CAPITOLO
10: Creature dagli abissi
Come
si sente un condannato a morte? O uno la cui vita dipende dal giudizio
degli altri?
Alan
pensava di essersene fatto un’idea in quel momento. Gli occhi
di tutto il
Parco, di tutte quelle persone che lui aveva salvato duellando un mese
prima
contro il Pinguino, erano ancora una volta su di lui. Le luci della
ribalta
puntavano i loro fasci crudeli, e lui non poteva scappare. Ma questa
volta,
Alan aveva un’argomentazione incontrovertibile.
-
Non so perché tu abbia voluto mettere su questo spettacolino
– rispose, tenendo
testa a Lance, che lo guardava con una faccia di pietra – ma
non starò al
gioco. Non stavolta.
Mosse
un passo, calciando inavvertitamente un sassolino in acqua. Fece un
paio di
cerchi sul posto e affondò lentamente, andando a fare
compagnia agli altri sul
fondo.
-
O hai forse dimenticato – proseguì –
quello che ti ho detto quella sera?
Il
non detto dei loro sguardi caricava l’aria di tensione. Si
sfidarono così, con
tutti che li guardavano ammirati. Nonostante neanche Lance avesse
voluto
rischiare il culo con Cobblepot – era solo un ragazzo, non
diverso da loro – al
Campo aveva fama pari a quella di una divinità. Nessuno
osava sfidarlo, alcuni
avevano persino timore a guardarlo negli occhi, come quando in Pokemon
non vuoi
iniziare lo scontro con un altro allenatore e allora cerchi di evitare
il suo
sguardo. Le ragazze, invece, se lo mangiavano solo con quelli, tanto
gli
sbavavano dietro.
Ma
nessuno prima di allora aveva osato sfidarlo così
apertamente. – Pare che la
gente qui abbia una certa considerazione di te – disse Alan,
che voleva giocare
proprio su quello. – Perché non la sfidi tu, Mera?
Avrebbe più senso che
sconfiggesse te, che sei rispettato da tutti, piuttosto che un
novellino venuto
dal nulla.
Fece
scorrere lo sguardo sui presenti. Nessuno aveva qualcosa da ridire, a
quanto
sembrava. E di certo, nessuno voleva azzardarsi a sfidare neanche Mera.
La
sottoscritta li guardava trattenendo il fiato, così come
Serena, anche se lei
lo dava più a vedere. Dopotutto, era direttamente coinvolto
suo fratello. Mera,
anche se era la diretta interessata, era comunque leggermente
più composta.
Aveva una mano appoggiata al fianco e l’altra lunga, ma ogni
tanto la chiudeva
e apriva, come a saggiare la forza della sua stretta.
Lance,
finalmente, rispose con un sorriso privo di allegria. – Lo
farei volentieri, ma
purtroppo stasera ho dimenticato il deck a casa.
Alan
rispose con una risatina poco convinta e una faccia di bronzo.
– Oh, ma che
peccato: anch’io.
E
si vuotò le tasche per dimostrare che non stava mentendo.
Qualcuno fra il
pubblico cominciò a mormorare. Una ruga comparve sulla
fronte di Lance, e la
sua non era affatto un’espressione piacevole. Alan stava
sorridendo sornione;
stavolta ce l’aveva fatta, l’aveva spuntata e
niente e nessuno avrebbe potuto
cambiare le cose. Insomma, non è che si potesse
materializzare un deck così dal
nulla, no?
Ma
la sfiga ha tanti nomi, e a volte uno di essi è Barney. Il
biondo si tirò in
piedi, lisciandosi i bei calzoncini estivi – riusciva ad
essere elegante anche
in bermuda, incredibile, pensò Alan – e
barcollò un attimo. L’amico lo guardò
terrorizzato: non farlo, era la sua tacita supplica; qualsiasi cosa tu
stia
pensando di dire o fare, ti supplico, non farla.
Ma
Barney la fece lo stesso. Si ficcò una mano nelle tasche, e
gli occhi di Alan
si spalancarono perché aveva già intuito cosa
stesse per estrarre.
No…
non può essere vero…
-
Be’ – esordì il ragazzo, nel momento
peggiore in cui avrebbe potuto farlo – sì
da il caso che qui abbia qualcosa per te.
Lo
mostrò a tutti. Non c’erano dubbi, come non ne
aveva avuti quando l’aveva trovato
nel suo armadietto l’ultimo giorno di scuola. Quello era il
suo deck!
Afferrò
Barney per la maglietta mentre il deck, fermato da un altro elastico,
stavolta
verde, cadeva sull’erba. Lo guardò dritto negli
occhi, aspirò il suo fiato che
sapeva di birra e comprese che anche il suo aveva lo stesso sentore.
Una luce
omicida si accese nel suo sguardo.
-
Da ora in poi – gli promise, parlando a bassa voce
– dedicherò il resto della
mia vita a portarti via tutto ciò che ami. Non importa da
oggi in poi quante
ragazze conoscerai, non importa quali cose la vita ti
regalerà, dove andrai o
cosa farai, sappi che in ogni, singolo istante della tua vita, io ci
sarò. Tu
non mi vedrai, ma saprai che sarò sempre al tuo fianco.
