Sirius Black sorrise
mentre, assieme agli altri abitanti di Magnolia, osservava finalmente
la parata serale di Fairy Tail, Phantasia iniziare dopo una settimana
di ritardo dovuta al piano di Luxus.
Tutti i maghi della gilda stavano facendo del loro meglio per mostrare
le loro abilità, tra cui Natsu che giocava con le fiamme, Gray e
una Juvia al settimo cielo si esibivano usando l’acqua e il
ghiaccio, Harry e Erza che sostenevano un duello amichevole tra di
loro…
“James… Saresti così fiero di lui.”
Mormorò, abbassando lo sguardo. “Se solo tu e Lily foste
ancora qui…”
Sirius si voltò, cercando di non guastare l’atmosfera
della festa con i suoi ricordi.
Solo per spalancare incredulo gli occhi nel vedere poco lontano da lui
qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di rivedere. E soprattutto
non lì.
“C-Cosa?” Fece, strofinando le mani sugli occhi e
controllando nuovamente di non star avendo alcuna allucinazione.
“Non è possibile!”
Cominciò a farsi largo tra la folla, che protestò, solo
per vederli allontanarsi.
“Ehi, aspettate!” Urlò, inutilmente a causa del
frastuono creato dalla festa.
Riuscì a superare la folla, solo per ritrovarsi in uno spiazzo
vuoto, dove cominciò a guardarsi attorno freneticamente.
“Dove sono finiti?” Domandò ad alta voce, per poi
trasformarsi nella sua forma animagus e cominciare a fiutare
l’aria.
Felpato spalancò nuovamente gli occhi, riconoscendo quei profumi
e cominciando a corrergli dietro.
Il suo inseguimento duro solo pochi minuti, prima di fermarsi dietro
alla coppia di anziani che erano arrivati pochi giorni prima del casino
di Luxus, e che erano rimasti in città nonostante
l’evacuazione.
Entrambi fermarono la loro camminata, senza tuttavia voltarsi nemmeno
quando Sirius tornò umano, ansimando per la corsa improvvisa.
Per qualche istante i tre restarono in silenzio.
“N-Non mi sbagliavo.” Fece Black, ancora incredulo per
ciò che stava vedendo, cominciando ad avvicinarsi alla copia.
“Ma non capisco… Com’è possibile? Zi-”
Non riuscì a finire la frase che il bastone della signora
colpì con forza la sua testa, facendolo cadere a terra
più per la sorpresa che per la forza.
“Ahia!” Esclamò il malandrino, massaggiandosi la
testa, mentre la signora fece sbattere il bastone a terra di fronte a
lui.
“Spero per te che non mi stavi per chiamare zia, Sirius
Black!” Esclamò questa, con tuttavia un sorriso sul volto.
“Pensavo di averti insegnato meglio!”
Sirius alzò lo sguardo, lasciando che un ghigno apparisse sul
suo volto.
“Giusto… Scusa, le vecchie abitudini faticano a
sparire… mamma.”
La signora annuì soddisfatta. “Così va meglio!
Visto Charles? Ti avevo detto che mi avrebbe chiamato in quel
modo!”
“Beh Dorea, a sua discolpa, ufficialmente sei sua zia.”
Rispose l’uomo, sorridendo.
“Stupidaggini! Sono stata sua madre più di quella vera,
penso di meritarmi tale titolo! Ora però passiamo a questioni
più importanti! Dove quel mascalzone di tuo fratello, Sirius?
Vorrei dirgliele quattro per aver lasciato qui nostro nipote senza
alcuna sorveglianza!”
Il sorriso sul volto di Sirius scomparve immediatamente, abbassando lo
sguardo.
“Sirius?” Domandò Charles, sorpreso da quel
cambiamento di atteggiamento.
Il malandrino restò seduto dove si trovava, per poi mettersi in
ginocchio.
“Mi dispiace!” Urlò, lasciando finalmente che le
lacrime uscissero. “È stata colpa mia! È stata
tutta colpa mia!”
“Sirius, di cosa stai parlando?” Domandò Dorea,
abbassandosi e accarezzandolo sulla testa.
“Mi dispiace, ho deluso tutti… Voi, James, Lily,
Harry… Non sono riuscito a proteggerli!” Continuò
piangendo Sirius. “Ho tradito la vostra fiducia, non ho saputo
ricambiare ciò che avete fatto per me! Mi avete accolto come
vostro figlio e io… Io ho lasciato che James… Che James
se ne andasse per sempre.”
