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Autore: Morgana la Strega    10/06/2019    1 recensioni
Draco Malfoy è stato scelto da Lord Voldemort in persona per un incarico importante: uccidere Albus Silente. Il ragazzo accetta l'incarico ed è determinato a rimediare agli errori del padre, ora rinchiuso ad Azkaban, così da poter dare nuovo lustro alla famiglia Malfoy e guadagnarsi un posto importante nel nuovo mondo che ormai sta per sorgere. I Mangiamorte hanno tra le loro file un nuovo alleato, senza scrupoli e letale.
Harry Potter è ancora scosso dalla morte del patrigno Sirius Black, vede ombre e minacce ovunque e i suoi principali timori risiedono proprio nel suo acerrimo nemico, Draco Malfoy.
Hermione Granger, voce e coscenza di Harry, in un primo momento cerca di dissuadere l'amico dalle infinite congetture che lo tormentano, il sesto anno ad Hogwarts è senza dubbio molto importante e nonostante i tanti problemi vorrebbe cercare di concentrarsi sullo studio. Qualcosa cambia e la ragazza si trova coinvolta in prima persona, conoscerà e attraverserà la sottile linea che distingue il bene dal male, rimarrà in sospeso tra l'una e l'altra parte, capendo una volta per tutte che a volte il desiderio risiede in ciò che appare sbagliato e pericoloso.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Image and video hosting by TinyPic Anatema capitolo II
                                                                                                

                                                                                           
Hermione Granger era arrivata alla tana tre giorni prima di Harry Potter e adesso che l'amico era lì con lei si sentiva più tranquilla, saperlo a casa di quei cialtroni dei Dursley e alla mercè del ministero o dei mangiamorte l'aveva preoccupata molto. La ragazza osservava dalla finestra della camera di Ginevra Weasley, i tre amici che sistemavano il giardino per un incontro Di Quidditch e la cosa non la  entusiasmava più di tanto, dato che era una vera schiappa e odiava volare, però era pur sempre una distrazione dagli avvenimenti funesti degli ultimi giorni.
La gazzetta del profeta che si trovava sul suo letto, posizionato accanto a quello di Ginny,  riportava solo notizie tutt'altro che buone. Hermione si voltò per guardare il giornale che aveva riletto già una decina di volte, "tre famiglie babbane uccise" riportava la prima pagina.
La ragazza prese ancora una volta i giornale e si mise a sedere sul letto per rileggerlo ancora una volta, "il ministero della magia sospetta che sia opera dei Mangiamorte" Hermione scosse la testa "sospetta, come se ci fosse qualche dubbio" pensò tra se, il pensiero poi corse subito ai suoi genitori, per quanto tempo sarebbero stati ancora al sicuro? Ed era proprio per questo che aveva deciso di passare il resto delle vacanze a casa Weasley, non tanto per la sua sicurezza tanto per quella dei genitori, meno si faceva vedere in loro compagnia, meno avrebbe attirato occhi indiscreti sulla sua famiglia. Hermione si sentiva in colpa, se fosse stata una ragazza normale tutto questo non l'avrebbe riguardata e di conseguenza non sarebbe stato affare neanche dei signori Granger. Si sarebbe diplomata in una qualsiasi scuola del Regno Unito e avrebbe avuto guai da comune adolescente. Invece no, era una strega e nata babbana.

« Hermione vieni fuori, stiamo per iniziare! » la voce sottile di Ginny penetrava a malapena dal vetro della finestra.
« Arrivo! » urlò Hermione ricomponendosi, poi buttò la gazzetta del profeta sotto il letto, l'averla continuamente sotto gli occhi non faceva altro che innervosirla più di quanto non lo fosse già.

                                                                                                                           
                                                                                                             **


Il pomeriggio trascorse lento e tranquillo, tra una partita e l'altra finì per arrivare l'ora di cena e dopo essersi riempiti lo stomaco con le delizie preparate dalla signora Molly, Harry Ron ed Hermione si riunirono in camera di Ron.
Harry teneva in mano la sua copia della gazzetta del profeta, attento a leggere.

