Capitolo
XV
24
Percy Street, London
Sede
centrale di Zenith Media
08/05/2019
Ore
9,25
Lunedì
e
martedì passarono molto velocemente per Lorenzo che, preso
dal lavoro e impegni
personali, si svegliò quel mercoledì mattina,
quasi inconsapevole che fosse
arrivato il giorno del secondo appuntamento con Cecilia.
Essendo
stati
piuttosto occupati, non si erano sentiti nemmeno molto in quei due
giorni, per
cui le inviò subito un messaggio confermando indirizzo e
orario.
"Va bene? Confermato?"
scrisse nel messaggio e
aspettò una risposta della ragazza rimanendo sulla chat di
WhatsApp, vedendo
che era il suo status era online.
"Certo! Forse arrivo anche un po'
prima.."
buttò lì lei sperando che
cogliesse la proposta e le chiedesse di vedersi prima, desiderando di
stare più
tempo insieme.
"Perfetto, ci sono dei posti carini
da quelle
parti. Sentiamoci dopo così ci organizziamo"
confermò Lorenzo regalando
inconsapevolmente un sorriso a Cecilia.
"A dopo allora!"
rispose l'altra e il
giovane riprese con le sue attività, andando a mille per
poter uscire in orario
e recarsi in tempo all'appuntamento.
Controllò
lo
smartphone verso le cinque del pomeriggio per assicurarsi che anche
Cecilia
fosse in orario, e le inviò l'indirizzo del locale che aveva
individuato per i
loro drinks pre-cena.
***
Blueprint Café
28 Shad Thames
Stesso giorno
Ore 18,47
Arrivò
al
locale prima dell'orario stabilito e si appoggiò
ad uno dei lampioni
mentre aspettava. Come al suo solito, prese a controllare il suo
smartphone rispondendo
ad alcuni dei messaggi ricevuti nel corso della giornata.
Era
completamente immerso nella lettura di uno dei messaggi inviati dal suo
gruppo
di amici ancora basati a Roma quando ricevette una chiamata. Al leggere
il nome
in sovraimpressione, un sorriso involontario fece capolino sulle sue
labbra.
"Hey"
rispose con il solito tono allegro e si guardò intorno
tentando di scorgerla
fra la folla.
"Sono qui" lo
informò l'altra che a
sua volta si guardava intorno alla sua ricerca.
"Sto proprio davanti alla porta principale
del locale" aggiunse.
A
quel punto,
Lorenzo individuò una folta chioma di capelli castani a
qualche passo più in là
e si avviò verso di lei.
"Eccoti"
disse rimanendo ancora in linea ma posando una mano sulla sua spalla
per farla
voltare.
Cecilia
sorrise e arrossì leggermente come ogni volta che si trovava
davanti al
ragazzo.
"Ciao"
lo salutò un po' imbarazzata e Lorenzo sorrise. Provava un
desiderio matto di
baciarla ma tentò di controllarsi ricambiando il saluto con
un semplice bacio
sulla guancia. "Dai, andiamo" le disse scortandola verso l'interno
del locale.
Una
volta
dentro, si accomodarono ad uno dei tavolini vuoti e presero a
chiacchierare
raccontandosi delle rispettive giornate e quasi dimenticandosi
completamente di
prendere qualcosa da bere. "Vuoi qualcosa?" le domandò
avendo notato
un gin tonic passare.
"Mm..
sì.
Un mojito magari" rispose e Lorenzo annuì, prendendo nota
mentalmente, e
si offrì di recarsi al bancone a fare le ordinazioni.
Arrivato
al
bar, si voltò ad osservarla. Era ancora un po' in imbarazzo,
nonostante loro
fossero ormai al secondo appuntamento e si conoscessero da un po', lo
notava
dai gesti poco spontanei e dagli occhi tenuti leggermente bassi.
Sicuramente un
po' di alcool avrebbe aiutato a farla sciogliere ma Lorenzo ebbe
un'idea
migliore.
Di
ritorno al
loro tavolino con le due ordinazioni, le passò il suo
mojito. "Un
brindisi?" propose quando entrambi ebbero in mano i loro bicchieri.
