E così siamo arrivati
pure al terzo capitolo, è incredibile giacchè mi ero ripromessa di non
trasformare mai più una one-shot in un racconto a capitoli…
Dico, ma l’avete notata
la citazione?? Santo cielo, sto proprio impazzendo, adoro questo romanzo, ne adoro
il film e a volte vorrei aver vissuto a quei tempi o ritrovarmici catapultata
ora, specialmente da quando ho visto la serie tv inglese in quattro puntate
“Lost in Austen”…se non l’avete vista, dovete assolutamente farlo!
Farneticazioni a parte,
questo capitolo è un altro missing moment e vuole andare a scoprire
quello che non ci è stato dato sapere della visita di Elizabeth e dei suoi zii
a Pemberley. Io credo che ne siano successe di cose e ho scelto per raccontarle
la figura, nel libro e nel film solo accennata, di Georgiana Darcy.
Come al solito, fatemi
sapere cosa ve ne pare.
Chiara
Orgoglio o timidezza?
Ovvero: Siamo tutti folli in
amore.
Capitolo 3 – Pomeriggio a
Pemberley
“Vi credevo a Londra.”
“No. Non sono a Londra.”
Elizabeth e Darcy
Era una magnifica giornata di sole, l’aria era tiepida e
intorno a Pemberley gli unici rumori che si sentivano erano i versi degli
uccelli acquatici che volavano in stormi sui laghetti circostanti.
All’interno dell’imponente e ricca dimora della famiglia
Darcy invece, era la dolce melodia che si sprigionava dai delicati tasti
d’avorio dell’elegante pianoforte a coda a riempire l’aria.
Georgiana Darcy era considerata, a ragione, una delle più
brillanti e dotate pianiste della contea, per quanto fosse troppo modesta per
accettare questo complimento da chiunque non fosse il suo amato fratello.
Fratello che, come sua abitudine ogni qualvolta i suoi
impegni non lo tenevano lontano da casa, passava il tempo ad ascoltarla mentre
si esercitava con tanta costanza e dedizione.
In quel momento però, suo fratello pareva turbato, erano
in attesa dei loro ospiti e non gli riusciva di stare fermo.
“William per favore, potresti smetterla di camminare in
questo modo per la stanza? Mi stai facendo girare la testa!”
Si bloccò all’istante, arrossendo leggermente per la
vergogna di essere stato ripreso.
“Chiedo scusa, temo di essere un po’ nervoso.”
Sorridendogli complice, la giovane lo prese scherzosamente
in giro
“Forse perché quest’oggi verrà in visita da noi la
signorina Bennet?”
“Ma che dici! Miss Bennet non c’entra nulla…” negò lui con fin troppa foga
“Ah no?! Eppure non hai fatto altro che parlare di lei per
tutta la mattina…e come se non bastasse, ormai non conto più le volte in cui
hai sistemato il nodo della cravatta!” disse la ragazza, ridacchiando fra sé e sé.
“Che sciocchezza…voglio solo che tutto sia in ordine per i
nostri ospiti.”
Il rossore sul suo viso non accennava a diminuire, ma lei continuò ad infierire
senza pietà.
“Non è che per caso vuoi fare buona impressione su di
lei?”
Adorava farlo arrabbiare, perché in quei momenti riusciva
sempre a mettere in luce lati di lui che il ragazzo si sforzava di tenere
nascosti, ma che erano quelli che lo rendevano più umano e più…divertente.
Darcy stava giusto per rispondere, quando il valletto entrò
nella stanza per annunciare l’arrivo dei signori Gardiner e della signorina
Elizabeth Bennet.
Finalmente! Georgiana era veramente impaziente di
conoscere la donna che aveva fatto perdere la testa a suo fratello. Perché era
di questo che si parlava…suo fratello era innamorato e anche se lui si ostinava
a non volerlo ammettere, lei, con la sensibilità che contraddistingue le donne,
lo aveva capito.
Per questo, quando la ragazza fece il suo ingresso in
sala, le corse incontro accogliendola come una sorella.
Decisamente non era come si era aspettata…era molto
meglio!
Aveva temuto che il fratello si fosse infatuato della
solita giovane ricca di beltà, ma povera di spirito e invece si trovò davanti
una donna certamente piacevole, seppur con discrezione, ma soprattuto acuta, dallo
sguardo intelligente e la battuta pronta.
