3° ed ultimo capitolo
– Scontro finale!
Sulla Terra Hogan, tracciando il messaggio, aveva capito tutto.
«Allora è stato Jakall ha lanciare i missili per
farci scoprire il suo arrivo. L’Imperatore lo avrà
convinto a tradire il suo stesso popolo come ha fatto con Thomen verso
noi.»
Williamson era ancora sotto shock così Douglas mantenne il
comando delle operazioni dando iniziò a una fase di
aggressione più determinata mandando in azione il Freedom
Fly all’attacco dell’ammiraglia repubblicana.
Brawler, con la solita precisione, colpì i punti vitali
dell’astronave sfruttando le manovre aeree di Durin mentre
Solomon disse: «Le astronavi di Jakall si stanno
allontanando!»
«Che cosa ha intenzione di fare il ministro!» disse
Durin preoccupato.
«Lasciali a noi» disse Mavelix,
«continuate la corsa contro l’ammiraglia.»
Il Freedom Car, in versione volante, si lanciò verso i
fuggitivi. Billy attivò i motori laterali in modo che Fabrix
potesse attaccare con il cannoncino di bordo e la manovra ideata da
Mavelix portò subito i frutti sperati.
Jakall non cercò di contrattaccare e dalla sua astronave non
rispose ai disperati richiami di Manola mentre accettò di
parlare con il losco figuro!
«Hai svolto il tuo compito in modo egregio. Manola voleva
tradire l'Impero ma ora morirà sotto l'attacco terrestre.
Attéstati nei pressi di Giove e attendi miei
ordini» disse Kherkan compiaciuto.
Le astronavi di Jakall sparirono nell'iperspazio mentre Manola, rimasta
con la sua sola astronave, doveva fronteggiare il Freedom Robotech.
Douglas la chiamò per darle l’ultimatum.
«Ministro Manola, vi ordino la resa immediata e senza
condizioni.»
«La Repubblica ormai non esiste più e non ho nulla
da difendere se anche il mio popolo mi ha abbandonata in battaglia.
Avete il permesso di salire sulla mia nave.»
Douglas, però, era troppo astuto per cadere nel tranello e
ordinò al Freedom Fly di avvicinarsi con i cannoni pronti al
combattimento. La scelta si rivelò esatta perché
l'astronave di Manola sparò una serie di colpi verso il
mezzo Federale senza scalfirlo mentre i cannoni a “onde
moventi” del Freedom Robotech distrussero
l’astronave del Primo Ministro repubblicano.
La gioia della vittoria durò poco perché Douglas
si accorse della scomparsa del Freedom Car. «Non è
possibile... dove sono finiti!»
L'urlo del comandante scosse i soldati della sala comandi della grande
astronave ma Angler, appena giunto nella postazione, disse:
«Non temete sono vivi, sono stati risucchiati nell'iperspazio
e ora sono vicini a Giove con la flotta di Jakall!»
Betta si alzò in piedi. «Terrestri, la porta delle
stelle si è chiusa, ma tenterò di creare un
piccolo varco per l’ultima volta » e poi
crollò tra le braccia del Priore.
Il Freedom Shuttle era giunto su Plutone pronto alla battaglia ma
Andrew e il suo equipaggio trovarono la zona completamente distrutta:
ogni installazione militare, ogni zona civile, la zona consolare.
«Non riesco a capire, mi aspettavo di trovare le forze di
terra imperiali invece il pianeta è deserto» disse
quasi contrariato Andrew.
Ubri però diede l'allarme immediato. «Si sta
avvicinando una flotta imperiale.»
«La strategia era un attacco alle installazioni ma a questo
punto è meglio studiare un nuovo piano quindi Schyry
spostiamoci su Stige» ordinò Andrew.
Hartigan chiese: «Capitano, potrebbe essere pericoloso anche
quel posto.»
«Grazie amico, hai detto una cosa giusta. El Barbo, Ubas, voi
cercate di perlustrare la zona ma non fatevi vedere con i vostri caccia
d'appoggio.»
Il gerarca Cain, infatti, era già alla ricerca del Freedom
Shuttle e tentò di stanare i pirati aprendo una
comunicazione libera per tracciare la loro posizione seguendo i segnali
radio provenienti dalla risposta. «E' inutile che vi
nascondiate, vi abbiamo già individuato.»
