“Il Mangiamorte e la
Sanguesporco, la nuova fiaba di Hogwarts durerà?
La coppia
è stata avvistata per la prima volta sulle rive del Lago
Nero una settimana fa e sembravano affiatati, sarà
Amortentia?
Approfondimenti a pagina 5”.
“Incendio!”
“Aguamenti!
Hermione, non ti sembra di esagerare? Sapevi cosa avrebbe detto la
gente una volta usciti allo scoperto. Ti aspettavi che vi augurassero
felicità e figli maschi? Vedi il lato positivo, almeno siete
entrambi fotogenici.”
“No, certo che no, ma ci trattano come se fossimo due
fenomeni da baraccone, due pazzi.”
“Sai come la penso, ma sarò dalla tua parte, come
sempre.
Cosa ti ha risposto quell’idiota del mio fidanzato? Giusto
per
capire se diventerà o no il bersaglio delle mie fatture
Orcovolanti.”
“Le tue fatture Orcovolanti sono le migliori di tutta
Hogwarts,
lascia stare Harry, anche perché ieri a Hogsmeade
mi ha
detto che mi supporterà. Mi ha però fatto sapere
che
è pronto a picchiare Draco alla babbana se mi dovesse
far soffrire.”
“Mio fratello come l’ha presa?”
“Non mi ha nemmeno guardato e si è smaterializzato
via.”
“Lascialo stare, gli passerà. Anche
perché
è stato lui con i suoi comportamenti a costringerti a
lasciarlo
quest’estate. Mamma continuava a dirgli che si è
comportato da stupido e che di Veela in casa ne basta una. Gabrielle
non l’è mai piaciuta.”
“Neanche Fleur piaceva a tua madre all’inizio ma
ora la apprezza.”
“Beh, è andata contro la sua famiglia per sposare
Bill e
poi gli è rimasta accanto anche dopo essere stato sfigurato.
Gabrielle non è come Fleur, è molto
più frivola e
oca, sarebbe stata la migliore amica di Calì e La... Si,
beh,
hai capito".
"Lavanda. Ginny, puoi dirlo il suo nome. Fa male
sapere che
è morta e noi siamo vive ma dobbiamo provare ad accettare
questa
cosa, vivere nel passato non fa bene a nessuno e sono sicura che anche
lui vorrebbe
vederti andare avanti."
"Lui? Hermione, non stavamo parlando di Lavanda?"
"Sì, beh, hai capito, no?"
Due risate risuonano nella camera singola della riccia
Grifondoro.
"Ti voglio bene, lo sai vero Herm?"
"Sì, Ginny, lo so. Sei la sorellina che non ho mai avuto,
Ginevra."
"Ah, odio quando mi chiami Ginevra, lo fa solo mia madre quando
è arrabbiata, oppure Harry quando sta per..."
“Non lo voglio sapere quando Harry ti chiama così,
Ginny!”
“Malfoy invece come ti chiama quando...”
“Ginny, ma ti sembrano cose da chiedere?”
“Dai Herm, stai con il Dio
del sesso di Hogwarts e
ti imbarazzi a parlare di sesso? A proposito, è davvero
così bravo come dicono? Giuro che non mi offendo se dici che
è più bravo di mio fratello.”
“È molto più bravo di tuo fratello e
questo è tutto quello che saprai da me.”
Un picchiettio contro il vetro della finestra interruppe
un’eventuale risposta della piccola di casa Weasley.
Hermione si alzò per andare ad aprire l'anta della finestra
per
far passare un gufo reale con un pezzo di carta nel becco.
“Alistair, vieni qui.”
Il gufo reale dalle piume bianche e nere e dall'aspetto quasi altezzoso
planò sul braccio della caposcuola di Grifondoro e si fece
prendere il messaggio dal becco per poi emettere un verso stridulo.
“Quello è il gufo dei Malfoy, non è
vero? Ha la stessa espressione altezzosa di Malfoy Senior.”
Uno sbuffo fuoriuscì dalle labbra di Hermione e nel silenzio
della camera sembrò rimbombare.
“Cos'ha già combinato il serpentello? Devo
già chiamare Harry per una bella rissa?”
“No, non ti preoccupare Ginny. Mi ha solo detto che stasera
non
possiamo vederci perché Blaise non sta molto bene e
preferisce
rimanere con lui nella loro sala comune.”
“Ma ti da fastidio, non è
così?”