“Suonate a quattro mani, signorina Elizabeth?” le chiese curiosa
“Solo se costretta.” fu la risposta sincera e divertita di lei
“Fratello, dovete costringerla.” lo stuzzicò Georgiana
Dopo un piccolo scambio di battute, aveva già deciso che
Elizabeth Bennet le piaceva.
E poi, non aveva potuto fare a meno di notare il modo in
cui il suo fratellone l’aveva guardata…
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Fu un the estremamente piacevole, servito nel giardino
preferito da Georgiana, quello che dava sul laghetto, condito da brillanti
conversazioni e risate spensierate.
Darcy e il signor Gardiner si erano congedati dalle
signore per dedicarsi all’hobby maschile per eccellenza, la pesca e sarebbero
rimasti fuori tutto il pomeriggio.
La signora Gardiner dopo un po’ era stata rapita da Mrs
Moore, l’anziana governante che si occupava della cura di Pemberley e di tutti
i suoi abitanti con la stessa premura con cui una vecchia chioccia accudirebbe
i suoi pulcini. La donna, fin troppo modesta nella vita di tutti i giorni, non aveva
però visto l’ora di poter mostrare a qualcuno tutte le migliorie apportate alla
casa, non disdegnando certamente i complimenti che ne avrebbe ricevuto in
cambio.
Così le due ragazze erano rimaste sole.
Come si era immaginata, Elizabeth si dimostrò essere di
estrema compagnia, mai una volta il suo modo di fare risultò troppo lezioso o i
suoi racconti noiosi, né diede mai l’impressione di sentirsi imbarazzata o meno
che divertita dagli anedotti su Darcy che naturalmente lei, da buona sorella
minore, le stava propinando.
Al contrario, pareva essere proprio interessata e questo
non potè che farle piacere; vedeva il modo in cui i suoi occhi si illuminavano
al sentir nominare William, il modo in cui le guance le si colorivano mentre
ascoltava i teneri ricordi d’infanzia che lo riguardavano e si chiese se la
ragazza se ne rendesse conto.
No, forse no. O forse, molto più probabilmente, stava
iniziando ora ad esserne consapevole e ancora faticava ad ammetterlo persino a
sé stessa…si stava innamorando di Darcy.
Bene! Decisamente si preannunciavano degli sviluppi
interessanti; l’idea di avere per cognata una ragazza gentile e divertente come
Elizabeth la solleticava parecchio e se quel tontolone di suo fratello non si
decideva a farle una proposta seria quanto prima, ci avrebbe pensato lei a
dargli una bella scossa!
Un’idea già prendeva forma nella sua mente, per questo si
rivolse alla nuova amica con aria innocente.
“Elizabeth, voi pescate?”
“Una volta, quando ero bambina. Mio padre mi portava
sempre con sé, ma non credo di aver mai pescato niente di più di qualche
vecchia scarpa. Generalmente preferivo passare il tempo leggendo e osservando
mio padre.” fu la
sua risposta sincera.
“Quindi non mi accompagnereste a raggiungere mio fratello
e vostro zio a pesca?” chiese con tono fintamente rattristato, ben sicura che la ragazza,
estremamente cortese, non avrebbe potuto dirle di no. E infatti…
“Se lo desiderate, vi farò sicuramente compagnia.”
“Meraviglioso!” esclamò con gioia, battendo le mani.
Un attimo dopo le due giovani erano già dirette al piccolo
pontile affacciato sul lago, dove una leggera imbarcazione a remi le attendeva.
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In quello stesso momento, al centro del lago, il signor
Gardiner intratteneva il suo giovane anfitrione con racconti spassosi
intervallati da roboanti risate che con sua grande sorpresa, non infastidivano
minimamente il compassato ragazzo; tutt’altro, Darcy trovava la compagnia dello
zio di Elizabeth estremamente divertente e più di una volta si era ritrovato a
condividere l’ilarità dell’uomo, lasciandosi andare a sua volta alle risate.
Per la prima volta dopo molto tempo, si sentiva di nuovo
bambino, l’atteggiamento schietto del signor Gardiner gli aveva riportato alla
mente suo padre, mettendolo estremamente a proprio agio.
