Era una tarda mattinata di un sabato come un altro, Leshawna, si
dirigeva a casa dopo aver perso l'autobus. Normalmente sarebbe stata
frustrata dalla cosa, invece l'aveva presa bene da una parte. Non aveva
alcuna fretta di tornare, tanto ci voleva un po' perchè
quella persona arrivasse. C'era una cosa che sapeva di dover fare una
volta tornata e un motivo per temporeggiare che sfuggisse alla sua
volontà non dandole motivo di sentirsi in colpa era il
benvenuto...
-Leshawna! Ehy, Leshawna!- in un primo momento non era sicura di aver
sentito bene, poi si girò e vide che sul marciapiede dal
lato opposto al suo c'era effettivamente una ragazza che cercava di
richiamare la sua attenzione. Leshawna non ci mise troppo per
riconoscere la giovane dalla camicia indaco pastello. Gwen era
leggermente meno pallida, portava in capelli scuri un po'
più lunghi e senza meches di tinta verde acqua, ma rimaneva
sempre lei. Al massimo, forse, si sarebbe potuta un po' stupire della
vivacità che mostrava chiamandola in quel modo? In
realtà no... indipendentemente dall'amore per lo stile dark,
la ragazza aveva sempre avuto un lato capace di entusiasmo anche se
forse non amava mostrarlo.
-Ehy!- le rispose salutando con la mano per farle capire che anche lei
l'aveva vista e riconosciuta. Quando potè
attraversò la strada.
-Quanto tempo, eh, mozzarellina!- sorrise e abbracciandola la
sollevò leggermente da terra. Forse avrebbe dovuto sentirsi
a disagio, dal punto di vista di Gwen doveva essere come se lei
l'avesse abbandonata di punto in bianco qualche anno prima. Ma Leshawna
sapeva essere un tipo molto impulsivo, si lasciava trasportare dalle
prime emozioni che un evento le scatenava, in quel caso sorpresa e
contentezza.
-Eh, già...- Gwen sorrise, neanche lei sembrava farsi troppi
problemi. Le due decisero di andare a prendere un caffè
insieme.
-E' stata una fortuita coincidenza trovarti per strada così
a caso.- disse Gwen mentre andavano verso il bar.
-Già...- per un attimo Leshawna sembrò
pensierosa, quello non era un contrattempo indipendente dalla sua
volontà.... -Beh, sarà stato l'universo.- rise
riferendosi ad una delle cose strane di cui parlava Gwen a volte.
-Ah, ancora un po' ci credo...- sospirò Gwen. -Ma sempre
meno...-
-Peccato, fa sempre comodo avere qualcuno o qualcosa di più
grande da incolpare.-
-Puoi ben dirlo.-
Le ragazze si sedettero ad un tavolo del bar e Gwen ordinò,
aspettando continuarono a chiacchierare.
-In effetti, non ci vediamo da davvero molto tempo...- disse Gwen ad un
certo punto. -E non ci parliamo da ancora prima... è come se
fossi scomparsa dopo che ho rotto con Trent.- era più una
frecciatina per scherzare anche se in piccola parte era un po' per
togliersi un sassolino dalla scarpa, ma non provava realmente rancore
nei suoi confronti.
-Effettivamente...- l'altra per un attimo sembrò leggermente
tesa. -E suppongo che stenderti con un lancio di cucchiaio in testa non
sia stato un gran ultimo contatto...-
-Quale cucchiaio?- chiese perplessa, Gwen.
-Cucchiaio? Nessun cucchiaio! Chi ha parlato di cucchiai?- Leshawna
rise nervosamente “Ah, non se lo ricorda? L'ho colpita
così forte? O forse troppo poco?” si chiese.
“Perchè mi sento così sollevata e ho
finito per negare in quel modo? Comunque era colpa sua... Che
stupidaggine, forse è passato solo troppo tempo...
” sospirò, si era lasciata prendere un po' troppo
alla sprovvista. Gwen sembrava un po' confusa, ma lasciò
perdere.
-Sai, Tyler... gli altri reality... non avevo il tempo materiale da
passare con te e per aiutarti con quei vlog eco-friendly...- si
giustificò.
-Tranquilla, lo so.- la rassicurò Gwen.
