Nb: Gli eventi di
questo capitolo avvengono cronologicamente prima del precedente.
La giornata era
iniziata in maniera pessima per Todoroki, e si trattava di un
eufemismo, poiché era troppo educato per ammettere come
quella fosse una vera e propria "giornata di merda". Un senso di
disagio lo colpì nell'avvertire risuonare ben chiara nella
propria mente la voce di chi sapeva non si sarebbe vergognato per nulla
a definirla in quel modo, urlandolo con ogni probabilità ad
alto volume. Non era però un buon momento per pensare a quel
individuo dal carattere aggressivo e difficile. Tra le mani stringeva
una questione ben più complicata da gestire, al punto da
rischiare che anche sull'altra parte della sua chioma cominciassero a
spuntare dei capelli bianchi.
Una cartolina. Quel
giorno nella cassetta della posta della famiglia Todoroki aveva
trovato, assieme a bollette e pubblicità varie, anche una
cartolina. Era strano, poiché non era capodanno,
né erano nelle vicinanze di qualche altra
festività che potesse giustificare l'arrivo di una
cartolina. E il pensiero di un loro possibile conoscente che, in
vacanza, avesse voluto spedirgliela per raccontare del viaggio gli
pareva una possibilità troppo anacronistica. Se non si
contava qualche anziano del secolo precedente, forse era rimasto lui
l'unica persona al mondo che ancora preferiva avere una corrispondenza
cartacea, scrivendo lettere su lettere, piuttosto che inviare delle
e-mail. La stessa persona a cui aveva pensato un attimo prima gliene
faceva spesso una colpa, rimproverandolo che la deforestazione era
ancora un problema grave nella loro società e, vista la
penuria di alberi, avrebbe almeno dovuto usare carta riciclata per le
proprie missive. Todoroki si era dimostrato però in possesso
di un sospettabile, ma ben nascosto, lato snob a riguardo. Non
accettava di scrivere su carta di bassa qualità, sopratutto
se pensava a chi inviava le proprie lettere, non voleva si potesse
pensare che tenesse in scarsa considerazione il ricevente della
missiva. La carta doveva essere di alta qualità, spessa,
quasi un cartoncino e doveva essere adatta anche per gli acquerelli.
Non che lui avesse mai usato degli acquerelli, ma gli piaceva l'idea di
avere anche una simile possibilità, se avesse avuto voglia
di applicarsi.
Stava di nuovo
vagheggiando! Si rese conto, quasi accartocciando le bollette nel pugno
mentre nell'altra mano teneva ancora la cartolina, lo sguardo a leggere
e rileggere le frasi scritte a mano in un'elegante calligrafia.
Purtroppo, era come pensava: era l'invito ad un matrimonio.
Per un momento
sperò con tutto il cuore che si trattasse di un qualche
amico di Touya, ma a conti fatti i suoi conoscenti degli ultimi dieci
anni erano solo villan. E un villan che cercava di sopravvivere lontano
dagli occhi degli heros di certo non avrebbe spedito un invito
matrimoniale, con tanto di indirizzo, alla residenza dell'attuale
number one, amicizia con Dabi o meno.
Doveva pure escludere
i colleghi di suoi padre, essendo per la maggior parte "uomini di una
certa età" già sposati e con tanto di prole.
Non c'erano altre
possibilità doveva trattarsi di un SUO conoscente,
probabilmente un ex-compagno di scuola. Ben sapeva a cosa quel lieto
evento avrebbe portato per lui, un discorso che temeva e aveva sempre
evitato come la peste.
"E tu Shouto, quando
ti sposi?" sta volta era la voce di sua madre a riempirgli la testa,
provocandogli un brivido di freddo lungo la spina dorsale e portandolo
a chiedersi quale fosse il modo migliore di liberarsi di quel invito.
Poteva ridurlo in cenere?
Peccato solo che i
nomi dei due prossimi novelli sposi fossero: Nemuri Kayama e Iida
Tenya, il quale, oltre ad essere un suo buon amico era pure il fratello
minore del marito di sua sorella Fuyumi. Non aveva modo di tenerlo
nascosto, neppure distruggendo l'invito! Ma sopratutto: Tenya con la
professoressa Midnight!?! Sul serio? Non se lo aspettava. Certo, sapeva
che anche l'amico aveva accettato di insegnare alla Yuuei, mantenendo
in contemporanea il suo lavoro da hero professionista, ma non si
sarebbe mai immaginato che... Anzi, a rifletterci, in realtà
non era poi tanto stupefacente visto quando Iida amava quella scuola.
