Cryin'
for
no-one, no-one but you
"Ci darà
buca, me lo sento!"
"Rog, calmati!
È ancora troppo presto per dirlo!"
"Non vuole avere
più niente a che fare con noi, è inutile che ci
prenda
per il culo!"
Roger camminava avanti
e indietro per lo studio, nervoso, mentre Brian lo
osservava appollaiato su una sedia.
"John non è
il tipo di persona che non mantiene la parola data"
commentò il chitarrista.
Roger si
fermò e gli lanciò un'occhiata tagliente.
"Perché, sei ancora in
grado di capire che tipo di persona sia?" La sua voce era carica di
rabbia
e tristezza.
Brian si strinse nelle
spalle. Il suo amico aveva ragione: era da almeno cinque
anni, dalla morte di Freddie, che John aveva preso le distanze da loro.
Inizialmente loro non avevano notato la cosa perché, a pochi
mesi
dall'accaduto, tutti e tre erano fragili e vulnerabili. Ma poi il
bassista si
era chiuso in se stesso, non si faceva più vedere
né sentire.
Avevano dovuto
insistere per convincerlo a registrare quel singolo assieme.
"Dobbiamo fare
qualcosa" affermò Brian, per poi sospirare.
Qualcuno
bussò alla porta dello studio e Roger subito si
precipitò ad aprire.
Nella stanza fece il
suo ingresso, con passo lento e incerto, un John
estremamente magro e smunto: i capelli scompigliati gli ricadevano
attorno al
viso pallido e scavato, il suo corpo era talmente esile che pareva
potesse
spezzarsi da un momento all'altro.
Nel vedere il suo
vecchio amico così fragile e inerme, a Roger
passò tutta la
voglia di gridargli contro e prendersela con lui.
"Ciao ragazzi"
esordì John in tono piatto, guardandosi attorno
spaesato. Erano anni che non metteva piede in uno studio di
registrazione, per
lui fu quasi come riscoprirlo da capo.
A Brian si
spezzò il cuore nel vederlo in quello stato; si
alzò e, senza dire
una parola, lo abbracciò fraternamente, come tanti anni
prima.
John era sempre stato
il piccoletto, quello più timido e introverso, una sorta
di fratello minore da proteggere. Ma ciò non spiegava come
mai, mentre gli
altri due erano riusciti a superare il lutto e riprendere in mano la
loro vita,
lui stesse ancora così male.
Brian
ripensò al legame speciale che univa John e Freddie, un
legame che forse
nemmeno lui era mai riuscito a comprendere davvero.
"Come stai?" chiese il
chitarrista, sciogliendo l'abbraccio.
"Cosi" rispose John
con un'alzata di spalle.
Roger assisteva alla
scena in silenzio, sconvolto e angosciato. Poche erano le
cose in grado di togliergli la parola.
"Bene, allora..."
prese in mano la situazione Brian. Si avvicinò a
una grande scrivania e afferrò una manciata di fogli.
"Questo è il testo
della canzone, ma mi pare di avertelo già inviato. Come
titolo pensavamo a No-one
But You, ma
è provvisorio, si accettano suggerimenti. In blu sono
evidenziate le parti che canterò io, mentre quelle in
arancione sono di Rog...
invece per la chitarra pensavamo..."
Ma John non stava
ascoltando, si mordeva il labbro inferiore e spostava lo
sguardo da Brian a Roger. "Ma è proprio necessario?"
borbottò a un
certo punto.
"Stai scherzando,
vero?" sibilò Roger basito.
"Se qualcosa non ti
piace, la possiamo cambiare. Oggi siamo qui apposta
per questo!" disse Brian, non prima di aver fulminato il batterista con
lo
sguardo. Sapeva che al suo amico bastava poco per perdere la pazienza,
ma
quello non era il momento giusto, bisognava stare calmi.
"Io ho deciso di
collaborare, però... secondo me è
controproducente.
Questa canzone non aggiunge nulla a quello che è
già stato, e non ha senso fare
qualcosa senza Freddie" spiegò il bassista, mesto e
distaccato.
"Se l'idea non ti
piaceva potevi dircelo prima, almeno non avremmo sprecato
tempo a
riunirci qui" commentò Roger in tono sprezzante, ormai
incapace di trattenersi. Voleva provocare John, portarlo a reagire e ad
aprirsi
con loro.