“Certo che mi da fastidio ma non è la fine del
mondo, ci
vedremo domani mattina a lezione e alla sera alla riunione con i
prefetti.”
“Come vuoi tu. Mi sa che Alistair
sta
aspettando una risposta.”
Delle parole furono scritte velocemente sul retro del foglio, il gufo
riprese il volo e le due amiche iniziarono a prepararsi per la cena che
sarebbe stata servita da lì a poco.
***
7 Dicembre
1998
“Hermione, ti stavo cercando!”
“Luna, ciao, dimmi pure.”
“Mi manda Draco Malfoy, mi ha detto di chiederti se puoi
coprirlo stasera alla riunione dei prefetti.”
“Ti ha detto il motivo?”
“No, mi dispiace. Adesso vado, ho lezione di trasfigurazione
con la Moondance (2), ciao!”
“Cos'è Granger, Draco ti ha già
scaricato?”
“Parkinson,
perché non ti fai gli affari tuoi?”
“Uh, siamo nervosette questa mattina. Sarà che
ieri sera
ha preferito stare in sala comune insieme a persone alla sua altezza
piuttosto che andare a sguazzare nel fango?”
“Pansy, basta così. Granger, non stare ad
ascoltarla.”
“Greengrass, dì alla tua compagna di stanza di non
sfidarmi troppo oppure vedrà cosa mi ha insegnato una
guerra.”
“Non credo che minacciare in pubblico qualcuno sia una mossa
saggia Granger.”
“Zabini, tu non eri malato?”
Una risata fuoriuscì dalle labbra di Pansy Parkinson.
“Certo che non sai proprio niente di Draco, niente. Quella
è
una delle sue scuse più classiche per evitare un
appuntamento di
qualsiasi genere. Immagino che tu non sappia neanche che stamattina
è tornato a casa urgentemente perché suo padre non si è
sentito bene,
anche se probabilmente è stato solo un malessere momentaneo
dovuto
alla lettura dell'edizione di ieri della Gazzetta di
Hogwarts(3).”
Le facce quasi
dispiaciute di Zabini e Daphne
sembravano solo confermare le parole dette da uno dei prefetti di
Serpeverde.
“Quando imparerai a farti gli affari tuoi sarà
sempre troppo tardi Parkinson.”
L'arrivo della piccola di casa Weasley salvò Hermione dal
risponderle.
“Weasley, arrivi sempre...”
“Tutti in classe, ora.”
L'arrivo della professoressa Blueblossom(4)
sembrò ristabilire l'ordine e chiudere la questione, ma la
notizia che Hermione Granger non era a conoscenza della partenza
improvvisa del neo fidanzato Draco Malfoy fece del giro della scuola e
per l'ora di pranzo non si parlava d'altro.
Ginny e Luna trovarono Hermione sulle rive del
Lago Nero, senza mantello, a subire il vento gelido che le aveva
asciugato le lacrime di rabbia scappate dal suo controllo.
“Non mi ha detto niente, niente. Mi aveva promesso che una
volta usciti alla luce del sole sarebbe stata la stessa cosa, che non
sarebbe cambiato nulla. Io ero contraria, avevo paura che sarebbe
cambiato tutto. Odio avere sempre ragione a volte.”
“Hermione, mi costa ammetterlo, ma sarà
stato solo di fretta, magari era preoccupato per la salute di suo padre
e...”
Una risata amara uscì dalle labbra della Caposcuola di
Grifondoro.
“Ginny, lo senti quanto suonano deboli queste scuse?
Lui non voleva farmelo sapere,
altrimenti mi avrebbe mandato un biglietto come ieri sera.”
“Stamattina mi
è sembrato più pallido e con più
occhiaie del solito e aveva la testa piena di Nargilli, proprio come te
Hermione.”
“Luna, i Nargilli non esistono e le occhiaie le ha sempre, ha
ancora degli incubi sulla guerra.”
“Non fasciarti la testa prima di cadere, magari è
stato solo un caso. Prova ad aspettare e appena lo vedi fagli tutte le
domande che ti servono per sentirti meglio.”
“Ginevra Weasley che da il beneficio del dubbio a Draco
Malfoy, questo è sicuramente un giorno da segnarsi sul
calendario.”
“Daphne, per favore.”
“Come vuoi Granger. Devo parlarti.”
La bionda Corvonero capì l'antifona e, dopo aver salutato,
fece per allontanarsi, prendendo il braccio della rossa che
però rimase ferma.