Fidanzarsi con una sua ex-professoressa era qualcosa che ci si sarebbe
potuti aspettare da lui.
Todoroki
sbuffò, accennando un sorriso nel rileggere la cartolina,
non poteva non essere almeno un po' felice per l'amico. Per quanto
quell'invito gli avrebbe portato non poche seccature, era comunque
lieto per le sue future nozze.
- Ehi, Shouto! - una
voce squillante lo colse d'improvviso alle spalle facendolo sussultare
dalla sorpresa, portandolo a seguire uno sciocco istinto momentaneo per
il cui si infilò la cartolina sotto la maglia per
nasconderla. Dalla strada la figura minuta di Hawks e delle sue vistose
ali si avvicinava, sbracciandosi per salutarlo.
- Signor Hawks - lo
salutò di rimando con un leggero cenno del capo, tendeva ad
avere un comportamento scostante con quel uomo, nonostante per lui non
provasse alcuna antipatia particolare. Si trattava solo di un amico di
suo padre che molto, ma davvero molto spesso veniva a trovarlo. Shouto
non aveva nulla contro di lui, ma visto il numero esagerato di volte in
cui si era trovato ad affrontarlo appena sveglio al mattino, ancora
prima del caffè, sentiva un poco invaso il proprio spazio
personale.
- Ugh... che
accoglienza gelida - finse di rabbrividire il prohero per nulla
turbato, il fare superficiale e giocoso, sapeva essere colpa di Enji se
il più piccolo dei Todoroki lo trattava con tale freddezza.
Infondo non aveva mai chiarito la sua posizione, sfruttando sino
all'eccesso la scusa del figlio villan agli arresti domiciliari per
giustificava le sue visite. Come se già la presenza di due
hero in casa non fosse abbastanza e avessero bisogno della sua
assistenza.
Hawks si chiedeva
quanto ancora Enji avrebbe voluto andare avanti con una simile storia.
I suoi figli non erano certo tanto ingenui da non capire la reale
natura della loro relazione. Dabi aveva mangiato la foglia ben prima
del suo arresto e ora taceva solo perché divertito dal fatto
che i suoi fratelli non sospettassero nulla. Si pregustava il momento
in cui l'avrebbero capito. Dovevano davvero annoiarlo molto agli
arresti domiciliari.
- Al momento mio padre
non c'è, ma se vuole può entrare ad aspettarlo -
ne ignorò il commento Shouto, invitandolo a seguirlo,
precedendolo al cancelletto che portava al vialetto d'ingresso a villa
Todoroki, tenendolo aperto per lui.
- Grazie per l'invito!
- chiocciò Hawks, divertito infondo dai suoi modi statici ma
cordiali. - Arrivata qualche lettera interessante? - domandò
tanto per fare conversazione mentre attraversavano il giardino. L'erba
era umida di pioggia ed entrambi, per non inzaccherarsi le scarpe,
camminavano lungo le mattonelle che formavano lo stretto sentiero sino
all'ingresso della villa in stile giapponese.
- N-nulla -
mentì precipitoso, sentendosi subito un idiota per averlo
fatto, sapendo che comunque non avrebbe potuto nasconderlo a lungo, una
sensazione di acido a risalirgli la gola.
"Che pessimo bugiardo"
sorrise fra se e se Hawks, le braccia incrociate dietro alla testa, non
aveva idea di cosa volesse nascondergli, ma non avrebbe indagato.
Cercava di non farsi odiare più di quanto non fosse
necessario dai figli del suo attuale amante. Già Dabi doveva
detestarlo al quanto, essendo lui la causa principale per il suo
arresto.
- Quanto ci hai messo,
ti eri perso? - li accolse la voce contrariata di Touya, il quale non
aveva poi molto da fare rinchiuso lì dentro, e infastidire
un po' il fratello minore era uno dei suoi pochi piaceri. - Ah,
c'è anche il pennuto - la sua espressione si fece se
possibile ancora più sprezzante nel trovarli all'ingresso
mentre Hawks si toglieva le scarpe.
