Eclipse
The Moon’s an arrant thief, and her pale fire she snatches
from the sun
Ogni tragedia che si rispetti prevede
il coinvolgimento di morti e tentati omicidi.
Fino a quel momento, allora, la mia non
era stata una vera tragedia.
Fino a quel momento, per l’appunto.
*
Sabato mattina arriva puntuale come la
morte, tirandomi giù dal letto dopo una nottata insonne. Lo spogliatoio è
stranamente silenzioso, come se la paura di perdere avesse aspettato l’ultimo
minuto per colpire, e tra i Grifondoro non si odono
più le grida vittoriose che hanno popolato ogni luogo i giorni scorsi.
Continuo a torcermi le mani e andare
avanti e indietro, il volto una maschera di terrore e il cuore un tamburo
impazzito. Vedere che io, sempre tranquilla prima di una partita, mi sto
agitando, dà l’autorizzazione ai miei compagni di perdere il controllo – c’è
chi si strappa i capelli, chi si tortura le unghie, chi fissa il vuoto, e chi,
come me, non riesce a starsene fermo.
Mi pento di tutte quelle volte in cui
ho preso in giro e persino detestato chi definiva questa partita quella del
secolo.
Mi colpisce la realtà vividamente
concreta della situazione, e quanto dal punteggio finale dipenderà la mia
sorte.
In quel silenzio tombale, l’unico a
mantenere la parlantina vivace e l’orgoglio fiero è James, che ci ricorda di
essere guerrieri valorosi. “Lily e Fred: mirate a Flitt
e Scamandro e metteteli k.o. Canon, non devi
assolutamente avere paura della Pluffa! Devi pararla
come se ne andasse della tua stessa vita, intesi?! Cacciatori: se osate farvi
rubare quella cazzo di Pluffa, vi caccio dalla
squadra. Avete capito?!”
Annuiamo fermamente e, come
d’abitudine, esclamiamo: “Sissignore!”
“E adesso rispondete alla mia domanda:
qual è il nostro obiettivo di oggi?”
Urliamo in coro: “Stracciare quei figli
di puttana!”
James gonfia il petto di orgoglio,
annuendo convinto e ammirando la squadra eretta di fronte a lui. In qualche
modo, riesce sempre a stemprare il nostro nervosismo e a caricarci di energia.
Usciti dallo spogliatoio, ci accoglie
una folla in tripudio: i Grifondoro stanno facendo la
ola e dando il via a una serie di cori d’incoraggiamento. Gli spalti dei Serpeverde, invece, sono capitaneggiati da una combriccola
di pseudo-cheerleader di terza categoria che, alla Babbana,
indossano pompon e gonnelline inguinali.
Tutti i ragazzi esultano e schiamazzano
e si lanciano in urla tumultuose, sollevandosi in piedi e saltando
allegramente, Corvonero e Tassorosso
compresi.
Prima di innalzarci in volo, passiamo
accanto alla squadra avversaria, che ci studia in cagnesco. Faccio per
oltrepassare Malfoy, che mi sibila all’orecchio con
voce strascicata: “Paura, Weasley?”.
“Paura, io?” ribatto con un sorriso
storto. “Non mi chiamo mica Scorpius Malfoy.”
Lily Potter non si perde un secondo di
quella scena e mi lancia uno sguardo truce. James, avvicinatosi, mi posa una
mano sulla spalla: “Rose, se la situazione si mette male, sentiti libera di
fare quella mossa.”
Scioccata, indietreggio quasi. Da
quando James è tornato a essere così amichevole? Evidentemente, non può
permettere che la nostra amicizia incrinata comprometta la partita – e
soprattutto deve essersi reso conto che siamo in difficoltà. Faccio un cenno di
assenso e un pollice in su per rassicurarlo, evitando di pensare a come la
scorsa partita mi avesse fatta salire sulle sue spalle prima di iniziare.