“Granger, vorrei parlarti in privato, quindi Weasley
sloggia.”
“Ginny, ci vediamo dopo in sala comune.”
Ginevra Weasley si allontanò anche lei, non prima di aver
lanciato uno sguardo di avvertimento alla bionda Serpeverde che
Hermione Granger sembrava apprezzare.
“Come avrei capito dalle parole di Pansy di questa mattina,
il vecchio Lucius non sta davvero male ma ha convocato Draco circa la
vostra relazione. Lui sapeva che se foste usciti alla luce del sole suo
padre lo avrebbe convocato per un colloquio.”
Daphne Greengrass fece una pausa per osservare la Grifondoro davanti a
sé prima di continuare.
“Gli devi piacere molto per aver sfidato così suo
padre. Ora bisogna vedere se l'amore che prova per te è
abbastanza da superare i piani di Lucius Malfoy.”
“Di voi Serpeverde ho sempre ammirato la schiettezza. Grazie
per avermelo detto Daphne, lo apprezzo davvero. Di cosa hai
bisogno?”
“Di niente, chi ti dice che ho bisogno di qualcosa?”
“Una cosa che ho imparato su di voi è che non fate
mai niente per niente. Quindi, che cosa devo fare per ripagare il
favore?”
Un sospiro uscì dalle labbra della bionda. “Vorrei
solo che mi promettessi che proverai a perdonarmi, quando
sarà tempo.”
“Non capisco, non puoi spiegarti meglio?”
Un cenno negativo del capo della Serpeverde concluse il loro colloquio
ed entrambe rientrarono nel castello, chi al caldo del proprio
mantello, chi con il freddo che ormai aveva quasi raggiunto il cuore.
***
14 Dicembre 1998
Draco Malfoy era
riuscito ad evitare Hermione Granger per una settimana esatta. Aveva
saltato tutte le riunioni dei prefetti, nelle poche lezioni che avevano
in comune arrivava per ultimo e se ne andava per primo e in Sala Grande
era sempre affiancato da Zabini o dalla Parkinson. L'umore
della ricca Grifondoro non era mai stato così nero e tutti
sembravano girarle al largo, pregando Merlino che risolvesse i problemi
con il forse-ancora-fidanzato perché averla così
irritabile fino a Giugno era da suicidio.
“Herm, che ne dici di andare a Hogsmeade a comprare delle
piume nuove? Se siamo fortunate c'è ancora la
promozione che, se ne acquisti tre, la quarta è in
regalo.”
“Non ho tempo Ginny, ho ancora il tema di Trasfigurazione da
rivedere e poi volevo ripassare il programma di Difesa contro le Arti
Oscure.”
“Non ricominciare con la storia che quest'anno ci sono i
M.A.G.O. perché è la volta buona che ti
affatturo.”
“Ma è così, i voti che prenderemo ci
segner...”
Una vocina sottile appartenente a una bambina del primo anno interruppe
la risporta della mora.
“Caposcuola Granger, fuori dal ritratto c'è il
prefetto Malfoy che chiede gentilmente
di lei.”
“Grazie mille Prim, puoi andare.”
“E così il serpente è strisciato fino
alla nostra torre per chiedere perdono? Posso venire anche io e provare
un nuovo incantesimo che mi ha inviato George? Giuro che non gli faccio
troppo male.”
“No Ginny, questa volta è solo tra me e
lui.”
“Lo immaginavo. Vai e sii la Grifondoro che sei.”
Hermione si alzò dalla sedia che occupava ormai da ore e si
obbligò a camminare verso l'uscita della Sala Comune, con un
brutto presentimento che le attorcigliava lo stomaco.
Una volta uscità lo vide davanti a sè, appoggiato
alla parete e bello da togliere il respiro. Le occhiaie scure sotto gli
occhi gli conferivano un aspetto ancora più tenebroso del
solito e gli occhi grigi sembravano osservare ogni suo movimento.
“Ciao.”
“Ciao, dobbiamo parlare.”
“Sì, io sto abbastanza bene e la torta che c'era a
pranzo era buonissima, l'hai assaggiata?”
“Hermione, dobbiamo parlare, sii seria.”
“Sentiamo, cos'hai da dirmi?”
“Non qui, vieni con me.”