"A
cosa?" chiese lei allungando la mano verso l'alto per imitare il
ragazzo.
"Alle
seconde occasioni" affermò rivolgendo un caldo sorriso che
venne
ricambiato dalla giovane.
I
loro
bicchieri si toccarono tintinnando ed entrambi diedero un sorso alla
loro
bevanda.
A
quel punto,
Cecilia si sciolse come previsto dal giovane, rilassandosi leggermente,
e
Lorenzo non poté non approfittare dell'occasione per rubarle
un bacio a fior di
labbra.
"Sei
incredibile" gli disse scuotendo la testa e Lorenzo le
lanciò un'occhiata
birichina facendo impazzire Cecilia, che si sbilanciò verso
di lui per baciarlo
a sua volta.
I
loro nasi si
sfiorarono e le labbra di Cecilia si schiusero per toccare quelle
morbide di
lui e consentire alla sua lingua di farsi largo dentro la sua bocca.
Non
fu un
bacio molto lungo ma quel, seppur breve, contatto li lasciò
pienamente
soddisfatti.
Lorenzo
controllò l'orario per assicurarsi che non fossero in
ritardo per la loro
prenotazione. "Fra una ventina di minuti andiamo" la informò.
Cecilia
annuì
e si appoggiò di spalle contro il petto di lui circondando
le sue spalle con il
suo braccio e Lorenzo posò il mento sulla sua testa,
stringendole la vita con
l'altro braccio.
Uno
strano
senso di stranezza si fece strada dentro lui, non era più
abituato a quel tipo
di intimità e improvvisamente gli sembrò di
bruciare tappe. Tuttavia, sebbene
non fosse pienamente a suo agio, allo stesso tempo, si sentiva bene, a
contatto
con il corpo di Cecilia e coccolato dal suo profumo che trovava
delizioso.
Si
chiese se
anche per lei fosse uguale, se si sentisse un po' a disagio ma dal
sorriso che
notava sul volto, dedusse che per la giovane non valesse lo stesso.
Cecilia
si
accoccolò ancora di più, provando ad incastrarsi
fra le sue braccia e quel
senso di inadeguatezza dentro Lorenzo si fece così
preponderante da non
riuscire a metterlo a tacere. D'istinto si mosse per sciogliersi da
quella
posizione, divenuta ben troppo scomoda, fingendo di non riuscire ad
afferrare
il suo cocktail per giustificarsi.
"Finiamo
questo e andiamo?" suggerì buttando giù il drink
quasi d'un sorso.
Cecilia
lo
guardò un po' stranita non capendo come mai avesse tanta
fretta
improvvisamente, tuttavia annuì e tentò di
imitarlo, bevendo anche lei il suo
mojito in un solo sorso.
S'incamminarono
verso il ristorante continuando a parlare e fermandosi di tanto in
tanto per
ammirare lo skyline di London city, il cuore economico della capitale
inglese,
i cui palazzi specchiati al tramonto creavano un gioco di luce da
lasciare
senza fiato.
Giunti
all'ingresso del locale, come al solito, Lorenzo aprì la
porta facendola passare
per prima e mimando una sorta di mini inchino. "Ma finiscila!"
affermò lei divertita e Lorenzo sorrise.
"Hello.
How can I help?" li interruppe una del personale rivolgendo loro un
sorriso di cortesia.
"Yes,
please. We should have a reservation under Lorenzo?" rispose
prontamente e
la giovane annuì.
"Of
course. We have reserved one of tables close to the terrace, as
requested. My
colleague will be with you in any minute. Please wait here"
confermò e si
scusò dirigendosi verso un'altra coppia appena entrata.
"Carino"
commentò Cecilia il locale guardandosi intorno per ammirarlo
meglio.
"E
il
cibo è ancora meglio" affermò il giovane
facendole l'occhiolino.
In
quel
momento, li raggiunse l'altro cameriere che li invitò a
seguirlo verso il loro
tavolo.
Prima
di
lasciarli, lasciò loro due carte di menù e poi si
dileguò per servire altri
tavoli, informandoli che sarebbe ritornato nel giro di dieci minuti
massimo.