Il fatto poi che fosse una bellissima giornata di sole,
che Elizabeth fosse seduta poco distante da dove si trovavano e che lui potesse
scorgerla da lontano senza essere notato, contribuiva a rendere per lui ancora
più perfetta quella giornata così atipicamente familiare.
“Possiamo ritenerci veramente fortunati ad avervi trovato in
casa, signor Darcy.”
stava dicendo in quel momento il suo ospite “E’ stato un vero piacere fare
la vostra conoscenza ed in più era da molto tempo che non partecipavo ad una
pesca così proficua!” affermò sorridente, indicando con una mano il
capiente cesto di vimini traboccante di pesci.
“La vostra proprietà è veramente un luogo incantevole,
sono convinto che vostro padre sarebbe orgoglioso di come siete riuscito a
gestirla.”
“Siete molto gentile signore, in verità ho sempre cercato
di fare del mio meglio e ho avuto la fortuna di circondarmi di persone valide.
La bellezza innata di questi luoghi ha fatto il resto.” assicurò il giovane, intimamente
compiaciuto da quel sincero complimento.
“Naturalmente, deve essere per questo che mia nipote è
rimasta letteralmente a bocca aperta davanti allo splendore di Pemberley.”
Il suo cuore perse un battito, sapere che la ragazza di
cui era innamorato aveva ammirato la dimora che lui così tanto amava lo rendeva
stranamente agitato. Quasi balbettava quando rispose.
“Sono lusingato che la signorina Elizabeth sia rimasta
così positivamente colpita, per mio conto, sono altrettanto lieto che abbiate
voluto accettare il mio invito a restare. Mia sorella Georgiana poi, era molto
curiosa di conoscere la signorina Bennet.” ammise il giovane, omettendo di dire che lui stesso
aveva caldeggiato l’idea di passare un pomeriggio in compagnia della fanciulla.
“E’ comprensibile, non mi sembra che ci siano molte
giovani donne qui a Pemberley e vostra sorella sarà stata certo molto contenta
di poter stringere amicizia con la nostra Elizabeth.”
Darcy rimase sorpreso dall’acuta deduzione e dal garbo del
suo ospite e non potè che assentire; in effetti quando Georgiana era lontana da
Londra e dalle sue amicizie, passava il tempo sola nella grande dimora di
famiglia, studiando, suonando il piano e solo saltuariamente riceveva la visita
di qualche vicina.
Naturalmente quando lui non era in viaggio per lavoro
passava tutto il tempo che poteva con lei, ma nonostante questo e malgrado il
carattere tranquillo e riservato della giovane, lui era certo che a volte la
sua dolce sorellina si sentisse sola.
Col pensiero rivolto a lei, Darcy lasciò vagare lo sguardo
lungo la superficie immobile del lago che rifletteva come uno specchio le
fronde degli alberi circostanti, poi più in là verso il giardino assolato dove
fino ad un attimo prima avrebbe giurato di aver scorto la chioma bionda della sorella.
Dov’era ora? Che il caldo sole pomeridiano fosse diventato all’improvviso
troppo afoso per le due giovani, tanto da far loro cercare riparo in casa?
Improvvisamente desiderò di poterle raggiungere, la barca
era diventata uno spazio troppo angusto per contenere tutto il suo desiderio e
la compagnia, fino a quel momento impeccabile del signor Gardiner, non più
sufficiente.
Poi le vide e il suo cuore fece un balzo; remando e
ridendo si stavano avvicinando pian piano a loro, non se n’era accorto subito perché
in un primo momento volgeva loro le spalle, ma ora vedeva chiaramente la
piccola barca dondolare vistosamente sull’acqua a causa del loro remare inesperto.
Cosa facevano lì? Era pericoloso, da come la loro
imbarcazione ondeggiava rischiavano di finire in acqua da un momento all’altro…e
Georgiana non sapeva nemmeno nuotare!
La preoccupazione si dipinse per un attimo sul suo viso,
tuttavia non potè fare a meno di scacciarla con un sorriso, vedendo come
entrambe le ragazze fossero piacevolmente divertite dalla reciproca compagnia.
I volti graziosi erano arrossati dal sole, alcune ciocche di capelli, sfuggiti
all’acconciatura, accarezzavano i loro candidi colli al ritmo del vento che
soffiava pigro.