Una mano diafana fu offerta alla Grifondoro che tentennò un
paio di istanti prima di accettare l'offerta e seguire il giovane. Si
ritrovarono in un'aula al secondo piano e Draco si appoggiò
a un banco, mentre Hermione preferì stare in piedi.
“Perché mi hai evitato per una settimana
intera?”
Il silenzio le rispose.
“Volevi parlarmi? Sono quì, dì quello
che devi dire.”
“Non voglio lasciarti, sai
cosa provo per te e so cosa provi per me, ma a volte non
basta. Mi serve una pausa.”
“Una pausa. E questa pausa a cosa ti servirebbe, a farti
plasmare per bene da tuo padre?”
“NO! Io devo pensare, capire cos'è meglio per me e
anche per te. I-I-Io non mi sento alla tua altezza, tu sei troppo per
me. E' stato bello giocare all'Eroina e al Mangiamorte ma fuori di
quì, fuori da Hogwarts sarà impossibile
continuare a frequentarci.”
“Chi hanno scelto per te?”
“Non capisco, in che senso?”
“Non fingere di non capire. Chi hanno scelto per
te?”
Un sospiro fuoriuscì dalle labbra sottili del giovane.
“Astoria, Astoria Greengrass.”
Il silenzio avvolse la stanza per un tempo indefinito.
“Da
quanto lo sai?”
“Da quella sera in cui ti ho annulato per la prima volta
un'appuntamento”
Il ricordo di una promessa fatta ad un'altra serpe bionda le fece porre
la domanda successiva.
“Daphne lo sapeva?”
“Sì.”
“Quindi perché hai finto di dire che volevi una
pausa quando hai già un'altra fidanzata purosangue pronta a
sposarti? Volevi sguazzare
ancora un po' nel fango, citando la Parkinson?”
“No, tu mi piaci, mi sembra di avertelo dimostrato ma mio
padre ha fatto un patto infrangente e io non posso tirarmi
indietro.”
"Monstrum!"
Dopo aver lanciato la fattura Orcovolante al suo ormai ex fidanzato, la
riccia Grifondoro tornò sulle rive del Lago Nero dove erano
soliti andare nei loro ormai passati tempi felici, quando
battibeccavano su chi era il più bravo in Poziono o Difesa
contro le Arti Oscure e finivano a fare l'amore in un'aula vuota. Solo
in
quel momento Hermione permise alle lacrime di bagnarle le guance e
cadde in ginocchio, con le braccia al petto, quasi a voler cercare di
sentire meno il sordo dolore al petto.
Era stata una stupida, si era fidata, si era innamorata del
nemico, ignorando gli avvertimenti dei suoi amici. I suoi amici che le
avevano raccomandato di non fidarsi ma che le erano rimasti accanto
nonostante la sua scelta, la sua stupida scelta di stare accanto a
Draco Malfoy, così diverso da lei, forse troppo.
Lei lo amava ed era sicura che anche lui l'aveva amata, ma a volte
l'amore non basta per stare insieme.
Note:
1
"Il dio del sesso di Hogwarts" è una
caratteristica fanon
attribuita a Draco Malfoy ed è presente in innumerevoli ff
2 La professoressa Moondance
è un mio OC, ha
la cattedra di Trasfigurazione ed
è il nuovo direttore di Grifondoro (entrambi i ruoli
lasciati liberi da Minerva Mcgranitt)
3
La
"Gazzetta di Hogwarts" è un giornale (penso) di mia
invenzione che raccoglie i fatti di Hogwarts
4 La professoressa Blueblossom
è un mio
OC, ha la cattedra di Pozioni ed è il nuovo direttore di
Serpeverde.
angolo autrice
Quando
mi sono ri-iscritta al contest di Floris Ignis avevo un'idea ben
precisa in testa che però, aihmé, non sono
riuscita
pienamente a portare a termine, più che altro
perché
quello che ne è uscito è stato praticamente lo
scheletro
di una long e, benchè la giudice non avesse imposto limiti
di
lunghezza, non mi sembrava appropriato consegnare. Nonostante questo
sono molto soddisfatta della storia, anche perché riprende
un'altra dramione ("We
live, we love, you lied") che ho scritto quasi un'annetto fa
e che mi è rimasta nel cuore.
Spero
vi sia piaciuta e, se anche così non fosse, mi farebbe
piacere
che mi scriveste anche solo due parole per dirmelo, sia esso tramite
recensione o messaggio privato!
A
presto
Alyssa