La mossa a cui allude James è
semplicemente una tecnica che ho appreso, o meglio, inventato io, per rubare la Pluffa alla
squadra avversaria. Tecnica un po’ difficile da mettere in pratica, ma se usata
in grado di regalarci potenzialmente un forte vantaggio.
I due Capitani si stringono la mano
prima di raggiungere le proprie rispettive postazioni.
Un fischio acuto fende l’aria e,
d’improvviso, la partita inizia sotto uno scrosciante applauso.
Anche questa volta, la telecronaca è
gestita da Jackson, Grifondoro perennemente parziale,
conosciuto per la sua passione per i pettegolezzi falsi. Oggi è persino più
allegro del solito: “A dieci secondi dall’inizio della partita, i Grifondoro mi sembrano belli carichi, aggettivo che non
posso riservare anche ai Serpeverde. Comunque, Weasley conquista la Pluffa e la
passa a Weasley, l’altro, intendo, che la ripassa a Weasley e… ma quanti Weasley ci
sono in campo?! Ah, i preservativi, questi sconosciuti!”
Jackson interrompe per un attimo il suo
sproloquio, cercando di calmare la McGrannitt, che
minaccia puntualmente di sottrargli l’incarico di telecronista. La Pluffa ci viene sottratta da Rosier,
che mira agli anelli con un sorrisetto soddisfatto – sorrisetto subito
cancellato dall’abilità del piccolo Canon, che la para con destrezza, per la
prima volta senza smorfie di terrore a deformargli il volto.
Si elevano delle urla dai Grifondoro, Jackson compreso. “Vai così, fratello! Ancora
una volta, il nostro Rosier viene sconfitto… be’, con
il cognome che si ritrova, dovrebbe esserci abituato!” L’allusione alla guerra
magica e al fatto di essere figlio di un ex Mangiamorte
non piace particolarmente alla McGrannitt, che
assottiglia gli occhi e sibila qualche frase minacciosa a Jackson. Tutti gli
studenti, Serpeverde esclusi, si fanno delle grosse
risate, mentre Jackson, fregandosene della preside, continua imperterrito: “La Pluffa torna in mano a Weasley.
Rose Weasley, dico. Passa pericolosamente vicino a Scorpius Malfoy… che riesce a
sottrargliela! Ma come! Io, se fossi
in lei, mi darei allo sciopero del sesso. Così impari, Malfoy!”
Strabuzzo gli occhi, sconvolta non
tanto dalle parole di Jackson, quanto dal fatto che quello stronzo ha osato
rubarmi la Pluffa. Lo raggiungo a qualche metro dagli
anelli e metto in pratica la mossa,
con tutta l’intenzione di far valere il mio onore e di non farmi fregare
proprio da lui: afferro saldamente il manico della
scopa con la mano sinistra, mi giro su me stessa, e gli sottraggo la Pluffa un secondo prima che raggiunga l’area del punteggio.
“Credevi di averla vinta, Malfoy?”
Faccio in tempo a lanciare un’occhiata
al suo volto contratto in un’espressione affaticata e incazzata, prima di
squilibrarmi pericolosamente verso destra: un Bolide si è appena lanciato con
tutta la violenza possibile a qualche millimetro della mia testa. Passo la Pluffa a Dominique e guardo storto Lorcan,
il Battitore dei Serpeverde, sicura che lo scherzetto
sia opera sua.
Ma le parole di Jackson mi comunicano
che non è così.
“Ahi ahi,
ragazzi miei! Sembra proprio che Lily Potter, la Battitrice Grifondoro,
abbia casualmente sbagliato mira!”
Sgrano gli occhi, incapace di afferrare
completamente ciò che ha detto il telecronista. Dominique, a qualche metro da
me, mi sta urlando contro e capisco che devo restare concentrata: riafferro la Pluffa e mi dirigo a tutta velocità nell’area del punteggio
avversaria.
