È successo davvero? Sono proprio su di lei,
l'ho baciata e non è accaduto nulla. Questo significa che il
Quinto Emendamento era un imbroglio? No, è impossibile, gli emendamenti non sono falsi.
«S-sei pesante...»
«Peso cinquanta chili e mezzo.»
«Vorrai dire cinquanta tonnellate» vedo
che fa fatica a respirare. Decido di spostarmi alla sua destra e senza
volerlo, le mani incatenate si scontrano contro la mia spalla. Sailor
Divide geme dal dolore e mi guarda male.
«Ma di cosa sei fatta, di metalli pesanti?»
«Ho le ossa robuste, per di più sono anche a dieta.»
Che stupidaggine.
«Non è vero.»
«Vuoi stare zitta per qualche minuto?»
Improvvisamente avverto una strana presenza anzi,
più di una. Le aure sono intense, per non parlare del rumore
dell'elettricità che scorre dentro piccoli fili. Non so a chi
appartenga questa strana aura, non voglio neanche saperlo. Si stanno
avvicinando, minuto dopo minuto.
Vedo Sailor Divide avvicinarsi nuovamente al mio
addome, questa volta con la testa leggermente chinata verso il basso.
Non devo scontrare il mio petto con il suo, ne va della nostra galassia.
«Non devono sfiorarsi...»
Sto arrivando al punto di non resistere e toccarla finché non mi
stanco, se potessi la priverei della sua sailor fuku ma non posso
farlo. Devo resistere.
Quelle due misteriose presenze hanno fatto la sua apparsa davanti al
tavolo gigante di cemento davanti a noi, riconosco le scarpe azzurre
con il nastro bianco, le ballerine verdi e gli stivali rossi della
guerriera della luna. Grazie a Dio sono loro, almeno spero.
«Secondo il mio radar, devono trovarsi
proprio qui» dice una. Non riesco a riconoscere quella voce, il
microchip dei suoni, dopo lo schianto contro quella dannatissima cella
subatomica, deve essersi danneggiato durante l'impatto. Sento, ma con
fatica.
«Tu credi?» chiede un'altra.
«Qui non c'è niente, Sailor Plus.»
Jackie è qui? Non deve vedermi abbracciata a Sailor Divide, non farei bella figura.
Cerco di mettermi seduta sul pavimento sporco
della stanza, ma non riesco a staccarmi da quella ragazza. Piego
lentamente le gambe e le sue braccia stringono i miei fianchi. A quanto
pare, non vuole proprio staccarsi dalla mia corazza. Oh, Madre, e ora che faccio?
«Perché non guardiamo dietro questo
tavolo?» riconosco la voce di Sailor Moon. Allora, il microchip
non è del tutto danneggiato.
«Sei impazzita? Non ci vado lì dietro, potrebbero esserci scarafaggi, ragni, pantegane... ugh!» soltanto una come Sailor Y si ritirerebbe dal cercare dietro qualche mobile, soprattutto abbandonato e impolverato.
«Pantegane? Ma per favore!»
«Sono topi giganti, denti affilati e sporchi, puzzolenti.» piagnucola.
«Lo so come sono, ma così ti metti in ridicolo!»
«Vedi qualche pantegana in giro?» il
tono irritato della voce di Jackie è spaventoso, deve aver preso
questo particolare proprio da me. A volte mi stupisce.
«No, ma...»
«Allora vai lì dietro!»
Sbuffa.
«Pff, e va bene - caspita, sei tale e quale a tua sorella.»
Mi guardo intorno e non vedo altro che luci fioche
e giallastre, macchie di petrolio e alcune che sembrano acqua colorata.
La sento avvicinarsi sempre di più, mentre la guerriera della
saggezza avvicina il suo busto al mio scontrando le sue gambe contro le
mie.
«Finiscila di strusciarti su di me» mormoro cercando di non farmi sentire dalle intruse dentro la stanza.
«Chi c'è qui dentro?» chiede con voce molto bassa.
«Sono le nostre compagne, non dobbiamo farci trovare insieme o ci guarderanno male.»
«Perché dovrebbero?»
Il tempo stringe, sento il rumore dei tacchi farsi sempre più intenso.
«Togliti di dosso!» sibilo e dopo
qualche istante, si sposta di lato sedendosi con le ginocchia in gola.
Finalmente mi sono tolta un peso, anche se avrei voluto rimanere con
lei ancora un po'. Un paio di tacchi azzurri appaiono sotto i nostri
occhi, non potrei essere più felice.
«Le ho trovate!» esclama attirando
l'attenzione delle altre due guerriere. Come immaginavo, sono Sailor
Moon e Sailor Plus - deve aver capito come funziona il radar, cosa che
non era mai riuscita a fare finora.