Dorea e Charles Potter restarono in silenzio a quella ammissione,
sedendosi a fianco di Sirius.
“Cos’è successo?” Chiese infine il vecchio
Potter, poggiando una mano sulla schiena del figlio adottivo.
Sirius cominciò a spiegare tutto quello che era successo dalla
loro scomparsa. Di come James si era infine sposato con Lily Evans. Di
come erano felici quando avevano saputo di aspettare Harry e di come
scoprirono che Voldemort voleva ucciderlo. Del suo piano per proteggere
James e Lily, e che si era invece rivelato ciò che gli aveva
condannati. Di come aveva passato più di un decennio ad Azkaban.
I due anziani restarono in silenzio tutto il tempo, e anche una volta
che Sirius ebbe finito restarono al loro posto, continuando a
consolarlo.
“Non è stata colpa tua.” Disse infine Dorea,
stringendo con forza il suo bastone. “Non è un peccato
fidarsi dei propri amici. Il vero colpevole è Peter Minus.
È lui che si è appena guadagnato tutto il nostro odio
più puro.”
“Sono sicuro che James e Lily non ti accusano di nulla.”
Aggiunse Charles, rialzandosi. “Ed è una vergogna che tu
abbia passato tutti quei anni ad Azkaban da innocente.”
Sua moglie sospirò. “Direi che è una fortuna che il
piccolo Harry abbia avuto un evento simile al nostro e sia finito anche
lui qui. Se solo lo avessimo scoperto prima…”
“Voi come siete finiti qui?” Domandò Sirius.
“Io e James eravamo convinti che Voldemort vi avesse ucciso e
fatto sparire. Temevamo foste stati usati come inferi.”
“Questa è una domanda da un milione di galeoni.”
Ridacchiò Charles. “Forse non ci crederai, ma nemmeno noi
siamo sicuri di come sia successo. Un minuto prima eravamo in giro per
Diagon Alley e il minuto dopo ci siamo ritrovati in un posto totalmente
diverso, entrambi con 50 anni di meno.”
“Come? Siete… siete tornati giovani?” Domandò
Sirius, solo per beccarsi un altro colpo in testa.
“Insinui che siamo vecchi?” Esclamò Dorea, ghignando
divertita, per poi mettersi nuovamente seduta. “Ma hai ragione.
Per qualche motivo ignoto, siamo arrivati qui nel fiore della nostra
giovinezza.”
“Abbiamo passato anni a cercare un modo per tornare a casa,
visitando diverse gilde. Ma non abbiamo mai trovato un modo per
riuscirci. Non potevamo nemmeno andare in giro dicendo di essere di un
altro mondo, cosa che avevamo capito dopo qualche settimana passata
qui.”
“E alla fine abbiamo deciso di ricominciare. Ci siamo uniti a una
gilda, e lì abbiamo cominciato a farci una certa fama.”
Dorea sospirò. “Peccato che la nostra famiglia sembri
essere maledetta.”
“Cosa volete dire?”
“Non prenderla a male Sirius. Non abbiamo mai avuto intenzione di
sostituire James o te. Ma sai, eravamo di nuovo giovani, e… beh,
diciamo nuovamente spensierati.”
“Aspettate, state dicendo che-”
“James ha avuto una sorellina, esatto.” Ridacchiò
Charles. “La nostra dolce Bella… E no Sirius,
fortunatamente non era nemmeno lontanamente pazza come tua
cugina.”
“Menomale, mi basta e avanza una sola di Bellatrix. Ma cosa le
è successo?”
Charles e Dorea abbassarono lo sguardo.
“Zeref è successo. Lui e quel suo maledetto demone
Deliora.” Rispose Dorea, stringendo il bastone con tutte le sue
forze. “La città dove lei e suo marito si erano trasferiti
per cominciare la loro famiglia è stata attaccata e distrutta da
quel demone. Quando siamo arrivati, ormai non c’era più
nulla. Il nostro più grande dispiacere è il fatto che non
la vedevamo da anni. Dopo il suo matrimonio abbiamo deciso di viaggiare
nuovamente per il mondo. Una decisione di cui ci siamo pentiti
amaramente. Forse avremmo potuto aiutarli.”
Sirius restò in silenzio.
