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Autore: Kim WinterNight    20/06/2019    5 recensioni
Dal primo capitolo:
La sua voce tremava, ma non sapeva fare di meglio. Quella canzone raccontava ciò che era successo con Mike, e lei cominciava sempre così i suoi concerti. Voleva far comprendere ai suoi ascoltatori quanto fosse legata a lui.
Dal secondo capitolo:
«Non posso accettare…» bofonchiò la ragazza.
«Dai! Tu come ti chiami?» volle sapere, sfoderando un sorriso accattivante che fece tremare le gambe della ragazza.
Solo in quel momento si rese conto degli occhi scuri e penetranti che la scrutavano con attenzione, dei lineamenti attraenti e del fatto che non le dispiacesse poi tanto ricevere quelle attenzioni da un uomo tanto affascinante.
«Arianna» replicò lei […]

Dal terzo capitolo:
Arianna si sentiva sempre più inquieta, e non riusciva a concentrarsi minimamente sulla musica prodotta dal gruppo spalla. Non sapeva neanche come si chiamava, non le importava più di tanto. Forse non sarebbe dovuta neanche andare a quel dannato concerto, perché si era lasciata convincere da Carolina?
- PRIMA CLASSIFICATA a pari merito a “Il Contest Sdolcinato” indetto da MaryLondon sul forum di EFP.
- SECONDA CLASSIFICATA al contest “Music is my best disaster” indetto da Soul_Shine sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mike Patton, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Laugh at your distress







15 maggio 2018


Arianna prese ad accordare la sua chitarra acustica, guardandosi attorno di tanto in tanto.
A Bologna faceva caldo, si soffocava, e lei era costretta a stare rinchiusa in un minuscolo locale, con la speranza di guadagnare qualche soldo in più con la sua musica.
Aveva fatto parte di diverse band, ma ormai il tempo era scivolato via e tutte le persone con cui aveva collaborato si erano fatte serie e responsabili.
«I tempi dei concerti da metallari sono finiti, adesso ho una famiglia» le aveva detto Alfonso, il suo ultimo bassista, prima di scaricarla.
«Non siamo abbastanza famosi per poterci permettere di perdere tempo a suonare in locali squallidi nella periferia di Bologna» aveva commentato una volta Maria, la sua cantante.
Arianna sospirò. Alfonso aveva una famiglia, e anche Maria si era sposata e aspettava un bambino.
E lei? Lei continuava a suonare per i fatti suoi e a vivere nel passato, con i pensieri a confluire unicamente sul suo grande amore: Mike.
Scacciò il pensiero dell’uomo che amava e si concentrò per trovare il suono perfetto alla chitarra.
Fece appena in tempo a terminare, che il gestore del locale – un certo Ettore – si avvicinò a lei e la invitò con poca gentilezza a cominciare la sua esibizione.
Arianna si presentò sul minuscolo palco, sentendo addosso gli sguardi diffidenti e disinteressati dei presenti. Il pubblico era per lo più formato da ragazzi e uomini gonfi di alcol e con ben poca voglia di ascoltare un po’ di musica dal vivo.
Le venne da vomitare e desiderò di essere rimasta a casa. Forse Alfonso e Maria avevano avuto ragione fin dal principio.
Tuttavia, scacciò indietro il pesante senso di repulsione che si stava facendo largo in lei, sistemò una ciocca di capelli decolorati dietro l’orecchio sinistro e imbracciò la chitarra, sedendosi comoda sul traballante sgabello che le era stato messo a disposizione.
Mike era sempre stato mille passi avanti a lei, lo aveva sempre saputo. Lui sì che era capace di tenere il palco, di interagire con il pubblico, e soprattutto di sfruttare al meglio la sua voce, in tutte le sue sei ottave d’estensione.
Arianna si schiarì goffamente la gola e parlò al microfono con fare incerto: «Buonasera. Ehm… ho qui per voi alcune cover. La prima è Perfect Illusion di Lady Gaga».
Ricevette scarso entusiasmo dai presenti, tuttavia ignorò il senso di disagio e cominciò a eseguire i primi accordi dell’intro.
Fa diesis minore, Mi… forza, Arianna!
Dovette farsi forza per non lasciarsi travolgere dalle lacrime, si concentrò e cominciò a cantare.