-Certo che anche tu sei stata troppo occupata con Duncan per provare a
chiamarmi, eh?- ricambiò Leshawna. -Spero abbia migliorato
la sua igiene almeno durante quel periodo... sopratutto quella orale!-
scherzò.
-Strano, da non credere...- Gwen sorrise.
-Uh... cosa?-
-Almeno da questo punto di vista credo che tu e Courtney sareste molto
più che d'accordo.- rispose la ragazza. -Comunque
sì... fra Duncan e altre cose non ho pensato a
rintracciarti...- a Duncan non piaceva Leshawna ed era abbastanza
sicura che il sentimento fosse pienamente ricambiato. C'era anche un
altro problema, l'incognita della relazione con Harold... Secondo
Duncan il nerd e la sua amica non stavano realmente insieme, ma Gwen
non ne era del tutto certa. Non pensava che Harold le potesse portare
rancore per la storia della pala. “Se un tipo come Harold
dovesse prendersela con chiunque gli abbia fatto un torto farebbe prima
a vivere da eremita... è impossibile non maltrattarlo o non
essere infastiditi da lui almeno una volta per chiunque lo
conosca...” ma fra lui e Duncan non scorreva certo buon
sangue. Inoltre a causa del punk un po' tutti avevano cominciato a
considerarla la nuova Heather... e Leshawna? Cosa pensava di lei? Non
aveva mai avuto il coraggio di domandarglielo... Già non
aveva preso bene il suo comportamento nei confronti di Harold... e in
realtà si chiedeva se il motivo iniziale dell'allontanamento
della ragazza non fosse proprio l'irritante quattrocchi...
-Rilassati gioia, non ci ho pensato neanche io e poi... beh,
è normale avere periodi in cui si va d'accordo e periodi in
cui ci si perde di vista.- i legami non erano qualcosa di stabile,
anzi, la maggior parte erano in movimento.“Ci si adatta, si
cresce, si cambia...” Non era niente di tragico o di
particolarmente interessante su cui riflettere nella vita di tutti i
giorni e proprio lei era abituata a prendere le cose per quel che erano
senza farsi troppi problemi. Ma in quel momento in particola in cui le
serviva che la sua relazione di coppia rimanesse stabile non era
qualcosa di particolarmente lieto a cui pensare. -Ma rivederti mi rende
molto felice, davvero. E rispolverare il passato può essere
piacevole, anche se può portare una strana sensazione...-
finalmente a Gwen venne portato il caffè.
-Credo di capire cosa intendi.- rispose Gwen.
-Sai... non so quanto possa contare ora, ma mi spiace di averti
lasciata sola.- confessò Leshawna. -Non era uno dei tuoi
momenti migliori, a maggior ragione avrei dovuto... eh, forse non mi
sono comportata granchè bene...- ammise la ragazza. Gwen si
sentì inaspettatamente sollevata, l'altra dopo qualche
secondo di silenzio continuò -Beh, che stai facendo
ultimamente? Hai qualche lavoro, lavoretto, università? Ti
vedi con qualcuno?- domandò amichevolmente.
-Consegno pizze...- disse con zero entusiasmo -Sto cercando di
frequentare la facoltà d'arte e sto convivendo con
Courtney...- disse con naturalezza
-Ah, con Cour... con chi?!- esclamò Leshawna... -Oh...
condividete l'affitto? Avevo pensato che...-
-Stiamo insieme.- ammise senza troppi giri di parole.
-Ah ok, mi fa piacere.- la ragazza scosse le spalle e sorrise,
superò la sorpresa iniziale molto in fretta. -Sono curiosa,
come è successo?-
-Ecco...- Gwen arrossì. -Un po' per caso...- Leshawna non
sembrava soddisfatta dalla risposta. -Lei si è presentata da
me ignorando il fatto che la nostra amicizia non fosse andata
così bene ed è ripiombata nella mia vita...-
“Che tesoro di ragazza... una perla proprio...”
pensò l'altra ignorando che anche lei tendenzialmente
preferiva non fare caso ai propri sbagli.
-..Da cosa nasce cosa e ho preferito prendere la situazione come
veniva.- “Pensavo di essermi semplicemente stancata dei
ragazzi, ma che sarebbe stata una situazione temporanea...”
ripensò e invece eccola lì. -Alla fine
sì è fatta seria... non ho molta voglia di
entrare nei dettagli...- disse un po' schiva. -Comunque lei non
è così male come sembra, sa essere adorabile... a
volte...- ritornò leggermente rossa. -Tu invece?- Leshawna
non rispose subito, a Gwen sembrò un po' strano...