“Deliora… Harry mi ha raccontato di quel demone.”
Disse infine. “Anche un suo amico ha sofferto a causa sua. Ma
questo significa anche che almeno uno dei vostri figli è stato
vendicato.”
“Lo sappiamo. Ed è stato allora che abbiamo scoperto di
Harry. Inizialmente, quando abbiamo sentito il nome, pensavamo a una
coincidenza, ma poi, quando abbiamo visto la sua foto ogni dubbio
è sparito. Per questo siamo venuti qui. Eravamo sicuri di
trovarlo durante Phantasia.”
“Infatti lo abbiamo incontrato praticamente subito. Lui
ovviamente non ci ha riconosciuti.”
“A-Aspettate allora! Vado a chiamarlo e-”
“No Sirius.” Lo fermò Dorea. “Questo lo
legherebbe qui. E non vogliamo che rinunci alla sua vita per due
vecchi. In ogni caso, a noi non resta poi così tanto tempo. Ci
basta sapere che l’eredità di James stia bene.”
“Oh, sì, sta bene. È diventato un mago di cui
essere davvero orgogliosi. Anche a Hogwarts ha lasciato il segno di
sé.”
“Così avevamo ragione anche su quello. Avete trovato un
modo per viaggiare tra i due mondi. E in maniera stabile direi.
È chiaro che noi siamo finiti molto tempo indietro rispetto a
quando eravamo a casa.”
Sirius annuì. “Il merito va a una delle amiche di Harry.
Con i suoi Spiriti Stellari può viaggiare tra le dimensioni,
come anche la fenice di Silente.”
“Spiriti Stellari! Te lo avevo detto che avremmo dovuto cercare
qualche mago in grado di usarli!” Esclamò Dorea, guardando
il marito.
“Ma cara, lo sai che non sono affatto facili da trovare. Solo di
recente sembrano aver deciso di mettersi in mostra.”
Poco lontano dal trio, Harry Potter annuì, lasciando che una
singola lacrima scendesse dagli occhi.
“Beh, che cosa vuoi fare?” Chiese Luxus, appoggiato contro
un muro lì vicino. “Pensi di andare da loro?”
“No. Non voglio costringerli a vedermi solo per sparire per
chissà quanto tempo. Come hanno detto loro, è meglio
così.”
“Come vuoi.” Sbuffò il mago del tuono, per poi
ghignare. “Ma direi che questo per te è il regalo migliore
che potessi chiedere, vero? Hai ancora una famiglia.”
“Ho sempre avuto una famiglia.” Rispose Majutsu. “Voi
di Fairy Tail siete la mia famiglia. Ma sì, sono contento.”
“Smettila di includermi. Non sono più un membro di Fairy
Tail, lo sai.”
Dicendo ciò alzò un braccio per salutarlo, cominciando ad
allontanarsi da Magnolia.
Proseguì per qualche minuto, finché non si inoltrò
nella foresta.
Fu lì che si fermò, bloccato da una figura di luce che si
trovava in mezzo al percorso.
“E tu chi sei?” Domandò Luxus, lasciando cadere la
sua borsa e preparandosi a combattere.
“Sai, tu non sei ancora stato realmente espulso da Fairy
Tail.” Disse la figura, con una voce che Luxus non riuscì
a decifrare. Le parole sembravano quasi entrargli di forza dentro la
testa.
“C-Cos’hai detto?”
“Il simbolo di Fairy Tail è ancora inciso sul tuo corpo.
Questo significa che non hai lasciato realmente la gilda.”
“Devo solo arrivare in un’altra città e farmelo
rimuovere.”
“Credi sia così facile? Fairy Tail non è una gilda
come le altre. Quel marchio non andrà via. Non finché il
tuo cuore apparterà alla gilda. E visto che sei riuscito ad
usare correttamente la Fairy Law, questo non succederà
presto.”
Luxus fissò incredulo la figura. “E tu come fai a sapere
tutte queste cose?”
La figura sembrò sorridere. “Oh, ma è semplice.
Dopotutto, sia il marchio di Fairy Tail che la Fairy Law sono opera
mia, Luxus.”
Il mago spalancò gli occhi.
“Non temere, non ti farò alcun male. Direi che hai capito
la lezione. Sono sicura che non farai più alcun male a Fairy
Tail. Anzi, diventerai sicuramente uno dei suoi guardiani più
fedeli.”