Erano l’immagine della serenità e a quella vista Darcy si
sentì pungere gli occhi e dovette distogliere lo sguardo per non farsi
sopraffare dalla tenerezza.
“Mio caro amico, credo che la nostra tranquillità sia finita!” furono le divertite parole del
signor Gradiner alla vista dell’imbarcazione che li stava per affiancare e
delle sue due giovani occupanti.
Sorrise a sua volta con complicità all’uomo, poi
educatamente rivolse la propria attenzione alle fanciulle; cercando di sembrare
naturale, volse per un attimo lo sguardo verso Elizabeth i cui profondi occhi
scuri erano già fissi su di lui, per poi voltarsi imbarazzato in direzione di
Georgiana che lo fissava con uno sguardo furbetto sul suo doce viso da adolescente.
Qualcosa gli diceva che quell’angioletto di sua sorella
stava tramando qualcosa, ma la vicinanza di Elizabeth gli rendeva impossibile
pensare con raziocinio. Era completamente in balia degli eventi.
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Non si era mai divertita così tanto in vita sua.
Inizialmente aveva dovuto mentire ad Elizabeth, dicendole
che aveva già portato una barca e sapeva perfettamente come si rema, ma
naturalmente al primo tentativo a vuoto, quando i remi avevano sbattuto disordinatamente
sulla superficie dell’acqua, rischiando poi di uscire dalla loro sede e di
allontanarsi con la corrente, non aveva più potuto nasconderle la verità.
Quello che l’aveva sorpresa era stata la reazione di
Elizabeth, per nulla offesa per essere stata raggirata, aveva semplicemente
riso della sua goffaggine e recuperati i remi dall’acqua, aveva iniziato a
vogare con stile e buona lena, quasi fosse la cosa più naturale di questo mondo
per una ragazza.
“Dovete sapere che la maggior parte delle volte mio padre
si addormentava sulla barca… soprattutto dopo aver mangiato accompagnando il
tutto con più di un sorso di vino! A quel punto io dovevo riportare entrambi
sani e salvi a casa.”
si era giustificata la ragazza, la stima della quale stava già crescendo nel
suo cuore.
Risero entrambe, non capacitandosi della facilità con cui
riuscivano a comprendersi l’un l’altra.
“Io invece sono un disastro, non ho mai imparato nemmeno a
nuotare!” ammise
“Ma come, vostro fratello non vi ha mai insegnato?” le domandò l’amica incuriosita
“Oh lui di certo lo avrebbe fatto, ma vi confido una cosa
se promettete di non dirgli che ve l’ho detto…è un pessimo insegnante! Non che
non sia bravo, questo no di certo, anzi è un abile nuotatore, ma è così
apprensivo...non potevo fare due metri senza che lui accorresse in mio soccorso
appena iniziavo a sguazzare! Così alla fine l’ho convinto che nuotare non
faceva per me.”
sorrise e gli occhi le si illuminarono al ricordo degli sforzi del fratello.
“Capisco. E prometto che nulla di tutto quello che mi
avete detto uscirà mai dalla mie labbra.” scherzò la ragazza “Ma se vi
fa piacere potrei insegnarvi io a nuotare, in fondo l’ho fatto con tutte le mie
sorelle.”
“Lo fareste veramente?” chiese entusiasta
“Con molto piacere. Sapete, non sono molte le cose che
posso vantarmi di saper fare, non so dipingere, né cucire un abito, non ho mai
suonato uno strumento e sono stonata come una campana, ma per quanto riguarda
le attività da maschiaccio come arrampicarsi sugli alberi e nuotare, bè allora
sono la persona giusta!” asserì divertita
“Oh Elizabeth, voi siete la sorella che ho sempre
desiderato e che non ho mai avuto!” rispose con enfasi
“Suvvia, così mi fate arrossire. E poi avete avuto un
fratello e mi pare che siate stata proprio fortunata…” si schermì la giovane
“Assolutamente! William è ciò che di meglio una donna
possa desiderare. Naturalmente io parlo come sorella, ma parola mia, la donna
che lo sposerà scoprirà in lui un vero tesoro!” dichiarò maliziosamente, facendo
arrossire l’amica per le velate implicazioni che le sue parole celavano.