-Ho fatto la commessa per un panificio, un panificio davvero
terribile.- ricordò la ragazza. -Con l'università
ci sto provando anche io, ma non so come andrà a finire...
soprattutto in questo momento... Forse sto facendo un errore.-
sbuffò lei, Gwen pensò che era una situazione
abbastanza normale e si sentì meno preoccupata. -Harold
invece ha solo le ultime materie da dare, c'era da aspettarselo... ah,
quel bastardino, genietto, ma bastardino...- disse quasi con affetto.
-Beh, però il mio tesoro è pur sempre un comune
mortale. E' molto stressato, queste ultime materie lo hanno mandato in
crisi.-
-Ah... quindi tu e Harold siete ancora amici?-
-Quanto te e Courtney.-
-Oh... sono contenta per te...- a Gwen scappò una piccola
risata. -E' solo che è buffo e inaspettato.- sperava che non
risultasse offensivo in qualche modo. Leshawna la rassicurò
sorridendo. -Anche Courtney ha quasi concluso il suo percorso di
studi... e anche lei sta dando i numeri...- disse assumendo un
espressione corrucciata. -E' sempre stata una tipa metodica e che
impazzisce se tutto non va come dice e, parlando di oggetti, non viene
disposto secondo un ordine preciso, il suo, e capisco che si senta
sotto pressione... Anche se... insomma, lei ha quasi finito mentre io
sono in mezzo a una strada e vado molto a rilento!- Leshawna si
ritrovò ad annuire in mezzo a quello sfogo. -Pur trattandosi
di qualcosa che mi piace... in teoria...- sospirò la
ragazza. -Eh... dicevo? Ah sì... capisco che mettere tutto
secondo il suo ordine possa essere un modo per scaricare lo stress, ma
si è messa anche a frugare fra le mie cose per fare pulizia
e sbarazzarsi di tutto ciò che secondo lei non mi serve
più! Non portavo più i miei vecchi vestiti, ma
cacchio! Erano un ricordo!- Leshawna non riuscì a non
sorridere notando l'auto censura dell'amica ma cercò di
rimanere seria ad ascoltarla. -Stare con lei in questi giorni
è un inferno... basta che posi un oggetto che mi serve fuori
posto perchè non lo ritrovi, l'avrà
già spostato da qualche altra parte dove secondo lei sta
meglio. Non posso lasciare incustoditi i miei colori e i miei pennelli
neanche per andare in bagno perchè lei me li
poserà anche se li stavo usando. È praticamente
un ossessione.- disse infastidita tamburellando con le dita sul tavolo.
-Sembra avere molto tempo libero.- osservò l'altra dubbiosa.
-Ma... non dovrebbe studiare?-
-Dice che non riesce a concentrarsi se non è tutto
perfettamente in ordine. Si fa anche degli schemi per pianificare lo
studio, ma temo perda più tempo per la scaletta degli
argomenti che per studiare o ripassare.- Era abbastanza preoccupata per
la fidanzata. Forse nonostante si stesse rendendo insopportabile
avrebbe dovuto cercare di sostenerla in qualche modo, ma anche Gwen
aveva le sue cose a cui pensare ed oltre ai problemi di tutti i giorni
si era presentato un grattacapo molto fastidioso di cui avrebbe voluto
parlare e sfogarsi con Courtney, ma non riusciva a trovare un momento
sereno. -Non farmi sembrare quella con la fidanzata più
squilibrata, raccontami anche tu qualcosa.- Leshawna le sembrava
stranamente silenziosa, ma era probabile che la stesse filtrando
attraverso la sua visione attribuendole uno stato d'animo simile al suo.
-No, Harold non mi sta causando grossi problemi.- disse in un primo
momento. -Diciamo... però ultimamente sta avendo una sorta
di follia alimentare.- accennò la ragazza. -Fa attenzione a
qualunque pietanza, cibi con odori troppo forti o poco digeribili,
quelli che sono stati in frigo più di un giorno, non bisogna
mangiare troppo pesce, deve essere tutto lavato bene, deve essere tutto
ben cotto... e cose così.-
-Praticamente è in modalità donna incinta
prudente?- scherzò Gwen.