Ovviamente, a Scorpius
Malfoy non dev’essere andata giù l’umiliazione di
poco fa, dato che mi sta rincorrendo come un forsennato.
“Malfoy,
andiamo, è inutile provarci. Ti stai rendendo ridicolo.”
“Ne sei così sicura, Weasley?”
Fa uno scatto verso di me e io mi
sollevo di qualche metro per evitarlo. Nel frattempo, Jackson non sta più nella
pelle: “Cosa succede qui?! Signore e signori, sembra esserci una vera e propria
litigata di coppia sul campo! Coppia clandestina,
ci terrei a sottolineare. Rose, Malfoy, un consiglio
per il futuro: lasciate i sentimenti in camera da letto!”
Qualcuno grida a Jackson di piantarla, mentre
nella mia mente si affollano una serie spropositata di insulti e offese rivolte
a quel pagliaccio. Prima che Malfoy possa fare
qualsiasi cosa, incrocio Baston e gli passo la Pluffa.
Mezz’ora dopo, siamo cinquanta pari.
Quando lancio uno sguardo veloce verso il basso, vedo James agitarsi perché del
Boccino sembra non esserci nemmeno l’ombra. Roxy è
pronta all’attacco, gli occhi stretti a fessura e un ghigno malefico sulle
labbra.
“Malfoy passa
a Rosier… Rosier passa a
Potter… Potter passa a Zabini… evvai!
Baston conquista la Pluffa!
Svelto, la passa a Dominique Weasley, che intercetta
Rose Weasley, che va in picchiata verso Nott! Vedi di fare punto, sorella!”
Assottiglio gli occhi per capire da che
parte è pronto a sbilanciarsi Nott, se destra o
sinistra. Il portiere Serpeverde non tradisce alcuna
emozione. All’improvviso, Jackson esclama: “Roxanne Weasley ha avvistato il Boccino!”
Mi mordo il labbro inferiore e scaglio
la Pluffa, con la certezza di guadagnare punti alla
mia squadra.
Ma non saprò mai se la mia Pluffa è entrata nell’anello.
Non lo saprò mai perché, a un certo
punto, sento un dolore lancinante sulla scapola sinistra, un dolore che si
propaga fino alla testa, procurandomi un formicolio acuto in tutto il corpo.
Dopodiché, tutto ciò che riesco a
vedere è il buio più totale.
*
“Quella stronza la pagherà. Lo giuro
sulla mia vita.”
“Ssst,
Dominique!”
“Non posso perdere la mia migliore
amica. Non penso di essere pronto. Qualcuno mi passi un fazzoletto, diamine!”
“Non dà segni di vita. Non dà segni di
vita!”
“È tutta colpa vostra! Io ve lo dico,
avete la responsabilità di quanto successo. Tutti voi, dal primo all’ultimo. Se
me la lasciavate Cruciare quando era il momento, magari adesso non saremmo
qui!”
“Non ti sembra di esagerare?”
“Sono in lutto. Dovrò organizzare il
funerale di mia cugina. Non mi sembra proprio di stare esagerando, nossignore.”
Sento un miliardo di voci rincorrersi,
tutte ovattate, come se provenissero da un’altra dimensione. Ho la vista
appannata e sento una fitta che preme sulle tempie. Non riesco a muovermi, né a
parlare, né a pensare. Forse sono finita in coma.
“Ommioddio!
Avete visto anche voi?!”
“Infermiera! Infermiera! Ha sbattuto le
palpebre!”
Essere in coma è più bello di quanto
pensassi: mi sembra di galleggiare sulla superficie di un lago caldo, di
allungare il corpo a piacimento, di ammirare un cielo rosa…
D’improvviso, la superficie acquatica
si trasforma in un letto scomodo. Mugugno, contrariata, aprendo gli occhi
lentamente.
“State indietro! State indietro, ho
detto!”
