fare, che aveva
solo visto fare qualche volta da Anko... Tanto valeva provare.
L'ossessione
per la vittoria, il terrore di dover rimanere perdente per il resto
della vita le aveva fatto perdere il lume della ragione.
Biondino,
ferma la ragazzina prima che si faccia male sul serio... Aoda-kun si
incazza se qualche suo suddito viene evocato a caso da qualcuno che
non è in grado di controllarlo.
Non
c'era bisogno che Kurama glielo precisasse: prima
che potesse finire la posizione della tigre, Naruto partì
con una
sua tecnica recente: Futon:
Kaze no yaiba. Lanciò
delle lame di vento dalle dita, che fermò a meno di un
millimetro
dallo sterno della ragazza. Lo spostamento d'aria fu sufficiente a
farla crollare dal dolore senza che riuscisse a finire la mossa che
aveva iniziato.
Era
difficile farlo arrabbiare, ma Haruna c'era riuscita. Era giunto il
momento di impartire al trio una piccola lezione, soprattutto alla
Mitarashi. Come se non bastasse, mentre era preoccupato che quella
stupida non si suicidasse, Ako aveva caricato uno Shuriken ombra, che
avrebbe rischiato di andargli molto vicino, non fosse che, rispuntata
fuori Hanabi, con il suo juken
aveva
neutralizzato l'attacco. Evidentemente aveva temuto che il colpo
potesse andare davvero a segno, per cui aveva deciso di impedire di
lasciare la vittoria alla sua compagna.
Tu
non hai un padre come me, Ako. Tu non sei Hyuuga. Tu ti puoi
permettere di perdere... Io no. Altrimenti, se fallissi, io...
Hanabi
non riuscì a concretizzare la parte finale del suo pensiero,
che già
delle lacrime si stavano gonfiando agli angoli dei suoi occhi.
Merda!
Non fare la debole!
Questa
era la goccia che fece traboccare il vaso. Creò una cospicua
quantità di cloni, poi utilizzò, cercando di
utilizzare meno chakra
possibile, la tecnica che aveva appreso con l'aiuto di Shikamaru,
Ino, Choji, Kurenai e Kakashi e che era stata di Asuma sensei, la
Fujin
no Jutsu. Una
raffica di polvere si abbatté su tutte e tre, che vennero
puntualmente bloccate da tre cloni a testa, e, appena prima di morire
soffocate, portate fuori dal raggio d'azione della micro-tempesta.
Le
fece inginocchiare davanti a sé e disse, con tono severo,
“Tempo
scaduto.”
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