Note:
in molte cose mi sto rifacendo al canon del
cartone animato Avengers assemble, mescolandolo con il canon del MCU.
Cap.14
Io sto pensando a te
Non
voglio stare giù e voglio solo sentirmi vivo
E
riuscire a vedere il tuo viso di nuovo, ancora una volta.
Skrull
Steve si sfilò la maschera di stoffa e la
lasciò cadere sul tavolo.
<
Ha fatto di tutto per ingelosirmi e devo dire che
ci è anche riuscito. Durante la missione pensavo che sarei
stato preoccupato
per le sorti della regina o che avrei dovuto riconquistarmi la loro
fiducia in
battaglia.
Invece
non facevo altro che pensare a Tony che aveva
detto all’altro Cap: “Hai le chiappe più
belle d’America”.
Il
mio lato b lui non l’ha mai guardato con tutto
quell’interesse > pensò, corrugando la
fronte.
Risuonava
il rumore prodotto dalla cascatella nel
salone, di fianco al laboratorio dove si trovavano.
“Ti
vedo pensieroso. Pensavi che il piano non avrebbe
funzionato?” domandò.
Tony
scrollò le spalle e rispose: “No, non è
quello.
Pensavo alla macchina del tempo”. Aprì uno
stipetto e ne trasse un pacchetto di
patatine.
“Mnh?”
mugolò Steve, mentre l’altro lo apriva.
Tony
si mise una manciata di patatine in bocca e le
masticò rumorosamente, facendo volare briciole
tutt’intorno.
“Cioè,
volevi davvero far inventare a Banner la
macchina del tempo?
La
prossima volta a chi chiederai. A quell’incapace di
Richards? O peggio, ad Hammer…”
borbottò.
“Non
credi di esagerare?” gli chiese Steve.
Tony
negò con il capo, dicendo: “Fammi indovinare,
invece che far viaggiare nel tempo, faceva viaggiare il tempo
attraverso il
viaggiatore. Quindi ve lo ritrovavate pericolosamente bambino o
adulto”.
“Sì”
esalò Steve, mentre Tony gli porgeva la bustina
delle patatine.
“Questo
succede quando non fai fare le cose a me”
borbottò Tony.
Steve
si mise un paio di patatine in bocca e indicò
l’altro con un’altra.
“Quindi
inventerai la macchina del tempo?” chiese.
Tony
gli allontanò la bustina e masticò un altro paio
di patatine.
“Non
so, ci devo riflettere. Non mi dispiacerebbe
farmi l’amante” lo stuzzicò.
Skrull
Steve si piegò e gli avvicinò le labbra
all’orecchio, chiedendogli con voce roca:
“Vorresti
stare con ben due Steve in contemporanea?”.
Tony
lo allontanò, la bustina scricchiolò.
“Magari
preferisco lui a te” disse Stark, e socchiuse
gli occhi. “Anche se…
Fammi indovinare.
L’essere ‘così attivo’ viene
dalla tua vera identità”.
Skrull
Steve gli sfilò il sacchetto di patatine dalle
mani e lo posò su un tavolo.
<
La mia vita è iniziata con te. Tutto il resto
l’ho cancellato. Voglio solo poter vedere il tuo viso, il tuo
vero sorriso,
ogni giorno. Mi sentivo vivo fianco a fianco con te in quel sottomarino
quando
abbiamo combattuto Teschio Rosso. Mi sono sentito al settimo cielo
quando,
tenendomi per mano, mi hai detto che credevi in me. Eravamo come un sol
uomo a
combattere contro Ultron e non c’era altro per me.
Voglio
solo sostenerti e cancellare gli errori che tuo
padre ha fatto, anche creando quel rottame, considerandolo migliore di
te>
pensò.
“Ti
ho già detto che puoi chiamarmi Steve. Per me è
quella l’unica identità che conta” disse
secco.
Tony
gli posò la guancia sul petto e inspirò il suo
odore, rabbrividendo di piacere.
“Sai,
non mi dispiacerebbe essere preso dal tuo lato
verde. Sarebbe come avere un Hulk personale” ammise.
Steve
Skrull gli accarezzò le guance e gli posò un
bacio sulla fronte.
“Tony,
sei sempre il solito” mormorò.
<
Sei un’opera d’arte vivente. Passerei tutta la
vita a disegnarti e so che non riuscirei a renderti giustizia.
Il
mio destino è in te, nel tuo respiro. Nessuno può
amarti più di me, nessuno può conoscerti
più di me, neanche il vero Rogers >
pensò.
“Sarebbe
un triangolo perfetto. Tu sopra, Cap sotto,
ed io a godermela al centro” disse Tony. Gli avvolse il collo
massicciò con le
braccia e gli sorrise.
“Ho
il terribile sentore che Rogers sarebbe anche
d’accordo” mormorò Skrull Steve,
passandosi la mano sul viso e sospirando
pesantemente.
“Facciamo
un patto. Io vi permetto di rimandare
indietro il capitanino, ma tu, in cambio, non ti lamenterai
più quando parlerò
dello scudo intorno al mondo” propose Stark.
Steve
Skrull lo sollevò, prendendolo in braccio.
“Stark,
te l’ho detto, sarebbe un mondo freddo” disse.
Tony
assottigliò gli occhi e gli chiese con tono
serio: “Vuoi che io sia il capo, oppure no?”.
“Ecco,
se ti decidi, ti lascerò fare ciò che
vorrai”
cedette l’altro. Gli sorrise.
Tony
ghignò. “Dobbiamo fermare Thanos prima che
diventi una minaccia. Approfittiamo della presenza di quella
‘lucciola’”
sussurrò.
“Non
ti sta proprio simpatica Capitan Marvel, vero?”
domandò il Capitano.
“Lei
è l’unico Capitano che non voglio in mezzo ai
piedi.
Ha un rapporto fin troppo stretto con il ‘mio’
Skrull” disse Stark. Gli
mordicchiò l’orecchio, mentre l’altro
andava a sedersi su una brandina,
abbandonata tra dei rottami in un angolo del laboratorio.
Skrull
Steve roteò gli occhi e se lo fece sedere sulle
gambe.
<
Farò tutto quello che vuoi, perché solo con te mi
sento vivo > pensò.
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