« Lucius Malfoy ad Azkaban » proferì Ron tra il compiaciuto e l'incredulo « credete che gli passeranno le manie di superiorità là dentro? » chiese ironico.
 Harry rise per un attimo e cercò di immaginarsi Lucius Malfoy dietro le sbarre che si lamentava informando i carcerieri sulla sua linea di sangue purissima e il suo alto status sociale, ridicolo.
« Non credo che i dissennatori presteranno attenzione alle sue lamentele sul fatto di non avere una cella ricca di confort » rispose poi a mo di battuta.
Hermione guardò Harry con disappunto. « Non mi pare il caso di scherzarci sù Harry, Lucius Malfoy è un criminale pericolosissimo e considerando l'evasione di massa dell'anno scorso, non mi stupirei di rivederlo in giro tra poco! » Come al solito la ragazza riuscì a zittire i suoi due amici.
« Più tosto... » Hermione assunse un cipiglio preoccupato rivolgendosi ad Harry, « cosa intendi fare adesso? Voglio dire, quest'anno le cose ad Hogwarts cambieranno, tutti ti guarderanno in modo diverso Harry, perché tu sei il pr- » « sì Hermione, sono il prescelto, come se la Gazzetta del profeta non si fosse già premunita di sottolinearlo tutti i santi giorni nell'ultimo mese, puoi evitare di ricordarmelo almeno tu? » Harry era irritato, Hermione tendeva sempre a sottolineare tutto, anche quello che era evidente agli occhi dei più stupidi.
« Scusa » si limitò a dire la ragazza.
« Non ce l'ho con te Hermione » cercò di spiegarsi Harry « non ce l'ho con nessuno di voi » aggiunse rivolgendosi anche a Ron « so che sono strano e i più delle volte reagisco in modo inadeguato ma da quando Sirius è morto e ho saputo di quella maledetta profezia... » Harry non sapeva come continuare, « ti sei sentito crollare il mondo addosso... » concluse Ron triste e con tono greve. « Sì, proprio così.  »
Calò il silenzio nella stanza, poi un ticchettio sempre più fitto portò l'attenzione dei ragazzi verso la finestra. « Di nuovo pioggia » fece Ron sbuffando.
Stava iniziando a piovere e qualche lampo oltre le nubi presagiva un brutto temporale, le nubi in quei tempi sembrava che celassero qualcosa di malvagio, sempre pronto a spiare e ad attaccare all'improvviso.
« Io ho paura » fece Hermione tremante « e chi non ne ha, solo gli sciocchi » aggiunse Ron.

