Lei
si fermò. Volse leggermente il capo dorato e rimase immobile
a rimirare
quell’ombra allungarsi accanto alla sua. Ade trattenne il
fiato e quando la
guardò ancora negli occhi, capì che mai e poi mai
avrebbe dovuto strapparla
alla Superficie, a quel Mondo che pareva incarnare. Tutte le grazie e
tutte le
bellezze erano in lei, rifulgevano, lo abbagliavano.
Ade
si coprì il volto con una mano e pianse, lasciando cadere
l’elmo a terra.
Pianse la sua misera Sorte e quell’amore a cui era costretto
a rinunciare.
Un
fruscio leggerissimo lo costrinse a risollevare il capo. La fanciulla
gli
porgeva l’elmo e all’interno – quale
meraviglia!
– una ghirlanda di narcisi bianchi.
|