-In caso credo che Harold avrebbe parecchie cose da spiegarmi.- la
ragazza rise per un attimo. -E pensa che ultimamente mangiamo quasi
sempre insieme, qualche settimana fa abbiamo mangiato con mia madre,
lei si è arrabbiata accusandolo di sospettare che stesse
cercando di avvelenarlo. Poveretta, c'è rimasta proprio
male.- disse ancora un po' divertita, ma Gwen sembrava distratta.
-Se portassero loro la gravidanza non potrebbero optare per il Messico
come via di fuga... perlomeno non passati i nove mesi. Beh, passati
quelli anche le madri possono abbandonare i figli. Alcuni possono anche
restare con i bambini qualche anno, poi puff... decidono di sparire...-
Leshawna non sapeva se e come doveva intervenire in quel monologo. -Non
farli direttamente i figli? Stare più attenti?-
finì stizzita.
-Sai, non sempre si tratta di qualcosa di così
controllabile...- Leshawna cercò di inserirsi nel discorso.
-Beh, non dico che si tratti sempre di casi tragici. A volte
può essere una questione di ignoranza, ragazzette ingenue
che non sanno bene come evitare la gravidanza, ma si vergognano a
parlarne, credono alla prima cosa che trovano in rete o a qualche
superstizione stupida e... sorpresa, non funziona ma lo scoprono
tardi.- durante la scuola ne aveva viste due di situazioni del
genere... non erano cattive ragazze ed era affezionata ad una di loro
“Chissà come stanno?”una volta l'aveva
visto il bambino della sua amica, un coso rosa che piangeva infastidito
da troppi visi sconosciuti. -Oppure può trattarsi di una
perfetta combinazione di imprudenza, magari anche piccola, e sfortuna,
molta sfortuna... Magari ci si era scordati del preservativo, ma c'era
comunque la pillola... può darsi che eri anche abbastanza
convinta che il tuo ragazzo avesse buone probabilità di
essere sterile e invece rimani incinta...- l'attenzione di Leshawna si
spostò sulla TV all'interno del bar, davano un
telegiornale... -Poi c'è una catastrofe naturale e muori.-
-Cosa?!-
-Beh... non solo sei morta, hai anche passato i tuoi ultimi momenti di
vita a preoccuparti.- si lasciò sfuggire uno sghignazzo.
Forse avrebbe dovuto indagare di più su cosa preoccupasse
Gwen, ma qualcosa la bloccò.
-Ora comunque dovrei andare.- sbuffò la pallida ragazza. -Mi
ha fatto molto piacere vederti, ma è meglio che porti
qualcosa da mangiare a Courtney. La fame la rende anche più
feroce e sicuramente sarà così concentrata nel
suo, noiosissimo, ordine da scordarsi di preparare qualcosa.- disse
apparentemente rassegnata, ma con un po' di affetto. -E' un periodo un
po' no, ma andrà meglio.-
-Perchè? Esistono periodi solo
“sì”?- disse l'altra ragazza accennando
un sorriso.
-Anche questo è vero. Ma tu vedi di non scomparire di
nuovo.- la sfidò Gwen pacificamente Leshawna si
sentì un presa alla sprovvista, ma rispose.
-Ah... ok, tranquilla.-
-Magari potremmo pranzare o cenare tutti insieme uno di questi giorni,
così, tanto per vederci.- propose la ragazza. Leshawna la
guardò con aria sospettosa. -Intendevo anche con Courtney
e... Harold...-
-Ah... e non fiuti l'odore del disastro considerando l'ottimo rapporto
dei nostri partner? Penso di non piacerle neanche io.- le fece presente
con tono leggero e scherzoso, non era una reale preoccupazione. Gwen
apparve inquieta per un attimo.
-Sono certa che si dimostreranno abbastanza maturi, sono loro i quasi
laureati, no?- “Non può sapere che quando stavo
con Duncan avevo dei timori simili, giusto?”
-Se per te va bene allora è tutto a posto anche per me.
Comunque ciao... anche io avrei fretta di andare...- si
lasciò scappare una risatina nervosa, sembrava colpevole di
qualcosa.