- Perché
tutto questo interesse per la posta? Aspettavi forse una lettera da
qualche amico di penna? - ribatte alla sua accoglienza Hawks, il tono
scherzoso ma lo sguardo serio, non privo di un certo astio. Con lui si
trattava di un'antipatia reciproca e ben giustificata, sul petto teneva
ancora la cicatrice di una larga ustione con il suo nome scritto sopra.
- Tsk -
schioccò lui la lingua senza rispondere, voltandogli le
spalle per tornare in soggiorno, la cavigliera attorno alla gamba
destra a mantenere fissa la sua luce rossa, segnalandone il suo
funzionamento e bloccandone il quirk. Hawks aveva la sensazione
costante che, senza di essa, ad ogni loro incontro l'altro avrebbe
provato a bruciarlo sino alle ossa, arresti domiciliari o meno. -
Stupido pollo teriyaki - sentì l'insulto che gli rivolse
borbottando a mezza voce, e non ebbe più alcun dubbio che lo
volesse cotto a puntino.
- Se si vuole intanto
accomodare, signor Hawks - Shouto decise di soprassedere il
comportamento del fratello, mantenendosi cordiale nei confronti del
proprio ospite così come sua sorella gli aveva insegnato.
Non riusciva però ad evitarsi una certa freddezza nei modi,
data sia dal fatto che non sapeva bene come comportarsi con l'hero, sia
dal nervosismo dovuto alla cartolina che, ad ogni passo, rischiava di
scivolargli fuori dal bordo dei pantaloni. - Mio padre era uscito per
delle commissioni, ma dovrebbe tornare fra poco -
- Arrivano anche
Fuyumi e Natsuo - si intromise Dabi dal salotto in stile occidentale,
seduto scomposto sul divano a fingere di prestare attenzione al
televisore acceso, limitandosi a saltare da un canale all'altro.
Evitava di rivolgergli lo sguardo, così da non vedere ancora
quella faccia da gallina che gli dava tanto su i nervi.
- A-arriva la
sorellona? - squittì in maniera piuttosto infantile Shouto,
dimenticandosi per il momento di Hawks per gettarsi contro la seduta
dove prendeva posto il fratello. - Quando? Cioè,
perché?.. Anzi, come lo sai?! - fece agitato, un repentino
cambio di atteggiamento tale che persino Touya ne sembrò
sorpreso, al punto da guardarlo stranito.
- Ha chiamato poco fa
mentre eri fuori - alzò le spalle lui perdendo subito
interesse, tornando a fingersi interessato a qualche programmo
televisivo di cui avrebbe voluto incenerire tutti i partecipanti. Gli
pareva gliene avesse parlato Toga una volta. - Natsuo è
tornato prima dal suo weekend in montagna e ha chiamato Fuyumi per
farsi andare a prendere in stazione -
- E' stato scaricato
un'altra volta? - si crucciò un poco Shouto, senza
però esserne davvero toccato, non era una novità.
- Probabile - lo aveva
dato per scontato, senza chiedere alla sorella i dettagli, conscio
della fortuna che Natsuo aveva nelle relazioni.
- Caffè? -
domandò nel mentre Hawks dalla cucina, la quale era l'unica
altra stanza dell'abitazione, assieme al salotto con cui era
comunicante, in stile occidentale. Si sentiva ormai di casa
lì dentro e, essendo stato abbandonato all'ingresso, non si
era fatto scrupoli a fare i propri comodi, sapendo dove tenevano il
caffè istantaneo.
- No - risposero
all'unisono i due giovani Todoroki, senza prestargli davvero attenzione,
- Quindi
sarà in lacrime - continuò Shouto, avvertendo una
vaga ansia stringergli la bocca dello stomaco. Quando aveva il cuore
spezzato di norma Natsuo affrontava la situazione prendendosi un certo
periodo di lutto da trascorre lì. Ciò per la
maggior parte era dovuto al fatto che tendeva ad invitare le ragazze
con cui aveva un rapporto a convivere nel suo misero appartamento da
neolaureato appena assunto. Non avendo cuore o abbastanza spina dorsale
per cacciarle, se ne tornava alla casa di famiglia per un po' per dare
alla ragazza di turno abbastanza tempo per cercarsi un'altra
sistemazione ed andarsene.
- Non dirlo come se
fossi tu quello che deve sopportare il piagnucoloso, sono io quello che
non può uscire - si irritò Dabi piegando le
labbra, o quel che ne restava, in una smorfia.
