Epilogo.
Lyra Soul stava tornando a casa sua, a Celadon City, con due pesanti
borse della spesa. Quella sera Petrel era uscito a cena con Erika,
perciò era sicura che sarebbe stata sola. Erano passati anni da quando
Lyra aveva lasciato Goldenrod City. La guerra era finita da sei mesi, e
ormai aveva riposto le sue speranze di rivedere Proton in un cassetto e
l'aveva chiuso a chiave.
Passando per la Piazza Centrale, Lyra intravide le luci del Celadon
Saloon ancora accese: si stava svolgendo la sua mostra, in cui erano
esposti i suoi primi quadri fino all'ultimo dipinto, mostrando la
crescita di Lyra Soul. Tra quelli c'erano anche dei ritratti di Gold e
Crystal, Ruby e Sapphire e di Proton.
La via di casa sua - alloggiava alla Celadon Mansion, solo che aveva
apportato delle modifiche - era buia e quasi deserta, a parte lei
girovagava per la strada un uomo alto e slanciato. Indossava una
camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti, dei jeans
scuri e un cappello nero ben conosciuto a Lyra, che gli copriva
parzialmente capelli. L'uomo aveva gli occhi in penombra e un
sorrisetto sulle labbra, sulle gote si stendeva un leggero strato di
barba.
"Avete bisogno di aiuto?" Chiese all'improvviso, facendola
sobbalzare. Lyra si chiese immediatamente dove altro avesse udito
quella voce familiare, ma scosse la testa e lo ignorò, pensando che
fosse un qualche malvivente o un drogato. Il ragazzo sorrise ancora di
più, come se tutto ciò gli rammentasse qualcosa.
"Certo che potevate pure dire 'no grazie'!" Disse ancora il ragazzo.
Lyra lasciò cadere le borse e si voltò verso di lui. Il cuore pareva
aver preso un balzo ed esser approdato in gola, le gambe si erano
trasformate in gelatina e minacciavano di cedere da un momento
all'altro. Eppure non poteva essere lui, era impossibile. Dopotutto,
non era la prima volta che lo vedeva in giro: l'aveva visto nel postino
dell'altro giorno, ed un altro che l'aveva quasi investita con il suo
scooter. Era da un anno che le succedeva, ma quella volta era così
reale.
Proton Sherwood rise e si tolse il cappello, rivelando i setosi
capelli verdi, più lunghi di quel che Lyra ricordasse.
La ragazza cadde a terra, vicino alle borse; si portò le dita
tremanti alla bocca per non gridare.
Proton la raggiunse e si inginocchiò accanto a lei, tirandola tra le
sue braccia forti. Lyra cominciò a piangere dalla gioia, stringendo
convulsivamente la camicia di Proton. Lui sorrise e le baciò la testa.
"Sh... non piangere, Lyra. Sono qui, sono tornato. Hai visto che ho
mantenuto la promessa?" La sentì annuire in fretta, "Petrel è
arrivato?"
"Sì" Disse in voce flebile Lyra. Si staccò da Proton e le accarezzò
il viso con dolcezza.
Si rialzarono e camminarono verso casa di Lyra, in un silenzio
imbarazzante.
Sedendosi su una sedia nella cucina nuova di Lyra e appoggiando le
borse in un angolino, al momento non erano importanti, Proton fissò
Lyra preparare un tè caldo.
"Come mi hai trovato?" Chiese assaggiando il tè. Si scottò la
lingua, quindi ripose la tazza sul piattino.
"Dopo che siamo stati sconfitti, ho faticato a trovare lavoro a
causa della mia reputazione. La nipote della signora Hazel ha
testimoniato per me in tribunale perciò non sono stato arrestato.