"Mm..
sembra tutto buonissimo" osservò Cecilia passandosi una mano
sul mento,
come ogni volta che non riusciva a decidere.
Non
riuscendo
a non pavoneggiarsi, Lorenzo si lanciò in una spiegazione
piuttosto estensiva
dei suoi piatti preferiti, decantandone i pregi, che sfociò
in una vera e
propria critica culinaria, risultando piuttosto esilarante per Cecilia
al punto
da renderla incapace di mostrarsi seria.
"Dimmi
un
po', ti pagano per fare pubblicità?" ironizzò la
ragazza e l'altro
s'interruppe sentendosi un po' ferito nell'orgoglio ma fu comunque
capace di
cogliere l'occasione per mettere in mostra la sua preparazione lato
lavorativo.
"Sì,
faccio una sorta di sponsorship anche se, non avendo molti followers
sui
social, non vengo pagato granché" rispose per le rime
mettendosi
inconsapevolmente nei guai.
Cecilia
infatti colse la palla al balzo per metterlo in difficoltà,
rispolverando
l'argomento del loro precedente incontro: provare che lui si fosse
presentato
al pub non per caso ma per sua volontà. "A proposito dei
social, io non ti
seguo! Fammi contribuire alla tua fan base" affermò
maliziosa anche se il
tono non fu capito dal ragazzo.
"Certo,
sono TheTom" affermò inconsapevolmente senza pensarci molto.
A
quel punto,
la giovane aprì l'app di Instagram, pregustandosi
mentalmente il momento in cui
Lorenzo si sarebbe reso conto dello sbaglio commesso.
"Ma
mi segui
già?" domandò fingendosi sorpresa. Lorenzo
sgranò gli occhi, avendo appena
acquisito consapevolezza del suo passo falso, il suo pomo d'Adamo si
mosse
impercettibilmente e il suo cervello si attivò alla ricerca
di una qualche
scusa plausibile.
"Può
essere!
Io seguo un botto di gente" rispose rimanendo sul vago.
"Ah.
Non
si direbbe però dato che hai meno di 500 following rispetto
ai 2000 e passa
followers" insistette lei con un sorriso sornione campeggiato sul volto.
Lorenzo
si
morse l'intorno della guancia ma non cedette. "È solo
perché tolgo il
segui dopo un po' " si giustificò.
Cecilia
stava
per ripartire all'attacco quando il cameriere si avvicinò
per prendere le
ordinazioni facendo tirare un respiro di sollievo al giovane romano.
"Are
you
ready to order?" chiese gentilmente con l'iPad pronto a prendere le
ordinazioni.
"Do
you
trust me if I order for both of us?" domandò alla ragazza in
inglese per
evitare di risultare scortese con il cameriere.
Cecilia
annuì
e si affidò ciecamente a Lorenzo, non essendo nemmeno a
riuscita a vedere tutto
il menù, era la sua migliore possibilità.
Il
giovane
sciorinò una serie di nomi a cui Cecilia non seppe nemmeno
dare una precisa
collocazione sul menù e il cameriere fece un accenno di
consenso al termine
dell'ordinazione, dopodiché afferrò i
menù e si allontanò di tutta velocità.
I
due
ripresero a conversare come di consueto, raccontandosi delle cucine
straniere
provate fino a quel momento. Tema che ispirò uno degli
argomenti preferiti
della giovane: viaggi all'estero.
Adorava
ascoltare i racconti dei viaggi altrui e le impressioni che altri
avevano avuto
delle città che anche lei aveva visitato.
Lorenzo
aveva
viaggiato moltissimo da quando era single, avendo più tempo
e anche più risorse
monetarie a disposizione.
Durante
la sua
relazione con Veronica, non era riuscito a concedersi molti viaggi
all'estero.
Dal momento che la sua ex aveva la fobia degli aerei, purtroppo si
erano sempre
ridotti a utilizzare i mezzi di trasporto terrestre, rinunciando a
tante
destinazioni così, tra cui l'Oriente e l'Asia, che da sempre
avevano occupato i
primi posti nella classifica dei posti da visitare come
must-to-see.