« Secondo voi Draco Malfoy tornerà quest'anno? » chiese Hermione guardandosi i piedi che teneva sotto il tavolino in legno, Ron si sdraiò completamente a terra e incrociò le braccia dietro la testa «purtroppo per noi sì»  Hermione si voltò di scatto « ma Come? » fece allarmata e incredula « con che coraggio e com'è possibile che Silente lo abbia riaccolto! » si girò poi verso Harry per avere la sua attenzione.
 « Silente non incolpa il figlio per gli errori del padre » continuò a parlare Ron « e comunque credo che un uomo intelligente come Albus Silente si sarà premunito di tenere quel vile sotto controllo.  Tu Harry cerca di stargli alla larga okay? Evitiamo scontri che prima o poi sarò costretto a lasciargli un pugno così forte da rovinargli a vita il bel faccino curato che si ritrova, mille incantesimi non basterebbero per riaggiustarglielo » concluse Ron.
« Tutti noi dovremo stargli alla larga » aggiunse Hermione mesta.
« Non so... E se avesse in mente Qualcosa? Non dovremo indagare? Voglio dire, adesso che suo padre è fuori gioco magari vorrà far vedere quanto vale » pensò Harry ad alta voce.
« Chi, Draco? » chiese Hermione sdegnata, « l'unica cosa che quel viscido sa fare è prendersi gioco dei ragazzi del primo anno e insultare tutti quelli che non gli vanno a genio » continuò convinta.
«  Se solo ripenso a quello che ho sentito dirgli su Ginny l'anno scorso al treno... » disse Ron rimembrando e arrossendo per la rabbia.
« Che cosa ha detto? » fece Harry stizzito, intanto Hermione drizzò le orecchie interessata.
« Lui e Blaise Zabini si trovavano nel corridoio e poco prima di scendere mia sorella li è passò davanti, naturalmente lei non gli degnò di uno sguardo ma quei due stranamente dal solito non l'hanno offesa, anzi sentii Malfoy che commentava il suo fondoschiena e che se non fosse venuta da una famiglia di miserabili non gli sarebbe dispiaciuto approfondire la sua conoscenza »  Hermione drizzò le spalle e inarcò la fronte, Harry si fece paonazzo in viso.
« E quello schifoso di Zabini come annuiva compiaciuto! » continuò Ron come se stesse rivivendo tutto « peccato che quei due imbecilli non si erano accorti che stavo proprio dietro di loro » « e che è successo?» chiese Hermione, « è successo che stavamo per darcele Hermione, se solo Neville non fosse venuto a trascinarmi via di forza.»
« Ma così gliel'hai fatta passare liscia! » sbottò Harry alzandosi in piedi e urtando un gambo del tavolino, rischiando così di far cadere la sua tazza di tè.
Hermione guardò la reazione del suo amico con interesse "strano" fece tra sè. Anche lei però si sentiva in qualche modo offesa da questa cosa e non ne capiva il motivo, forse perché Ginny era talmente bella da riuscir a far spendere parole di approvazione da due serpeverde estremisti e chiusi come Malfoy e Zabini? E che le importava comunque dei loro giudizi? A lei non cambiava niente in fondo, anzi era preoccupata che potessero infastidire la sua amica.
« Chissà che cosa avrebbe detto la Parkinson se avesse sentito il suo tesoruccio » commentò Ron.
« Oh andiamo, lo sanno tutti che Draco non è realmente interessato a Pansy Parkinson, quella è solo una bamboleta per lui » rispose Hermione velocemente mentre si chiudeva la felpa rosa.
« E tu com'è che sei informata sui problemi di cuore tra i serpeverde? » chiese Harry divertito.
Hermione alzò gli occhi dalla sua felpa e per un attimo si irrigidì « ehi? Pronto? sono una ragazza per vostra informazione. E tra ragazze le voci girano. »
« Certo » fece Ron ridendo.
« Sentite, le cose stanno così, a me di quello che fa Draco Malfoy o o la Parkinson non me ne può importare di meno, l'ho sentito dire a Cali tutto qui. »
« Che pettegole le Patil... » commentò Ron pensando alle due sorelle.
« Non meno di te Ronald » lo rimbeccò Hermione.
« Comunque sta di fatto che la Parkinson e Malfoy sono perfetti insieme, da brivido entrambi. Non vi fanno venire i brividi è? » chiese Ron a entrambi i suoi amici, Harry annuì severo « da brivisi, sì »  rispose poi.
« Non so... »  fece Hermione « credo che Draco Malfoy non sia capece di legarsi realmentea qualcuno, neanche a una come Pansy che rispecchia sicuramente il suo modello ideale» aggiunse cercando di immaginarli insieme « io non penso che uno come lui sia in grado di amare... » disse quell'ultima frase lentamente, pensando alla faccia di Malfoy in una delle sue espressioni altezzose e distanti, occhi gelidi e sguardo velenoso, sì era da brividi. In quel momento ebbe una sensazione di fastidio, quante volte avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ricordò quella in cui ce lo prese a causa della faccenda di Fierobecco, "che soddisfazione" pensò.

« Ascoltate, io non so voi, ma ho intenzione di tenerlo d'occhio » comunicò Harry avvicinandosi alla finestra per guardare fuori, un lampo apparve in cielo proprio in quel momento, seguito subito dopo da un tuono.
« No Harry, tu non lo farai, te lo probisco! » Hermione si alzò per fronteggiare Harry.
 « Non capisco perché vuoi aggiungere guai a quelli che già abbiamo » aggiunse Ron grattandosi la testa rossa.
« Infatti è fuori discussione, mi preoccuperò io stessa di farti girare alla larga da quel furetto » dichiarò Hermione alterata.
Harry ebbe un fremito di rabbia, odiava sentirsi sbacchettato, anche se a farlo era la persona più coscienziosa che conosceva, o vero la sua migliore amica.
« Come vi pare » rispose facendo un gesto con la mano, « bene, detto questo credo sia ora di andare a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata di spese a Diagon Alley » concluse Hermione facendo un battito di mani poi guardò il temporale fuori dalla finestra con uno strano presentimento misto a timore.