«Parla il capitano della nave Federale. Forse non
avete capito che non ci siamo nascosti ma vi stavamo solo aspettando;
siete in ritardo» rispose Andrew prima di far chiudere la
comunicazione da Schyry.
Le astronavi da guerra imperiali si misero in movimento e nessuno si
accorse che alle loro spalle c’erano i due caccia d'appoggio
di Ubas ed El Barbo.
L'ultimo ministro della Repubblica sopravvissuto, dopo aver tradito il
proprio comandante in capo, era in contatto di nuovo con il suo nuovo
padrone dopo aver raggiunto Giove.
«Mio signore, sono nella postazione che mi avete indicato
però abbiamo un piccolo problema. Pare che, durante il
viaggio nell'iperspazio, qualcuno si è intrufolato nella
nostra scia.»
«Liberati di loro velocemente, ora su Saturno siamo sotto
attacco dal principe Ilian ma anche lui finirà come
previsto. Il mio fido Cain distruggerà l'astronave terrestre
che crede di essere al riparo su Stige.»
Kherkan, chiuso il contatto con Jakall, tornò a preoccuparsi
in prima persona dei ribelli Sayan. Osservò lo schermo
mentre le astronavi guidate da Ilian, Sukrit e Kaplan scagliavano i
loro colpi sul pianeta e godeva di questo spettacolo perché
ogni missile che raggiungeva Saturno decimava la popolazione Sayan
posta nei falsi punti chiave come scudi umani.
Il Freedom Robotech stava atterrando sulla Luna nella combinazione
“cingolata” per delle riparazioni mentre il Freedom
Fly, capitanato da Hogan, era già nell’iperspazio
con l’obiettivo di raggiungere Giove in aiuto del Freedom Car
che stava attaccando le astronavi repubblicane da solo.
«Provo ad avvicinarmi il più possibile
all'astronave madre ma con il nostro solo mezzo possiamo solo farle
piccoli danni» disse Fabrix.
Mavelix chiese: «Se tentiamo una manovra a
“U”, magari si sparano tra loro.»
Il pilota del Freedom Fly stava per tentare l’opzione
presentata dall’amico quando due cannonate a “onde
moventi” spazzarono via due astronavi nemiche. Il Freedom Fly
era arrivato. «Salve signori, è un piacere vedervi
in azione» disse Hogan. «Ora però diamo
inizio alla trasformazione.»
Il Freedom Fly e il Freedom Car in pochi istanti si unirono creando un
robot cingolato che atterrò sul suolo di Giove. Dalla
torretta Brawler sparò un altro colpo a “onde
moventi” di doppia potenza eliminando altri nemici ma poi
Hogan lo fermò. «Concentra il fuoco verso quei due
satelliti, qualcosa che non quadra.»
Aveva visto giusto, i satelliti si unirono e l’equipaggio
Federale fu scosso nel vedere una Weapon X pronta a sparare. Jakall
impartì l’ordine e il colpo raggiunse in un attimo
il Freedom Mech e Giove e la potenza fu devastante da distruggere
entrambi.
«Come aveva previsto Kherkan la Federazione
crollerà per aver tentato di fermarlo» disse
ridendo il nuovo gerarca dell’Impero. Sorriso che cambio
quando si accorse di un bagliore proveniente dall’interno
della massa di gas che prima si chiamava Giove.
Le astronavi della Repubblica furono disintegrate da quel fascio solare
mentre il Freedom Mech, sopravvissuto alla Weapon X, si trovava in
grande difficoltà. Hogan, stupito, come il resto
dell’equipaggio, di essersi salvato, all’improvviso
sentì la voce della Dea che rimbombava nello spazio cosmico.
«Terrestri, correte su Saturno, è giunto il
momento!»
Nel frattempo le riparazioni sul Freedom Robotech erano state
completate e Douglas diede l’ordine per il salto
nell’iperspazio in direzione di Saturno, ma
all’improvviso gli allarmi dell'astronave iniziarono a
suonare all'impazzata. Il Freedom Robotech fu catapultato di
là delle stelle conosciute, di là dello spazio
esplorato, là, dove nessun uomo era mai giunto prima.
