CAPITOLO 3
“Amoreeeee, ciao, sai
chi sono io?”
“Si, sei la cuginetta della mamma…lo sai che mi ha
detto ieri sera la mamma?”
A quelle ultime parole, Giulio si fermò sulla soglia di
casa, le chiavi gli caddero di mano con un tonfo sordo.
Lia si girò verso l’uomo.
“Ha detto che ti saluta tanto e che ti vuole tanto bene e che
devi trattare bene papà che vuole bene alla mamma e a
te…e anche al nonno!” continuò Martina,
senza il minimo imbarazzo, non curante che suo padre dietro di lei era
rimasto pietrificato.
“Va bene, amore!” le rispose Lia, prima di
prenderla per mano e di portarla in soggiorno dove la signora Cecchini
aveva apparecchiato una bella tavolata.
Giulio invece rimase per un po’ nel corridoio
d’ingresso, si appoggiò sul muro per meditare il
da farsi.
Doveva assolutamente seguire il consiglio che gli aveva dato la
maestra, ma non se la sentiva neanche di prendere una simile decisione
senza parlarne prima con Cecchini.
“Capitano, tutto bene?”
Cecchini l’aveva visto un po’ scosso e
così si era avvicinato al genero con cautela.
“Ma…la bambina sogna…tutte queste cose
che dice lei…le sogna…venga di
là…”
“Grazie maresciallo del conforto…”
Gli era veramente grato per il conforto, ma in questo momento Giulio
non aveva bisogno di nessun tipo di conforto. Non dopo che la maestra
gli aveva detto quelle cose.
Dal soggiorno apparve anche Lia.
“Giulio, tutto bene?”
“SI, STO BENE…” sbottò,
alzando notevolmente il tono di voce.
Non avrebbe voluto reagire così davanti alla sua famiglia,
ma non riusciva a stare calmo. Portava quel peso dentro che non poteva
subito rivelare a Cecchini. Non poteva rovinare anche quella serata.
“Scusate, vado a fare due passi…voi mangiate, non
aspettatemi…”
Uscì di corsa e si chiuse subito la porta alle spalle.
“Papà dove è andato? La mamma ha detto
che non deve cercarla…”
“Tranquilla Martina, papà adesso
torna…ora noi mangiamo…”
Martina non parve convinta di questa risposta, ma tornò lo
stesso a tavola perché gliel’aveva detto il nonno.
Giulio vagava per le strade di Spoleto, dando calci ad un sassolino per
terra.
Non sapeva bene dove doveva andare, forse era più il
sassolino che lo stava conducendo da qualche parte imprecisa.
Lì a Spoleto di luoghi dei ricordi insieme a Patrizia ce
n’erano ben pochi. L’ultima volta che si erano
visti era stata a Gubbio, sulla porta di casa.
Avevano appena litigato…
Ma no, Giulio non voleva ricordare quel momento: dopo la litigata non
si erano più visti…
“Buonasera, casa Tommasi?”
“Si, è successo qualcosa?”
“Sua moglie…”
NOTA
AUTRICE: Salve a tutti! Questa storia l'ho pubblicata molto tempo fa e
per vari motivi è rimasta incompleta fino ad oggi.
Pubblicando un'altra storia,ho deciso di continuare questa. Avviso per
le persone che la seguiranno (forse,fatemi sapere) che
cercherò di pubblicare ogni week -end,sabato o
domenica,forse anche venerdì. Sappiate che ho già
trovato in una cartella del mio pc,un pò impolverata,una
quindicina di capitoli. A presto!
Fatemi sapere con qualche
recensione e ringrazio le persone che hanno recensito i capitoli
precedenti!
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