provanvu
Laugh at your
distress
15
maggio 2018
Arianna
prese ad accordare la sua chitarra acustica,
guardandosi attorno di tanto in tanto.
A
Bologna faceva caldo, si soffocava, e lei era costretta a
stare rinchiusa in un minuscolo locale, con la speranza di guadagnare
qualche soldo
in più con la sua musica.
Aveva
fatto parte di diverse band, ma ormai il tempo era
scivolato via e tutte le persone con cui aveva collaborato si erano
fatte serie
e responsabili.
«I
tempi dei concerti da metallari sono finiti, adesso ho
una famiglia» le aveva detto Alfonso, il suo ultimo bassista,
prima di
scaricarla.
«Non
siamo abbastanza famosi per poterci permettere di
perdere tempo a suonare in locali squallidi nella periferia di
Bologna» aveva
commentato una volta Maria, la sua cantante.
Arianna
sospirò. Alfonso aveva una famiglia, e anche Maria
si era sposata e aspettava un bambino.
E
lei? Lei continuava a suonare per i fatti suoi e a vivere
nel passato, con i pensieri a confluire unicamente sul suo grande
amore: Mike.
Scacciò
il pensiero dell’uomo che amava e si concentrò per
trovare il suono perfetto alla chitarra.
Fece
appena in tempo a terminare, che il gestore del locale
– un certo Ettore – si avvicinò a lei e
la invitò con poca gentilezza a
cominciare la sua esibizione.
Arianna
si presentò sul minuscolo palco, sentendo addosso
gli sguardi diffidenti e disinteressati dei presenti. Il pubblico era
per lo
più formato da ragazzi e uomini gonfi di alcol e con ben
poca voglia di
ascoltare un po’ di musica dal vivo.
Le
venne da vomitare e desiderò di essere rimasta a casa.
Forse Alfonso e Maria avevano avuto ragione fin dal principio.
Tuttavia,
scacciò indietro il pesante senso di repulsione
che si stava facendo largo in lei, sistemò una ciocca di
capelli decolorati
dietro l’orecchio sinistro e imbracciò la
chitarra, sedendosi comoda sul
traballante sgabello che le era stato messo a disposizione.
Mike
era sempre stato mille passi avanti a lei, lo aveva
sempre saputo. Lui sì che era capace di tenere il palco, di
interagire con il
pubblico, e soprattutto di sfruttare al meglio la sua voce, in tutte le
sue sei
ottave d’estensione.
Arianna
si schiarì goffamente la gola e parlò al
microfono
con fare incerto: «Buonasera. Ehm… ho qui per voi
alcune cover. La prima è Perfect
Illusion di Lady
Gaga».
Ricevette
scarso entusiasmo dai presenti, tuttavia ignorò il
senso di disagio e cominciò a eseguire i primi accordi
dell’intro.
Fa
diesis minore, Mi…
forza, Arianna!
Dovette
farsi forza per non lasciarsi travolgere dalle
lacrime, si concentrò e cominciò a cantare.
Pressure's
takin' its toll
Stuck in the middle zone
I just want you alone
My guessing game is strong
Way too real to be wrong
Caught up in your show
Yeah, at least now I know
It
wasn’t love, it wasn’t love
It
was a perfect illusion
Mistaken for love, it wasn’t love
It was a perfect illusion
Oh
You were a perfect illusion
La sua
voce tremava, ma non sapeva fare di meglio. Quella
canzone raccontava ciò che era successo con Mike, e lei
cominciava sempre così
i suoi concerti. Voleva far comprendere ai suoi ascoltatori quanto
fosse legata
a lui.
O
forse cercava soltanto di dimostare a se stessa che non lo
aveva dimenticato, nonostante tutto il dolore che stava continuando a
patire a
causa sua.