Pressure's takin' its toll
Stuck in the middle zone
I just want you alone
My guessing game is strong
Way too real to be wrong
Caught up in your show
Yeah, at least now I know

It wasn’t love, it wasn’t love
It was a perfect illusion
Mistaken for love, it wasn’t love
It was a perfect illusion

Oh
You were a perfect illusion

La sua voce tremava, ma non sapeva fare di meglio. Quella canzone raccontava ciò che era successo con Mike, e lei cominciava sempre così i suoi concerti. Voleva far comprendere ai suoi ascoltatori quanto fosse legata a lui.
O forse cercava soltanto di dimostare a se stessa che non lo aveva dimenticato, nonostante tutto il dolore che stava continuando a patire a causa sua.

I don’t need eyes to see
I felt you touchin’ me
High like amphetamine
Maybe you’re just a dream
That’s what it means to crush
Now that I’m wakin’ up
I still feel the blow
But at least now I know

It wasn’t love, it wasn’t love
It was a perfect illusion
Mistaken for love, it wasn’t love
It was a perfect illusion

Arianna proseguì a cantare ancora una volta il ritornello, per poi concludere il brano e lasciarselo alle spalle.
Ora aveva rotto il ghiaccio e poteva andare avanti, almeno finché non fosse arrivata all’ultimo.
Gli avventori continuarono a ignorarla, ma ormai Arianna si era immersa nella sua musica e non ci faceva caso. Eseguì parecchi brani, si lasciò avvolgere dalle note e non si preoccupò di commettere degli errori.
«Siamo arrivati all’ultima. Zombie Eaters, buonanotte» concluse, per poi prendere un profondo sospiro.
Mike gliel’aveva dedicata, e lei ci era affezionata, nonostante quella canzone fosse tutt’altro che romantica e stucchevole.
«Potevo dedicarti una stupida canzoncina d’amore, ma sarebbe banale» aveva commentato, poco prima di poggiare le mani sulla tastiera del pianoforte e di cominciare a suonare.
Arianna era rabbrividita ed era rimasta in ascolto, lasciando che la voce istrionica del suo amato la penetrasse fin nel profondo.
E adesso lei voleva cantare quella canzone, ne avvertiva un viscerale bisogno, anche se non si accostava minimamente al modo in cui lui la eseguiva. Lei non aveva lo stesso talento di Mike, non aveva le sue stesse potenzialità, né poteva ricevere il suo amore.
Sorrise amaramente e cominciò a cantare con la morte nel cuore.

You're everything
That's why I cling to you
When I emerge
My thoughts converge to you
To you
The world is so small
Compared to you
And everybody's wrong
Compared to you
To you
I begin to see through your eyes
All the former mysteries are no surprise
So now, you listen
Cuz I'm omniscient

Stava per scoppiare a piangere, ma ce l’avrebbe fatta a resistere. Era quello il momento in cui doveva tirare fuori la grinta e gridare nel microfono tutta la sua rabbia, il suo risentimento e il suo dolore.
Aveva imparato da Mike a essere così cattiva e risoluta. Lui era sempre stato un ottimo insegnante per tutto, sapeva un sacco di cose e gli piaceva condividerle.

Hey look at me lady
I'm just a little baby
You're lucky to have me
I'm cute and sweet as candy
As charming as a fable
I'm innocent and disabled
So hug me and kiss me
Then wipe my butt and piss me

I hope you never leave
Cuz who would hear me scream?
Nobody understands
Except the toys in my hands

So now you listen
Cuz I'm omniscient

Hey look at me lady
I'm just a little baby
If I smile, then you smile
Then I'll get mad for awhile
I melt in your mouth
And in your hands whenever I can
But I really do nothing
Except kickin' and fussin'

I like to make a mess
I laugh at your distress
I sit all day in my crib
Absorbing all you give

I'm helpless
I'm flawless
I'm a machine
Give me, I need my toys...

