Fandom: Saint Seiya
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Saori Kido, Kido Bros
Tipologia: One-shot
Genere: Sentimentale
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi
e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho
elaborato la seguente
storia, non mi appartengono.
Note: Dedicata a Heather-chan. Auguri,
Saori!
FUGA DI
FAMIGLIA
La
notizia era corsa veloce per la città, discussa con
preoccupazione e, in alcuni
casi, con rammarico.
Si
trattava di uno degli eventi più attesi dal jet-set tokyota
e il suo improvviso
annullamento – se così si poteva chiamare, non era
stato ancora annunciato
ufficialmente ma, dato il suo costante ripetersi, nessuno avrebbe mai
pensato a
una simile possibilità - aveva gettato scompiglio tra gli
invitati soliti e
quelli che aspiravano a ricevere la busta orlata di ricami
lillà.
Una
serie di rapide telefonate, che avevano tenuto occupato non solo il
centralino
della Fondazione Graude ma anche il numero privato di Kido Manor,
avevano
confermato il tutto.
Per
quell’anno, l’annuale party di compleanno di Saori
Kido non avrebbe avuto
luogo.
E,
a detta dei bene informati, probabilmente sarebbe stato così
anche in futuro.
Con
un laconico “no comment”, l’assistente
personale della giovane tycoon aveva
liquidato la folla di curiosi e di giornalisti che si erano assiepati
davanti
ai cancelli della villa di prima mattina, alla ricerca di Saori Kido in
persona.
“Dove
si trova?” aveva chiesto uno dei più
intraprendenti, guadagnandosi un’occhiataccia
da parte dell’uomo, il quale, per tutto il tempo, non aveva
mai posato la
shinai da allenamento che teneva stretta in mano.
“Saori-ojousama
al momento non è in casa, è partita per un
viaggio di famiglia.” aveva risposto
Tatsumi: “E non sono autorizzato a divulgare informazioni
sulla sua presenza in
alcun luogo. Non che io sappia con precisione dove si trovi.”
“Cosa
ne pensano i signorini Kido di questa partenza improvvisa? Avrebbero
voglia di
rispondere a qualche domanda? Dopotutto, sarebbe stata
un’occasione perfetta per
presentarsi in società.”
“Sono
partiti anche loro con Saori-ojousama. Se avete finito con le domande,
ho del
lavoro da sbrigare.” aveva detto Tatsumi prima di voltarsi e
dare le spalle ai
giornalisti al cancello mentre si dirigeva verso il porticato della
villa.
§§§
Erano
partiti da Tokyo di buon’ora al mattino, ognuno con una
piccola borsa per
viaggiare leggeri ed evitare di coinvolgere troppe persone nel viaggio
e nella
sua preparazione, ed erano arrivati alla villa di montagna poco prima
di
pranzo; tempo di farsi una doccia e cambiarsi e tutti e undici si erano
riuniti
nella veranda che dava sul lago dall’altra parte della valle
mentre l’unica
donna di servizio che li aveva seguiti, quella stessa Akiko tanto amata
dai
signorini, terminava di apparecchiare per il pranzo.
Con
indosso il ben più familiare peplo, Saori si era accomodata
a capo tavola
mentre i ragazzi si erano distribuiti in maniera uniforme lungo i due
lati del
tavolo, con Hyoga e Ichi che ancora si confrontavano animosamente sui
risultati
del Koshien e non avevano interrotto l’accesa discussione
neppure per rispondere
a qualche richiesta dei fratelli: “Quell’home run
nel terzo inning di Inoue è
stato spettacolare!”, “Ed è stato il
loro primo titolo!”.
Seiya,
ancora barcollante per le ferite dell’ultima Guerra, si era
appropriato della
sedia a sinistra di Saori mentre Jabu, di fronte a lui e alla destra
della
sorella adottiva, non perdeva occasione per lanciargli piccole palline
di
carta.
Gli
altri, ben più tranquilli, chiacchieravano tra loro o, come
nel caso di Ikki e
Ban, condividevano un fraterno silenzio.
Con
un sorriso sereno, Saori lasciò vagare lo sguardo sulla
tavolata imbandita e
sui volti rilassati dei fratelli al suo fianco, convincendosi una volta
di più
della bontà della propria decisione: festeggiare non solo il
proprio compleanno
ma anche quello di Ikki e Shun lì, lontano dalla folla e
dalle pressioni
sociali.
Con
un sorriso, la ragazza pensò
all’eventualità di un party come quelli che
avevano costellato i suoi compleanni passati ma con la presenza dei
suoi
ragazzi e per poco non si fece travolgere dalle risate davanti
all’immagine di
un Seiya in smoking, insofferente per il cravattino e annoiato.
Scappare
era stata la decisione più saggia mai presa.
E
vedere la sua famiglia serena e felice era il regalo migliore che
poteva farsi.
“Ragazzi,
dopo pranzo chi vuole può andare a riposarsi, chi invece
pensa di poter
resistere è libero di andare dove preferisce ma per le sette
Akiko-san servirà
la cena.” disse Saori una volta che vennero portate in tavola
le teiere di tè
verde.
“Tu
che farai?” chiese Shun.
“Io
resterò sulla terrazza, ho portato con me un
libro.”
“Sicura
che non sia qualcosa di lavoro? Hai promesso di accantonarlo fino alla
fine
della vacanza.” l’espressione dubbiosa di Seiya
strappò un sorriso a Saori, che
scosse la testa: “Sì, Seiya, è un
romanzo rimasto sul mio comodino per mesi,
niente lavoro, ho lasciato a casa perfino il cercapersone e se
c’è bisogno
Tatsumi sa di poter chiamare Akiko, ma soltanto in caso di
emergenza.”
“Io
resterò con te, se non ti dà fastidio.”
Shun tirò fuori dalla tasca della salopette un volume
tascabile e un
mangiacassette: “Seika-neesan mi ha regalato questo il mese
scorso e volevo
finirlo.” disse, agitando il volume.
“Io
ho portato la chitarra e voglio provare un nuovo pezzo,
scenderò fino al lago e
troverò un posto all’ombra dove
esercitarmi.” Seiya fletté le dita come a
volerle sgranchire: “E se Nachi non si fa tentare dal divano,
ha promesso di
ascoltarmi.”
Accanto
a lui, Wolf bevve una sorsata di tè e sospirò:
“Povere le mie orecchie…” si
lamentò con fare plateale, “Cos’hanno
fatto di male per subire una tortura
simile?!”
“Hai
perso una scommessa con Shiryu e ti sei fatto fregare come un
bambino?”
nonostante le parole brusche, il tono di Ikki era leggero e, anzi,
perfino
divertito.
“Ricordati
che so dove dormi, Ikki. Stai attento.”
All’ombra
del primo sole di settembre, i ragazzi battibeccavano tra loro con
leggerezza e
Saori, con gli occhi lucidi pensò che quello era senza
dubbio il compleanno
migliore della sua vita: non aveva bisogno di una festa o di regali
lussuosi
per essere felice; la vera felicità era poter trascorrere
del tempo con le
persone che amava e chi meglio dei suoi guerrieri, delle sue stelle,
dei suoi fratelli?
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