La prima faccia che distinguo è quella
di Dominique, che ha le guance rigate di mascara e gli occhi rossissimi. La
seconda è quella di Lysander, che si sta asciugando
le lacrime con un fazzoletto. Ai piedi del letto, ci sono James e Albus, entrambi visibilmente angosciati.
Tossisco e appoggio le mani sul
materasso duro, cercando di sollevarmi. Devo rinunciare al primo tentativo,
perché la stanza inizia a girare pericolosamente, come se fossi a bordo di una
giostra. “Cos’è successo?” tento di esclamare, ma la mia voce esce flebile.
Percepisco un fastidio al braccio e
vedo l’infermiera trafficare con una flebo e sistemarmi l’ago.
“Cos’è successo?” ripeto, più forte, ma
nessuno sembra avere l’intenzione di raccontarmelo: guardano altrove, a disagio.
L’infermiera si schiarisce la voce e mi
accarezza i capelli: “Tranquilla, Rose, non è niente di preoccupante. Sei stata
vittima di un incidente durante la partita e sei svenuta. I tuoi ricordi
potrebbero essere stati alterati, ma nel giro di cinque minuti, quando la flebo
farà effetto, sarai completamente guarita e potrai tornare nella tua stanza.”
“Vittima di un incidente…?” biascico.
La porta dell’infermeria inizia a
muoversi pericolosamente, sotto il tonfo assordante di successivi colpi.
L’infermiera alza gli occhi al cielo,
mentre da dietro alla porta si odono delle voci distanti: “Anche noi siamo
amici di Rose! Abbiamo tutto il diritto di entrare!”
Aggrotto le sopracciglia e, non appena
l’infermiera si allontana infastidita, cerco di ricostruire gli eventi che
hanno preceduto la mia perdita dei sensi. Ricordo solo, vagamente, che qualcosa
mi ha colpito alla scapola… un Bolide, forse? E perché diavolo sono svenuta?
“Devo sapere quello che è successo”
sentenzio. Mi giro verso Dom, dai cui occhi continuano
a sgorgare lacrime. Lei, per tutta risposta, si scaglia contro di me e mi
stringe fortissimo, gettandomi addosso i suoi capelli di seta: “Oh, Ro, credevo
di averti persa!”
“E chi cazzo sta battendo alla porta?”
aggiungo, turbata dai colpi continui che minacciano di buttare giù l’intero
edificio.
A rispondere, contrariamente alle mie
aspettative, è Albus. “Lorcan,
Scorpius, Fred, Roxanne… mi
sembrava di aver visto anche tuo fratello, Hugo… e Louis. Sì, be’, loro, ecco.”
Alzo un sopracciglio, indecisa per
quale dei nomi dell’elenco essere più scioccata. “E perché sono fuori?”
Lysander, che non è riuscito
nell’impresa di pulirsi tutte le lacrime, singhiozza: “Pensavamo che avresti
voluto al tuo capezzale gli amici più stretti. Volevamo esaudire il tuo ultimo
desiderio prima della morte.”
“Prima della morte?!”
La situazione è tragicomica. Continuo a
non capire niente, a vederci appannato, a distinguere appena la stanza in cui
mi trovo, e non sono così sicura del motivo per cui Albus
e James rientrano nella categoria degli amici più stretti.
Continuano a non volere incrociare il
mio sguardo e sono troppo affaticata per trovare le forze di sbraitare, così
faccio una domanda che non riguarda l’incidente, o almeno apparentemente:
“Perché cazzo Malfoy, tra tutti, vorrebbe vedermi?
Per provare la soddisfazione di trovarmi in questo stato, forse?”
Inizio a pensare che non riceverò mai
risposta, quando noto uno scambio di sguardi complici tra Lysander
e Albus, che sorridono con malizia, sul punto di dire
o fare qualcosa. Poi, all’unisono, con aria trasognante, esclamano: “È stato
lui a salvarti!”
