Anatema capitolo II
Hermione
Granger era arrivata alla tana tre giorni prima di Harry
Potter e adesso che l'amico era lì con lei si sentiva
più
tranquilla, saperlo a casa di quei cialtroni dei Dursley e alla
mercè del ministero o dei mangiamorte l'aveva preoccupata
molto.
La ragazza osservava dalla finestra della camera di Ginevra Weasley, i
tre amici che sistemavano il giardino per un incontro Di Quidditch e la
cosa non la entusiasmava più di tanto, dato che
era una
vera schiappa e odiava volare, però era pur sempre una
distrazione dagli avvenimenti funesti degli ultimi giorni.
La
gazzetta
del profeta che si trovava sul suo letto, posizionato accanto a quello
di Ginny, riportava solo notizie tutt'altro che buone.
Hermione
si voltò per guardare il giornale che aveva riletto
già
una decina di volte, "tre
famiglie babbane uccise" riportava
la prima pagina.
La
ragazza prese ancora una volta i giornale e si mise
a sedere sul letto per rileggerlo ancora una volta, "il ministero della magia
sospetta che sia opera dei Mangiamorte"
Hermione
scosse la testa "sospetta, come se ci fosse qualche dubbio"
pensò tra se, il pensiero poi corse subito ai suoi genitori,
per
quanto tempo sarebbero stati ancora al sicuro? Ed era proprio per
questo che aveva deciso di passare il resto delle vacanze a casa
Weasley, non tanto per la sua sicurezza tanto per quella dei genitori,
meno si faceva vedere in loro compagnia, meno avrebbe attirato occhi
indiscreti sulla sua famiglia. Hermione si sentiva in colpa, se fosse
stata una ragazza normale tutto questo non l'avrebbe riguardata e di
conseguenza non sarebbe stato affare neanche dei signori Granger. Si
sarebbe diplomata in una qualsiasi scuola del Regno Unito e avrebbe
avuto guai da comune adolescente. Invece no, era una strega e nata
babbana.
« Hermione
vieni fuori, stiamo per iniziare! » la voce
sottile di Ginny penetrava a malapena dal vetro della finestra.
« Arrivo! »
urlò Hermione ricomponendosi, poi buttò la
gazzetta del profeta sotto il letto, l'averla continuamente sotto gli
occhi non faceva altro che innervosirla più di quanto non lo
fosse già.
**
Il
pomeriggio trascorse lento e tranquillo, tra una partita e l'altra
finì per arrivare l'ora di cena e dopo essersi riempiti lo
stomaco con le delizie preparate dalla signora Molly, Harry Ron ed
Hermione si riunirono in camera di Ron.
Harry
teneva in mano la sua copia della gazzetta del profeta, attento a
leggere.
«
Lucius Malfoy ad Azkaban » proferì Ron tra il
compiaciuto e l'incredulo « credete che gli passeranno le
manie di
superiorità là dentro? » chiese ironico.
Harry
rise per un
attimo e cercò di immaginarsi Lucius Malfoy dietro le sbarre
che si
lamentava informando i carcerieri sulla sua linea di sangue purissima e
il suo alto status sociale, ridicolo.
«
Non credo che i dissennatori presteranno attenzione alle
sue lamentele sul fatto di non avere una cella ricca di confort
»
rispose poi a mo di battuta.
Hermione
guardò Harry con disappunto. « Non mi pare il caso
di scherzarci sù Harry, Lucius Malfoy è un
criminale
pericolosissimo e considerando l'evasione di massa dell'anno scorso,
non mi stupirei di rivederlo in giro tra poco! » Come al
solito la
ragazza riuscì a zittire i suoi due amici.
«
Più tosto... » Hermione assunse un cipiglio
preoccupato rivolgendosi ad Harry, « cosa intendi fare
adesso?
Voglio dire, quest'anno le cose ad Hogwarts cambieranno, tutti ti
guarderanno in modo diverso Harry, perché tu sei il pr-
»
« sì Hermione, sono il prescelto, come se la
Gazzetta del
profeta non si fosse già premunita di sottolinearlo tutti i
santi giorni nell'ultimo mese, puoi evitare di ricordarmelo almeno
tu? » Harry era irritato, Hermione tendeva sempre a
sottolineare
tutto, anche quello che era evidente agli occhi dei più
stupidi.