“A che scopo? Il nonno mi ha buttato fuori.”
“Beh, diciamo che posso andare oltre il suo ordine. Dopotutto,
per me anche lui è un bambino. Ma per ora, lasciamogli credere
che sia andata così, che ne dici?”
“E allora cosa vuoi che faccia?”
“Viaggia Luxus. Viaggia per questo mondo e scopri tutto
ciò che ti servirà. Ma se Fairy Tail dovesse avere
bisogno di te, dovrai accorrere in suo aiuto.”
Luxus annuì, per poi recuperare la sua borsa e riprendere il
cammino, superando la figura senza voltarsi una volta sola.
La figura restò in silenzio, per poi sospirare.
“È andata meglio del previsto. Ero sicura che avrebbe
detto qualcosa in più.” Disse, per poi voltare lo sguardo
verso un punto della foresta. “E grazie per non aver
interferito.”
“Non è lui che mi interessa.” Rispose una voce,
appartenente a un ragazzo dai capelli neri, il cui volto era celato
dall’oscurità della notte, che si trovava seduto alla base
di un albero. “Ma sappi che non accetterò altri interventi
come quello di 14 anni fa.”
La figura lo guardò seria.
“Stai lontano da Fairy Tail e non ci sarà alcun pericolo
per te. Avvicinati a uno solo di loro e non avrò
pietà.”
Il ragazzo sorrise, per poi alzarsi.
“Sappiamo entrambi la verità. Tu per prima hai
interferito.” Disse, per poi sparire nel nulla.
“Farò semplicemente ciò che devo.”
La figura sospirò, per poi voltarsi verso la città.
“Non mi pento di quello che ho fatto. Spero solo di poter venire
perdonata un giorno.”
Una folata di vento l’avvolse, ma sembrò quasi evitare di
toccarla.
“Ho permesso a qualcuno di usare quella magia e, per quanto le
sue intenzioni fossero buone, il prezzo da pagare è stato
alto… troppo alto. Non è vero, Lily?”
~~~~31
ottobre 1981~~~~
Lily Potter stava cullando tra le braccia suo figlio Harry.
Il bambino continuava a guardarla con gli occhi che brillavano.
“Forza mio piccolo Majutsu, è ora di andare a fare la
nanna.” Sussurrò, per poi sentire una risatina.
“Ancora quel soprannome, Lily?” Chiese James, divertito.
“Non ho ancora capito perché ti ostini a chiamarlo
così.”
La rossa sorrise a sua volta. “Ho la sensazione che sarà
chiamato spesso così. O hai qualcosa contro,
Ramoso?”
“Okay, okay, hai il tuo punto.” Ridacchiò James.
“Ma davvero, vorrei tanto sapere come ti è venuto in
mente.”
Lily spostò lo sguardo. Sapeva che questi potevano anche essere
i loro ultimi giorni, ma non aveva il coraggio di dirlo a James.
Anche se ricordava tutto quello che era successo durante il loro quinto
anno, continuava a sperare che così non fosse. Che ci fosse un
modo per restare insieme a Harry, di vederlo crescere.
Da quando aveva recuperato i ricordi, aveva continuato a cercare un
incantesimo che potesse aiutarli. E anche se odiava ammetterlo, proprio
quei ricordi l’avevano aiutata a farsi convincere a scegliere
Peter invece di Sirius come loro custode segreto. Ma dubitava
fortemente che uno degli amici di James potesse mai tradirli
volontariamente.
Eppure l’Harry che avevano incontrato era cresciuto orfano.
L’unica cosa che la faceva sorridere era il fatto che si era
fatto dei veri amici, proprio come James, e che era stato più
fortunato di lei.
Ancora non riusciva a crederci. Severus aveva messo il bersaglio su suo
figlio. E anche se Silente gli aveva detto che se ne era pentito,
dubitava sarebbe mai riuscito a perdonarlo. Non se per colpa della sua
stupida gelosia a pagare sarebbe stato Harry.
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un calo di luce, che
portò James a tirare subito fuori la sua bacchetta.
“Lily, dobbiamo andarcene.” Disse alla moglie, che
annuì, mentre stringeva Harry, che la guardò con
curiosità.
I due maghi fecero un giro su se stessi, solo per guardarsi attorno
attoniti.
“Non funziona…” Sussurrò James, deglutendo.