- Sei tu che sei
voluto diventare un villan - replicò con espressione piatta
Shouto, - Ora ne paghi le conseguenze - in parte però un po'
godendo della situazione.
- "Sei tu che sei
voluto diventare un villan" - lo scimmiottò Touya con voce
distorta e fastidiosa, - E' così che parli, sai? - non aveva
modo di replicare quando gli dicevano cose simili, poiché
non poteva negare fosse vero. Lui però non si pentiva di
essere diventato un villan, le uniche cose di cui si rammaricava erano
l'essere stato preso e il finire ai domiciliari. Perché non
lo avevano mandato in galera? Già essere nato in quella
famiglia era stato un'agonia, ma costringerlo a riallacciare i rapporti
e a conviverci 24 ore su 24 era una tortura bella e buona. Insomma cosa
aveva fatto di male per... Gli tornarono subito alla mente una serie di
motivi per cui se lo meritava, come qualche piccolo omicidio commesso
qui e la.
- Siamo arrivati! - si
annunciò Fuyumi spalancando la porta all'ingresso,
interrompendo la discussione fra i due fratelli minori, la quale stava
presto degenerando a litigio fra due bambini delle elementari sotto lo
sguardo divertito di Hawks.
Nel udire la sua voce,
subito i due giovani Todoroki si misero in allerta consapevoli come
quello della sorella, la quale non era affatto solita ad alzare a quel
modo la voce, fosse un avvertimento: "non provate a lasciare a me la
patata bollente". A seguito della sua entrata però, fatto
assai inconsueto, non giunse il piagnisteo inconsolabile di Natsuo.
- Dov'è? -
le domandarono i due fratelli minori, ora seduti entrambi in maniera al
quanto scomposta e scomoda sul divano. Per riflesso Shouto ne aveva
scavalcato lo schienale, nel tentativo di nascondersi temendo di poter
essere il primo bersaglio di Natsuo "cuore-infranto".
- E' questa
l'accoglienza che ricevo? - incrociò le braccia al petto
Fuyumi, sospirando affranta, - Credevo che almeno le buone maniere le
aveste imparate -
- Da quanto tempo,
Fuyumi! - la salutò cordiale Hawks, accogliendola
all'ingresso porgendole una tazza di caffè appena fatto, che
la giovane accolse volentieri.
"Ormai si è
appropriato di questa casa!" pensarono nello stesso momento Touya e
Shouto, osservando allibiti la scena. Quello non era un pollo, ma un
cuculo! Se non stavano attenti si sarebbero trovati cacciati di casa
senza accorgersene, e per quanto Dabi sperasse al più presto
di andarsene da lì, non gli piaceva l'idea di dover
trascorrere i domiciliari a casa di sua sorella o di Natsuo.
- E' un piacere
rivederla signor Hawks - si prolisse anche Fuyumi nei convenevoli,
essendo un'insegnate delle elementari e madre di un bambino piccolo, il
poter parlare con un adulto era per lei divenuto uno svago raro quanto
piacevole.
- L'hai mollato a
Tensei, vero? - intuì Dabi, intromettendosi nella
conversazione pur rimanendo a dovuta distanza, nel salotto, un leggero
sogghigno sul viso. Nonostante non avesse una conoscenza intima del
marito della sorella, non si faceva problemi a chiamarlo per nome. Il
maggiore degli Iida era diventato come un fratello acquisito in quella
casa, assai più ben accetto di un certo prohero alato che
non aveva ancora voluto presentarsi con il proprio vero nome.
- Il significato del
matrimonio è appunto quello di condividere gioie e dolori -
l'espressione di Fuyumi prese una piega saggia, di chi possedeva una
larga visione della vita nonostante la giovane età.
- Fuyumi? - un'altra
voce fu sul punto di presentarsi all'ingresso e, ad una
velocità insospettabile, la maggiore dei Todoroki si
lanciò sui fratelli minori, saltando agile lo schienale del
divano per nascondervisi dietro. La tazza di caffè lasciata
senza tante cerimonie ad Hawks, il quale aveva dovuto afferrarla al
volo con il rischio di rovesciarne il contenuto.