"Okay, basta. Prima di
iniziare a lavorare sul brano, penso sia lecito
fare una chiacchierata tra noi" decise Brian, già stufo
della tensione che
aleggiava nella stanza. Si avvicinò a John e gli si
posizionò di fronte,
sperando che l'altro sollevasse lo sguardo e incrociasse i suoi occhi.
Ma lui
non lo fece, continuò a tenere il capo chino.
"John, che cos'hai?
Perché non parli con noi? Siamo preoccupati per te,
sei cosi... stremato!"
"Penso non ci sia
bisogno che vi dica perché sto così."
"Ah, ma per favore,
non prenderci per il culo!" intervenne Roger.
"Tutti noi abbiamo perso un amico e ne abbiamo sofferto. Ma sono
passati
cinque anni, cinque fottuti anni, e noi ci siamo rialzati.
Perché tu no? Perché
sei sparito?" Il batterista cominciava a infervorarsi, sentiva il viso
rovente.
"Evidentemente mi
andava di fare cosi" si difese John debolmente.
Voleva mostrarsi imperturbabile, ma pian piano stava cedendo. Si era
impegnato
anni e anni per costruirsi una corazza e isolare le emozioni in un
angolo
remoto della sua mente, ma le parole dei suoi vecchi amici lo stavano
mettendo
a dura prova.
"Sai qual è
il problema, Deacon?" proseguì ancora Roger. "Il
problema è che tu non hai reagito, non hai cercato aiuto, ti
sei arreso! Che
cazzo di vita stai vivendo, eh?"
John alzò
il capo di scatto, in maniera inaspettata, e lanciò al
batterista
un'occhiata di fuoco.
Brian
sobbalzò, spaventato da quella reazione. Quello sguardo era
inquietante,
non aveva mai visto il bassista così irato.
"Che cazzo ne sai tu
di me e della mia vita, Roger? Come ti permetti di
giudicarmi? Cosa ne sai di me e Freddie?" esplose, le mani che gli
tremavano dalla rabbia. "Sono un debole, uno stronzo, un amico di
merda,
ma cosa ne sai di cosa succede nella mia mente? Hai mai perso la
persona che
ami? Io si!"
Roger divenne di
ghiaccio. Brian, pallido come un cadavere, guardò John con
aria interrogativa.
Gli occhi del bassista
si riempirono di lacrime: l'aveva detto, aveva riportato
alla luce ciò che voleva dimenticare. Era come se nella sua
testa fosse
crollata una diga, e adesso un fiume lo stava investendo, distruttivo e
implacabile.
"Io e Freddie
l'abbiamo sempre tenuto segreto, non volevamo che si
sapesse. Lui... mi è piaciuto da subito, da quando sono
entrato nella band. Ci
siamo sempre detti che non era una cosa seria, che io avevo una moglie,
che lui
non era fatto per le relazioni... ma io l'ho amato tanto e lui ha amato
me. E
quando lui se n'è andato, insieme a lui è morta
anche una parte di me, la parte
felice. Perché mi faceva stare bene, mi faceva sentire
apprezzato come neanche
mia moglie è mai riuscita a fare. Con lui, solo con lui,
passavo dall'essere
l'insignificante John a... qualcuno di speciale."
Ormai piangeva e
tremava, scosso dai singhiozzi; sulle sue guance scorrevano
quelle lacrime che aveva trattenuto per troppo tempo. Non si voleva
mostrare così
fragile di fronte a Brian e Roger, ma era stato inevitabile.
"Deaky" mormorò Brian con
voce tremante. Lo prese per un polso
– era cosi esile sotto le sue dita –, lo
portò in un angolo della stanza, si
accucciò per terra con la schiena contro la parete e lo
invitò a fare lo
stesso. John si accasciò sul pavimento in legno e allora
Brian lo abbracciò,
facendogli posare la testa sulla sua spalla.
Il bassista non
riusciva a smettere di piangere, si stringeva al suo amico e si
lasciava cullare tra le sue braccia, in silenzio.
Roger si
accostò a loro e si rannicchiò a terra a sua
volta, senza osare fare
altro. Nella sua mente stavano già prendendo forma i sensi
di colpa: come aveva
potuto aggredire John senza sapere la sua storia, la sua versione dei
fatti?