I
don’t need eyes to see
I felt you touchin’ me
High like amphetamine
Maybe you’re just a dream
That’s what it means to crush
Now that I’m wakin’ up
I still feel the blow
But at least now I know
It wasn’t love, it wasn’t love
It was a perfect illusion
Mistaken for love, it wasn’t love
It was a perfect illusion
Arianna
proseguì a cantare ancora una volta il ritornello,
per poi concludere il brano e lasciarselo alle spalle.
Ora
aveva rotto il ghiaccio e poteva andare avanti, almeno
finché non fosse arrivata all’ultimo.
Gli
avventori continuarono a ignorarla, ma ormai Arianna si
era immersa nella sua musica e non ci faceva caso. Eseguì
parecchi brani, si
lasciò avvolgere dalle note e non si preoccupò di
commettere degli errori.
«Siamo
arrivati all’ultima. Zombie
Eaters,
buonanotte» concluse, per poi prendere un profondo
sospiro.
Mike
gliel’aveva dedicata, e lei ci era affezionata,
nonostante quella canzone fosse tutt’altro che romantica e
stucchevole.
«Potevo
dedicarti una stupida canzoncina d’amore, ma sarebbe
banale» aveva commentato, poco prima di poggiare le mani
sulla tastiera del
pianoforte e di cominciare a suonare.
Arianna
era rabbrividita ed era rimasta in ascolto,
lasciando che la voce istrionica del suo amato la penetrasse fin nel
profondo.
E
adesso lei voleva cantare quella canzone, ne avvertiva un
viscerale bisogno, anche se non si accostava minimamente al modo in cui
lui la
eseguiva. Lei non aveva lo stesso talento di Mike, non aveva le sue
stesse
potenzialità, né poteva ricevere il suo amore.
Sorrise
amaramente e cominciò a cantare con la morte nel
cuore.
You're
everything
That's why I cling to you
When I emerge
My thoughts converge to you
To you
The world is so small
Compared to you
And everybody's wrong
Compared to you
To you
I begin to see through your eyes
All the former mysteries are no surprise
So now, you listen
Cuz I'm omniscient
Stava per
scoppiare a piangere, ma ce l’avrebbe fatta a
resistere. Era quello il momento in cui doveva tirare fuori la grinta e
gridare
nel microfono tutta la sua rabbia, il suo risentimento e il suo dolore.
Aveva
imparato da Mike a essere così cattiva e risoluta. Lui
era sempre stato un ottimo insegnante per tutto, sapeva un sacco di
cose e gli
piaceva condividerle.
Hey
look at me lady
I'm just a little baby
You're lucky to have me
I'm cute and sweet as candy
As charming as a fable
I'm innocent and disabled
So hug me and kiss me
Then wipe my butt and piss me
I
hope you never leave
Cuz who would hear me scream?
Nobody understands
Except the toys in my hands
So
now you listen
Cuz I'm omniscient
Hey
look at me lady
I'm just a little baby
If I smile, then you smile
Then I'll get mad for awhile
I melt in your mouth
And in your hands whenever I can
But I really do nothing
Except kickin' and fussin'
I
like to make a mess
I laugh at your distress
I sit all day in my crib
Absorbing all you give
I'm
helpless
I'm flawless
I'm a machine
Give me, I need my toys...
Keep me hot
Keep me strong
Keep me everlong
So
now you listen
Cuz I'm omniscient
Quando
Arianna concluse la sua esibizione, il pubblico
rimase basito dall’energia che aveva saputo portar fuori.
Infine
i presenti si decisero ad applaudire, ma lei se n’era
già andata. Ripose con cura i suoi strumenti nelle apposite
custodie e si
sedette in un angolo a costruire l’ultima sigaretta della
giornata.
Avrebbe
fumato e poi avrebbe ritirato i suoi soldi, infine
se ne sarebbe tornata a casa a bordo della sua vecchia Panda verde.
Aveva
sfogato la sua angoscia, ma una frase continuava a
tormentarla.
I
laugh at your
distress, diceva
Mike. E forse lei avrebbe dovuto capire che lui avrebbe
riso della sua angoscia, forse si sarebbe dovuta accorgere che lui
l’aveva
presa in giro e illusa fin dal principio.
