Gelosia
Era
un tranquillo pomeriggio al Poirot.
I
raggi del sole entravano attraverso il vetro e tingevano di tonalità
calde le pareti del bar.
Due
clienti stavano gustando il piatto caldo della giornata, Azusa stava
preparando il thè e Amuro stava sistemando i piatti sulla credenza.
Improvvisamente
la campanellina appesa sopra la porta si mise a tintinnare ed un
allegro vociare spezzò quella calma ed il silenzio all'interno del
locale.
I
tre giovani detective entrarono nel locale parlando a voce alta.
<<
Che bello non vedo l'ora >>
<<
Chissà se riusciremo a prendere i cappellini ad edizione limitata...
>>
<<
Io voglio la trombetta! >>
<<
No Genta. La suoni troppo vicino alle orecchie! >>
<<
Eddai Ayumi. Questa volta giuro che sto attento >>
Dietro
i bambini il giovane Kudo camminava a passo lento con le mani in
tasca.
<<
Abbassate la voce! >>
Ovviamente
i tre lo ignorarono.
Shinichi
scosse la testa prendendo consapevolezza che rispettavano più Conan
che lui, poi si girò verso il balcone salutando il cameriere con un
gesto della testa. Il ragazzo ricambiò con un cenno della mano.
<<
Amuro-san per caso è pronta l'ordinazione? >>
<<
Hai >> rispose andando a prendere un sacchetto di
plastica << ...ecco qua i panini. Come mai tutto questo
fermento? >>
<<
Stasera andiamo al campo sportivo di Beika a vedere una partita >>
Quelle
parole ebbero uno strano effetto alle orecchie del ragazzo.
<<
Chi gioca? >>
Shinichi
fece un sorrisetto malizioso.
<<
Come non lo sai? I Big Osaka contro una squadra minore >>
Amuro
prese un altro sacchetto da riempire con le bibite incluse
nell'ordine celando un'espressione molto, molto irritata.
<<
Dev'essere un incontro importante >> disse con calma.
Shinichi
incrociò le braccia al petto irritato, sperava con quella
frecciatina di sortire qualche effetto.
<<
In realtà no. È un piccolo incontro per beneficenza però i ragazzi
non stanno più nella pelle >> Assottigliò gli occhi portando
due dita vicino al mento << Persino Shiho è contenta di uscire
>> mormorò.
Ma
dai?
La
cosa non lo sorprendeva affatto.
<<
Ah alla doc piace il calcio? Pensavo le interessasse solo lo shopping
>> disse con un tono talmente innocente che Shinichi non seppe
come controbattere.
<<
No le piace anche il calcio >> disse sperando di cogliere
qualche indizio dalla sua espressione. Niente. Era di ghiaccio <<
Beh allora vado >>
<<
Shinichi >>
<<
Si? >>
<<
Ci saranno le telecamere? >>
Il
ragazzo scosse la testa. Trattenendo un sorriso vittorioso.
Ecco
l'indizio.
<<
No. Come ti dicevo è un evento minore. Non mi azzarderei mai a
metterla in pericolo io >> disse uscendo velocemente dal
locale.
Amuro
alzò un sopracciglio.
*
All'interno
del piccolo campo sportivo c'era una folla incredibile, le urla erano
assordanti e si stava stretti.
Shiho
si guardò intorno con aria contrariata.
<<
Ma ti sembra regolare una cosa del genere? >>
Shinichi,
che non si era ancora seduto, venne colpito da una gomitata da un
uomo che stava camminando per raggiungere il suo gruppo di amici.
<<
Hai. In effetti potevano usare delle tribune più comode...
>>
disse massaggiandosi il braccio.
Shiho
fulminò con lo sguardo un ragazzo che agitava le braccia incurante
del fatto che accanto a lui ci fosse una bambina. Il ragazzo si fermò
immediatamente arrossendo e chinando il capo.
<<
Vieni qui Ayumi, siediti in braccio a me >>
Shinichi
si sedette accanto a lei.