Non
a caso,
essendone davvero ossessionato, il Giappone e la Cina furono le prime
destinazioni che visitò, non appena n'ebbe l'occasione,
decidendo di saltare
persino le vacanze di Natale e Pasqua per avere più giorni a
sua disposizione.
Quel
viaggio
aveva significato moltissimo per Lorenzo, essendo stato il suo primo
viaggio
organizzato con sé stesso soltanto. E sebbene, per molti
questo potesse non
significare molto, per Lorenzo fu la dimostrazione che poteva cavarsela
da
solo, che non aveva bisogno di nessun altro per poter vivere belle
esperienze.
Fu
la prima
volta dopo mesi in cui la sua soddisfazione non venne unicamente dal
suo
lavoro, a volte, piuttosto impegnativo e stressante, ma che affrontava
ogni
giorno con consapevolezza di chi stava facendo esattamente quello che
voleva, o
da qualche birretta con amici e colleghi, ma dalla gioia del vivere
nuove
esperienze, conoscere posti nuovi che, fino a quel momento, aveva
soltanto
immaginato.
Purtroppo,
furono diverse le rinunce durante la sua relazione, nonostante lui non
le
avesse vissute come tali. Avevano fatto parte del loro percorso
insieme, in cui
avevano trascorso anche tanti bei momenti, ancora impressi nella sua
mente e
capaci di strappargli un sorriso.
"Mi
piacerebbe visitare il Galles" affermò Cecilia introducendo
una nuova
destinazione.
"Sai
che
io non ci sono mai stato nemmeno?" le domandò retoricamente
e Cecilia
sorrise suggerendo che sarebbero potuti andare insieme in caso.
A
quella
proposta, Lorenzo sorrise ma al tempo stesso, il suo battito cardiaco
accelerò
e quello stato di disagio che lo aveva colpito poco prima
tornò a farsi strada.
Tuttavia, Cecilia non si accorse di nulla e con l'arrivo delle diverse
portate,
poté concentrarsi su altro.
Non
capiva
come mai avesse sviluppato un simile livello di insofferenza verso le
relazioni, le attività di coppia, persino verso le coccole,
di cui si era
sempre vantato dato che si era sempre considerato un perfetto
fidanzato, la
giusta dose fra dolcezza e sensualità, e di certo la seconda
parte l'aveva
affinata particolarmente bene negli ultimi anni.
Eppure
vi era
qualcosa che lo faceva sentire a disagio, probabilmente quella
consapevolezza
di doversi consegnare a qualcuno lo spaventava. Nel corso dei quei tre
anni, si
era completamente disabituato all'idea del condividere la propria vita
con
qualcuno e ora quella possibilità gli era un po' scomoda e
gli stava anche
stretta. Tuttavia, qualcosa in Cecilia lo affascinava spingendolo a
superare
quel limite e ad aprirsi all'idea di una nuova relazione.
Anche
se non
n'era ancora convinto del tutto.
Per
sua
fortuna, parlare con Cecilia aveva un effetto calmante, quando non
toccavano
argomenti che implicavano attività di coppia, per cui il
resto della serata
trascorse in modo piuttosto piacevole, e senza ulteriori ansie.
Al
termine
della cena, discussero ancora una volta per capire chi avrebbe pagato
il conto,
come al loro solito, e suscitando il riso del cameriere che, non
capendo
nemmeno mezza parola di Italiano, trovava il duo piuttosto comico e
caratteristico.
"I
would
make him pay, if he's insisting this much" suggerì ad un
certo punto e
Cecilia serrò le labbra, non essendo per nulla contenta di
quel suggerimento.
"Ceci,
ti
prego, non si può discutere ogni volta. Posso avere il
piacere di pagare
io?" chiese retoricamente Lorenzo roteando gli occhi.
Cecilia
fece
spallucce e mosse la mano a mezz'aria invitandolo a procedere.
Lorenzo
effettuò il pagamento al cameriere, che salutò
cortesemente entrambi
ringraziandoli, dirigendosi immediatamente verso un altro tavolo che lo
aveva
richiamato.
Rimasti
soli,
Lorenzo tornò a rivolgere sorrise divertito alla
ragazza.