Quando
tornò a casa, si ritrovò faccia a faccia con due
realtà: il suo gatto Warhol in cerca di cibo e attenzioni, e
il post-it
arancione fosforescente che campeggiava sul suo frigorifero.
Arianna
sospirò e si dedicò al suo gatto, per poi
afferrare
dal freezer una vaschetta di gelato alla stracciatella. A lei non
piaceva più
di tanto, ma Mike insisteva sempre per comprarlo, lo adorava. E da
allora anche
lei aveva cominciato a adorarlo.
Cominciò
a raschiare dalla vaschetta un po’ di gelato,
tentando in tutti i modi di evitare di osservare il frigorifero.
Ma
i suoi occhi tornavano sempre lì, a quel post-it
fluorescente e impossibile da ignorare.
Ricordava
perfettamente quando Carolina aveva appiccicato il
foglietto incriminato nel bel mezzo dello sportello del frigo,
proclamando a
gran voce: «Ho preso i biglietti, perciò ci
andiamo e tu non farai storie».
Il
concerto dei Dead Cross si sarebbe svolto il 5 giugno
all’Estragon di Bologna, e Arianna non voleva andarci. Non le
piaceva molto
quel posto, aveva un’acustica a suo parere pessima, e poi non
voleva assolutamente
rivedere Mike.
Lui,
molto probabilmente, non si sarebbe accorto della sua
presenza, così aveva deciso che poteva rischiare e seguire
Carolina
nell’ennesima follia. Del resto lei era la sua migliore amica
storica, se
pensava che fosse una buona idea portarla fuori a svagarsi, forse non
aveva
tutti i torti. La conosceva perfettamente, ed era una delle poche.
Insieme
a Mike.
Si
era aperta completamente a lui e aveva creduto che tutto
potesse funzionare. Ci aveva sperato davvero. Se ne era convinta anche
quando
aveva ricevuto segnali evidenti del fatto che si trattasse di un
teatrino
tragicomico di cui lei era sempre stata la sfortunata vittima.
Sospirò
e strinse le dita attorno alla vaschetta del gelato.
Non aveva più voglia di mangiare, voleva soltanto smettere
di pensare e
lasciarsi avvolgere dall’oscurità della notte.
♫
♪ ♫ ♪ ♫
Ciao
a tutti e benvenuti nella mia prima storia su Mike
Patton.
Okay,
sono quasi certa che nessuno la leggerà, non tanto per
una questione di poco gradimento nei confronti della sottoscritta, ma
per il
semplice fatto che ancora su EFP non ho trovato qualcuno che lo conosce
e lo
stima come me :D
Tranne
Soul, ovviamente ♥
Ma
bando alle ciance, sono qui più che altro per darvi delle
piccole spiegazioni!
Avete
trovato un brano di Lady Gaga, Perfect Illusion,
questo perché fa parte
del pacchetto che ho scelto per partecipare a “Il Contest
Sdolcinato”.
Poi
ho
inserito Zombie
Eaters dei Faith No More,
tratta dal primo album della band con Mike alla voce, The Real Thing
del 1989.
I
Dead Cross, invece, sono uno dei progetti più recenti di
Mike, nei quali alla batteria c’è Dave Lombardo
degli Slayer.
La
data e il luogo del concerto sono veri, ma ovviamente
tutto il resto è frutto della mia fervida nonché
malata immaginazione XD
Questo
capitolo serve un po’ a introdurre il personaggio di
Arianna, la situazione generale e a curare un poco la sua
introspezione, ma nei
prossimi due apparirà attivamente Mike, così
avrete modo di approfondirlo e
conoscerlo se già non lo conoscete!
Credo
di aver detto tutto, ma se avete dubbi, perplessità o
domande, non esitate a pormele nelle recensioni! E ovviamente attendo,
se vi fa
piacere, di sapere che cosa pensate di questo racconto ^^
Alla
prossima e grazie a chi ha eventualmente deciso di
fermarsi a leggere ♥
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