«Per fortuna, state bene» non so perché, ma la voce di Sailor Moon mi rassicura.
«Piuttosto, cerchiamo di liberarle da quelle manette.»
«E come? Non posso usare il mio Scettro Lunare per una stupidaggine del genere!»
«Cielo, quanto sei scontrosa!»
Rimango zitta, almeno per evitare litigi di
qualsiasi genere. Non appena Sailor Y fa un passo avanti, un tonfo ci
fa sobbalzare. Le tre guerriere voltano il loro sguardo verso la porta
e sussultano, qualcuno deve averci rinchiuse dentro. È
sicuramente opera delle gemelle Ombra. Nessuna di loro osa avvicinarsi
alla porta di ferro e rame arrugginita, né tantomeno a noi
prigioniere.
«Alzatevi, voi due», ci ordina la guerriera azzurra «dobbiamo andare via da qui.»
Mi tende la mano ed io l'afferro rialzandomi da
terra, così anche la guerriera della saggezza. Siamo ancora
costrette a tenere i polsi ammanettati, almeno finché non
troviamo un modo per spezzare la catena. Noto la finestra spalancata e
stranamente non sento freddo; certo, mi mancano solo due dei cinque
sensi - l'olfatto e il gusto, gli altri tre sono regolati dai miei
circuiti.
È davvero ingiusto non godersi appieno il
proprio corpo, eppure riesco a vedere i colori, ascoltare i suoni e
toccare qualunque cosa. Non sono una ragazza completa e mai lo
sarò, finché vivrò in questa corazza.
«Sbrighiamoci, qui fa freddo» si lamenta la guerriera della luna.
«Anziché lamentarti, cerca di aprire la porta!» replica Sailor Y scocciata.
«Come faccio? Non si apre!» cerca di tirare la maniglia d'emergenza della porta, ma non si muove di un millimetro.
«Deve essere chiusa da fuori» dico.
«Genio! Adesso ti diamo anche la medaglia!» replica Sailor Divide sarcastica.
«Non mi serve, grazie» rispondo con il suo stesso tono.
«Smettetela di litigare, così non
concluderete nulla.» interviene Sailor Plus. Ora che la guardo
meglio, la sua forma è diversa; come ha fatto a trasformarsi in Sailor Mecha? Credevo le fosse stata eliminata.
Non posso avvicinarmi a lei più di tanto, la manetta me lo impedisce. Se solo non fossi incatenata a... a quella stupida acquamarina! È colpa sua se siamo incastrate l'una con l'altra.
«A questo punto, non c'è un altro modo per aprire la porta; dovrò usare la gemma.»
«Sailor Y, è troppo rischioso!» esclama Sailor Moon.
«Una stupida catena di nebbia non potrà resistere al mio Raggio Gamma.»
Poteva liberarci prima, ma non ci ha pensato. Mi
sembra inutile chiederglielo. Mentre la sua gemma s'illumina, un
secondo tonfo ci spaventa.
«Cos'è stato, un topo?»
«Sei sempre la solita fifona, zaffiro» risponde Sailor Plus facendo roteare gli occhi.
«Forse sì, forse no.»
Quella voce... è ancora viva?
«Green Shadow» sibila Sailor Divide.
«Proprio io» ghigna «vi ho teso una trappola e ci siete cascate come boccaloni.»
Chissà dov'è finita la sua gemella.
«Finalmente le tre gemme sacre e il Cristallo d'argento
leggendario sono davanti a me, e se non volete che una di voi perda
tragicamente la vita...» punta verso Sailor Plus, catturandola
con le catene di nebbia «... consegnatemi le vostre gemme o per
lei sarà la fine.»
Sailor Plus stringe i denti e gli occhi cercando
di resistere al dolore delle catene che, poco a poco, diventano
insopportabili. Lo percepisco, è come se mi succedesse la stessa
cosa.
«Non fatelo, ragazze» grida «non lasciate che abbia la meglio!»
Ci fissiamo a vicenda, non sappiamo cosa fare, se
arrenderci e consegnare i nostri poteri o lasciare che Green Shadow
uccida una nostra compagna; per giunta mia sorella.
Cosa devo fare, adesso? Madre, aiutami tu.
«Non aspetterò ancora per molto, guerriere Sailor» dice poi «vi conviene darvi una mossa.»
Stringo forte i pugni, rendendomi conto del guaio
che io e Sailor Divide abbiamo causato. Avremmo dovuto distruggere
quelle catene fin dall'inizio, prima che ci imprigionassero in questa
stanza sporca e polverosa. Se solo avessi dato ascolto alle parole di
nostro padre...
«Quando il tuo occhio bionico avverte un pericolo, affrontalo senza aver paura di sbagliare.»
Ora mi sento potente, non sbaglierò questa volta.