Prima che potesse dire altro, la porta d’ingresso esplose,
mostrando ai due maghi Lord Voldemort, con la bacchetta in mano e un
ghigno sul volto.
“I Potter.” Disse lui. “Finalmente ci rivediamo. Ora,
vorrei evitare di spargere inutilmente del sangue magico puro, e sono
disposto a risparmiare quella sangue sporco che hai vergognosamente
scelto come moglie. Voglio solo vostro figlio.”
Lily strinse con forza Harry, mentre James si metteva in mezzo.
“Sai già la risposta, Voldemort. Non lascerò che tu
metta le mani su mio figlio! Lily, scappa!”
La rossa guardò il marito, che annuì. A quel punto corse
al piano di sopra, cercando di ignorare il pronunciare degli
incantesimi dietro di lei e andando a rifugiarsi nella stanza del
figlio, lanciando subito decine di incantesimi di protezione attorno a
loro.
“Non servirà.” Fece una voce.
Lily si voltò subito con la bacchetta in mano, ritrovandosi a
guardare una figura di luce.
“Non temere. Non ho intenzione di farti del male. Tuttavia non
posso nemmeno aiutarti a scappare. Mi dispiace.”
Come spiegazione, la figura passò una mano contro il muro,
passandoci attraverso come un fantasma.
“C-Chi… Chi sei?”
“Un’amica. Un’amica di tutti quelli che portano il
marchio di Fairy Tail.”
A quel nome la donna spalancò gli occhi.
“Tu… Tu conosci Fairy Tail?”
“Certo che la conosco. Dopotutto, ero lì quando è
stata fondata. Ed ero presente anche quando tuo figlio ha viaggiato
attraverso il tempo.”
Dicendo ciò alzò una mano e per un secondo sulla fronte
di Harry, dove in futuro ci sarebbe stata la cicatrice, brillò
il marchio di Fairy Tail. “Non importa quando, ma tuo figlio
è protetto dalla mia gilda.”
“Allora… Allora puoi portarlo da loro? Ti supplicò,
salva Harry, non mi importa come o a che prezzo!”
“Questo non posso farlo.” Spiegò. “In questo
stato, non sono in grado di lanciare incantesimi o di prendere oggetti
fisici. Tuttavia… Lily Potter, sei davvero disposta a tutto pur
di salvarlo?”
Un tonfo riempì il silenzio attorno a loro, segno che Voldemort
aveva già iniziato a colpire gli incantesimi di protezione.
“Sì.” Rispose lei con determinazione. “Non
importa a che prezzo.”
La figura sospirò. “Mi dispiace. Mi dispiace
davvero… il prezzo sarà altissimo per te.”
Prima che Lily potesse dire altro, la figura alzò la mano verso
di lei, lasciando che sulla fronte di Lily, nello stesso identico punto
del figlio, apparisse il tatuaggio di Fairy Tail.
Poi la figura cominciò a parlare in una lingua sconosciuta, per
poi vedere Lily, come in trance, ripetere tutto quello che diceva.
Una volta concluso, il simbolo di Fairy Tail scomparve, mentre Lily
cadeva a terra esausta.
“Mi dispiace.” Ripeté la figura, cominciando a
svanire. “Non avrai nemmeno il ricordo di ciò ad
accompagnarti nei prossimi minuti.”
~~~~Oggi~~~~
Un paio di occhi verdi si spalancarono di colpo, mentre il loro
proprietario si mise seduto sul letto.
Si portò una mano sul volto, facendo profondi respiri, mentre la
tunica bianca che l’avvolgeva si muoveva assieme al suo petto.
“No…” Ansimò. “Non può aver
recuperato un corpo. Non dopo quella notte.”
Tolse la mano dal volto, mostrando il simbolo verde brillante di Fairy
Tail sulla fronte, per poi alzarsi e dirigersi verso un baule che stava
al centro della stanza, sopra il quale c’erano decine di sigilli,
tutti con il marchio di Fairy Tail.
“Non ce la farai, Voldemort.” Esclamò Lily Potter
con determinazione. “Ti ho già fermato una volta, non
esiterò a farlo una seconda. Non farai del male a mio figlio,
non finché avrò qualcosa da dire in proposito!”
Non appena ebbe detto ciò alzò una mano di fronte a
sé, creando una sfera di luce, che volò all’interno
del baule, passando attraverso il legno.
