Un mondo oscuro
4
La tela del Wyrd
*
Il tramonto visto dalla spiaggia era di
una bellezza incomparabile.
Il cielo ed il mare si fondevano in una
linea sfumata di indaco e violetto, e l'aria era tiepida e profumata
di estate.
Sulla volta celeste, Sol si era appena
nascosta sotto l'orizzonte per riposare, ed aveva lasciato posto a
Mani, adesso libero di risplendere della sua luce di perla.
Il boschetto vicino alla spiaggia era
un luogo incantato, con betulle e frassini, e poi, lontano dalla
salsedine, un albero di tasso millenario.
Ma nemmeno rievocare un paesaggio così
dolce e familiare riuscì a calmare il suo spirito, e così
Loki lasciò svanire l'illusione e rimase nel buio artificiale
delle prigioni.
**
Era ormai buio quando Thor bussò
agli appartamenti del Fensalir.
-Thor. Stavolta sei in ritardo per la
cena-
-Perdonami, Madre. C'era una cosa che
dovevo fare-
-Che non dovevi fare, piuttosto- lo
riprese lei gentilmente.
Thor riuscì a sorridere.
-Sei davvero la regina degli dei-
-Odino è un grande re per
Asaehim. La regina non deve essere da meno, non credi? Ora andiamo:
non facciamo attendere oltre le nostre ospiti-
***
Quella sera c'era qualcosa che
preoccupava Thor, Jane lo capiva.
Quando, alla fine della cena uscirono
tutti sulla terrazza, lei fece in modo da restare indietro con lui
mentre Frigg spiegava a Darcy qualcosa a proposito di una certa
collana (il cui nome di sicuro non era Bricioline come lo pronunciava
la sua assistente).
Quando Jane fu sicura di essere sentita
solo da lui gli chiese -C'è qualcosa che non va? A parte la
sostanza malvagia che sta covando Darcy, intendo-
Thor sorrise e scosse la testa.
-Forse hanno ragione a dire che sei una
strega-
-Oh, grazie!-
-É
un complimento. Hai l'intuito di una seidrkona, e la
discrezione e la grazia di una regina-
-E tu non stai per caso tentando di
eludere la domanda distraendomi con i complimenti?-
-Povero me, che sbaglio che ho fatto a
portarti qui! Ancora pochi giorni alla corte di Asgard e saprai
destreggiarti meglio di me in certe situazioni-
Per un attimo risero tutti e due
all'assurdità dell'idea, poi però Thor ridivenne serio.
-Hai ragione, Jane, sono preoccupato. È
giusto che tu sappia perché-
Lei gli fece cenno di continuare. Si
erano fermati del tutto, Thor si era appoggiato con i gomiti al
parapetto, e le voci di Darcy e Frigga erano mormorii incomprensibili
a distanza.
-L'Aether è un pericolo per
tutti i nove regni, ed io vorrei avere la certezza di affrontare
questa minaccia insieme a mio fratello come è stato in
passato. Purtroppo però temo che le nostre strade siano ormai
irrimediabilmente separate-
Ah, dunque c'entrava Loki. Jane lo
aveva visto in qualche spezzone del telegiornale e dei successivi
speciali che avevano fatto sull'attacco a New York, ma sopratutto ne
aveva sentito parlare da Erik Selvig.
Loki non le piaceva, e questa era
l'ennesima conferma.
-Non te l'ho mai chiesto perché
so che è un argomento che ti fa soffrire, ma ora devo
chiedertelo: che ne è stato di Loki dopo New York? Erik mi ha
raccontato delle cose che... Thor, qualsiasi cosa gli abbia fatto
Loki, abbiamo temuto che Erik avesse perso il senno-
-Mi dispiace per quello che ha fatto.
Adesso Loki sta pagando per i suoi crimini: è in cella e ci
resterà a vita-
C'era una tale amarezza e sconforto
nella voce di Thor che Jane non se la sentì di esternare
l'unico commento che le veniva in mente, e cioè “Bene,
se lo è meritato. E forse è troppo poco”.