“Ah eccoli! Che vi dicevo? William è già in apprensione
per il nostro gesto sconsiderato! Vi prego, reggetemi il gioco e facciamolo
preoccupare ancora un po’, è così divertente vedere il modo in cui le sopracciglia
gli si corrugano quando è in ansia!” disse divertita iniziando ad agitare i remi sull’acqua.
“Georgiana, parola mia siete veramente crudele, come
potete far angustiare quel poveretto in questo modo?” chiese la ragazza, subito però scossa
da un eccesso di risate e assecondando di buon grado la sua richiesta di
appoggio.
Fu così, complici e spensierate, che si presentarono ai
due uomini che le guardavano perplessi.
Mentre si avvicinavano, non aveva potuto non notare come
lo sguardo di Darcy avesse indugiato sul viso di Elizabeth, quasi a volerlo
imprimere nella mente e come gli occhi di quest’ultima lo avessero a loro volta
cercato, mentre con candore il suo sorriso si apriva luminoso.
Sorrise fra sé, il suo piano stava procedendo nel migliore
dei modi, ora doveva solo fare in modo che restassero da soli.
“Signor Gardiner, vedo che la sua pesca è stata molto
fruttuosa!” affermò
cordiale
“Lo è stata davvero, si vede che i pesci di questo lago
vengono tenuti a stecchetto, perché appena hanno visto le mie esche si sono
fiondati a frotte!”
scherzò l’uomo
“Oh no di certo, scommetto invece che è tutto merito della
vostra tecnica! Sareste così gentile da insegnarla anche a me?” chiese con enfasi
“Ma…Georgiana! Non mi pare il caso di abusare in questo
modo del nostro ospite.” s’intromise Darcy, stupito dal comportamento così poco consono della
sorella.
“Nessun problema, per carità, sarò ben lieto di introdurre
vostra sorella all’arte segreta della pesca!” rispose gentilmente lo zio di Elizabeth.
“Fantastico! William, puoi aiutarmi a salire sulla barca
col signor Gardiner? E naturalmente tu dovrai prendere il mio posto…” poi rivolgendosi ad Elizabeth,
che aveva seguito lo scambio di battute con aria via via più confusa “…Elizabeth
mia cara, posso sperare di non avervi recato offesa con la mia decisione, vero?
Non lo farei se non fossi sicura di lasciarvi in più che buone mani.”
La ragazza scosse la testa in segno di diniego, affermando
che poteva sentirsi libera di fare quello che più desiderava e che lei si
sentiva più che al sicuro in compagnia di Mr. Darcy.
Pronunciando queste parole aveva abbassato lo sguardo
turbata, così pure Darcy che aveva iniziato a fissare con insistenza la punta
dei propri stivali, rassegnandosi poi ad aiutare la sorella a passare da un’imbarcazione
all’altra senza finire in acqua.
Quando entrambe le barche furono di nuovo stabili, le
nuove coppie formatesi si salutarono dandosi appuntamento di lì a più tardi.
Georgiana osservò compiaciuta suo fratello allontanarsi
lentamente, remando senza nessuna fatica né premura e chiacchierando
amabilmente con la sua giovane amica, la quale si voltò una sola volta,
indirizzando verso di loro un cenno di saluto con la mano.
“Pare che quei due vadano piuttosto d’accordo.” la voce del signor Gardiner la fece
sussultare
“Mi sembra naturale, trovo che siano due spiriti affini.” disse con sincerità.
“Siete una ragazza molto matura per la vostra età,
signorina.” Il
tono dell’uomo pareva divertito, forse aveva compreso la sua manovra per
lasciare da soli i due giovani perché continuò “E adesso ditemi, siete
veramente interessata ad imparare la mia tecnica di pesca?”
Georgiana gli rivolse un sorriso luminoso rispondendo con
slancio
“Assolutamente sì!”
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“Sono veramente desolato che mia sorella vi abbia
abbandonato in questo modo. Non è da lei comportarsi in modo così maleducato.
Vi prego di perdonarla.” disse il ragazzo mentre vogava piano, le braccia muscolose tese sotto
la leggera stoffa della camicia, la giacca abbandonata per il troppo caldo sul
fondo della barca.