                                                                                                                   

                                                                                     ***

A Malfoy Manor la pioggia sembrava scendere più violenta che in altri posti, forse era a causa del grande flusso di energia negativa che aleggiava intorno e dentro la grande abitazione.

Draco Malfoy sedeva alla scrivania del vecchio studio di suo padre, era una grande stanza, poco illuminata, con arredamenti in pelle nera e arazzi di colore verde e argento, l'orgoglio serpeverde  dei Malfoy era evidente. Draco aveva acceso il camino per riscaldarsi, nonostante fosse estate le stanze della casa erano più fredde che mai.

"Il compito che ti ho affidato è forse il più difficile di tutti Draco, nutro grandi speranze verso di te e posso garantirti che se saprai avere giudizio e porterai la missione a termine, io saprò ricompensare il tuo coraggio e la tua lealtà come neanche immagini."
Draco continuava a ripensare alle parole di Lord Voldemort, sentiva crescere in sè una forza che mai in vita sua era sicuro di a aver avuto e se ne sarebbe servito.
La ferita per il marchio nero bruciava e la pelle su cui il serpente e il teschio erano stati impressi pulsava e sembrava essere in rilievo, ma tutto questo era sopportabile, qualche giorno e il fastidio sarebbe scomparso.

« Non ti deluderò padre » disse guardando il suo bicchiere di vino rosso che portò subito dopo alla bocca, fece un sorso e poi poggiò la testa sullo schienale della poltrona, « li farò fuori tutti... prima torturerò Potter uccidendo uno ad uno i suoi luridi amici, i Weasley saranno i primi, poi passerò alla sudicia mezzosangue, la finirò a forza di Cruciatos, voglio vederla scoppiare dal dolore e dalla pazia... in fine sarà il momento di Silente e il suo pupillo non potrà salvarlo » Malfoy fece una pausa e si compiacque, avrebbe preferito uccidere direttamente il prescelto ma gli era stato chiaramente detto che quello non era affar suo e si sà, mai contraddire Lord voldemort. "Pazienza" pensò, di lavoro da fare ne aveva, doveva muoversi, elaborare un piano e nessuno avrebbe potuto aiutarlo, Tyger e Goyle erano fuori discussione, stupidi com'erano l'avrebbero fatto scoprire subito, poi c'erano Blaise e Pansy e pur essendo intellettualmente svegli e degli abili maghi non avrebbe comunque potuto coinvolgerli, questa cosa era affar suo e solo lui avrebbe goduto dei privilegi meritati.

La fiamma del camino era quasi spenta e lo studio veniva illuminato a intervalli regolari dai lampi che assumevano colori verdastri filtrando dalla finestra. All'improvviso la porta dello studio venne aperta e sbattuta contr la parete, Draco sossultò e si alzò in fretta dalla poltrona.
« Chi c'è! » urlò con forza. Chi osava sbattere con tanta violenza la porta dello studio di suo padre?

Un altro lampo fece luce nella stanza e un uomo dai capelli corvini divisi in due bande e un lungo naso adunco si fece avanti, era come sempre avvolto dal suo mantello nero.
 « Lei qui? » fece Draco evidentemente sorpreso.
Piton entrò velocemente e richiuse la porta in modo maldestro, subito dopo si diresse a passo svelto verso la scrivania, ci girò a torno per fronteggiare Draco.
« Sì, proprio così » asserì a pochi centimetri dal viso del ragazzo.
Draco lo guardò dritto negli occhi e con tono fermo fece « a cosa devo questa piacevole visita notturna? » seccato.
« Sono venuto a conoscienza della grande notizia e ti avverto subito Malfoy » a quel punto Piton estrassse la bacchetta « niente sciocchezze o spavalderie. »
 Quelle parole arrivarono a Draco come uno spillo in un dito e rimase per un attimo in silenzio, Piton aveva l'incantesimo facile.