<<
Eddai non lo vedi che ha smesso? >>
<<
Si. Ma sono certa che tra meno di due minuti ricomincerà e non
voglio occhi neri >>
Nel
senso che, se quel tipo si azzardava a anche solo a sfiorare la
bambina coi suoi modi maldestri, lei gli avrebbe fatto gli occhi
neri.
<<
Vuoi che la prenda io? >> domandò con ton cordiale ma questo
scaturì un rossore innaturale sulle guance della bambina.
Shiho
non poté fare a meno di sorridere con una punta di malizia: a quanto
pare la cotta non le era passata nonostante il passaggio da Conan a
Shinichi.
<<
Na stiamo bene così. Vero Ayumi? >>
<<
Sisi >>
*
La
partita si stava svolgendo come previsto con i Big a tre gol di
vantaggio sugli avversari, però al sessantaduesimo minuto, come
molto spesso succedeva quando c'era il Kudo ed i ragazzi nei paraggi,
un folle si mise a minacciare gli spettatori iniziando a sparare
sulla folla.
<<
Tutti a terra e fate tutto quello che vi diciamo >> disse un
secondo uomo.
Shinichi
chinò la testa guardando ogni angolo dello stadio: le uniche due vie
d'uscita erano state sigillate e le finestre erano troppo in alto.
Nel
trambusto Higo venne colpito ad una gamba aumentando il panico
generale.
Sanada
corse velocemente verso l'amico.
<<
Reisuke non ti muovere >>
L'allenatore
si mise le mani tra i capelli.
<<
Ci serve un medico! C'è un medico? >> disse in preda al panico.
Uno
di quegli uomini gli puntò la pistola alla testa.
<<
Stai zitto o ti faccio saltare il cervello >>
Nella
confusione generale Shiho si avvicinò con fare calmo.
<<
Se posso... >>
Il
criminale puntò la pistola contro la ragazza.
<<
Oh abbiamo wonder woman qui >>
I
bambini si misero a tremare mentre Shinichi cercava in tutti i modi
di farla tacere.
Era
diventata scema? Dov'era la ragazzina riflessiva e cauta che si
nascondeva dietro di lui?
Shiho
continuò a parlare con una calma invidiabile.
<<
Sono un medico e vorrei aiutare. Se quel ragazzo muore la vostra
situazione non farà che aggravarsi >>
Shinichi
la fissò con insistenza: il modo in cui stava gestendo la situazione
era davvero ammirevole.
Certo
era abituata a certe situazioni, però quel comportamento era
veramente da... manuale.
<<
Va bene. Gioca pure a fare il dottore ragazzina >>
Sanada
la guardò con un'espressione gentile cercando di nascondere una
punta di preoccupazione.
<<
Ragazzina... sicura di quello che fai? >>
<<
Si. Si calmi e mi faccia dare un'occhiata al giocatore >>
Reisuke
Higo era un tipo allegro e dalla scorza piuttosto dura, non era un
allarmista ed era rimasto immobile cercando di respirare con calma.
Quando
vide la ragazza che senza perdere tempo aveva abbassato il calzino
per visitarlo avvicinarsi fece un sorriso tirato.
<<
Come... come ti chiami? >>
<<
Miyano Shiho... >> disse lei controllando l'emozione di vedere
il suo idolo così da vicino.
<<
Shiho >> disse dolce << … che cosa si può fare? >>
Lei
lo guardò sorridendo rassicurante.
<<
Ok allora: so bene che con questa ci devi lavorare. Quindi cercherò
di fare in fretta ed evitare i nervi e legamenti. Siamo d'accordo?
>>
Higo
sorrise.
<<
Siamo d'accordo >>
La
squadra medica aveva ben poco: garze, anestetico spray e qualche
strumento base.
<<
Tranquillo la pallottola non ha colpito la vena femorale... cercherò
di capire se sono stati intaccati i nervi ma devi rimanere fermo
>>
<<
Wa... katta... >>
*
Due
giorni dopo.