Disperso in un mare di stelle ignote l’equipaggio del Freedom
Robotech sentì una voce amica. «La mia amata Dea
ha dato al popolo di Mordor un ultima goccia di vita per fare in modo
che voi esseri umani non moriate perché la vostra missione
non è ancora finita. Seguite i globi di luce e quando
spariranno, sarete, dove ci sarà bisogno di voi.
Addio.»
La voce di Geno, re di Mordor sparì per sempre e nello
stesso istante, nel Sole del Sistema Solare iniziò una lunga
serie di esplosioni; gigantesche emanazioni di elio si stavano
sprigionando dalla stella creando sbuffi lunghi milioni di chilometri.
Il Freedom Robotech stava seguendo i globi di luce creati da Mordor
intanto nella zona ristoro, il presidente Williamson era a colloquio
con il Priore Angler e con Betta libera, in quel momento, dalla
connessione con la Dea Mickie. Solomon entrò nella sala di
corsa. «Signor presidente, non sappiamo come sia possibile,
ma riceviamo messaggi preoccupanti da Wigam sulla Terra nei quali sta
raccontando di strani fenomeni solari mai visti prima.»
Anche su Saturno furono visti gli strani fenomeni e Kherkan si
agitò. Lui sapeva cosa stava succedendo perché i
ricordi di tutti i suoi predecessori gli erano stati innestati nel
cervello alla nascita e ricordava chiaramente l'entità che
stava manovrando le fila preparandosi per sferrare il proprio
contrattacco. L’imperatore si alzò di scatto tra
gli sguardi attoniti dei pretoriani che stavano osservando silenziosi
la fuori uscita di sangue dal naso di Kherkan. L’imperatore,
con rabbia inaudita, distrusse il mega schermo con la sola forza delle
mani mente urlò: «Non riuscirai a
fermarmi!»
L'astronave madre di Cain subiva il fuoco del Freedom Shuttle comandato
da Andrew e poco dopo subì anche i colpi dai caccia di
appoggio guidati da Ubas ed El Barbo.
Cain ordinò: «Le astronavi di collegamento
ripieghino verso di noi, l’ammiraglia sta subendo troppi
colpi e lo scudo sta per cedere».
Con quest’azione Cain stava mettendo in difficoltà
i due caccia pirata ma con una manovra da manuale Hartigan
riuscì a portare il Freedom Shuttle all’interno
del centro di fuoco. Andrew ordinò. «Ubri, apri il
fuoco con ogni cannone, ciurma, prepararsi alla trasformazione
Mech.»
In pochi secondi lo shuttle si trasformò in un robot
d'assalto dotato di mani che fecero presa sullo scafo dell'astronave di
Cain che, immaginandosi perduto, stava già abbandonando
l’ammiraglia con una navetta. Andrew, scoperto
l’inganno, ordinò a El Barbo e a Ubri di inseguire
il fuggitivo se fosse uscito dall’astronave, ma Cain, invece,
prima di lasciare la sua ammiraglia, si apprestava a compiere
l'irreparabile. Pigiò un pulsante e dei satelliti nascosti
tra le rocce spaziali iniziarono a brillare scoprendo i meccanismi
della Weapon X.
Ubas avvertì Hartigan di lasciare la presa dell'ammiraglia
ma il pilota rispose: «Ci tengono attaccati con un raggio
traente.»
Andrew sapeva che non si poteva uscire da quella situazione e disse:
«Spero solo che la mia morte non sia vana e che El Barbo e
Ubas possano distruggere quel maledetto vigliacco Kilrathi!»
Un nuovo fascio di luce proveniente dal Sole raggiunse in un attimo i
satelliti che esplosero prima che la Weapon X si attivasse, ma Cain era
già riuscito a sfuggire evitando i caccia.
Andrew sospirò. «A quanto pare ragazzi dobbiamo
ringraziare la Dea» ma Schyry, preoccupato, disse:
«Capitano il vortice ci sta risucchiando e non possiamo fare
niente per cambiare la situazione!»
Il fascio di luce che aveva distrutto tutte le astronavi imperiali,
nello stesso tempo, disintegrò Nettuno e tutte le
costruzioni esistenti su Plutone.