Anche lui era sempre stato molto legato a Freddie, ma era diverso. John lo
amava.
"È per
questo che non posso immaginare un futuro senza di lui." John
parlò di nuovo, la voce rotta dal pianto. "E fare musica mi
fa male, perché
mi ricorda lui. Vedere voi mi fa male, perché mi ricordate
lui. Ogni cosa, pure
una mosca che mi vola davanti o una porta che sbatte, mi riporta a lui."
Freddie entrò
nella stanza fugacemente, chiuse piano la porta e poi
intrappolò subito le sue labbra in un bacio.
Ancora non si era accorto dei suoi occhi gonfi e rossi.
Quando si staccarono, lo osservò bene in viso e i suoi
lineamenti si
addolcirono. "Deaky, perché piangi?" gli domandò,
asciugandogli
subito una lacrima con l'indice.
Era la prima volta che John piangeva di fronte a lui. Era troppo
controllato e
calmo per lasciarsi trasportare dalle emozioni, e quando capitava si
nascondeva
sempre.
Ma con Freddie era diverso.
"Io... Fred, sto tradendo mia moglie. Con un uomo. Cazzo, ho dei figli,
non posso!" si sfogò, ma subito dopo se ne pentì.
Freddie avrebbe potuto
prendersela per quelle parole.
Il cantante si rabbuiò appena. "No, okay, lo capisco. Se
è un problema,
possiamo smettere oggi stesso" affermò con poca convinzione.
John abbassò lo sguardo. "Il punto è che io non
voglio smettere, non ci
riesco. Tu mi fai stare così bene..."
Freddie lo abbracciò e fece scorrere una mano sulla sua
schiena. "Il mio
Deaky, il mio dolce Deaky... mi dispiace che tu debba sopportare questo
peso."
John piangeva senza emettere alcun suono, lasciava solo che le gocce
salate gli
inondassero il viso. Riuscì a calmarsi solo quando Freddie
cominciò a catturare
le sue lacrime con le labbra, lasciandogli dolci baci sulle guance, sul
mento,
sulle palpebre.
"Deaky, ascoltami."
Roger gli si avvicinò e lo scrutò attentamente.
"Io ho capito qual è il tuo problema: sei solo. Io e Brian,
dopo che
Freddie se n'è andato, ci siamo visti quasi ogni giorno.
Abbiamo pianto
insieme, abbiamo riso, ci siano sfogati, ci siamo presi delle belle
sbronze,
abbiamo ricordato i vecchi tempi... e alla fine, facendoci forza a
vicenda, ci
siamo risollevati." Lanciò uno sguardo carico di significato
a Brian e
l'altro ricambiò; ne avevano passato tante insieme. "E sai,
tante volte ci
siamo chiesti dove fossi tu, cosa stessi facendo, perché non
fossi là con noi.
Avevamo bisogno di te... e tu di noi. Noi non ti chiediamo di suonare
con noi,
se non lo vuoi, ma almeno di starci vicino. Noi faremo tutto il
possibile per
aiutarti perché... ti vogliamo bene, Deaky. E la tua vita,
in un modo o
nell'altro, deve andare avanti."
Neanche lui si era
reso conto della lacrima che, fuori dal suo controllo, era
scivolata su una sua guancia. Piangere non era proprio da Roger, gli
capitava
solo nelle occasioni straordinarie.
E parlare al suo amico
col cuore in mano, vederlo debole e tremante, scoprire
cosa stava davvero passando in quegli anni, era un evento
più che
straordinario.
John ebbe finalmente
il coraggio di guardare il suo amico e si sorprese nel
trovarlo cosi in apprensione.
Brian, che ancora lo
stringeva tra le braccia, aggiunse: "Noi ti vogliamo
nella nostra vita. Freddie non avrebbe mai sopportato di vederci cosi
divisi."
Il bassista si
lasciò sfuggire un sospiro. Gli sarebbe piaciuto provare a
ricostruire un rapporto con loro, quel rapporto che non esisteva
più dal '91,
ma non sapeva se ci sarebbe mai riuscito. Stare con Brian e Roger era
come
rituffarsi nel passato, ripercorrere dei momenti troppo dolci e
dolorosi.
"Non lo so, ragazzi.