-Mi dispiace- gli disse solo.
Provò a prendergli una mano e
lui rispose stringendola con entrambe.
-Ti ringrazio per la comprensione, mia
signora. So che non deve essere facile per te-
No, non era facile proprio per niente,
ma il modo di Thor di chiamarla “mia signora” le rendeva
la cosa più sopportabile.
****
Svartálfar.
Le
stanze del Fensalir.
Le
conosceva: ci era stato tante volte da giovane.
Ma
ora c'erano le guardie e le porte erano sbarrate dall'interno.
E
c'era battaglia nelle stanze di Frigg.
Madre!
Il
clangore delle armi nelle sale della regina.
Svartálfar.
Loki era intrappolato dentro i
frammenti spezzati della sua visione.
Svartálfar.
Avrebbe voluto combattere al suo fianco
per difenderla, perché nessuno doveva osare minacciare...
Madre!
E poi c'era solo silenzio, e lui sapeva
che c'era sangue, e lui non voleva vedere, non voleva più
vedere...
Svartálfar!
*****
Ulf era al secondo turno di ronda
assieme a Honir.
Percorrere i corridoi delle prigioni di
notte era noioso, ma ogni tanto il suo compito era quello, ed Ulf non
se ne lamentava perchè essere parte degli Einherjar che
prestavano servizio dentro il perimetro del palazzo reale era un
onore.
Svoltarono l'angolo e già sapeva
che l'ultima cella in fondo al corridoio era quella di Loki.
Lui evitava persino di guardarci dentro
più del necessario, perché incrociare lo sguardo una
sola volta con il principe rinnegato gli era bastato per tutta la
vita.
Erano occhi capaci di inchiodare per il
terrore.
Ulf si chiese di sfuggita se anche
Honir avesse paura di Loki, ed a giudicare da come il suo compagno si
era fatto silenzioso e da come stringeva l'impugnatura della lancia,
nemmeno lui era tranquillo all'idea di passare davanti a quella cella
in particolare.
Ulf sperava che Loki dormisse, o che si
nascondesse con qualche illusione ed ignorasse il loro passaggio, ed
invece appena arrivarono davanti alla cella il principe era lì:
in piedi davanti alla parete, sveglio e che sembrava li stesse
aspettando.
-Guardie! Voglio che andiate a chiamare
il Padre degli dei. Devo parlare con lui immediatamente-
Loro si girarono a guardarlo ma non gli
risposero.
Sembrava pallido, agitato, con il
respiro affannoso. Come tutti i prigionieri dopo un lungo periodo di
reclusione.
Si scambiarono un'occhiata e poi
passarono avanti.
-Non osate ignorarmi! Si tratta della
sicurezza di Asgard!-
Ulf esitò un attimo.
Va bene che Loki era chiamato fabbro di
menzogne, ma l'urgenza nella sua voce sembrava proprio vera.
-Non farti fregare- lo ammonì
Honir accanto a lui, non abbastanza piano da non essere sentito anche
da Loki.
-Bada a come parli tu, bifolco! E tu,
che sembri avere ancora un minimo di buonsenso, vai a chiamare Odino-
Alla seconda volta che veniva ripetuta
la stessa richiesta si erano fermati.
-Perché? Di cosa devi parlargli-
si azzardò a chiedere Ulf.
-Di questioni che solo il re di Asgard
può conoscere. Ora fai in fretta-
-Sì, certo- fece annoiato Honir
-È solo un altro trucco, Ulf, e Padretutto si arrabbierà
con noi che ci siamo cascati. Vieni via, che ne ho abbastanza di
stare a sentire questo pazzo-
Loki sembrò essere stato colpito
da qualcosa.
Prima rimase rigido, ad occhi sgranati,
annientato dall'umiliazione di essere apostrofato così da un
suo suddito, poi però tornò ad essere il principe di
sempre: pericoloso e potente anche se imprigionato.