Ilian e i suoi compagni stavano mettendo a ferro e fuoco Saturno quando
giunse una comunicazione da Williamson. «Qui è il
Freedom Robotech, ci siamo anche noi all'assalto finale». La
grande astronave terrestre era giunta su Saturno e in quel momento i
globi di luce scomparvero per sempre ma qualcosa altro stava facendo
impazzire tutti gli strumenti di controllo di ogni astronave e
ciò mise in allarme Douglas fino a quando,
all’improvviso, apparvero nell’orbita gli altri
mezzi spaziali della serie Freedom: il Car, il Fly e lo Shuttle. Ogni
astronave portava su di se i segni della battaglia e furono costretti a
rientrare nel Freedom Robotech che, sotto l’ordine di
Douglas, subito dopo entrò in modalità Mech
facendo appoggiare la grande astronave cingolata sul pianeta.
Pochi istanti dopo accadde ancora qualcosa di straordinario. I vari
fasci di luce usciti dal Sole ritornarono indietro svanendo nella massa
centrale della stella e, subito dopo, da essa uscì una
piccola astronave.
Nessuno si accorse di questo strano evento e i Sayan continuarono lo
loro marcia per riprendersi il pianeta giungendo finalmente nel
castello reale.
Stranamente non c’era nessuno ma Sukrit sentì
subito l’odore della trappola. «Dobbiamo
allontanarci.»
Anche Kaplan era in tensione. «Sento in continuazione dei
movimenti all'esterno e la cosa non mi piace per nulla».
«Risaliamo sull'astronave e puntiamo verso il planetoide
delle carceri reali, forse Kherkan si sarà rifugiato
là dentro» disse Ilian.
L’intuito guidava bene il principe perché, senza
che nessuno se ne fosse accorto, la navetta di Cain, sfuggita alla
distruzione su Plutone, era atterrata nel castello Sayan e su di essa
il gerarca e Kherkan avevano raggiunto proprio il planetoide che, in
quel momento, iniziava a scuotersi.
Le rocce si sfaldarono e sotto di esse apparve un’enorme
stazione da battaglia, un armamento tecnologico di nuova generazione
creato dagli scienziati Kilrathi in segreto: l’Empire I.
Il diabolico marchingegno iniziò a sparare colpi dalla
potenza pari a quella dei cannoni a “onde moventi”
colpendo varie astronavi poste intorno a Saturno, comprese quelle
imperiali.
L’imperatore, ormai folle di rabbia, stava anche per
completare la sua opera distruttrice con l’aiuto del fido
Cain. Il gerarca attivò l’interruttore per
l’autodistruzione dell’Empire I attraverso il
congegno di attivazione della Weapon X. Naturalmente Kherkan si prese
il tempo necessario per fuggire con Cain sulla navetta di salvataggio
utilizzate per raggiungere il planetoide.
Come era accaduto già durante questi giorni di guerra la
voce roboante di Mickie si sparse nell’universo, disse parole
in una lingua antica e ormai dimenticata e subito dopo tutto esplose.
Un’esplosione immensa che investì qualsiasi cosa
ci fosse attorno all’Empire I, compreso Saturno che
diventò gassoso così com’era accaduto
per Giove.
Tutti i pianeti del Sistema Solare erano stati distrutti tranne la
Terra che, dopo l’esplosione di Saturno aveva perso i suoi
eroi. Kherkan aveva vinto e poteva iniziare la conquista del pianeta
blu. La piccola navetta dell'Imperatore si stava avvicinando a grande
velocità alla Terra ma prima sostò vicino ai
piccolissimi pianeti che soggiornavano in una fascia asteroidale posta
tra Marte e Giove perché su di essi si erano nascoste, senza
mai farsi vedere, delle colonie imperiali.
Kherkan parlava con Cain del futuro. «Ricostruirò
l'Impero, il popolo terrestre sarà mio schiavo e tutti i
Kilrathi rifugiati in questi luoghi, saranno il mio nuovo esercito e
potranno vendicarsi dei soprusi subiti durante le guerre
precedenti.»
Sulla Terra il cronista di guerra Wigam, sconsolato ma ancora
determinato a essere un uomo libero, disse: «Purtroppo i
nostri soldati, orgoglio della Federazione Terrestre, sono caduti nella
grande battaglia di Saturno ma amici miei, il dolore della perdita non
deve distruggere la nostra determinazione. Io non cederò mai
all'Impero e voi, popolo terrestre, cosa farete? Sarete i loro schiavi
o combatterete ancora per la libertà? Mostriamo tutti
insieme il valore delle nostre vite!»