-Aspetta...- la fermò Gwen. -C'è una cosa... un
segreto di cui vorrei tanto liberarmi, di cui mi piacerebbe parlare...
forse dovrei dirlo prima a Courtney, ma...-
-Non mi sembra molto corretto...- la fermò Leshawna un po'
titubante. -Ho una specie segreto anche io, ma non mi sento di
dirtelo... per ora.- confessò la ragazza, Gwen non si
sentì troppo sorpresa. -Preferirei che me ne parlassi quando
anche io sarò pronta a dirti cosa mi preoccupa e mi passa
per la testa. Inoltre... non conosco così bene Courtney e
non so nemmeno com'è ora, ma mi sembra un tipo geloso
già con gli amici, sarebbe meglio dirlo prima a lei... sai
non voglio essere ammazzata o ammazzare la tua ragazza per legittima
difesa.- scherzò.
-Già, probabilmente hai ragione.- sospirò Gwen,
ma sorrise. Forse non sarebbe neanche stato il caso di confidarsi con
qualcuno che non si era fatto vedere per anni, ma non sentiva
più il peso di quel periodo dopo averla rivista.
-Sei abbastanza diversa da come ti ricordavo.- Gwen la
guardò stupita in un primo momento, non si aspettava quel
commento. -Sembri più amichevole e meno cupa, tesoro.- disse
inizialmente positiva.
“Forse è vero... un po' ho perso interesse
nell'atteggiarmi e fare la tenebrosa...”
-Comunque... se davvero quella cosa ti preoccupa tanto...- sembrava
voler tornare sui propri passi. Ora che l'aveva davanti le veniva
spontaneo tornare a preoccuparsi di lei. Gwen si era sempre atteggiata
da dura e solitaria, ma non era realmente inscalfibile e non stava
realmente bene quando gli altri la isolavano. Forse era un po' strano
preoccuparsi in quel momento quando non aveva fatto alcun tentativo di
rintracciarla?
-No, non c'è bisogno, sto bene così, sul serio.-
la rassicurò la ragazza.
Dopo che le ragazze si congedarono, Leshawna cercò di
arrivare a casa il più in fretta possibile, nel frattempo il
telefono squillò. “Deve essere già
arrivato... diamine!”
-Pronto...-
-Come stai!? Ho avuto per tutta la mattina mal di stomaco!
Cos'è che abbiamo mangiato ieri?- chiese, Harold, dal
telefono.
-Sto bene, calmati un po'.- lo frenò lei -Sei già
arrivato a casa?-
-Sì, sono già a casa tua.- si calmò
per un istante. -Sei sicura di stare bene?- chiese sospettoso -Se sto
male io che non sono incinta allora tu...-
-Magari sei solo sotto pressione.- sospirò la ragazza.
-Eh? E perchè dovrei?- disse nervoso -Ma che almeno tu sia
tranquilla è un bene, lo stress non avrebbe effetti positivi
né su te, né sul bambino.- era un po' sollevato.
-Lo so. Sei tu quello che si è passato il tempo a parlarmi
degli “interessantissimi” effetti dello stress
sull'organismo e la salute, no?- disse con tono scanzonato.
-Ed io solo lieto di sapere che mi ascolti.- cercò di
nascondere di essere compiaciuto... con scarsi risultati... non era
affatto così scontato che qualcuno prestasse attenzione a
ciò che diceva.
-Forse stai così perchè sei solo
soletto con i miei familiari... Dai, non ti mette a disagio neanche un
po'?- lo stuzzicò.
-No...- negò il ragazzo, ma già normalmente
nessuno dei due stava particolarmente simpatico alla famiglia
dell'altro e i familiari non facevano molto per metterli a loro agio.
-Ma cerca comunque di tornare presto...- aggiunse.
-Sarò subito lì.- gli assicurò -Scusa
per il ritardo, ma mi sono fermata a fare compagnia a Gwen per un
caffè... E' che si è stato un colpo di fortuna
incontrarla, non la vedevo da tanto tempo... tranquillo l'ha preso solo
lei il caffè.- specificò per evitare di fargli
prendere un colpo. “Devo trovare un modo per impedirgli di
procurarsi altre informazioni sulle gravidanze se voglio sopravvivere a
questi mesi. Mi fa piacere che si interessi e si preoccupi, ma tende ad
essere spaventosamente paranoico... però non posso
impedirgli l'accesso ad internet... né dare fuoco a
qualunque libro sull'argomento...” in realtà, in
parte la faceva sentire più tranquilla il fatto che il
ragazzo manifestasse così apertamente le sue preoccupazioni,
percepirne alcune come esagerazioni la rassicurava, dall'altra parte
era meglio stare attenti in due. Perlomeno per il momento erano in
equilibrio. -Ma dobbiamo parlare ai miei del bambino insieme, non
lasciarti sfuggire niente.-
-Tranquilla...- sospirò -Ci tengo alla pelle.- aggiunse.