«
Scusa » si limitò a dire la ragazza.
«
Non ce l'ho con te Hermione » cercò di spiegarsi
Harry « non ce l'ho con nessuno di voi » aggiunse
rivolgendosi anche a Ron « so che sono strano e i
più delle
volte reagisco in modo inadeguato ma da quando Sirius è
morto e
ho saputo di quella maledetta profezia... » Harry non sapeva
come
continuare, « ti sei sentito crollare il mondo addosso...
»
concluse Ron triste e con tono greve. « Sì,
proprio
così. »
Calò
il silenzio nella stanza, poi un ticchettio sempre
più fitto portò l'attenzione dei ragazzi verso la
finestra. « Di nuovo pioggia » fece Ron sbuffando.
Stava
iniziando a piovere e qualche lampo oltre le nubi presagiva un
brutto temporale, le nubi in quei tempi sembrava che celassero qualcosa
di malvagio, sempre pronto a spiare e ad attaccare all'improvviso.
«
Io ho paura » fece Hermione tremante « e chi non
ne ha, solo gli sciocchi » aggiunse Ron.
«
Secondo voi Draco Malfoy tornerà quest'anno? »
chiese Hermione guardandosi i piedi che teneva sotto il tavolino in
legno, Ron si sdraiò completamente a terra e
incrociò le
braccia dietro la testa «purtroppo per noi
sì»
Hermione si voltò di scatto « ma Come?
» fece
allarmata e incredula « con che coraggio e com'è
possibile
che Silente lo abbia riaccolto! » si girò poi
verso Harry
per avere la sua attenzione.
«
Silente non incolpa il figlio per
gli errori del padre » continuò a parlare Ron
« e
comunque credo che un uomo intelligente come Albus Silente si
sarà premunito di tenere quel vile sotto
controllo. Tu
Harry cerca di stargli alla larga okay? Evitiamo scontri che prima o
poi sarò costretto a lasciargli un pugno così
forte da
rovinargli a vita il bel faccino curato che si ritrova, mille
incantesimi non basterebbero per riaggiustarglielo » concluse
Ron.
«
Tutti noi dovremo stargli alla larga » aggiunse Hermione
mesta.
«
Non so... E se avesse in mente Qualcosa? Non dovremo indagare?
Voglio dire, adesso che suo padre è fuori gioco magari
vorrà far vedere quanto vale » pensò
Harry ad alta
voce.
«
Chi, Draco? » chiese Hermione sdegnata, « l'unica
cosa
che quel viscido sa fare è prendersi gioco dei ragazzi del
primo
anno e insultare tutti quelli che non gli vanno a genio »
continuò convinta.
«
Se solo ripenso a quello che ho sentito dirgli su Ginny
l'anno scorso
al treno... » disse Ron rimembrando e arrossendo per la
rabbia.
«
Che cosa ha detto? » fece Harry stizzito, intanto Hermione
drizzò le orecchie interessata.
«
Lui e Blaise Zabini si trovavano nel corridoio e poco prima di
scendere mia sorella li è passò davanti,
naturalmente lei non
gli degnò di uno sguardo ma quei due stranamente dal solito
non
l'hanno offesa, anzi sentii Malfoy che commentava il suo
fondoschiena e che se non fosse venuta da una famiglia di miserabili
non gli sarebbe dispiaciuto approfondire la sua conoscenza »
Hermione drizzò le spalle e inarcò la
fronte, Harry
si fece paonazzo in viso.
«
E quello schifoso di Zabini come annuiva compiaciuto! »
continuò Ron come se stesse rivivendo tutto «
peccato che
quei due imbecilli non si erano accorti che stavo proprio dietro di
loro » « e che è successo?»
chiese Hermione,
« è
successo che stavamo per darcele Hermione, se solo Neville non fosse
venuto a trascinarmi via di forza.»