In questo momento, non so se mi
sconvolga di più il fatto che Albus sia bipolare, il
fatto che mi stia parlando, il fatto che sia lui che Lysander
sembrino tifare per un’assurda e improbabile relazione tra me e Scorpius, o il fatto stesso che si inventino cazzate, tipo
che Malfoy mi ha salvato. Lui, salvarmi?! Se fossi
coinvolta in un incendio e avesse dell’acqua, la berrebbe.
“Mi sono stancata delle vostre cazzate.
Se non avete intenzione di dirmi cos’è successo, potete pure andarvene. Anzi, dovete andarvene.”
“E va bene!” cede Dominique. “Lo
verresti a scoprire comunque, tanto vale che te lo diciamo noi.”
“Dominique! Che ne è della nostra
promessa?!”
“Fanculo le vostre promesse del cazzo.
Le promesse fatte con i traditori non contano, e vorrei ribadire che non
approvo la vostra presenza in questa stanza, fratelli Potter. Ma tant’è.”
Scoppio a ridere, perché la rabbia
familiare di Domi, arricchita di parolacce, è una delle cose che amo di più al
mondo, soprattutto quando è volta a difendermi. Sotto gli sguardi sconcertati
degli altri, lei mi fornisce, finalmente, una spiegazione: “Ti ricordi quando
stavi per tirare la Pluffa, no?”
Annuisco. “Sì, fino a lì mi ricordo.”
Lei sospira. “Quella pute casse coullies
di Lily Potter, con la quale evidentemente zio Harry e zia Ginny
non hanno fatto un gran lavoro, ha osato… osato…
lanciarti un Bolide addosso! Non so perché tu non te ne sia accorta, forse eri
troppo concentrata a fare punto, quindi è riuscita a colpirti. E, poi, non paga
di ciò, la saloppe
ti ha Schiantato. Per questo sei svenuta e caduta dalla scopa.”
Le informazioni snocciolate da mia
cugina sono troppo per il mio cervello affaticato. Sbatto gli occhi una, due,
tre volte, senza collegare. Come se la mia mente si rifiutasse di accettare per
vero quanto ha detto. Schiudo le labbra, ma mi rendo conto di aver perso le
parole per commentare. Da quando, esattamente, Lily è diventata così violenta?
Ho baciato il suo ragazzo, Cristo! Ho sicuramente sbagliato, sono una
traditrice, ma non penso di meritare di finire in infermeria per questo.
“E adesso arriva la parte più bella!” Lysander non riesce a contenere l’eccitazione. “Mentre
stavi cadendo, un certo principe azzurro
è accorso per salvarti, afferrandoti prima che tu ti schiantassi sul terreno.
Che eroe!”
“Chi è stato?”
“Scorpius Malfoy, cara mia!”
Scorpius Malfoy?
Devo aver capito male. O forse sono davvero in coma e questo è tutto un sogno.
Probabile. Sono sicura che Malfoy, se avesse
l’opportunità di lasciarmi morire, la coglierebbe con piacere. O, almeno, non
interverrebbe affinché non succeda.
Mi fissano tutti in trepidante attesa.
L’unica cosa che esce dalla mia bocca, però, è: “Chi ha vinto la partita?”.
James si lascia sfuggire un mezzo
sorriso, indirizzato alla mia preoccupazione circa il Quidditch.
“Sono riuscito ad afferrare il Boccino, ma è successo un gran casino. Dopo che
mia sorella ha tentato di ammazzarti, be’, la gente si è buttata in mezzo al
campo… c’è stata una bella confusione… la McGrannitt
urlava… e ha deciso di annullare la partita, ecco.”
“Ma non è giusto!” esclamo,
improvvisamente rinvigorita e agitatissima. “Le regole dicono chiaramente che
chi riesce a prendere il Boccino…”
James mi interrompe. “Rose, non
importa. Chissenefrega della partita, sinceramente.”
Restiamo tutti ammutoliti. Cosa diavolo
succede a James Sirius Potter? Si è beccato un Bolide
in testa anche lui?