Era la prima volta che si ritrovavano veramente soli da
quel piovoso giorno di aprile quando, preda dell’ardore che lo animava, le
aveva finalmente dichiarato il suo amore e lei…lo aveva respinto.
Il comportamento della giovane pareva essere mutato nel
frattempo, ora gli sorrideva e quando si rivolgeva a lui lo faceva con più
gentilezza. Probabilmente la lettera di spiegazioni che le aveva scritto era
quantomeno servita a fare in modo che lei non lo disprezzasse, ma questo non
voleva certo dire che lei avesse cambiato idea su di loro…
Non sapeva se avrebbe mai più trovato il coraggio di
riproporsi, sapere che i suoi sentimenti non erano condivisi lo aveva ferito
profondamente, proprio in quell’orgoglio che la fanciulla gli aveva così
amaramente rinfacciato. Tuttavia non poteva fare a meno di amarla e chissà, col
tempo magari il coraggio sarebbe tornato.
Per il momento gli bastava la sua compagnia.
Certo poteva essere sconveniente che un gentiluomo e una signorina
nubile rimanessero soli, per di più in barca, ma cos’altro avrebbe potuto fare?
Avrebbe dovuto impuntarsi, rifiutarsi di cedere a quello che sembrava solo uno
sciocco capriccio e apparire così un mostro davanti agli occhi della sorella e
della giovane che ora gli stava di fronte in quell’angusto spazio, guardandolo
con quegli occhi capaci di togliergli il sonno? Non avrebbe potuto farlo, così
si era limitato a cogliere l’occasione al volo.
“Non vi preoccupate per me signore, ho tre sorelle minori
e so bene quanto siano volubili e impulsive a volte; non mi sento affatto
offesa né tantomeno mi considero una fanciulla in pericolo. Dopotutto voi siete
un gentiluomo e io non potrei sentirmi più al sicuro.” Ammise la ragazza
La sua risposta lo turbò alquanto, per questo si trovò a
sussurrare
“Signorina Elizabeth, la vostra generosità è pari soltanto
alla vostra bellezza.”
La giovane arrossì vistosamente, distogliendo lo sguardo.
Darcy si morse la lingua per la sconsideratezza che aveva
avuto rivolgendole quel complimento così sincero quanto inopportuno.
“Perdonatemi. Probabilmente è colpa di questo caldo, mi
sta facendo parlare a sproposito.”
Elizabeth sollevò lo sguardo e per un attimo lui credette
di leggere nei suoi occhi scuri un pizzico di delusione, ma fu veramente un
secondo, perché subito dopo erano tornati luminosi e ridenti.
“Signore, forse faremmo meglio a discorrere del tempo e di
quanto questo posto sia un vero paradiso o passeremo il resto del pomeriggio a
scusarci per cose di così poco conto!” rise lei
Ancora una volta, non potè impedire al proprio cuore di
battere più forte, ma non si trattenne dal ridere con lei.
Impiegarono più del previsto per ritornare al pontile, perché
da lontano avevano notato alcuni cervi pascolare lungo la riva ed Elizabeth si
era a tal punto emozionata alla vista dei magnifici animali, da chiedergli di
rimanere per qualche minuto fermi in contemplazione delle loro lunghe corna
ramificate.
Lui naturalmente aveva assecondato con piacere questo suo
desiderio, beandosi di ogni attimo in più passato in sua compagnia.
Dopo di chè aveva ripreso a remare di malavoglia verso
riva, sinceramente dispiaciuto che quel pomeriggio speciale stesse volgendo al
termine.
Quando ebbero ormeggiato e il movimento della barca si fu
fatto più stabile, si issò sul pontile e voltandosi poi verso la fanciulla, le
tese una mano per aiutarla a salire.
Quel semplice gesto gli riportò alla mente quel lontano
giorno a Netherfield, subito dopo il loro secondo incontro, quando le aveva
stretto la mano per aiutarla a salire in carrozza. Ricordava ancora la
sensazione di calore che aveva provato, quasi si fosse scottato.
Quella volta lei era rimasta sorpresa dal suo gesto, ora
invece accettò con fiducia il suo aiuto issandosi con agilità al suo fianco, il
dolce profumo dei suoi capelli che si insinuava delicatamente nelle sue narici.