«
Ma così gliel'hai fatta passare liscia! »
sbottò
Harry alzandosi in piedi e urtando un gambo del tavolino, rischiando
così di
far cadere la sua tazza di tè.
Hermione
guardò la
reazione del suo amico con interesse "strano" fece tra sè.
Anche
lei però si sentiva in qualche modo offesa da questa cosa e
non
ne capiva il motivo, forse perché Ginny era talmente bella
da
riuscir a far spendere parole di approvazione da due serpeverde
estremisti e chiusi come Malfoy e Zabini? E che le importava comunque
dei loro giudizi? A lei non cambiava niente in fondo, anzi era
preoccupata che potessero infastidire la sua amica.
« Chissà che cosa avrebbe detto la Parkinson se avesse sentito
il suo tesoruccio » commentò Ron.
«
Oh andiamo, lo sanno tutti che Draco non è realmente
interessato
a Pansy Parkinson, quella è solo una bamboleta per lui
» rispose Hermione
velocemente mentre si chiudeva la felpa rosa.
«
E tu com'è che sei informata sui problemi di cuore tra i
serpeverde? » chiese Harry divertito.
Hermione
alzò gli occhi dalla sua felpa e per un attimo si
irrigidì « ehi? Pronto? sono una ragazza per
vostra informazione.
E tra ragazze le voci girano. »
«
Certo » fece Ron ridendo.
«
Sentite, le cose stanno così, a me di quello che fa Draco
Malfoy
o o la Parkinson non me ne può importare di meno, l'ho
sentito
dire a Cali tutto qui. »
« Che
pettegole le Patil... » commentò Ron pensando alle
due sorelle.
« Non meno di te Ronald » lo rimbeccò Hermione.
«
Comunque sta di fatto che la Parkinson e Malfoy sono perfetti insieme,
da brivido entrambi. Non vi fanno venire i brividi è?
» chiese Ron
a entrambi i suoi amici, Harry annuì severo « da
brivisi,
sì » rispose poi.
«
Non so... » fece Hermione « credo che
Draco Malfoy non sia capece di legarsi realmentea
qualcuno, neanche a una come Pansy che rispecchia sicuramente il suo
modello ideale» aggiunse cercando di immaginarli insieme
« io non penso che uno come lui sia in grado di amare...
»
disse quell'ultima frase lentamente, pensando alla faccia di Malfoy in
una delle sue espressioni altezzose e distanti, occhi gelidi e sguardo
velenoso, sì era da brividi. In quel momento ebbe una
sensazione
di fastidio, quante volte
avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ricordò quella in cui
ce lo
prese a causa della faccenda di Fierobecco, "che soddisfazione"
pensò.
«
Ascoltate, io non so voi, ma ho intenzione di tenerlo d'occhio
»
comunicò Harry avvicinandosi alla finestra per guardare
fuori,
un lampo apparve in cielo proprio in quel momento, seguito subito dopo
da un tuono.
«
No Harry, tu non lo farai, te lo probisco! » Hermione si
alzò per fronteggiare Harry.
«
Non capisco perché
vuoi aggiungere guai a quelli che già abbiamo »
aggiunse
Ron grattandosi la testa rossa.
«
Infatti è fuori discussione, mi preoccuperò io
stessa di farti girare alla larga da quel furetto »
dichiarò Hermione alterata.
Harry
ebbe un fremito di rabbia, odiava sentirsi sbacchettato, anche se
a farlo era la persona più coscienziosa che conosceva, o
vero la
sua migliore amica.
«
Come vi pare » rispose facendo un gesto con la mano,
« bene, detto questo credo sia ora di andare a dormire,
domani ci
aspetta una lunga giornata di spese a Diagon Alley » concluse
Hermione facendo un battito di mani poi guardò il temporale
fuori dalla finestra con uno strano presentimento misto a timore.
***
A
Malfoy Manor la pioggia sembrava scendere più violenta che
in
altri posti, forse era a causa del
grande flusso di energia negativa che aleggiava intorno e dentro la
grande abitazione.