“Spero solo di riuscire a fermarlo il più a lungo
possibile.” Aggiunse a bassa voce. “Stavolta
c’è voluta più forza del solito.”
Mentre parlava, su una delle pareti si accese uno schermo magico, che
cominciò a mostrare una scena che la donna non aveva mai visto
prima.
“E vorrei sapere che cosa significa ciò.” Fece,
osservando al suo interno una ragazza dai capelli bianchi cadere a
terra.
~~~~~~~~~~~~~
“Patetica.
Come lo sono tutti gli altri.” Disse una voce, mentre la
ragazza dai capelli bianchi alzava lo sguardo, cercando di rialzarsi
ignorando il dolore alle gambe, dalle quali stava uscendo copiosamente
del sangue da diversi tagli.
“Patetica? Hai mai pensato di
guardarti allo specchio? Non sono io ad aver rinnegato tutto ciò
in cui credevo!” Replicò lei, irata.
“Ma non ho rinnegato proprio
nulla. Non ho mai fatto mistero sul fatto che cercassi più
potere, e con voi non avrei mai potuto ottenerlo. Per fortuna,
l’ho trovato altrove.”
“E a che costo?!”
Urlò l’albina, chiudendo le mani a pugno. “Ci hai traditi! E hai anche ucciso
tutti loro, senza mostrare alcun risentimento!”
“Erano solo dei deboli, tutti e
sette. Dovreste ringraziarmi per avervi liberato della loro
presenza.”
“Ringraziarti? Sei ancora viva
solo perché ho detto che mi sarei occupata io di te! Ma forse
avrei dovuto lasciare fare agli altri, dimenticandomi della nostra
amicizia. Mi pare ovvio che fossi solo io a considerarla tale!”
“Non presumere troppo.
Dopotutto sto ricambiando il favore. Oggi tornerai alla tua cosiddetta
casa. Consideralo il saldo del debito che ti dovevo per avermi aiutato
tutti quegli anni fa. Non è stato facile convincerlo a lasciarti
andare via viva.”
La ragazza riuscì finalmente ad alzarsi, fissando con odio la
figura di fronte a sé, come anche quella alle sue spalle.
“E a lui non ci pensi?! O mi
stai dicendo che anche tutto quello che hai passato con lui era una
menzogna?! Hai idea di come reagirà quando scoprirà
ciò che hai fatto?”
La figura di fronte a lei scoppiò a ridere, per poi lasciar
cadere a terra un ciondolo a forma di drago che aveva in tasca.
“Puoi restituirglielo. Forse in
passato avrei anche potuto provare qualcosa per lui, ma è solo
un codardo. Avere quel potere e rifiutarsi di usarlo. Che idiota! Lo
sai vero che se solo agisse in prima persona, avreste vinto voi da
tempo? Dopotutto, non c’è nessun altro con il suo
potere.”
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo.
“Ti sbagli.” Disse
infine. “Qualcuno
c’è. E anche se sarà difficile, farò del mio
meglio per portarlo qui ad aiutarci. E so già che non ti
perdonerà mai per quello che hai fatto. Potrà non
conoscerci, ma so perfettamente da che parte sta, e di certo non dalla
tua e di quel mostro alle tue spalle!”
“Se fosse vero, lo avresti
già chiamato, no? Dopotutto, quante persone hai visto morire in
questi anni? Le tue minacce sono vuote.”
Dicendo ciò la figura si voltò, per poi alzare la mano in
un saluto.
“Addio. Questa sarà
l’ultima volta che ci incontreremo da amiche. La prossima volta
sarai la mia preda, e non ti lascerò andare finché non
avrai esalato il tuo ultimo respiro. Dopotutto, ora parteciperò
anch’io alla Caccia. E credimi, avrò meno pietà
degli altri.”
Senza aggiungere altro, le due figure si allontanarono, lasciando la
ragazza bianca da sola.
“Maledizione…”
Mormorò, cominciando a piangere e accasciandosi nuovamente a
terra. “Perché sono
ancora così inutile?!” Urlò, sbattendo i
pugni sul terreno.
Restò in quella posizione per diversi minuti, prima di alzarsi
nuovamente, per poi strapparsi le maniche della maglietta, usando il
tessuto per fermare il sangue che continuava ad uscire dalle ferite
sulle gambe.