Appena ho guadagnato abbastanza soldi ho preso un treno e sono arrivato
a Saffron City. Ho passato un mese a cercarti lì, fino a quando non ho
visto un manifesto di una tua mostra a Celadon City. Così ho chiesto ad
un anzianotto piuttosto strano che passava da quelle parti e indovina
un po'? Era il tuo capo, Blaine. Mi ha raccontato tutto di te e mi ha
detto che assomigliavo molto a qualcuno che aveva già visto. Allora ho
guadagnato, ancora, dei soldi per poter venire qui e sono andato alla
mostra, ma non ti ho trovato. Piuttosto ho scoperto che vivevi in
questa via quando ho letto la didascalia di un quadro che ti
rappresentava" Raccontò Proton tutto d'un fiato.
Il viso di Lyra si illuminò come una lampadina, e condusse Proton
verso il salotto con il pianoforte.
"Ho trovato il tuo spartito dentro la borsa..." Mormorò
porgendoglielo. Arrossì quando le sorrise, un turbinio di emozioni le
invase il petto, delle farfalline abitarono il suo stomaco. In realtà
non aspettava altro che sentire due semplici ma forti parole. Anche
Proton l'aveva capito ma, come diceva lui, non c'era bisogno di parole
per esprimere i suoi sentimenti.
"Sai, mi sei mancato..." Disse Lyra abbassando lo sguardo. Proton
ridacchiò e si avvicinò a lei.
"Lyra, sei a conoscenza dei sentimenti che provo per te, non è vero?
Sono sicuro che Petrel ti abbia detto tutto" Lyra annuì, "e allora,
Lyra, prima di confessarti ufficialmente i miei sentimenti, vorrei
sapere come hai passato questi ultimi anni".
Lyra rialzò di scatto la testa, improvvisamente arrabbiata.
"Ho sopportato! E vuoi sapere cosa? Ho sopportato la tua assenza, ho
sopportato di non poterti più sentire suonare, ho sopportato di non
poterti baciare e abbracciare, ho sopportato di non sapere se nemmeno
fossi vivo, e cavolo, ho sopportato di amarti ma di non potertelo dire
per anni! E ho finto di dimenticare tutto ciò perché era davvero
troppo" Lyra si sfogò con tutta la forza che aveva in corpo. Distolse
lo sguardo dal suo stupito, e si voltò dalla parte opposta, incrociando
le braccia sotto i seni.
"Lyra, guardami" La costrinse a girarsi di nuovo verso di lui.
"Cambia qualcosa?" Disse. Entrambi sapevano esattamente cosa stavano
facendo. Si sorrisero dolcemente e appoggiarono la fronte l'uno
sull'altra.
"Anche io ho sopportato tutto questo... Lyra, ti amo..." Sussurrò
Proton.
E rimasero in silenzio, ma entrambi si erano accorti di amare quei
silenzi. Per loro, quei silenzi valevano più di un miliardo di "ti amo"
che svolazzavano per l'aria.
Perché era il silenzio a contraddistinguere il loro amore.
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Fine
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Funesto angolino della funesta
autrice:
*piange di gioia e s'inchina
ai malcapitati lettori*
Finalmente ho finito! Vi dirò, è stato davvero complicato
revisionare questa fic, poiché l'avevo scritta cinque o sei mesi fa, e
nel frattempo il mio stile e vocabolario sono variati tantissimo.
Per ora credo di prendermi una pausa in questo fandom, magari
posterò qualcosa in Hetalia. Non so, ma è certo che questa non è
l'ultima fanfiction nei pokémon.
Detto questo, passiamo ai ringraziamenti:
ringrazio infinitamente Euphemia e KomadoriZ71, che hanno sprecato
parte del loro tempo a recensire questa povera pazza e a correggere i
suoi imperdonabili errori, grazie di cuore <3.
Ovviamente ringrazio anche i lettori silenziosi, che spero abbiano
gradito la storia, perciò grazie infinitie e spero di avere l'onore di
avere dei lettori di nuovo.
*Per fare scena, lancia roselline di carta dal suo palchetto funesto
ed immaginario, sotto gli applasi e le grida del suo pubblico mentale*.
Spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo e, non so se l'ho già
detto, che abbiate abbastanza insulina ovunque vi troviate.
Grazie ancora e alla prossima,
Soul <3 |