Purtroppo per Wigam quelle furono le ultime parole perché
Kherkan si era già impadronito di un’astronave
della Federazione e, sentito le parole di quell’uomo, la
usò per colpire e distruggere la stazione radar Atlantide e
l’isola che la ospitava, sprofondò negli abissi
dell’oceano.
Era finita, la Terra stava per incoronare come proprio tiranno Kherkan
che con la nuova astronave rase al suolo anche le altre stazioni
militari. Si rivolse al suo gerarca dicendo: «Cain, voglio
che lo sbarco dei nostri sudditi avvenga in modo immediato. Hai con te
quello che ti ho chiesto?»
«Si mio signore».
Kherkan, impegnato nella sua conquista, non si era accorto di quella
piccola astronave sbucata fuori dal Sole che dopo la battaglia di
Saturno era apparsa nei pressi del pianeta. Questa stessa piccola
astronave che si stava dirigendo proprio verso la Terra guidata da un
solo essere vivente che in ginocchio pregava la Dea Solare.
«Mia signora, tutto si è compiuto e attendo il tuo
arrivo.»
La voce della Dea risuonò nelle sue orecchie ma anche in
quelle dell'imperatore che, come scosso da un torpore indotto da
qualche magia, notò la piccola astronave sui megaschermi.
L’astronave di Kherkan raggiunse il velivolo e
l’imperatore, prima di abbatterlo, decise di parlare con
quell’essere che tutti pensavano già morto
nell’esplosione del pianeta ghiacciato Iceworld.
«Redward, tu hai tradito l'impero, hai sempre tradito la mia
fiducia!»
«Io non ho mai tradito il mio ruolo nell'Impero che prevedeva
di mediare la pace con esseri di un'altra specie. Ho sempre seguito il
percorso che la mia Dea mi indicava perseguendo la pace ad ogni
costo.»
«Falla finita» urlò Kherkan.
«Basta! La Dea Mickie è MORTA!»
Mentre l'Imperatore urlava, un grande bagliore si aprì tra
le stelle, come uno di quei varchi che avevano fatto trovare nuovi
pianeti e da esso uscì la Dea Mickie visibile per la prima
volta, in carne e ossa, dagli occhi degli uomini e dietro di lei, come
aggrappato alle sue vesti, apparve il Freedom Robotech.
Mickie disse: «Kherkan, è giunto il momento di
arrendersi perché tu, come i tuoi avi, hai perso
l’amore e con esso la guerra».
«NO MAI!» urlò l’imperatore.
Dal varco stellare uscì anche l’ammiraglia Sayan
su cui solo il principe Ilian era ancora vivo. Il ragazzo
guardò Sukrit e Kaplan stesi a terra e disse: «La
mia patria e il mio popolo non esistono più, così
com’è morto l’uomo che mi ha generato e
la donna che mi ha allevato, e ora io non ho altro da fare che
impartirti una lezione sull’onore Kherkan!»
L'astronave Sayan, con uno scatto, si schiantò in pieno
sull'astronave nemica causando un’enorme esplosione che
distrusse quasi l’intera sala comando nella quale perse la
vita il ministro Cain. L’imperatore invece, sbalzato fuori
dalla sala per lo spostamento d’aria, era ancora in vita.
Anche sul Freedom Robotech l’equipaggio era quasi dimezzato
dopo la battaglia di Saturno. Williamson era morto e al comando
generale c’era Hogan mentre al comando militare era rimasto
in vita Douglas. Proprio il comandante si accorse che
l’astronave di Kherkan si stava muovendo nuovamente quando
spuntò fuori anche il Freedom Shuttle dal nuovo varco nello
spazio.
I nuovi arrivati, guidati da Andrew, si posero davanti
all’astronave imperiale e Ubri iniziò a colpirla
sparando con tutti i cannoni disponibili. Kherkan era alle strette ma
improvvisamente si mise davanti a lui Cain. «Sono spacciato
mio signore, fuggite via e guidate il nostro popolo».