-Ah, è così, dunque?
Bene!-
All'improvviso Loki aveva in mano un
pugnale, ma invece di usarlo per attaccare in qualche modo se lo
puntò sotto il mento.
-E adesso andate immediatamente da
Odino, oppure giuro che mi taglierò la gola e riterrò
voi due personalmente responsabili della mia morte. E sapete cosa
potrei fare ai miei nemici se tornassi dalla morte in forma di
draugr?-
Ulf si sentì impallidire. Aveva
sentito storie sui draugr: aveva sentito di persone rapite, portate
alla pazzia, dilaniate, rese cieche da qualcosa che aveva strappato i
loro occhi...
L'idea di Loki che si trasformava in un
draugr era terrificante: già da vivo il principe era perverso
e maligno, figurarsi cosa sarebbe diventato se fosse sfuggito alle
barriere del corpo fisico che poteva essere confinato in prigione.
Chissà se una cella avrebbe
contenuto uno spirito malvagio?
Loki premette più forte la punta
del coltello proprio dove correva la vena giugulare, e lungo la lama
scorse una goccia di sangue.
Accidenti, stava facendo sul serio!
-Allora?! Volete scoprire a vostre
spese cosa potrei fare?-
Ulf riuscì a non dire “no”,
però non potè fare a meno di scuotere la testa,
spaventato a morte.
-Andate a chiamare Odino- ripetè
Loki.
-Domani mattina...- tentò
debolmente Ulf.
-ADESSO!!!-
Ulf scattò di corsa, lasciando
indietro Honir.
Preferiva di gran lunga affrontare
l'ira di Odino disturbato durante il sonno che l'ira di Loki che lo
perseguitava dall'oltretomba!
******
Era affacciato ad uno dei piani più
alti, alla ricerca dei segnali di vita dei suoi compagni superstiti
nel buio dell'astronave.
-Malekith-
-Lo so già: molti non si sono
risvegliati-
Algrim abbassò la testa.
-Quanti?- chiese Malekith.
-Poco meno della metà. Troppo
tempo è passato per alcuni di loro-
Malekith non rispose. Chiuse gli occhi
e prese un lungo respiro prima di voltarsi.
Battè la mano sulla spalla di
Algrim, l'unico che lo avesse mai compreso davvero, e rimase a
stringerlo forte.
-Gli asgardiani pagheranno anche per
questo. Attendiamo che tutti i superstiti abbiano ripreso le forze, e
poi potremo decidere come distruggere Asgard-
-Siamo ai tuoi ordini, Malekith.
Guidaci ancora una volta-
*******
A tarda sera, al momento di salutare
Jane e Darcy, Thor fu impeccabile e galante fintanto che sua madre
era nelle vicinanze. Quando lei si voltò un attimo però
ne approfittò per fare l'occhiolino a Jane.
La regina lo stava riaccompagnando
fuori dagli appartamenti del Fensalir quando o fermò un attimo
posandogli la mano sul braccio.
-Figlio mio, sei stato ombroso stasera.
Vuoi sedere un attimo con me e dirmi cosa ti turba?-
-Volentieri, Madre. Forse solo tu
potresti aiutarmi a capire-
Le ancelle si erano ormai ritirate dopo
la cena, e Frigga prese da sé due calici ed una caraffa
d'argento.
Era un liquore leggero, adatto per fare
conversazione senza essere storditi dall'alcol.
-Sai che ho parlato con Loki anche se
era stato proibito- iniziò Thor -Sono stato poco e solo per
chiedere se ci avrebbe aiutati in caso di minacce esterne, ma lui ha
rifiutato. Ha detto cose terribili-
Frigga poteva benissimo immaginare che
genere di cose potessero passare per la mente di Loki e qunto
potessero essere esacerbate dalla presenza di Thor.