Draco
Malfoy sedeva alla scrivania del vecchio studio di suo padre, era
una grande stanza, poco illuminata, con arredamenti in pelle nera e
arazzi di colore verde e argento, l'orgoglio serpeverde dei
Malfoy era evidente. Draco aveva acceso il camino per riscaldarsi,
nonostante fosse estate le stanze della casa erano più
fredde
che mai.
"Il compito che ti ho affidato
è forse il più difficile
di tutti Draco, nutro grandi speranze verso di te e posso garantirti
che se saprai avere giudizio e porterai la missione a termine, io
saprò ricompensare il tuo coraggio e la tua
lealtà come
neanche immagini."
Draco continuava a
ripensare alle parole di
Lord Voldemort, sentiva crescere in sè una forza che mai in
vita
sua era sicuro di a aver avuto e se ne sarebbe servito.
La
ferita per il marchio nero bruciava e la pelle su cui il serpente e
il teschio erano stati impressi pulsava e sembrava essere in rilievo,
ma tutto questo era sopportabile, qualche giorno e il
fastidio sarebbe scomparso.
«
Non ti deluderò padre » disse guardando il suo
bicchiere di vino rosso che portò subito dopo alla bocca,
fece
un sorso e poi poggiò la testa sullo schienale della
poltrona,
« li farò fuori tutti... prima
torturerò Potter
uccidendo uno ad uno i suoi luridi amici, i Weasley saranno i primi,
poi passerò alla sudicia mezzosangue, la finirò a
forza
di Cruciatos, voglio vederla scoppiare dal dolore e dalla pazia... in
fine sarà il momento di Silente e il suo pupillo non
potrà salvarlo » Malfoy fece una pausa e si
compiacque,
avrebbe preferito uccidere direttamente il prescelto ma gli era stato
chiaramente detto che quello non era affar suo e si sà, mai
contraddire Lord voldemort. "Pazienza" pensò, di lavoro da
fare
ne aveva, doveva muoversi, elaborare un piano e nessuno avrebbe potuto
aiutarlo, Tyger e Goyle erano fuori discussione, stupidi com'erano
l'avrebbero fatto scoprire subito, poi c'erano Blaise e Pansy e pur
essendo intellettualmente svegli e degli abili maghi non avrebbe
comunque potuto coinvolgerli, questa cosa era affar suo e solo lui
avrebbe goduto dei privilegi meritati.
La
fiamma del camino era quasi spenta e lo studio veniva illuminato a
intervalli regolari dai lampi che assumevano colori verdastri filtrando
dalla finestra. All'improvviso la porta dello studio venne aperta e
sbattuta contr la parete, Draco sossultò e si
alzò in fretta dalla poltrona.
«
Chi c'è! » urlò con forza. Chi osava
sbattere con tanta violenza la porta dello studio di suo padre?
Un
altro lampo fece luce nella stanza e un uomo dai capelli corvini
divisi in due bande e un lungo naso adunco si fece avanti, era come
sempre avvolto dal suo mantello nero.
«
Lei qui? » fece Draco evidentemente sorpreso.
Piton
entrò velocemente e
richiuse la porta in modo maldestro, subito dopo si diresse a passo
svelto verso la scrivania, ci girò a torno per fronteggiare
Draco.
«
Sì, proprio così » asserì a
pochi centimetri dal viso del ragazzo.
Draco
lo guardò dritto
negli occhi e con tono fermo fece « a cosa devo questa piacevole visita
notturna? » seccato.
«
Sono venuto a conoscienza della grande notizia e ti
avverto subito Malfoy » a quel punto Piton estrassse la
bacchetta « niente sciocchezze o spavalderie. »
Quelle
parole arrivarono a Draco come uno spillo in un dito e
rimase per un attimo in silenzio, Piton aveva l'incantesimo facile.
Il
ragazzo cercò di mantenere un atteggiamento fermo, fece un
respiro e parlò « vedo che le informazioni corrono
veloci
professore » poi con orgoglio tirò su la manica
della
camicia e mostrò al professore il braccio sinistro
« guardi » lo invitò fremente
«sono uno di voi
adesso.»