Chiuse gli occhi per assaporare quel momento, ma poi la
udì mormorare preoccupata “Il mio scialle!” e li riaprì giusto in tempo
per vedere lo scialle scivolare lentamente in acqua.
Fu questione di un attimo, un movimento improvviso per
cercare di afferrare il morbido pezzo di stoffa candido al volo e Darcy si
ritrovò in acqua.
*************************************************
Un pomeriggio veramente piacevole e che di sicuro avrebbe
ricordato per molto tempo, a questo stava pensando mentre, con l’aiuto del
signor Gardiner, riportava a riva la piccola imbarcazione.
Lo zio di Elizabeth, non solo le aveva insegnato diverse
tecniche per la pesca in lago, ma su sua insistenza, le aveva anche spiegato
come remare nel modo più corretto. Era stato faticoso, ma aveva imparato quasi
subito.
Notando che suo fratello ed Elizabeth stavano attraccando proprio
in quel momento al pontile e non desiderando interromperli, aveva rallentato appena
in tempo, facendo credere al suo compagno di navigazione di voler fare ancora
un po’ di pratica coi remi.
Senza domandare oltre, lui l’aveva assecondata, così
facendo aveva potuto osservare da lontano tutta la scena…
Il modo in cui le mani dei due giovani si erano unite, la
confusione nello sguardo di entrambi, il movimento sinuoso dello scialle che
trasportato dal vento si posava sulla superficie del lago e…gli spruzzi
sollevati dal corpo del fratello che franava in acqua!
O Signore, fa che non si sia fatto male! Fu quello il suo
primo pensiero, riflesso anche negli occhi del signor Gardiner che aveva
assistito alla scena allo stesso modo di lei.
Fu lo stesso pensiero che riconobbe nella reazione di
Elizabeth, rimasta impotente sul pontile, china sul bordo dell’acqua in attesa
di vederlo riaffiorare, ma tesa e pronta a buttarsi in caso di necessità.
Se avesse ancora avuto bisogno di una prova che le dimostrasse
quanto fossero profondi i sentimenti della giovane per William, ebbene le sarebbe
bastato osservare la sua preoccupazione in quel momento. E la ragazza non ne
era nemmeno cosciente.
Poi la vide, la testa bruna del fratello che faceva
capolino fra le acque e sentì accanto a sé il sospiro di sollievo del signor
Gardiner. Solo allora si tranquillizzò, sentendo l’adrenalina defluire dal
proprio corpo e le lacrime salirle agli occhi.
In quel momento sentì che avrebbe potuto anche lasciarsi
sopraffare dal lato comico della situazione.
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Dio del cielo che spavento! L’aveva visto scivolare in
acqua senza poter fare nulla, ma era successo tutto in un secondo e lei era
stata presa alla sprovvista.
Poi attimi interminabili in cui non l’aveva visto
riemergere e il suo cuore si era come fermato.
Pensieri irrazionali le avevano riempito la mente…non
poteva perderlo…poi finalmente eccolo ricomparire, il fiato corto per
l’apnea prolungata, i capelli fradici incollati al viso, un accenno di sorriso
nella sua direzione, mentre con aria soddisfatta le mostrava ciò che stringeva
in mano…il suo scialle.
Lacrime di sollievo le scivolarono lungo le guance, le
asciugò velocemente perché non c’era motivo per cui lui le vedesse, poi gli
andò incontro sulla riva.
Un improvviso calore le salì alle guance, mentre lo guardava
risalire lentamente dal lago, i vestiti bagnati incollati al corpo e la sottile
stoffa della camicia, resa trasparente dal contatto con l’acqua, che metteva in
evidenza i muscoli del petto e la peluria scura che lo ricopriva.
Il suo incedere riusciva ad essere elegante nonostante la
situazione ed Elizabeth non potè fare a meno di ammirarlo, proprio come aveva
fatto il pomeriggio precedente con il busto che lo ritraeva.
Un’improvvisa ondata di affetto la travolse e per un
momento si chiese come sarebbe stata la sua vita se avesse accettato di
sposarlo mesi prima, se fra di loro non ci fossero stati fraintendimenti, se i
suoi pregiudizi non l’avessero resa cosi cieca, se avesse saputo passare sopra
all’orgoglio di lui.