-La prigionia è la peggiore
delle punizioni per uno spirito come il suo. E mi dispiace che
l'abbia meritata-
-Nonostante tutto anche a me dispiace
sapere che è prigioniero. Vederlo di persona mi ha fatto
capire delle cose, e parlare con lui mi ha fatto venire dei dubbi. È
stato davvero giusto imprigionarlo? È stato giusto
nascondergli le sue vere origini?-
Sua madre gli prese le mani.
-Thor, ascoltami bene. La mente di Loki
è affilata e contorta. C'è del buono in lui, ma a modo
suo. Il fatto che lui non abbia più delle certezze da quando
ha scoperto la sua discendenza dagli Jotnar non deve far vacillare le
certezze che hai tu-
-Non credo di avere più molte
certezze-
-Ma sei in grado di distinguere il bene
dal male. Fidati di te stesso, e non avere mai paura di ammettere i
tuoi errori. Non aver paura di voler cambiare le cose. Adesso vai a
dormire: domani ci aspetta una nuova giornata-
Frigg accompagnò alla porta suo
figlio, e per salutarlo gli accarezzò il viso come faceva
quando era solo un bambino.
Non sapeva perchè l'aveva fatto.
Le era sembrato giusto così, e
stranamente anche Thor non si era tirato indietro imbarazzato come
faceva di solito.
********
Quella sera Jane non
riusciva a rilassarsi. Quello che era successo a Darcy, l'incontro
della mattina con Lady Sif, il fatto che solo in quel momento lei
stava realizzando appieno cosa significasse Asgard, bastava a non
farle venire sonno.
Si alzò dal letto e
prese uno dei cristalli luminescenti che Frigg le aveva prestato.
Bastava scuoterlo perché
si accendesse ed illuminasse la strada con un tenue bagliore
aranciato, e lei avrebbe potuto passare ore a studiare come accidenti
funzionasse.
Ma prima aveva bisogno una
boccata d'aria; si infilò un mantello blu sopra la veste da
notte ed uscì sul balcone.
In realtà era la
stessa terrazza su cui uscivano dopo la cena, che girava tutto
intorno e chissà ancora fino a dove. Forse intorno all'intero
palazzo.
L'unica cosa che metteva un
freno alla sua voglia di esplorare era il fatto che non voleva
abusare dell'ospitalità.
E comunque quello che vedeva
affacciandosi al parapetto era spettacolare: luci a perdita d'occhio,
in basso quelle della città, in alto le stelle ed il velo
luminoso che ondeggiava ogni notte sopra Asgard.
La luna di Asgard, Mani,
aveva un ciclo diverso che la luna della Terra.
E allora come funzionavano
le maree? E la gravità? E le stagioni? Chissà ogni
quanto cambiavano le stagioni ad Asgard?
La fisica di quel mondo la
confondeva e la affascinava oltre ogni dire.
Welcome to the Holy Land
find your peace in blood
and in sand
…
“Aspetta, ma che...?”
Quella sembrava una delle
terribili canzoni spaccatimpani di Darcy, e se lei riusciva a
sentirla poteva significare solo una cosa: che Darcy era vicina!
Si incamminò in
direzione del suono e la trovò rannicchiata a terra, anche lei
infagottata in un mantello e con il cappuccio tirato sulla testa.
Più che alla solita
Darcy somigliava alla strega di Biancaneve, ma la rapidità con
cui picchiettava sullo schermo dell'IPod non lasciava dubbi che fosse
proprio lei.
-Darcy! Ma che ci fai qui
fuori a quest'ora?-
Quando alzò la testa
ed il cappuccio le cadde sulle spalle, Jane fu proprio sicura che era
Darcy, con i capelli raccolti sotto il cappellino viola e gli
occhiali da nerd; era incredibilmente rassicurante vedere qualcosa di
così familiare.
