Lost in memories.

di StewyT
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Cinque anni dopo….
 

“Lost in Memories è una delle serie più amate al momento…” la donna con la lunga coda di capelli biondi lo guardava sorridendo, nel suo scintillante abito elegante; Alec annuì, guardandosi leggermente a disagio attorno: era circondato da persone urlanti, su un tappeto rosso, con delle scarpe eleganti ai piedi e peggio ancora, un completo blu elegante addosso. Se tempo prima aveva creduto che lavorare con Magnus sarebbe stato un sogno, in quel momento, al lancio del decimo ed ultimo episodio di Lost in memories per cui era stata organizzata una festa in stile hollywoodiano con tanto di possibilità per alcuni fan di vederlo in anteprima e poter parlare con i creatori, si stava rimangiando tutte le proprie parole: quello era un incubo.
Quelle scarpe erano un incubo.
“Ed è tutto merito di Kevin e Godfrey. Loro sono follemente amati e venerati dalla folla. Ci hanno fatto piangere e ridere, ma il più delle volte piangere e soprattutto ci hanno fatto riflettere. La forza di Kevin nel riuscire a recuperare tutto quello che aveva perso ci ha fatti sentire più forti, la tenacia di Gao nel restare sempre al suo fianco ci ha mostrato cosa fosse l’amore vero. Questi due personaggi, Alec, hanno abbattuto tutti i muri di pregiudizi sull’amore e la comunità LGBT ve ne è grata, a te per averli creati e a Magnus Bane per averceli fatti conoscere su scherme. Ve ne siamo grati tutti perché è grazie a loro, anche, che sappiamo che l’amore vero può sempre vincere, anche se non ci crediamo” gli occhi della giornalista, evidentemente grande fan della storia, luccicarono leggermente, così come quelli di Alec.
Sì, negli ultimi cinque anni erano successe tante cose: lui aveva preso ispirazione dal finale della loro storia per dare una degna fine anche ai protagonisti nati dalla sua vera vita, Magnus aveva deciso di crearne una serie tv anche per celebrare tutto quello a cui erano andati in contro, Max aveva avuto un nuovo fratellino di nome Raphael e tanti nuovi cuginetti: una Sophie ed un George da zio Simon e zia Isabelle, una Madzie da zia Catarina e un Jonathan da zia Clary e Jace. Ora le loro feste di Natale non erano più tranquille come una volta, ma erano sicuramente più belle, persino Ragnor e Raphael si erano arresi ai bambini e avevano deciso di adorarli oltremodo. Ora tutto sembrava ancora migliore e meno reale, ma alla fine tutte le storie sono vere.
“Allora” la giornalista lo guardò “Sappiamo che questa storia e i personaggi sono basati sui Malec” sorrise divertita “Ma cosa ci dici in più?” Alec annuì e spostò lo sguardo in cerca di Magnus, sorrise quando lo vide intento ad aggiustare la cravatta al piccolo Raphael – di dieci anni, ormai- che con i suoi splendenti occhi nocciola gli sorrideva e annuiva, con la manina stretta in quella di Max che intanto cercava lui con gli occhi e gli fece un occhiolino quando il blu dei loro occhi si scontrò. Cosa c’era da dire in più?
Che aveva tutto quello che qualsiasi essere umano possa mai desiderare nella vita, che era solo grazie a loro, alla sua famiglia, che sarebbe stato pronto a qualsiasi cosa: a combattere con unghia e denti, a non scappare mai dai guai, ad affrontarli sempre a testa alta, a sorridere alla fine perché grazie a Magnus ce l’avrebbe sempre fatta.
“Che tutte le storie sono vere” sorrise ritornando a guardarla “È solo grazie a Magnus e quello che mi è successo che Kevin e Gao esistono” La donna sorrise.
“E anche se avete sofferto tanto” si schiarì la voce “siamo grati a quello che vi è successo per averci regalato tale ispirazione…” Alec annuì e si morse il labbro inferiore, abbassando lo sguardo sul cartellino con il nome della giornalista “Sai cosa, Clare? Sta per arrivare il nostro terzo figlio, una bambina di nome Cassandra” sorrise, con gli occhi lucidi “E tutto quello che al momento mi sento di dirti è che siamo problemi che vogliono essere risolti, siamo bambini che vogliono essere amati, siamo riflettori in grado di vedere oltre il buio ed illuminare quello che ci circonda, siamo razzi in grado di oltrepassare l’atmosfera, siamo miliardi, sette miliardi e mezzo di bellissimi cuori e che tu ci creda o no, lo siamo grazie all’amore” si girò ancora una volta verso la sua famiglia e la indicò “Non ci credevo da piccolo. Prima di accettare di essere omosessuale ho pensato per tanto tempo che non sarei mai riuscito a trovare la felicità, credevo che non fossi nato per ottenerla perché tanto non nasciamo tutti per lo stesso motivo, no? E invece la felicità e l’amore sono due delle poche cose che ci accomunano tutti. Tutti meritiamo la felicità, tutti meritiamo l’amore”.
Le diede una pacca sulla spalla e le sorrise, poi salutando tutti i fan con una mano si avvicinò a Magnus, gli diede un bacio sulle labbra e gli sorrise felice, sussurrandogli che lo amava, dopodiché prese Max in braccio e strinse la mano di Magnus che non era stretta a quella di Raphael e così tutti e quattro si avviarono verso il teatro dove avrebbero visto assieme a tutti i fan – e all’altra parte della sua famiglia- il dolce epilogo della sua storia, ma non della loro storia perché ne era certo: lui e Magnus ne avrebbero affrontate tante altre, e alla fine sarebbero sempre riusciti a scamparla perché come aveva capito tempo prima, loro due erano destinati. E che si voglia credere o meno nel destino e nell’amore, qualche forza – anche se con un nome diverso- che ci spinge gli uni verso gli altri e nel posto in cui dovremmo essere, deve pur esistere, no?
In fondo, tutte le storie sono vere.