"Che?"
sbottò con tono leggermente acido quando si rese conto dello
sguardo divertito
del suo accompagnatore.
"Non
avevo capito che fossi una femminista incallita" le disse e Cecilia
incrociò le braccia al petto scuotendo la testa.
"Voler
pagare per la propria cena non significa essere femministe incallite"
osservò lei e Lorenzo sollevò un sopracciglio per
rimarcare la sua perplessità,
mimando un "ok" a fior di labbra.
"Finiscila!"
si lamentò l'altra e Lorenzo scoppiò a ridere.
"Dai,
andiamo. Non ti do più della femminista incallita,
promesso!" disse poi
offrendole il braccio, cercando di sdrammatizzare.
Cecilia
sorrise debolmente e si alzò, afferrando il braccio di
Lorenzo mentre si
dirigevano verso la porta.
Non
appena
varcarono del locale verso l'esterno, Lorenzo si voltò verso
di lei
stampandole un bacio sulla guancia.
"Sei
bellissima quando ti arrabbi" sussurrò al suo orecchio e
Cecilia roteò gli
occhi.
"Non
dovrei essere bellissima sempre?" lo stuzzicò l'altra.
"Certo,
sei bellissima sempre" rispose mellifluo posandole il braccio attorno
al
collo e con le dita della mano libera sollevò delicatamente
il suo mento verso
l'alto dandole un bacio a fior di labbra.
"Se
proprio devi adularmi, almeno dovresti baciarmi come si deve"
buttò lì e
Lorenzo le rivolse un'occhiata maliziosa.
"Non
c'è
problema" sussurrò all'orecchio di lei. Prese a baciarla con
decisione,
accendendo anche dall'altro lato lo stesso desiderio.
D'impulso,
le
mani di lui si mossero verso il seno e Cecilia lo spinse leggermente
per
allontanarlo.
"Hey,
siamo sempre per strada" lo ammonì indicando le persone che
si muovevano
frettolosamente lungo il marciapiede.
Lorenzo
le
fece un occhiolino. "Vieni con me.." la invitó a seguirlo
afferrando
la sua mano e guidandola verso una piazzetta nella vicinanze di
Bermondsey St.
***
Lorenzo
trovò
una panchina leggermente nascosta grazie alla folta chioma di uno degli
alberi che
sorgeva nelle vicinanza.
Il
ragazzo si
sedette e tirò verso di sé Cecilia sistemandola
sulle sue ginocchia. “Qui è
abbastanza intimo?” le domandò mentre spostava
delicatamente i lunghi capelli
della ragazza tutti su un lato, per liberarle il viso e il collo
candido che,
in quel momento, gli stava facendo incredibilmente gola.
“Sì
e se non
mi fidassi di te, penserei molto male” affermò
divertita buttando le sue
braccia intorno al suo di collo.
“E
dovresti un
pochino invece” le disse malizioso prendendo a baciarla con
la stessa intensità
di poco prima. Anche Cecilia non riuscì a fare la sostenuta
ulteriormente e
rispose al bacio tentando di avvicinarlo a sé
perché sentisse il contatto con
il suo corpo sempre più vicino.
Le
mani di
Lorenzo si mossero rapidamente verso il sedere di lei che da diverso
tempo era
un suo chiodo fisso e constatando che la sua accompagnatrice aveva
davvero un
gran bel sedere.
“Eheh,
lo so..
ho un bel culo” lo prese in giro riprendendo un attimo fiato
e Lorenzo rise.
“Decisamente
ma anche il mio non è male” rispose invitando a
verificarlo in prima persona.
La ragazza non si fece attendere e sorrise maliziosa. “Il mio
è meglio, è più
rotondo ma anche il tuo merita” lo stuzzicò e
riportando le mani di lui sul suo
sedere.
L’eccitazione
crebbe in Lorenzo facendolo deglutire, avrebbe voluto spogliarla in
quell’istante e il suo corpo
non poteva negargli la delusione del doversi accontentare di spogliarla
solo
con gli occhi.
Anche le mani di Cecilia si mossero un po' frenetiche lungo il petto di
lui,
soffermandosi sui suoi pettorali e spingendosi in avanti per baciarlo
sul
collo.