Keep me hot
Keep me strong
Keep me everlong

So now you listen
Cuz I'm omniscient

Quando Arianna concluse la sua esibizione, il pubblico rimase basito dall’energia che aveva saputo portar fuori.
Infine i presenti si decisero ad applaudire, ma lei se n’era già andata. Ripose con cura i suoi strumenti nelle apposite custodie e si sedette in un angolo a costruire l’ultima sigaretta della giornata.
Avrebbe fumato e poi avrebbe ritirato i suoi soldi, infine se ne sarebbe tornata a casa a bordo della sua vecchia Panda verde.
Aveva sfogato la sua angoscia, ma una frase continuava a tormentarla.
I laugh at your distress, diceva Mike. E forse lei avrebbe dovuto capire che lui avrebbe riso della sua angoscia, forse si sarebbe dovuta accorgere che lui l’aveva presa in giro e illusa fin dal principio.
Quando tornò a casa, si ritrovò faccia a faccia con due realtà: il suo gatto Warhol in cerca di cibo e attenzioni, e il post-it arancione fosforescente che campeggiava sul suo frigorifero.
Arianna sospirò e si dedicò al suo gatto, per poi afferrare dal freezer una vaschetta di gelato alla stracciatella. A lei non piaceva più di tanto, ma Mike insisteva sempre per comprarlo, lo adorava. E da allora anche lei aveva cominciato a adorarlo.
Cominciò a raschiare dalla vaschetta un po’ di gelato, tentando in tutti i modi di evitare di osservare il frigorifero.
Ma i suoi occhi tornavano sempre lì, a quel post-it fluorescente e impossibile da ignorare.
Ricordava perfettamente quando Carolina aveva appiccicato il foglietto incriminato nel bel mezzo dello sportello del frigo, proclamando a gran voce: «Ho preso i biglietti, perciò ci andiamo e tu non farai storie».
Il concerto dei Dead Cross si sarebbe svolto il 5 giugno all’Estragon di Bologna, e Arianna non voleva andarci. Non le piaceva molto quel posto, aveva un’acustica a suo parere pessima, e poi non voleva assolutamente rivedere Mike.
Lui, molto probabilmente, non si sarebbe accorto della sua presenza, così aveva deciso che poteva rischiare e seguire Carolina nell’ennesima follia. Del resto lei era la sua migliore amica storica, se pensava che fosse una buona idea portarla fuori a svagarsi, forse non aveva tutti i torti. La conosceva perfettamente, ed era una delle poche.
Insieme a Mike.
Si era aperta completamente a lui e aveva creduto che tutto potesse funzionare. Ci aveva sperato davvero. Se ne era convinta anche quando aveva ricevuto segnali evidenti del fatto che si trattasse di un teatrino tragicomico di cui lei era sempre stata la sfortunata vittima.
Sospirò e strinse le dita attorno alla vaschetta del gelato. Non aveva più voglia di mangiare, voleva soltanto smettere di pensare e lasciarsi avvolgere dall’oscurità della notte.








♫ ♪ ♫ ♪ ♫

Ciao a tutti e benvenuti nella mia prima storia su Mike Patton.
Okay, sono quasi certa che nessuno la leggerà, non tanto per una questione di poco gradimento nei confronti della sottoscritta, ma per il semplice fatto che ancora su EFP non ho trovato qualcuno che lo conosce e lo stima come me :D
Tranne Soul, ovviamente ♥
Ma bando alle ciance, sono qui più che altro per darvi delle piccole spiegazioni!
Avete trovato un brano di Lady Gaga, Perfect Illusion, questo perché fa parte del pacchetto che ho scelto per partecipare a “Il Contest Sdolcinato”.
Poi ho inserito Zombie Eaters dei Faith No More, tratta dal primo album della band con Mike alla voce, The Real Thing del 1989.
I Dead Cross, invece, sono uno dei progetti più recenti di Mike, nei quali alla batteria c’è Dave Lombardo degli Slayer.
La data e il luogo del concerto sono veri, ma ovviamente tutto il resto è frutto della mia fervida nonché malata immaginazione XD
Questo capitolo serve un po’ a introdurre il personaggio di Arianna, la situazione generale e a curare un poco la sua introspezione, ma nei prossimi due apparirà attivamente Mike, così avrete modo di approfondirlo e conoscerlo se già non lo conoscete!
Credo di aver detto tutto, ma se avete dubbi, perplessità o domande, non esitate a pormele nelle recensioni! E ovviamente attendo, se vi fa piacere, di sapere che cosa pensate di questo racconto ^^
Alla prossima e grazie a chi ha eventualmente deciso di fermarsi a leggere ♥
  
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