Il
corridoio
della seconda divisione dell'ufficio investigativo
criminale era ancora
pieno di gente, testimoni oculari chiamati a deporre la loro versione
dei fatti.
Tra
questi Miyano Shiho.
Stava
appoggiata con le spalle contro il muro ed un'aria indifferente,
quasi annoiata, mentre attendeva il suo turno.
Shinichi
ed i bambini erano stati chiamati il giorno prima, lei aveva potuto
temporeggiare grazie alle sue conoscenze, ma non poteva certo
sfuggire a quel dovere, soprattutto non dopo essersi messa in mostra.
Improvvisamente
una figura catturò la sua attenzione distraendola dalla noia.
Drizzò
la schiena e lo raggiunse con passo svelto, le dava le spalle.
<<
Come mai sei tra i testimoni? >>
Rei
portò le mani dentro le tasche dei pantaloni e fece un sorrisetto
mentre chiudeva gli occhi e faceva spallucce con nonchalance.
<<
Questioni di lavoro >>
Shiho
assottigliò gli occhi. Quanto lo detestava quando si comportava in
quel modo.
<<
Eri nello stadio? >>
<<
Ti devo forse ricordare che gli attentati fanno parte delle mie
competenze come agente di pubblica sicurezza? >>
<<
Trovo solo strano che un caso del genere sia di tua competenza >>
<<
Potevano essere loro >>
Si.
Come no...
<<
Visto che ne parliamo... >> disse Rei cercando di approfondire
<< ...per caso tu...? >>
Venne
interrotto prima di poter ottenere qualsiasi informazione.
<<
Dottoressa Miyano >>
Lei
si girò incontrando gli occhi gentili del bellissimo calciatore.
<<
Si? >>
<<
Vorrei ringraziarla per l'aiuto. Il dottore ha detto che grazie al
suo intervento la mia carriera non sarà compromessa >>
Shiho
sorrise.
<<
Ne sono lieta >>
Rei
alzò gli occhi al cielo e fece per andare via. Non aveva voglia di
stare lì a vedere quel giocatore balbettare davanti a miss regina
dei ghiacci.
<<
Mi piacerebbero ringraziarla... che ne dice di un invito a cena?
Magari quando mi toglieranno la fasciatur.... >>
Fece
un rapido retrofront.
No.
Non stava affatto balbettando. E la regina dei ghiacci sembrava
propensa allo scioglimento.
<<
Domando scusa... >> disse con un sorriso serafico che celava
un'aura degna di uno shinigami << Signorina Miyano la cercano
per la deposizione >> disse prendendola gentilmente per un
braccio trascinandola con passo deciso.
Shiho
inizialmente gonfiò le guance guardandolo con disappunto, poi prese
consapevolezza e lo seguì non riuscendo a trattenere una risata.
<<
Sei geloso Furuya? >>
Lui
si girò fissandola intensamente negli occhi.
<<
Shiho sei la ragazza più folle, contraddittoria, sarcastica,
isterica ed inquietante che conosca... >>
Lei
alzò un sopracciglio pronta a rispondere a tono a quella sfilza di
insulti.
<<
... È ovvio che io sia geloso>>
Ammutolì
all'istante.
Rei
le prese la mano per condurla fuori dall'edificio.
Shiho
accennò un sorrisino, poi passò la lingua nel palato incrociando le
mani al petto ed inspirò.
<<
Comunque sappi che ho intenzione di farmi fare l'autografo >>
<<
No. Tu adesso esci da questo edificio >>
<<
Allora glielo chiedi tu? >> replicò con dolcezza.
Lui
strabuzzò gli occhi.
<<
Cos...? No! >>
Lei
sorrise dolcissima.
<<
Allora mi tocca accettare il suo invito a cena e farmi fare
l'autografo durante l'appuntamento >>
Rei
si girò e la fissò dritta negli occhi.
Lei
sostenne il suo sguardo con un sorrisino malizioso.
Sospirò
rassegnato.
<<
E va bene... torniamo a farci fare questo dannato autografo >>
<<
Torniamo? >>
<<
Si torniamo. Io vengo con te >>
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