Lo guardiamo sconvolti e lui si gratta
la nuca, imbarazzato, cercando di spiegarsi: “Sì, cioè, amo il Quidditch… però la salute di Rose è più importante, ecco.”
“James Sirius
Potter ha un cuore! E chi l’avrebbe mai detto!” enuncia, velenosa e per niente
contenta, Dominique. “Comunque, siamo nei guai seri…”
“Perché?”
La porta dell’infermeria si spalanca
con un gran trambusto, impedendo a Domi di rispondermi. Ero sicura che si
sarebbero materializzate ai miei occhi le figure che Al, prima, aveva nominato,
ma alla vista della persona che irrompe nella stanza mi sento rabbrividire.
La Preside McGrannitt
ha due occhi di fuoco, le braccia conserte, e l’aria di chi ne ha davvero
abbastanza. Un Dissennatore avrebbe generato in noi
meno paura. “Signorina Weasley, vedo che si è
svegliata, finalmente!” sibila, con il tono di una che avrebbe preferito
vedermi morta, credo. “Bene bene, ora che siete tutti nella facoltà di
comprendonio, vedete di filare nel mio ufficio.”
“Tutti?” domanda Albus,
speranzoso.
“Tutti,
signor Potter.” Pronuncia queste parole con profondo disprezzo.
Oh, merda. Non è di certo la prima
volta che facciamo incazzare la McGrannitt, anzi, a
dire la verità siamo frequentatori abituali del suo ufficio – soprattutto James
–, ma mai, in sei anni in questa Scuola, l’avevo vista così turbata e delusa
dal nostro comportamento.
Ma cosa abbiamo fatto, poi?!
Per una volta che nessuno di noi
c’entra niente, dobbiamo finire tutti in ufficio?!
Oddio, sento che questa è la volta
buona che ci espellono tutti. Non oso immaginare cosa dirà mia madre.
Cinque minuti dopo, mi ritrovo
nell’ufficio della Preside seduta su una sedia a rotelle, con la flebo ancora
attaccata al braccio. Non pensavo che l’ufficio potesse ospitare così tante
persone in una volta sola: oltre a me, ci sono Albus,
James, Dominique, Lysander, Lorcan,
Lily e… Malfoy.
Non appena ho varcato la soglia, ho fissato con occhi astiosi la piccola
Potter, che mi ha restituito lo sguardo velenoso aggrappandosi a Scorpius – con mio sommo compiacimento, però, lui si è
scansato, andandosi a sedere dalla parte opposta.
Nella mia mente sto già elaborando un
piano per quando mi avranno cacciato da Hogwarts. Sto
persino considerando l’opzione di convertirmi al Lato Oscuro o qualcosa del
genere per guadagnare qualche soldo. Non sarebbe così male, no?
La McGrannitt
barra Dissennatore continua a fissarci, torva, da
dietro i suoi occhiali. Non dice assolutamente niente, il che è ancora peggio.
Inspira pesantemente e, dopo una manciata di secondi terrificanti, sembra
ritrovare la voce. “Mai, in anni e anni di carriera, mi è capitata una cosa
simile.”
Inizio a studiare i lacci delle mie
scarpe, improvvisamente molto interessanti.
“Non sapete quante volte ho meditato di
ritirarmi da quando voi ragazzi siete arrivati a Hogwarts.”
La sua confessione genera uno
sprofondamento del mio cuore nello stomaco. Ogni sua parola misurata trasuda
delusione.
“Quanto avvenuto mi conferma una volta
ancora che nessuno di voi, qui, conosce cosa sia il rispetto. Non mi riferisco al semplice rispetto delle regole,
ragazzi, ma anche al rispetto per il prossimo: per la famiglia, per gli amici,
per le persone che hanno un’autorità su di voi, me compresa.”
Mi sento proprio uno schifo. Vorrei
essere altrove. Ovunque, ma non qui.
