A Life To the End

di queenjane
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Avanzavi con serena fiducia lungo il corridoio, Olga Nicolaevna Romanova, figlia dello zar Nicola II, imperatore di tutte le Russie, figlia amata e viziata, protetta e sicura.

Fin da piccola conscia del tuo rango, le tue sorelle dicevano come riesci a farti chiamare altezza imperiale se appena arrivi al tavolo con la fronte.
Scemenze, sei cresciuta, dietro a te e vicino  a te una amica inimitabile, che ami come una sorella,  elettiva, Ekaterina Petrovna Raulova, detta Catherine, alla francese, che tu appelli  Cat.
Ti guarda, dal palco con i suoi genitori, i principi Raulov,  la hai appellata principessa Sherazade, principessa cantastorie, tale è la sua sapienza narrativa, nel forgiare fiabe e leggende, tranne che stasera una storia la inventi tu.

Ricorre il 1913, 300 anni che gli zar tuoi antenati comandano la Russia, vi sono feste e celebrazioni, ma tuo fratello, Aleksej non sta bene, si riprende ora dai fatti di Spala, una emorragia se lo stava portando via, ha lottato, non è morto, come un guerriero, come Achille.

Stasera danno una rappresentazione di gala, “Una vita per lo zar”.
Alessio indossa l’uniforme del suo reggimento di cavalleria, tutto scarlatto e dorato, il monogramma H II sul colletto, tu e le tue sorelle siete vestite di chiari colori, perle alle orecchie e alle gola.
Quando hanno cantato l’inno nazionale, tutti gli spettatori si sono levati in piedi, un omaggio bello e semplice, al presente, allo zar e al suo erede, al passato e ai fasti che rappresentano .
E il ballo e l’opera, balla Matilde K., amata da tuo padre prima delle nozze.

Tua madre, vestita di velluto bianco e diamanti, il nastro blu dell’ordine di Sant’Andrea disposto in diagonale sul petto, il ventaglio di bianche piume d’aquila che fa vento alle sue chiazze rosse sulla pelle si ritira,  in imbarazzo, come al solito e sempre nelle occasioni ufficiali, la gente nota come si eclissi e la critica a piene mani.
Ti vergogni per lei, in imbarazzo, come al solito, sei intelligente, colta, ami i libri e la quiete, ma sai agire in pubblico.
Come la madre di Catherine, la bellissima principessa Elisabetta, detta  Ella.
Catherine.. scruti i palchi damascati, gli sguardi si incrociano.

FORZA.
CORAGGIO.
E nella pausa vi stringete le nocche, come petali di rose, senza parole.
 
Dio salvi lo zar,
maestoso e potente,
possa Egli regnare per la nostra gloria,
  far tremare i nostri nemici.
Un inchino collettivo.
Sei in piedi, inclini la bionda testa in omaggio, come tuo padre e Aleksej, il fragile e emofiliaco erede, patologia trasmessa da vostra madre, la zarina, che preferisce ritirarsi e lasciarvi contro le fauci del mondo.
Catherine  si inchina tra gli ultimi, le sue iridi scure come onice fisse contro le tue, di zaffiro.
Io combatterò .
Questo, tra l’altro, ricorderai poi Olga Romanov nella fine.
Tu sei la figlia dello zar.
Catherine ti ricorderà, facendosi tatuare un drago che stringe tra le zampe una rosa,   sopravvissuta, tu no, fino alla fine non ha dimenticato.


 




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