Lui & Lei - L'incontro

di FilSam
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Lui, osservando una sua fotografia, si disse "E' quella giusta!". Perso nelle sue fantasie, con la testa alzata e lo sguardo fisso in un punto del soffitto, già immaginava di vivere con lei momenti spensierati, sognando di sorseggiare del buon vino insieme e preparare la cena; sospirando pensò ad alta voce "È magia".

Il loro incontro era stato voluto, voluto da entrambi, in un giorno qualunque, in un momento qualsiasi, lontano dal tempo.

Lei era davanti a lui, bellissima, semplice, col sorriso, di quelli che guarderesti per ore le sue labbra arricciate un poco sui lati, ed i capelli mossi, senza un ordine preciso, con un delicato profumo di cocco e vaniglia...e gli occhi, tanto grandi e profondi da volerci annegare, una porta per entrare nella sua dimensione e scoprirne i pensieri.

Attimi di silenzio; non c'era bisogno di parlare, i loro corpi, le loro mani già si stavano raccontando, dicendo tutto, cose che le parole mai sarebbero riuscite ad esprimere.

Lui le accarezzò il volto con le dita, la sua pelle era morbida, le spostò una ciocca di capelli dalla guancia; fino a quell'istante non aveva mai toccato una donna provando un vuoto allo stomaco. Si ritrasse quasi a non voler rovinare tutto, era irreale; la sua espressione tradiva l'agitazione, il tumulto, le paure, il desiderio, le incertezze che invece avrebbe voluto nascondere per non farsi scoprire alla fine tanto vulnerabile. Tra se ripeteva "E' quella giusta! è quella giusta!".

Lei lo guardò intensamente, aveva capito, lo aveva letto come solo una donna sa fare, era presente, rossa in viso, la testa ancora inclinata verso la sua mano assente. Ruppe quel silenzio "Essere felici fa paura, le cose belle fanno paura, e la paura è che tutto possa finire, o che non sia mai come immaginiamo e vogliamo".

Lui non sapeva cosa rispondere, aveva ragione, lo aveva colpito ed affondato; aveva paura di essere finalmente felice, aveva davanti a se la ragazza della foto, quella con cui aveva immaginato e programmato i bei momenti, ma la vita non si può immaginare o programmare, troppe variabili, troppe le domande che restano senza risposta perché una risposta alla fine non c'è, troppe ansie a farci fare un giro su noi stessi, per poi accorgerci di essere rimasti fermi nello stesso punto. Restò immobile a guardarla ancora, con un leggero sorriso che ora increspava anche le sue labbra e gli occhi lucidi di chi sta vivendo una grande emozione.

Lei fece un passo avanti verso di lui, nell'aria un solo respiro, strinse teneramente il suo viso tra le sue mani, si avvicinò ancora, le loro bocche si sfiorarono...

Lui "dove sei stata tutto questo tempo?".

Lei si perse nei suoi occhi, dolcemente, come una persona che ha sofferto tanto ma con il coraggio di ricominciare...a vivere.

Lui "andiamo a prenderci un gelato?".

Lei abbassò lo sguardo mordendosi le labbra, aveva ancora il sapore fresco e caldo di quel bacio, poi alzò la testa e piantò quegli enormi occhi nei suoi "Pistacchio e nocciola! sono i miei gusti preferiti!".

Lui rise, lei rise...




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