“So quanto detestiate i paragoni con i
vostri genitori, e preferirei non farne uno. Però lasciatemi dire che, per
quante volte abbiano sorpassato anche loro il limite, non hanno mai osato usare
la violenza e la prepotenza contro nessuno.”
La McGrannitt
mi odia. Sono passata da studentessa preferita, che la passava sempre liscia, a
studentessa prossima all’espulsione.
“Sono settimane che vi comportate anche
peggio del solito, ma oggi… oggi ho assistito a qualcosa di inconcepibile. Inconcepibile! Neanche vostro nonno,
James Potter, era mai arrivato a tanto. Non mi era mai capitato di dover sospendere una partita di Quidditch
per colpa di una sorta di duello in volo, che ha tra l’altro prodotto un ferito
grave.”
La Preside resta zitta e qualcosa
dentro di me mi dice che non ha intenzione di proseguire oltre. Allora alzo la
mano, cercando di farmi coraggio. Gli altri pensano sicuramente che io sia
pazza – me lo conferma lo strattone di Dominique. La McGrannitt,
tuttavia, mi fa un cenno e io prendo parola. “Sono la prima a essere
mortificata per quanto successo, ma non posso fare a meno di notare la profonda
ingiustizia che si sta perpetrando nei confronti di alcuni di noi. Non ho la
benché minima intenzione di mancarle di rispetto, signora Preside, ma sono qui
per difendere i miei diritti, in quanto vittima di un pesante bullismo.”
Un bagliore, che non riesco a
interpretare, attraversa lo sguardo della Preside. “Lo so, Rose.” Addolcisce
appena la voce, facendomi sentire un po’ meglio. “Però, in un modo o
nell’altro, siete coinvolti tutti.”
“E in che modo, signora Preside?” dice Malfoy, che non ho ancora avuto il coraggio di guardare in
faccia. Nonostante sia uno studente brillante, non è mai stato uno dei
preferiti della McGrannitt, probabilmente per il
cognome che si ritrova. Tuttavia, in questo momento, lei sembra apprezzare il
suo intervento pacato, in quanto afferma: “Signor Malfoy,
mi dia il tempo di spiegarmi. Lei ha compiuto un gesto molto nobile, aiutando e
salvando la sua compagna, non c’è dubbio. Eppure, mi sembra che lei e la
signorina Weasley non abbiate fatto altro che
litigare per tutta la durata della partita, entrambi molto lontani dal concetto
di pace e armonia tra Case che è uno dei principi alla base di Hogwarts.”
“Scusi se la interrompo,” Dominique,
inviperita, prende parola. “Ma qui fra noi abbiamo una bulla, un’assassina, una
sfasciatrice di famiglie, una… insomma, penso abbia afferrato il concetto. E
lei pensa a rimproverare noialtri? Rose e Scorpius
non si sono mai stati simpatici, come non si sono mai stati simpatici zio Ron e Draco. Sono finiti dal
preside anche loro, per caso?”
In qualche modo, l’intervento di
Dominique fa sfuggire un sorriso misterioso alla McGrannitt,
che si cancella puntualmente dal volto. Per qualche motivo, ha sempre adorato
Domi, nonostante ne combini di tutti i colori, quindi non la critica per l’atteggiamento
supponente. “Assassina mi sembra una parola esagerata, Dominique. Comunque, per
rassicurarla, posso dirle che io e Lily ci siamo già fatte una bella
chiacchierata. È stata espulsa dalla squadra di Quidditch
e ci siamo accordate, in privato, sul modo in cui dovrà scontare la propria
punizione.”
“Espulsa?!” esordisce James,
immergendosi la faccia tra le mani. “Oddio, Minerva, non puoi farmi questo!
