Nomatofobia

di rebasso
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Nomatofobia

Viviamo,
seppur
in realtà,
solamente esistiamo.

Tutto vive in un nome
e celasi,
dietro questo,
solamente un altro nome.
Come l’uomo vuole,
a tutto appartiene
o apparteneva
un proprio nome.

E chi,
per natura o per scelta,
non lo possiede
degno non è
d’esser chiamato a viver.

Mai diciamo
d’esser uomini,
ma solo carni
dai destini intrecciati,
e dai nomi comuni.

Persone,
animali,
emozioni,
monumenti e strade,
tutto il creato,
divino ed umano,
d’un nome
è possessore.

Il vento,
le rocce,
il silenzio
e la madre che li ha creati,
a loro un nome
è stato donato
da qualcosa
che perfino il Supremo
teme sfidare.

E pure tu,
che sembreresti sfuggire
a certe regole,
mi spaventi con gli occhi,
ma pure questi
han nome.

Ma un giorno,
quel giorno senza nome,
nell’ora del suo arrivo
porrà la Fine
senza neppur chiamare.

Ed in quel giorno,
sedendoti
ed ammirando
come del tuo nome
verrai privata,
vivrai
solo per un istante
il nostro ricordo.

E forse quel giorno
il tuo viso
ritornerà,
questa volta
senza nome,
su quella strada,
in Via dell’Artigliere,
io ad un estremo, nell’altro tu.




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