Il cervello di Lorenzo
smise improvvisamente di ossigenare, l'eccitazione stava
salendo sempre di più. E anche nelle sue parti basse
cominciò ad avvertire una
certa pressione.
"Cè,
andiamo da me?" non riuscì a trattenersi. Voleva sentire
ogni
lembo della sua pelle contro il proprio.
In quel momento,
Cecilia si interruppe e deglutì, non sapeva come rispondere
a
quella richiesta.
Da una parte,
avrebbe voluto tanto portarselo a letto, essendo anche lei
piuttosto eccitata. Tuttavia, la sua parte tradizionalista, e per certi
versi
retrograda, le impediva di andare più a fondo. Non voleva
rendergli le cose
così facili per quanto si sentisse completamente su di giri
all'idea di averlo
tutto per sé.
"Credo che
dovremmo andare ognuno a casa propria" disse raccogliendo
ogni briciolo di forza che aveva.
Lorenzo non
poté nascondere la sua delusione e serrò le
labbra. "È meglio
allora che ti allontani perché rischi grosso"
osservò serio tentando di
ritrovare un po' di contegno e Cecilia ridacchiò,
abbandonando la testa
all'indietro, e si alzò in piedi scuotendo la folta chioma
per ravvivarla un
po'.
Di fronte a quel
gesto estremamente femminile, Lorenzo deglutì ancora. Gli
stava rendendo le cose ancora più difficili.
"Come torni a
casa?" domandò con lo scopo di spostare l'attenzione su
un altro.
"Prendo la metro
fino a Green Park e poi cambio" gli rispose dopo
aver fatto brevemente mente locale.
"No, allora ti
accompagno. Ho la macchina qua vicino" si offrì. Aveva
fatto rapidamente un po' di calcoli e avrebbe impiegato decisamente
troppo
tempo per arrivare a casa.
"Ma no, non
c'è bisogno" ribadì lei, non voleva fargli
cambiare
totalmente strada solo per lei.
Lorenzo scosse
la testa, non sarebbe andata fino a casa sola.
"Insisto" affermò con tono abbastanza deciso e Cecilia
cedette.
Dopotutto, non le dispiace evitarsi il viaggio da sola.
"Andiamo, dai"
la incoraggiò mettendole il braccio attorno al collo e
guidandola verso la macchina.
Durante il
tragitto verso casa di Cecilia, a parlare fu principalmente la
radio, essendo i due ancora piuttosto scossi dall'azione di poco prima.
Cecilia
notava le occhiate di Lorenzo che trasudavano desiderio e se ne
sentì un po'
lusingata. Il suo corpo gli faceva decisamente gola.
Arrivati sotto
il portone della giovane, Lorenzo spense il motore, dopo aver
tirato su il freno a mano, e si voltò verso di lei
rivolgendole un ampio
sorriso. "Eccoci" le disse e anche Cecilia sorrise.
"Posso baciarti
oppure rischio di essere vittima dei tuoi ormoni
impazziti?" domandò divertita sporgendosi verso di lui.
L'altro scosse
la testa roteando gli occhi. "Puoi, puoi" la
incoraggiò sporgendosi a sua volta.
Si scambiarono
un bacio piuttosto veloce ma non per questo meno appassionato,
Cecilia avrebbe voluto baciarlo ancora, non solo sulla bocca ma anche
sul naso,
sulle guance, esattamente come faceva con il suo ex ma si trattenne.
Non erano
ancora a quel livello di intimità.
A quel punto,
Cecilia scese dal veicolo dopo avergli augurato la buonanotte e
Lorenzo riaccese il motore, aspettando che la ragazza entrasse in casa,
prima
di ripartire.
Una volta
assicuratosi che fosse al sicuro dentro il suo appartamento,
ripartì
lanciando un'occhiata verso il portone, ora vuoto, tramite lo
specchietto
retrovisore.
Sentiva ancora
il suo profumo addosso e un brivido di eccitazione gli
attraversò la schiena ripensando a quel breve assaggio del
corpo di lei.
Ora non ne aveva
dubbi: Io avrebbe sicuramente mandato al manicomio.
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