Come la trovo un’altra Battitrice? Lo sai anche tu che i Serpeverde…”
“Signor Potter!” lei diventa di tutti i
colori, furiosa. “Per lei sarò sempre e solamente la Preside McGrannitt, e mi deve dare del lei! Quante volte glielo
devo ricordare?!”
Premo le labbra l’una contro l’altra
per impedirmi di ridere. La spontaneità spiritosa di James avrà sempre questo
effetto: risate a crepapelle per me, ramanzine e rimproveri per la McGrannitt.
Un’altra voce strascicata si fa strada
nella folla, colui che è macchiato di più colpe di qualsiasi altro. “Potrei
gentilmente sapere cosa ci facciamo io e il mio gemello, qui?”
La McGrannitt
lo fulmina con lo sguardo, dopo essersi sistemata gli occhiali sul naso. “Bene,
vedo che non avete ancora afferrato la gravità della situazione. Evidentemente,
signor Scamandro, lei pensa che io sia stupida.
Eppure, l’ho vista confabulare più volte con la signorina Potter, nonché
litigare con la signorina Weasley. Questi due indizi
mi bastano come prove per ritenere anche lei colpevole. Lysander,
invece, non doveva essere presente, ma mi ha pregato di assistere e l’ho
accontentato.”
Lorcan incassa il colpo.
Per la prima volta, mi sembra a disagio. Sussurra appena, distante: “Io non
accetterei mai che si facesse del male fisico a Rose.”
Alzo gli occhi al cielo. Che bugiardo patentato, falso schifoso. Qualcosa
mi suggerisce che sia stato lui a dire a Lily di colpirmi… anche se,
effettivamente, è così malvagia che l’idea può esserle benissimo venuta da
sola.
La McGrannitt
appare visibilmente stanca di tutti noi, e vogliosa di giungere a una
conclusione. “Tutti i presenti sono colpevoli di qualcosa. Le vostre colpe sono
certamente di gravità diversa, ma a mio parere meritate tutti una punizione. Ho
meditato a lungo sul fatto di scrivere o meno ai vostri genitori…”
Oh, no, per Merlino, no!
“Ma sono dell’opinione che, nonostante
tutto, siate abbastanza maturi da prendervi le vostre responsabilità e riuscire
a risolvere le cose da soli. È per questo che vi do il tempo e il modo di
chiarirvi entro l’inizio delle vacanze di Natale, qualsiasi cosa sia successa
tra di voi.”
I lacci delle mie scarpe tornano a
essere interessanti.
“Adesso, per quanto concerne le
punizioni…” enuncia con fare calmo. “Rose e Scorpius,
pulirete insieme la Guferia, ogni sera, per una
settimana.”
Che cosa?!
Non solo mi è capitata la parte più
lurida di Hogwarts, dovrò anche passare del tempo con
Malfoy!
E, in tutto questo, io sono la vittima!
Tuttavia, non ho coraggio di proferire
parola. Sia io, sia Malfoy annuiamo.
“James, Lorcan.
Dopo le lezioni, vi fermerete in biblioteca a dare una mano, sistemare i libri,
consegnarli agli studenti, eccetera. Per una settimana, anche voi.”
James sbuffa rumorosamente,
contrariato. Non sono nemmeno sicura che sappia leggere.
“Lily, tu sai già cosa dovrai fare
nell’Aula di Difesa Contro le Arti Oscure, giusto?”
“Sissignora” afferma lei con aria
svogliata. Mi prudono le mani.
“Dominique, Albus:
a voi tocca il Bagno del Primo Piano.”
“Quello di Mirtilla Malcontenta?!”
strilla la mia amica, terrorizzata.
Una cosa è certa. Le punizioni della McGrannitt ci renderanno la prossima settimana un inferno.
Note dell’autrice
Ormai credo sia
ufficialmente noto a tutti che provo un odio sfrenato nei confronti della
piccola Potter.
Il suo tentare di
ammazzare Rose, però, avrà forse qualche effetto positivo…
Chissà?
Al prossimo capitolo,
Giulia