“Non posso fare altro che
sperare. Sperare di trovare davvero un modo per contattarlo. Solo lui
può fermarli, ne sono sicura. E spero che succeda prima che sia
troppo tardi.”
Una volta finito di medicarsi alla buona, fece qualche passo in avanti,
raggiungendo il ciondolo lasciato a terra e raccogliendolo.
“Non lo accetterà mai.
So già che si rifiuterà di farlo. È troppo buono.
Ed è per questo che soffrirà ancora di più di
tutti gli altri.” Mormorò, stringendo con forza
l’oggetto.
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Loki si lasciò cadere davanti a una lapide, sospirando esausto.
“Ne è passato di tempo, eh?” Mormorò,
guardando la lapide, priva di qualsiasi scritta. “Scusami, ti
sembrerà assurdo, ma sono stato preso da mille impegni.”
Lo Spirito Stellare del leone ridacchiò. “Sono proprio
senza speranza, eh? Sono passati solo pochi anni, ma ancora non riesco
ad andare oltre. Mi sono sporcato le mani, pensando che tu non avresti
mai voluto vederla soffrire… e ho finito solo con provocare
un’altra morte.”
A sua insaputa, poco lontano da lui, Lyra e Aquarius stavano osservando
la scena, la prima con un’espressione triste sul volto e la
seconda impassibile.
“Tsk. Come se fosse l’unico a cui manca.”
Sbottò Aquarius.
“Manca a tutti noi.” Fece Virgo, raggiungendole. “Ma
sai perfettamente che è lui ad aver sofferto più di
tutti.”
“Questo non gli ha evitato di sparire a sua volta per diversi
anni.” Replicò lo spirito acquatico. “Ho pensato che
avesse deciso di raggiungerla. E invece si è solo nascosto a
tutti noi, tranne che al Re.”
“Però credo che Lucy possa aiutarlo a recuperare.”
Disse Lyra. “È una delle migliori evocatrici che ci sono
mai capitate, proprio come sua madre.”
“Ma per piacere, quella mocciosa non è lontanamente ai
livelli di Layla. Anzi, paragonarla sarebbe un offesa.”
“Hai ragione. Lucy le è decisamente superiore.”
Replicò Virgo. “E non negarlo. L’averci evocato
tutti assieme avrebbe ucciso chiunque, ma lei ha avuto giusto un
esaurimento magico. Layla non è riuscita a reggere il
contraccolpo.”
Aquarius distolse lo sguardo.
“Continui a comportati in questo modo proprio perché ti
ricorda lei, non è vero?” Domandò Lyra.
“Che cosa ne volete sapere voi?!” Sbottò lei.
“Era la mia migliore amica, certo che mi manca! E non
potrò mai paragonare qualcun altro a lei, non importa quanto sia
simile! E finché Lucy si comporterà come se fosse una sua
copia, di certo non guadagnerà mai la mia piena fiducia.
Sì, so di essere dalla parte del torto, ma non ho intenzione di
agire diversamente!”
Lyra ridacchiò. “Beh, anche con lei non ci andavi di certo
leggera.”
“Già. Mi ricordo che dovevo sempre asciugare tutto quanto
dopo una vostra discussione, che finiva sempre con te che le scagliavi
contro uno tsunami.” Aggiunse Virgo.
Aquarius distolse lo sguardo. “Non ho mai fatto nulla del genere
a Layla.”
“Infatti. Sei sicura che stavi parlando di lei?”
Domandò lo spirito della Vergine, per poi girarsi e
allontanarsi, seguita da Lyra, lasciandola da sola.
Aquarius si voltò nuovamente a guardare Loki, che non si era
mosso minimamente.
“So bene di chi stavo parlando, idiote.” Mormorò
infine.
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Sono vivo!
Mi sembrava il caso di dirlo, visto la mia (solita) lunga assenza...
Ma finalmente, sono riuscito a pubblicare IL capitolo! Da questo
momento in poi, la storia inizierà a distaccarsi dalle trame
originali! Certo, ci saranno ancora dei punti in comune, ma il come si
svolgeranno potrebbe rivelarsi assai diverso.
Non vi preoccupate: quanto visto in questo capitolo avrà in
futuro la sua chiara spiegazione. Ma per ora, mi limito a lasciarvi
alla vostra immaginazione.
Detto ciò, vi saluto! Ci sentiamo per il prossimo capitolo! E
fatemi sapere che ne pensate ù.ù