Il ragazzo cercò di mantenere un atteggiamento fermo, fece un respiro e parlò « vedo che le informazioni corrono veloci professore » poi con orgoglio tirò su la manica della camicia e mostrò al professore il braccio sinistro « guardi » lo invitò fremente «sono uno di voi adesso.»
Piton vide negli occhi grigi del giovane un guizzo di compiacimento, accompagnato da un sorriso beffardo, poi spostò l'attenzione sul braccio marchiato, era infiammato e il serpente sembrava aver vita propria, « interessante » asserì con aria di sufficenza, poi fece qualche passo indietro e tornò dall'altra parte della scrivania.
« Voglio essere breve Malfoy, sono qui per un motivo. »
« E quale sarebbe? » 
« Tua madre. »
 Draco Malfoy alzò il sopracciglio e arricciò il naso ma non disse niente, seguì un momento di silenzio.
« Poco fa si è precipitata a casa mia con l'alquanto squilibrata sorella, nonché tua zia e mi ha chiesto di aiutarti. »
« Io non ho bisogno di aiuto! » Draco batté il pugno sul tavolo,  si sentì schiacciato e umiliato dalla sufficenza del tono di Piton e dal fatto che sua madre si fosse presa la briga di trovargli un protettote, perché aveva già capito "aiutarmi? Vuole solo farmi tener d'occhio" pensò all'istante.

« Qui non si tratta di ciò che vuoi tu » rispose lentamente Piton a cui cadde l'occhio su un bicchire da vino sopra la scrivania, c'era ancora qualche goccia di vino rosso, Piton lo prese, « vedo che ti sei già calato nella parte... hai anche un sigaro? » pareva che il professor Piton si divertisse a prenderlo in giro, ma secondo Draco era solo invidioso, come sua madre e sua zia Bellatrix. Senza riflettere si sporse dalla scrivania e strappò di mano il bicchiere a Piton « non tocchi le cose di mio padre » fece fermo.
« Come osì... » sussurò Severus indignato « se sono qui è solo perché nutro grande rispetto per tua madre, una delle poche persone che ancora lo meritano a questo mondo. »
« Adesso basta! » sbottò Draco poi dette un calcio alla poltrona e si avviò verso la porta per aprirla e cacciare il professore.
« Non osare darmi le spalle Malfoy » intimò Piton, Draco si fermò, aveva già la mano sulla maniglia, « Hai una vaga idea di cosa sia il voto infrangibile? »
il ragazzo ebbe un sussulto, si girò lentamente e lasciò la maniglia.
 « Una volta da mio nonno... tanto tempo fa. » Draco sapeva bene cosa fosse e che andava usato in casi di vera necessità, poiché era un giuramento da cui non ci si poteva congedare.
Piton fece qualche passo in avanti « questa sera io ho giurato a tua madre che ti  proteggerò e aiuterò a costo della vita e che porterò a termine il tuo compito qual'ora tu dovessi fallire. »
 « Questo non succederà! » disse Draco tutto di un fiato.
Staremo a vedere. è importante che tu ricordi che qualsiasi cosa farai, io sarò lì a guardare, in qualsiasi momento, in qualsiasi posto. Se commetterai errori, io lo vedrò
« Se farai carte false o imbrogli, io lo vedrò » disse Piton con tono fermo « se cercherai di prenderti gioco di me, io lo saprò » aggiunse.
Draco deglutì e strinse i pugni, era tentato di estrarre la bacchetta ma il buon senso lo fece rinunciare.

« Sei completamente instabile, lo percepisco proferì Piton devi mantenere il sangue freddo, altr- »
« Lo farò » Draco interruppe Severus,  « non fallirò ne va dell'onore della mia famiglia » aggiunse chiudendo un attimo gli occhi e poi li riaprì per guardare il suo protettore, doveva sforzarsi di accettare l'idea, Piton sarebbe stata la sua ombra.
« Bene » annuì Piton.


Note
Eccomi di nuovo qui per voi. Ho aggiornato subito perché avevo già pronti i primi tre capitoli in cartella, quindi dopo una revisioncina arriverà presto anche il terzo.

Baci, Morgana La Strega
   
 
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