-Oh, Jane, sei tu! Niente,
non mi andava di dormire e così mi sono messa a creare la
playlist giusta-
-La... la cosa, scusa?-
-Sei seria? Jane, come hai
fatto a prendere tre lauree in materie scientifiche senza sapere
cos'è una playlist?-
-Lo so che cos'è! Non
capisco perché devi crearne una a quest'ora di notte-
-Mi sento ispirata. Un
viaggio epico come questo merita una colonna sonora altrettanto
epica-
Ah. Certo. Darcy ed i suoi
voli di fantasia.
-Se ti siedi ti faccio
vedere cosa ci ho messo-
Normalmente Jane si sarebbe
ben guardata dall'accettare la proposta, ma insomma, erano su un
pianeta alieno a chissà quanti mila anni luce da casa, la sua
amica portava in giro una cosa pericolosa, ed in più certi
discorsi che Jane aveva sentito su una cosa chiamata Convergenza non
l'avevano rassicurata per niente. Le ci voleva un po' di normalità.
-Va bene. Fai vedere-
-Evvai! La dottoressa Jane
Foster raggiunge le file dell'esercito del metal!-
-Ho detto che vedrò
la playlist, non che mi piacerà- le disse mentre si sedeva
anche lei per terra, ben attenta a non strofinare la veste da notte
sul pavimento.
-Sì, sì,
certo... allora, ci ho messo “Shining oasis”, poi la
sigla di “Game of Thrones”..-
-Ma qui non ci sono troni da
conquistare-
-Dettagli. Quella è
così epica che sta bene con tutto. E poi “Starlight to
heaven”, il tema de “il signore degli anelli”,
“Incense and Iron”...-
-Incenso e cosa?-
-Metallo-
-Incenso e metallo? Davvero?
Come può...? no, aspetta, non voglio saperlo. E perché
l'hai messa nella playlist?-
-Non tanto per il testo,
però il video è tutto oscuro e fiammeggiante, come il
rosso di questa cosa qui... Eather-
-Aether-
-Eather suona molto meglio.
È un bel nome-
Tutto quello non aveva il
minimo senso. Insomma, Darcy aveva dentro una cosa pericolosa e se ne
stava lì a scegliere canzoni ed a darle un nome come fosse un
animaletto domestico?
-Non ti fa paura?-
-Ti ho appena detto che è
un bel nome-
-Intendevo la gemma
dell'infinito. Non ti spaventa?-
-Ah, quella! All'inizio sì,
ma adesso mi sono abituata. E poi Frigg ha detto che troveranno un
modo di toglierla, quindi va tutto bene. Fino ad allora sarò
Lady Darcy, la custode dell'Eather!-
Jane era allibbita. E Darcy
era completamente fuori di testa.
Ma vederla normale le dava
un senso di sollievo che le scaldava il cuore.
-Sei... strana. Ma in senso
buono. Ora però sarebbe meglio che andassimo a dormire, non
credi?-
-Forse sì. E va
bene... tanto domani mi ficcheranno di nuovo in uno dei loro forni
magici-
Jane sorrise. Era
incredibile come Dacy riuscisse a trovare il lato leggero di ogni
situazione.
Si alzò in piedi,
leggermente anchilosata per la posizione accovacciata, ed aspettò
che Darcy facesse lo stesso.
-Allora buonanotte, Lady
Darcy-
-Buonanotte a te, Lady Jane-
Darcy le fece una riverenza
e poi tornò nella sua stanza attraverso il balcone.
Era una persona
straordinaria, pensava Jane, e gli asgardiani avrebbero fatto meglio
a trovare il modo di farla tornare normale... cioè, normale...
senza Aether, almeno.
*********
Svartálfar.
**********
Odino congedò le guardie
all'ingresso dei sotterranei e proseguì da solo verso la cella
di Loki.
A dire la verità era curioso di
sapere cosa fosse successo, e se tutta la messinscena che Ulf gli
aveva raccontato serviva solo a disturbare il suo sonno per dispetto
oppure aveva un fondamento reale.