Piton
vide negli occhi grigi del giovane un guizzo di
compiacimento, accompagnato da un sorriso beffardo, poi
spostò
l'attenzione sul braccio marchiato, era infiammato e il serpente
sembrava aver vita propria, « interessante »
asserì
con aria di sufficenza, poi fece qualche passo indietro e
tornò
dall'altra parte della scrivania.
«
Voglio essere breve Malfoy, sono qui per un motivo. »
«
E quale sarebbe? »
«
Tua madre. »
Draco
Malfoy alzò il sopracciglio e arricciò il
naso ma non disse niente, seguì un momento di silenzio.
«
Poco fa si è precipitata a casa mia con l'alquanto
squilibrata sorella, nonché tua zia e mi ha chiesto di
aiutarti. »
«
Io non ho bisogno di aiuto! » Draco batté il pugno
sul tavolo, si sentì schiacciato e umiliato dalla
sufficenza del tono di Piton e dal fatto che sua madre si fosse presa
la briga di trovargli un protettote, perché aveva
già
capito "aiutarmi? Vuole solo farmi tener d'occhio" pensò
all'istante.
«
Qui non si tratta di ciò che vuoi tu » rispose
lentamente Piton a cui cadde l'occhio su un bicchire da vino sopra la
scrivania, c'era ancora qualche goccia di vino rosso, Piton lo prese,
« vedo che ti sei già calato nella parte... hai
anche un
sigaro? » pareva che il professor Piton si divertisse a
prenderlo
in giro, ma secondo Draco era solo invidioso, come sua madre e sua zia
Bellatrix. Senza riflettere si sporse dalla scrivania e
strappò
di mano il bicchiere a Piton « non tocchi le cose di mio
padre » fece fermo.
«
Come osì... » sussurò Severus indignato
« se sono qui è solo perché nutro
grande rispetto
per tua madre, una delle poche persone che ancora lo meritano a questo
mondo. »
«
Adesso basta! » sbottò Draco poi dette un calcio
alla poltrona e si avviò verso la porta per aprirla e
cacciare
il professore.
«
Non osare darmi le spalle Malfoy » intimò Piton,
Draco si fermò, aveva già la mano sulla maniglia,
« Hai una vaga idea di cosa sia il voto infrangibile?
»
il
ragazzo ebbe un sussulto, si girò lentamente e
lasciò
la maniglia.
«
Una volta da mio nonno... tanto tempo fa. » Draco sapeva bene
cosa fosse e che andava usato in casi di vera
necessità, poiché era un giuramento da cui non ci
si
poteva congedare.
Piton
fece qualche passo in avanti « questa sera io ho giurato a
tua madre che ti proteggerò e aiuterò a
costo della
vita e che porterò a termine il tuo compito qual'ora tu
dovessi fallire. »
«
Questo non succederà! » disse
Draco tutto di un fiato.
Staremo
a vedere. è importante che tu ricordi che qualsiasi cosa
farai, io sarò lì a guardare, in qualsiasi
momento, in
qualsiasi posto. Se commetterai errori, io lo vedrò
«
Se farai carte false o imbrogli, io lo vedrò »
disse
Piton con tono fermo « se cercherai di prenderti gioco di me,
io
lo saprò » aggiunse.
Draco
deglutì e strinse i pugni, era tentato di estrarre la
bacchetta ma il buon senso lo fece rinunciare.
« Sei completamente instabile, lo percepisco proferì Piton
devi mantenere il sangue freddo, altr- »
«
Lo farò » Draco interruppe Severus,
«
non fallirò ne va dell'onore della mia famiglia »
aggiunse
chiudendo un attimo gli occhi e poi li riaprì per guardare
il
suo protettore, doveva sforzarsi di accettare l'idea, Piton sarebbe
stata la sua ombra.
«
Bene » annuì Piton.
Note
Eccomi
di nuovo qui per voi. Ho aggiornato subito perché avevo
già pronti i primi tre capitoli in cartella, quindi dopo una
revisioncina arriverà presto anche il terzo.
Baci, Morgana La Strega
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