Spazio autrice.
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEE CE L'ABBIAMO FATTA!
Vi ho fatto penare un po' /okay forse parecchio/ per avere questo benedetto epilogo ma: here it is!
Okay, mi è appena finita una scaglietta nell'occhio: ho giustamente riletto l'epilogo e mi sono sentita esattamente come la prima volta che l'ho scritto.
Pervasa da un profondo senso di speranza; non sono una molto positiva /lo avete mai notato?/ eppure mentre scrivevo questo epilogo stavo cercando di dirmi: vedi, alla fie nonostante tutto se deve succedere succederà. E forse non siamo tutti destinati alle stesse cose nello stesso modo, nello stesso momento, ma tutti meritiamo indistintamente la felicità. E spero di averne regalato un pezzettino super minuscolo anche a voi che avete letto fino a qui: speriamo sempre, è l'unca cosa che ci resta.

Se c'è un periodo che adoro di questo epilogo è proprio questo: "E tutto quello che al momento mi sento di dirti è che siamo problemi che vogliono essere risolti, siamo bambini che vogliono essere amati, siamo riflettori in grado di vedere oltre il buio ed illuminare quello che ci circonda, siamo razzi in grado di oltrepassare l’atmosfera, siamo miliardi, sette miliardi e mezzo di bellissimi cuori e che tu ci creda o no, lo siamo grazie all’amore" e mi sembra ingiusto prenderne i meriti: è palesemente ispirato/copiato/fate voi da What about us di Pink, se non la conoscete vi prego: ascoltatela!

E nulla, la smetto con questo angolo più lungo dell'epilogo stesso.
Spero che nonostante tutto questa storia vi sia piaciuta e vi abbia trasmesso qualcosa.
Grazie mille sempre a Cassie per aver creato i Malec, ai Malec per essere esistiti e all'amico della Clare /chiunque esso sia e ovunque esso sia / che l'ha ispirata; senza di lui non avrei avuto il mio personaggio preferito di sempre <3
Grazie mille a voi per aver letto anche questo ennesimo sclero.
A presto, spero!

StewyT~
 




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