Certo che... minacciare una guardia di
suicidarsi e di tornare a tormentarlo dopo morto... avrebbe potuto
essere divertente.
Inoltre Odino voleva controllare di
persona le condizioni di quel figlio che gli aveva dato tanti
problemi e preoccupazioni.
Al suo arrivo si era aspettato di
trovare l'illusione della cella vuota o qualche altro inganno, ed
invece trovò Loki che misurava la stanza a grandi passi.
Sembrava davvero impaziente di vederlo.
Forse dopotutto quella volta non c'era
nessun inganno.
-Loki. Hai chiesto un colloquio con me-
Loki era esattamente come lo ricordava
il giorno del processo: pallido, nervoso, con il viso smagrito. Solo
gli occhi erano diversi, perché in quel momento non c'era
nessuna traccia di sorriso malizioso.
-Ho chiesto udienza, sì-
-Ed hai usato una minaccia alla tua
vita come merce di scambio. Ti sei chiesto se per me la tua vita vale
ancora qualcosa?-
-Altrimenti perché saresti qui?-
-Per curiosità di vedere quale
ennesimo trucco tenterai stavolta. A proposito: so che non puoi avere
con te un pugnale, ed allora come hai fatto a terrorizzare quella
povera guardia?-
Loki sorrise solo per un attimo.
-Un'illusione, Padretutto- face
apparire nella sua mano un pugnale e subito dopo lo fece sparire per
continuare con -Un'illusione, grandi capacità teatrali, e
sfruttando spudoratamente il terrore che ispira la mia fama di
malvagio-
Non era sano che Loki fosse così
compiaciuto. Ne parlava come se avesse compiuto una grande impresa.
-Non sono certo titoli di cui vantarti,
lo sai?-
Loki rispose con un gesto infastidito.
-Basta con questi stupidi giochi. So
che qui ad Asgard è arrivato qualcosa di molto potente, e so
che il popolo degli Elfi del mondo oscuro si è risvegliato.
Non avevo il diritto che me lo diceste?-
Odino non rispose.
Come poteva Loki sapere degli Elfi
oscuri?
L'unica risposta poteva essere che Thor
avesse disobbedito ai suoi ordini.
-Chi ti ha detto degli Svartálfar?-
-Nessuno me lo ha detto. Ma la
Convergenza dei mondi si avvicina, ed io sono, purtroppo o per
fortuna, sensibile a cose che non tutti sono in grado di percepire-
-Hai avuto una visione?-
Vide il viso di Loki contrarsi in
qualcosa che sembrava autentica sofferenza.
-Non sarebbe sbagliato definirla così-
-Perché mi hai mandato a
chiamare? Volevi avvisarmi del pericolo?-
Loki non era poi così bravo a
nascondere le sue emozioni. Si vedeva benissimo che era offeso con
lui.
-Oh, no, io credo che tu lo sapessi
molto bene. Ti ho mandato a chiamare per dirti che avrete bisogno
delle mie conoscenze, e che prima uscirò da qui e ci metteremo
al lavoro meglio sarà per tutti-
-Stai parlando come se tu già
fossi libero. Non lo sei, Loki, e non lo sarai mai. Ed io non
chiederò il tuo aiuto fino a quando non avrò esaurito
tutte le altre possibili risorse che ho a disposizione-
Non si aspettava che Loki picchiasse un
pugno sulla parete della cella.
-Sei un folle! Non ci sono risorse
migliori di me, e tu questo lo sai! Io potrei essere la vostra unica
possibilità di salvezza!-
Odino non riusciva a spiegarsi come mai
Loki fosse così preoccupato. Aveva davvero visto qualcosa che
lo aveva terrorizzato? Oppure tentava di sfruttare il pericolo degli
elfi oscuri per fingere un'alleanza e poi evadere? O forse entrambe
le cose?
-Non mi fido di te, Loki-
Se lo avesse fatto frustare gli avrebbe
fatto meno male.