Per il momento registriamo questa canzone, poi si
vedrà. Ah, se Freddie fosse qui ci direbbe: tesori, perché
state sprecando
tempo prezioso? Musica, dovete fare musica! Quanto mi manca, non ce la
faccio senza di lui. Mi abbracciava sempre quando mi vedeva triste.
Io... io lo
amo."
Brian e Roger
ascoltarono quello sfogo, il cuore spezzato dal trasporto e la
malinconia nella voce di John.
Quest'ultimo sciolse
l'abbraccio e si rimise in piedi, seguito dagli altri due.
"Scusatemi ragazzi, so
che questo non è un comportamento da quarantacinquenne"
mormorò John.
"Le Regine non hanno
tempo e non hanno età, amico" ribatté Brian con
un sorriso – il primo dopo ore.
"Sai cosa direbbe
invece Roger Taylor in questo caso?" intervenne
Roger in tono complice, circondando le spalle di John con un braccio.
"Andiamo a farci un drink?" tirò a
indovinare il bassista.
"Esatto! Dai,
asciughiamoci queste fottute lacrime e beviamoci su, abbiamo
tante cose di cui parlare. Poi penseremo alla canzone. E poi si
vedrà!"
"Sono d'accordo!"
disse subito Brian.
John si
asciugò gli occhi e tentò di ricomporsi, mentre
ascoltava i battibecchi
degli altri due.
“Non avrei
mai pensato di vederti piangere, Taylor.”
“Ah, ma
vaffanculo! La vecchiaia mi sta rincoglionendo.”
“Non c'era
bisogno della vecchiaia per quello.”
“Cosa
vorresti insinuare, Brian May?”
“Io sono
più vecchio di te, eppure sono in ottime
condizioni.”
“Ma
piantala. Facciamo i conti una volta al bar: tu sarai
già fuori dopo un bicchierino.”
“Vogliamo
andare?” intervenne John divertito, accennando un
sorriso.
Brian e Roger si
scambiarono un'occhiata fugace e colma
d'entusiasmo: era bellissimo vedere il loro Deaky sorridere, quel
piccolo gesto era stato in grado di illuminare l'intera stanza e far
nascere
una speranza nel cuore dei suoi amici.
Roger prese
sottobraccio gli altri due e li trascinò fino
all'uscita, ridendo e rischiando di perdere l'equilibrio.
Forse loro tre
avrebbero potuto ricostruire qualcosa, forse
ci sarebbe stato un futuro per la loro amicizia.
Forse,
chissà, Roger e Brian sarebbero riusciti a donare a
John l'affetto di cui aveva bisogno per andare avanti.
Ma il bassista nel suo
cuore sapeva che nulla e nessuno
sarebbe stato in grado di rimpiazzare il suo Freddie.
♣
♣ ♣
Secondo esperimento
in questa categoria – poi ci do un taglio, lo prometto ai
miei lettori, perché
ora penseranno tutti che sto andando in fissa con i Queen XD
Questa fanfiction è
strettamente legata a un fatto che mi ha colpito molto: la depressione
di Deaky
per la morte di Freddie e il suo conseguente allontanamento dalla band
negli
anni successivi. Ho voluto dare la mia versione dei fatti (a cui non
credo, ma
mi piace immaginare) e raccontare come potrebbe essere stato il momento
in cui
i Queen si sono riuniti per registrare No-one But You (Only
The Good Die
Young). Penso sia un momento cruciale per la band,
perché questo brano è
una ballad dedicata a Freddie e perché è l'ultima
volta che vedremo i tre
insieme in una canzone.
E niente, ho anche
pensato che a questa chiusura di John fosse legato qualcosa di
più ^^
Ho anche deciso di
inserire un flashback, su cui inizialmente ero molto indecisa, per
rendere il
tutto più concreto e per poter accedere alla mente e ai
ricordi del bassista.
Spero che anche
questa piccola creazione vi sia piaciuta e vi abbia trasmesso qualcosa.
Io mi
sono commossa molto nell'immaginare queste scene!
Ringrazio i miei
lettori abituali (in particolare Kim, che mi dà un supporto
preziosissimo e mi
incita sempre a mettermi in gioco) e chiunque sia giunto fin qui :3
Alla prossima!!! ♥
|