Si vide felice, amata, protetta e un profondo senso di
malinconia la pervase.
Ci sarebbe stata una seconda possibilità?
Quando lui le fu vicino, immobile e silenzioso, con quello
sguardo dolce che aveva imparato a conoscere e ad amare, provò l’impulso di
abbracciarlo, ma naturalmente si trattenne, sarebbe sembrato troppo
sconveniente.
Per questo rimase immobile a sua volta, continuando a
fissarlo negli occhi.
Uno starnuto improvviso spezzò quel silenzio forzato e
guardandosi sorpresi, come risvegliati da uno stato di trance, i due giovani
scoppiarono a ridere contemporaneamente.
Sì, forse dopotutto ci sarebbe potuta essere una seconda
possibilità.
Spazio dell'autrice
Bene, anche questo
capitolo è finito.
Come avrete avuto modo
di notare, mi sono permessa di prendere in prestito la scena della camicia
bagnata di Darcy, resa così famosa dalla trasposizione televisiva di Orgoglio e
Pregiudizio del 1995 con protagonista Colin Firth, proprio per questa
occasione…mi pareva che ci stesse proprio bene!
E adesso passiamo ai
ringraziamenti senza indugiare oltre!
Cupidina 4ever= Spero di non averti
fatta aspettare troppo e che il nuovo capitolo ti sia piaciuto! Penso che sia
impossibile non amare questi personaggi, sono così veri. Kisses ^.^
Isy_264= Bentrovata! La mia
fervida immaginazione ha partorito ancora, dici che è plausibile un pomeriggio
a Pemberly così come l’ho pensato io? Di una cosa sono sicura…avrei voluto
esserci!! Se hai qualche scena particolare che ti andrebbe di “rivedere”
fammelo sapere e chissà che tu non mi dia dei nuovi spunti per scrivere ancora!!
Un bacio ^__^
Beab= Carissima Bea,
innanzitutto grazie mille per i complimenti, sto ancora gongolando! Non so se
sia il mio animo romantico, il fatto che incredibilmente io mi senta in qualche
modo fuori posto in questo secolo, o solo perché ho amato tanto lo stile della
Austen, ma adottare il suo modo di scrivere mi è risultato più semplice del
previsto. Oddio, adesso l’ho detto e verrò smentita di sicuro!! Comunque spero
che vorrai seguirmi ancora. Fra parentesi, ho seguito il tuo consiglio e ho
letto Persuasione, molto bello, ma continuo a preferire Orgoglio e Pregiudizio!
Ora sto leggendo Emma e con calma penso di leggerli tutti. Comunque è vero e
forse lo dovrei specificare meglio, le mie storie si rifanno più al film che al
libro, sarà perché l’ho visto almeno 50 volte?? ^__^
Perelun= Dolcissima amica, il
fatto che, pur non essendoci mai viste io ti senta così vicina, è una cosa che
adoro! Per ogni cosa che scrivo so che tu ci sei e naturalmente vale lo stesso
anche al contrario, niente può impedirmi di seguire la tua Storia (con la S maiuscola, la merita tutta!!). Quindi ecco qui un nuovo parto della mia mente malata, lo so
che non è ancora quello che vuoi tu…ma mi perdoni vero??? Un abbraccio ^.^
SognoImmortale= Bè innanzitutto complimenti
per il tuo nickname, di grande effetto!! Spero di aver placato la tua ansia e
averti regalato un attimo di relax nello studio. Spero presto di poter leggere
qualcosa di tuo. Besos
Freeze= Grazie per i
complimenti, che accetto sempre arrossendo un po’. Con questo capitolo spero di
non aver deluso nessuno, se così fosse non esitare a farmelo sapere. ^__^
WhiteMask= Anch’io sono
estremamente sicura che Elizabeth abbia avuto una bella sorpresa dopo il
matrimonio…chissà che non mi decida a scrivere anche di questo!! Non so se hai
visto il film e in particolare il finale alternativo, a mio parere non sarebbe
andato bene come finale, troppo poco Austeniano, ma di sicuro non si può dire
che non fosse accattivante! Se non l’hai visto ti considero di fare un giretto
su YouTube!!
Per voi e per tutti gli
altri che hanno letto e non recensito…statemi benone!
Chiara