-Già ma sei comunque sbadato, non si sa mai con te... e poi
non essere melodrammatico. Guarda che sono l'unica dello stabile a non
avere o aver avuto parenti in carcere.- si vantò la ragazza.
-Che dire, consolante...- Leshawna sentì dal telefono un
rumore. -Oh no...-
-Che succede?-
-Sono venuti... i tuoi zii credo? Sai, se non chiamassi sorella e zio
persone a caso, per me sarebbe più semplice capire chi
è realmente tuo parente e chi no...- commentò -Ho
il presentimento che non uscirò vivo da questa
situazione...-
-Non dire sciocchezze, amore. Toglierti di mezzo non converrebbe a
nessuno, inoltre sanno di non doversi mettere contro di me e fare
qualcosa che potrebbe infastidirmi...- disse molto sicura di
sé. Ma si affrettò e cominciò a
correre comunque, non la rendeva tranquilla saperlo solo con i suoi e
altri individui non ben identificati. Perchè sembrava che
proprio quel giorno a casa sua dovesse venire altra gente?
Gwen non trovò nessuno a risponderle
“Ciao” quando varcò la porta del loro
appartamento. Courtney era con la testa china sulla scrivania,
addormentata su un libro. Gwen posò il cibo cinese, poi
riflettè attentamente... conveniva davvero svegliarla?
Appena le poggiò la mano sul capo per accarezzarla ,Courtney
scattò e si guardò intorno spaesata.
-Oh no...- si lamentò stropicciandosi gli occhi. -Mi sono
addormentata... ancora!- disse in tono neanche tanto vagamente
isterico. La ragazza riprese la matita e cercò di orientarsi
nella pagina a cui era arrivata, ma Gwen, ignorata fino a quel momento
la bloccò.
-Non se ne parla signorina.- la richiamò. La signorina le
lanciò un'occhiataccia demoniaca. -Prima devi mangiare.- la
ragazza con le occhiaie continuò a guardarla minacciosa.
-Guarda che se non ti riguardi ne risentiranno anche le tue prestazioni
mentali.- le fece presente con un sorriso. Courtney sbuffò
ma accettò. Gwen riuscì a convincerla a spostarsi
dalla scrivania per sedersi a mangiare con lei facendole notare che
avrebbe rischiato di sporcare la scrivania. Normalmente l'idea
l'avrebbe fatta impazzire, ma la poveretta era talmente stanca che non
ci aveva pensato.
-Cosa sto diventando?! Una sciattona!?- aveva esclamato allarmata
rendendosene conto.
Quando Courtney sembrò riprendersi, Gwen si fece coraggio e
provò a parlarle.
-Courtney... volevo dirti che...- ma la ragazza la interruppe
bruscamente.
-Me lo dirai dopo! Devo tornare a studiare!- poi aveva visto il viso
turbato di Gwen. -Gwen, cos'hai?- le aveva chiesto preoccupata.
Courtney sapeva già che il padre di Gwen se ne era andato
quando Gwen era davvero molto piccola, ma alla notizia che l'uomo si
fosse ripresentato dal nulla e volesse incontrarla la colse alla
sprovvista e la riempì di rabbia.
-Ma stiamo scherzando?! Non ne ha alcun diritto dopo che ha lasciato
te, tua madre e tuo fratello! Non può tornare e pretendere
comprensione, la sua decisione l'ha presa, punto! Ora ne
piangerà le conseguenze!- si rese conto che la sua rabbia
non era affatto utile alla fidanzata così optò
per un consiglio. -Non ci devi andare!- che somigliava a un ordine, ma
era un consiglio... in teoria..
