L’alba
di un nuovo giorno
La
morte è il fondo scuro che serve a uno specchio se vogliamo
vedere
qualcosa – Saul Bellow
Agata,
Agata, la caccia è finita. Non c’è
più nessuna preda. Siete
rimasti te e uno specchio frantumato.
Raccogli
i cocci, uno a uno, incurante dei tagli. Sono cicatrici antiche che
ti porti dall’utero materno, quando ancora il mondo era acqua
torbida.
Dicono
che la tempra si forgia negli anni. Tu imparasti a convivere con i
demoni ancora prima di nascere. Perché una larva sa
cosa
aspettarsi dalla vita, quanto potrà divenire pungente.
‘Ciò
che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama
farfalla.’
Quindi,
prepara nuovi assi nella tua manica, ché la storia vuole
essere
ripresa.
Note
dell’autrice:
come
spugne assorbiamo tutto ciò che ci circonda e impariamo
presto a
mimetizzarci, a nascondere il nostro ‘io’. Agata
crede di aver
assolto il suo compito ma ben presto capirà che
ciò che siamo non
potrà essere soppresso. E il gioco ricomincerà da
capo.
Secondo
il contacaretteri in uso sono 100 parole esatte.