Erano passati anni, erano accadute
tante cose, e Loki lo guardava con lo stesso sguardo deluso, ferito,
tradito, di quando aveva scoperto di essere “un'altra reliquia
rubata”.
Il principe aprì una volta la
bocca per parlare ma per una volta non riuscì ad emettere un
singolo suono. Per le Norne, che cosa stava succedendo? Loki che non
riusciva a ribattere?
Per un attimo Odino ebbe la tentazione
di aprire la cella per andare a consolarlo.
Questo finché il dolore di Loki
non fu superato dalla rabbia, anzi dalla furia cieca che era un
pericoloso misto del suo retaggio jotun e dell'educazione bellica di
Asgard.
Si scagliò contro la parete
incurante del campo di forza che gli ustionava le mani.
-Tu prova a relegarmi qui! Prova a non
usare le mie conoscenze, e se le succederà qualcosa, io verrò
a mozzarti la testa prima che lo facciano i tuoi nemici!-
C'era la parete a separarli, eppure
Odino sentì tutta la rabbia di Loki come se gli fosse stata
scagliata addosso.
O lui non aveva più l'età
per certe cose oppure Loki aveva una forza fuori dal comune che
veniva dalla disperazione.
-Adesso basta. Non ti darò la
possibilità di scappare, e questo è quanto-
Non avrebbe resistito a quello sguardo
un momento di più, per questo se ne andò finché
poteva farlo come un re che chiude un'udienza e non come un re
spaventato che scappa.
Dentro la cella Loki colpiva ancora lo
schermo invisibile e continuava ad urlare -Fammi uscire di qui o te
ne pentirai! Mi hai sentito? Io te ne farò pentire!-
***********
C'era qualcosa di nuovo nell'aria,
Frigg lo sentiva nella percezione ai confini del Sogno.
I fili della tela del Wyrd si
intrecciavano di nuovo in armonia, ora che un filo che aveva creduto
perduto era appena tornato nell'insieme.
Un filo nuovo eppure conosciuto, verde
cangiante in oro.
Loki.
Nel Sogno, Frigg sorrise.
_________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio dell'Autore
Ragazzi... ma che davvero?! Ci sono
cinque persone che seguono la storia! E dunque grazie dal più
profondo del mio cuoricino ad AryaCat, Creamy761, Lady Tsuky,
Silvermoon00 e Thranduil_Laufeyson. Non so dirvi quanto vi voglio
bene <3 vi meritate un regalo: Questa è “Incense and
iron”, una delle canzoni citate da Darcy
youtube.com/watch?v=uttlRqHpvNs .
E vi meritate anche le note, ma a
quelle ormai dovreste essere abituati.
-Bricioline, il cui nome corretto è
Brisingamen, è la leggendaria collana della dea Freyja. La
storia della collana, di Freyja e dei nani sarebbe da raccontare a
parte.
-Sol e Mani sono le divinità del
sole e della luna nella mitologia norrena. Contrariamente alle
tendenze di quasi tutti gli altri popoli, per i vichinghi il sole era
una divinità femminile, mentre la luna era maschile. Io ne ho
fatto i nomi del sole e della luna di Asgard, che gli asgardiani
considerano femmina e maschio come i loro allievi vichinghi.
-Asgard come è strutturata
secondo l'MCU va contro tutte le leggi della fisica. Sapetelo.
-Ulf, letteralmente “lupo”,
è un nome ancora oggi comune nei paesi nordici.
-I Draugr sono spiriti maligni per cui
vi rimando al link https://it.wikipedia.org/wiki/Draugr
-Ho in mente una brutta immagine di
Odino che dorme con il cappellino da notte ed abbracciato ad una
Grungnir di peluche. E con le gocce calmanti sul comodino.
Vi saluto, e ci risentiamo al prossimo
capitolo. Arriverà prima o poi, abbiate fede e tanta pazienza.
Makoto
|