-Courtney, sul serio...- sospirò. -Non posso farlo...-
-Come non puoi?! Non gli devi niente!- finalmente si calmò
un po' -Essere figli di qualcuno non significa volergli bene per dovere
se questa persona ti fa deliberatamente del male.- disse severa, ma
leggermente più pacata. -G-Gwen?- la ragazza non sembrava
stare meglio, Courtney cominciò a pensare di star facendo un
disastro. Non dispiacersi per un individuo simile e non considerarlo
nemmeno era una questione di principio per Courtney... se poi sarebbe
riuscita realmente a pensare secondo i propri principi se si fosse
trovata al posto di Gwen era un altro paio di maniche... ma se Gwen ci
stava male era mica colpa sua? I principi di Courtney l'avrebbero
aiutata in qualche modo? Forse non stava dando abbastanza valore a come
si sentiva Gwen...
-Ecco... Gwen...- tornò a sedersi vicino a lei poggiandole
una mano sulla spalla.
-Lo so... ho la faccia di una con le coliche che cerca di sorridere...-
disse Gwen alzando il viso verso di lei. -Se non lo
incontrerò sarà solo peggio. Non voglio ripensare
a questo momento, pentirmi di qualcosa che non ho fatto e restare a
chiedermi cosa aveva da dire.- era triste, tesa, ma lucida.
“A differenza mia...” Courtney si sentì
in imbarazzo. -Ma... se non te la senti non dovresti.-
sospirò abbracciandola.
-Al massimo mi prenderò di collera, ma mi
toglierò un pensiero e non avrò nulla da
rimpiangere.-
-Scusa...- Gwen si stupì un po' di sentirlo. -Sono
così stanca e... e mi sono fatta prendere dalla rabbia.-
ammise Courtney cercando di mantenere un tono dignitoso. Le labbra di
Gwen si incresparono in un leggero sorriso.
-Va tutto bene... credo di aver scelto il momento peggiore per dirtelo.
Una persona svegliata da poco è feroce, non si deve
disturbare.- cercò di sdrammatizzare.
-Perchè non me lo hai detto appena tua madre ti ha
avvertita?- sperava di non sentire una risposta del tipo
“Perchè avresti reagito male e ti saresti messa a
urlare e parlare come se dovessi rimproverarmi...” un ipotesi
molto dettagliata...
-Non volevo disturbarti, sei molto sotto pressione e ho pensato...-
-Era una cosa importante!- senza volerlo tornò brusca -Non
ti fidi?-
-Sì, ma so che non sei in un buon periodo.- Courtney era
quasi ferita. -Ma voglio restarti accanto, che razza di relazione
è una in cui si fugge non appena c'è una
difficoltà?- “Vero papà?”
forse non avrebbe dovuto giudicarlo senza avere tutte le informazioni
necessarie, ma non riusciva a non pensarlo. -E' per questo che te ne ho
parlato, non mi importa se mi dai consigli su cosa fare, utili o meno,
voglio solo sapere che sarai qui per sostenermi qualunque cosa accada.-
disse portandole una mano bianca al viso. -Rimarrai qui ad ascoltare i
miei piagnistei quando l'incontro andrà male o anche se
andrà bene?- le chiese.
-Sciocca, è ovvio!- rispose sicura.
Non importava come sarebbe andata. Se suo padre si fosse rivelato una
persona che aveva fatto un errore, ma buona. Se avesse avuto delle
motivazioni che lei poteva comprendere e accettare. O se magari l'aveva
cercata solo per trovare un donatore di organi compatibile e fosse
stato pure una persona marcia.
L'importante era avere un rifugio in cui tornare a leccarsi le ferite
per riprendersi e poter continuare...
Angolo dell'autrice:
Questo è un capitolo un po' particolare. Sinceramente non mi
ispirano molto Courtney e Gwen e le ho trovate forzate in All stars, ma
ero curiosa di provare a scrivere qualcosa su di loro perchè
l'improvviso interessamento di Gwen per Courtney può
sembrare una sorta di infatuazione se provo a
renderlo più logico... ho uno strano interesse per le
forzature e gli errori di All stars... comunque dato che non mi veniva
in mente nulla ho deciso di strutturarlo insieme al capitolo di
Leshawna(ecco cosa intendevo quando parlavo di coppie non romantiche).
Sono abbastanza soddisfatta del risultato, è stato un
capitolo abbastanza interessante da scrivere anche se in diverse parti
mi sono bloccata(come al solito, no?)
Comunque, spero che possa piacervi anche se magari non siete
interessati a tematiche shojo ai... anche se non penso di farne altri.
Alla prossima!
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