- Permesso? - quasi
temesse di disturbare, titubante Tensei Iida fece capolino
all'ingresso, lo sguardo da prima incerto a spalancarsi poi dalla
sorpresa, portandolo a mostrare un genuino sorriso nel trovarsi Hawks
di fronte. - Hawks! E' bello vederti in forma - lo salutò
caloroso e cordiale, andandogli a stringere la mano,
- Beh, questo
è reciproco - replicò sincero, ricambiando la
stretta dell'ex-collega.
Purtroppo Ingenium non
era mai riuscito a recuperare del tutto quella mobilità che
lo aveva reso un prohero, ma grazie ai tutori alle gambe, che ben
nascondeva sotto ai pantaloni, riusciva a muoversi senza impedimenti di
sorta. Era stato costretto a cedere il suo nome al fratello minore,
felice per lo meno di poterlo sostenere ed aiutandolo a gestire le
questioni fiscali che comportavano l'essere un hero in proprio. Era
passato dal lavoro sul campo a quello d'ufficio e per quanto
ciò in parte lo rammaricasse, avendo cominciato a mettere su
famiglia, per lui era la cosa migliore.
- Lui
dov'è? - ancora più stretti e scomposti i tre
Todoroki scrutavano i due vecchi conoscenti da dietro lo schienale del
divano, pronti a mimetizzarsi del tutto con la tappezzeria se l'ombra
del fratello mancante si fosse mostrata alla porta.
- Intendete Natsuo? -
non perse il proprio sorriso alla mano Tensei, essendo già
stato testimone di eventi simili e consapevole di quale comportamento
avrebbero tenuto gli altri componenti delle famiglia. - Abbiamo
intercettato i vostri genitori sul vialetto di casa -
affermò candido, dimostrandosi ben più scaltro di
quanto il suo aspetto alla mano potesse far supporre. Era riuscito a
far deviare il problema Natsuo su qualcun altro, e per quanto potesse
trattarsi solo di una coincidenza, i tre Todoroki lì
presenti sentirono la propria ammirazione nei confronti di quell'uomo,
aumentare un poco di più. Persino Dabi doveva cominciare ad
ammettere che lo trovava simpatico.
Nessuno
però ebbe modo di complimentarsi con lui, la tazza di
caffè che Hawks ancora stringeva a scivolare d'improvviso
verso il pavimento, con il rischio di frantumarsi a terra. Grazie ai
propri ottimi riflessi però Tensei riuscì ad
afferrarla, evitando il disastro.
- Genitori? - si
trovò si trovò a ripetere Hawks, il volto a farsi
pallido, un tremito alle ali mentre la gola gli si faceva d'improvviso
secca. Aveva usato il plurale. Quindi non si trattava solo di Enji,
giusto?
- Sì, il
signor Todoroki e l'ex-signora Todoroki sono qui - annunciò
ingenuo, non comprendendo la reazione del proprio collega, il quale, ad
imitazione dei tre Todoroki, scatto verso il salotto e, compiuto un
balzo, andò a nascondersi dietro allo schienale del divano.
- Ma vatti ad
appollaiare sul tetto, uccellaccio maledet-..! - un accidentale
gomitata nel pancreas fece tacere d'improvviso Touya facendogli
cambiare colore, ma essendo sprovvisto di pelle su buona parte del
viso, nessuno lo notò.
- Fermi,
così mi schiacciate! - si lamentò invece Shouto,
stretto fra i suoi consanguinei,
- Le sue ali sono
piuttosto ingombranti, signor Hawks - commentò Fuyumi,
nascondendo una vaga irritazione dietro ad un sorriso di circostanza,
- Abbiate pazienza, se
ci stringiamo ci stiamo tutti - cercava di farsi posto il prohero,
stringendosi le ginocchia al petto e facendosi ancor più
piccolo della sua già bassa statura. Aveva un riso nervoso
sul volto pallido e stava sudando freddo, non era ancora pronto ad
affrontare l'ex-moglie abusata del suo attuale compagno.
- Sapete che non
è un buon nascondiglio, vero? - li fissava intanto divertito
Tensei, lo sguardo che cadeva a terra, attirato da qualcosa finito sul
pavimento. - Oh, ma questo è l'invito per il matrimonio di
Tenya! - esclamò chinandosi a raccoglierlo, - Vedo che non
ha perso tempo a spedirli - commentò divertito, avvertendo
d'improvviso un senso di gelo colpirlo, lo sguardo di Shouto,
schiacciato fra Fuyumi e Dabi, a fissarlo con un vago astio e un'aria
funerea.
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