Forse per la prima volta nella sua vita l’imperatore ebbe
compassione per qualcuno, ma non si fermò a rendere omaggio
al suo sottoposto e corse senza fermarsi verso l’hangar dove
prese una navicella e scappò fuori dall’astronave
prima che Cain la facesse detonare. L’ultimo gesto di Cain
costò anche la vita dell’equipaggio del Freedom
Shuttle che si apprestava all’abbordaggio.
Ancora una volta Kherkan era vivo e anche più alterato dalla
pazzia che ormai gli aveva corroso il cervello. Senza pensarci un
attimo attivò l’interruttore per avvicinare tra di
loro i vari planetoidi su cui viveva il suo popolo e puntò
la Weapon X direttamente verso la Terra.
Sul Freedom Robotech Hogan e Douglas si scambiarono uno sguardo
d’intesa e Durin spostò l’astronave
davanti al pianeta. Douglas, attivando i cannoni a “onde
moventi”, disse: «Signori, è stato un
grande onore lavorare con voi ed è ora di chiudere davvero i
conti con quel pazzo!»
La Weapon X esplode il suo colpo esultò vedendo sia
l'astronave, sia il suolo terrestre sfaldarsi diventando arido e
desolato mentre la Dea Mickie non s’intromise questa volta
nel gesto distruttivo dell’imperatore. Solo Redward sapeva
che questo faceva avverare la profezia.
Mickie apparse dentro l’astronave di Kherkan e lo strinse in
un abbraccio pieno d’amore e l’imperatore per la
prima volta pianse. La Dea iniziò a irradiare una luce
intensa che si espanse oltre l’astronave fino quasi a Marte
inglobando ogni planetoide Kilrathi e poi tutto esplose in una grande e
scintillante fontana di luce.
Redward, nella sua piccola navetta, osservò piangendo; lui
Kilrathi, che era un alieno nel Sistema Solare, era l'unico
sopravvissuto tra tutte le genti. La Dea però gli aveva
predetto anche una vita lunghissima così da poter tornare,
un giorno, sulla Terra per aiutare una nuova razza umana che sarebbe
nata dalle ceneri di quella precedente. Redward pianse e poi si
allontanò nello spazio sconosciuto e…
…milioni di dopo sulla Terra.
Redward è davanti alla nuova costruzione creata dai nuovi
uomini. «Avete fatto tutto alla perfezione e la vostra guida
spirituale beneficerà del vostro duro lavoro nel costruire
il simbolo del legame dell'uomo con le stelle. La piramide».
Il popolo in festa inneggiò il loro signore. «RA!
RA! RA!»
THE END
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio
alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
- Le varie sequenze “Robotech” sono un omaggio
all’anime omonimo prodotto dalla Harmony Gold che raggruppa e
riscrive la sceneggiatura dell’anime Mascross.
N.d.A.
- Con il terzo capitolo della terza serie si chiude la saga
“Universal Wars”. Nata e pubblicata nel 2002 e
pubblicata (in una versione leggermente ridotta) nella quale i
personaggi erano accoppiati ai nickname degli utenti del mio forum
(dedicato al wrestling) i quali, attraverso anche queste storie che
scrivevo, hanno iniziato a “legare” tra loro
utilizzando i loro commenti alle parti che avevo assegnato loro.
- Vi svelo un antefatto: da admin del forum non potevo fare altro che
impersonare il cattivissimo Kherkan.
- Nel 2014 ho ripreso in mano questa storia mantenendone intatto il
concetto di base (tranne che il finale) cambiando completamente luoghi
e personaggi allineandomi alla vera Fantascienza/Fantasy di cui, a mio
parere, fa da capostipite lo “Star Wars” di George
Lucas, poi però la vita ci porta a cambiare rotta e ho
dovuto abbandonare tutto il progetto. Ho pubblicato qui Universal Wars
nella speranza di rigenerarmi in modo da riprendere in mano il progetto
abbandonato ormai da cinque anni.
- Ringrazio tutte le persone che hanno letto i tanti capitoli, spero
che nonostante i moltissimi errori non abbiano influito molto nella
vostra lettura e mi auguro che qualcuno decida di perdere un poco di
tempo per farmi sapere cosa ne pensa di questa saga.
Grazie a tutti.
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