Vivrò nella tua ombra,
sarò presente ogni giorno, come un revenant
che non vuole saperla di smettere di tornare.
Si
avvicinò ancora di più a lui, quasi come se
volesse baciarlo; non notò che le
guance di Barney erano paonazze, perché socchiuse ancora di
più gli occhi. – Lascerò
che tu abbia successo, che ottenga tutto ciò che hai sempre
sognato. Ma poi,
quando le tenebre caleranno e ti ritroverai nel tuo loculo domestico,
io
apparirò. E ti costringerò a guardare mentre
trasformo la tua vita in un
inferno e ti tolgo tutto, tutto.
Lo
lasciò infine andare, e Barney per poco non cadde
all’indietro. – E poi ti
ucciderò – concluse. La folla era talmente
scioccata che non volava una mosca.
Tutti lo guardavano a bocca spalancata, tranne Sapphire, che mostrava
solo una
leggera sorpresa. Persino Lance aveva perso la sua compostezza.
-
Maan… -
mormorò Shaun, rompendo il
silenzio – competition is on. And
is
savage.
-
Bro, che cazzo c’era in quella birra? –
domandò Barney. – Sicuro che abbiamo bevuto
la stessa marca?
Non
sembrava affatto preoccupato.
Alan
sbottò: - Maledizione a te, Barney! Non sono qui per farmi
coinvolgere in un
qualche teatrino del cazzo. Ho chiuso col Duel Monsters. Chiuso!
Fece
un gesto a spazzare con le braccia. In quel momento, qualcosa
scattò dentro Mera,
qualcosa che le fece stringere i pugni e infiammare gli occhi.
-
Scusate, dovrei dire anch’io la mia, se permett… -
stava giustamente facendo
notare Luvia, visto che era lei tecnicamente a essere in pareggio con
Mera. Ma
quest’ultima la interruppe con un deciso: - NO!!
Tutti
si voltarono verso di lei, Alan compreso. La gente mormorava il nome
della ragazza,
che ora avanzava sul ciottolato verso la sponda. I suoi capelli rossi
ondeggiavano
come fuoco, i suoi occhi erano carichi di una determinazione che prima
non aveva,
e puntavano Alan. A lui venne subito in mente la sera in cui si erano
conosciuti. Se quella sera le era sembrata bella, seduta al bancone con
quella
camicia arrotolata e la spruzzata di lentiggini sul viso, che era
così vicino
al suo da poterla baciare, ora le sembrava semplicemente divina.
I
due si guardavano negli occhi.
-
Tu non hai chiuso un cazzo finché non lo dico io –
annunciò la rossa, per poi
guardare a lato verso il suo compagno alla pari.
-
Lance ha ragione – annunciò alla folla.
– Colei che vuole essere regina
dovrebbe provarlo come proviamo qualsiasi cosa qui: con un duello!
Un
paio di persone applaudirono, altre la incitarono. Lei
sollevò il pugno: - Vi
dimostrerò che la vostra Mera è degna del titolo
di regina, sconfiggendo l’uomo
che ci ha salvati!
E
puntò il dito contro di lui. – Alan!
Lance
ora sorrideva soddisfatto. E ora che
farai, Alan?, pensò. Sarai
coerente
con te stesso, scappando stasera sapendo che non potrai fare ritorno
qui, e
disonorando te stesso e Mera al contempo, oppure accetterai, scendendo
a patti
con te stesso?
Spostava
lo sguardo dall’uno all’altra, e attendeva
paziente, le braccia nuovamente
incrociate. In ogni caso, non penso che
cambierebbe molto, rifletté poi, perché
con il deck che ti ritrovi… non hai alcuna
possibilità contro Mera!
-
Ohi! – si intromise Luvia. – Bella, guarda che devi
prima vedertela con me!
Si
portò una mano al petto. – Voglio dire, sono
campionessa da diversi anni,
ormai, e…
-
Luvia – la interruppe spietatamente lei – questa
giuria ti ha ormai
squalificato.
-
CO-COSA?! – esclamò quella, incredula. –
E CHI L’AVREBBE MAI DECISO?! QUALE
GIURIA?!
In
quel momento, volarono fischi di disapprovazione verso di lei.
– Mera ha ragione!
– gridò qualcuno. – Duellate con onore!
-
La nostra regina non può essere solo bella!
-
Deve anche essere forte!
Mera
sorrise, convinta. Alan, invece, era allibito, tanto quanto lo era
Luvia.
-
Non… non potete farlo – biascicò. Mera
le puntò il dito contro: - C’è un solo
modo in cui puoi dimostrare di essere la vera regina, ed è
sconfiggendo chi di
noi due prevarrà stasera!
Ritirò
il braccio. – Perciò mettiti in fila,
cocca…
I
suoi capelli sventolarono quando fece un’elegante piroetta
per girarsi. Luvia
aveva gli occhioni blu spalancati e increduli. Quella doveva essere la
sua
serata, il momento in cui avrebbe nuovamente dimostrato di essere
superiore a
tutti gli altri. Perché lei era Luviagelita dalla famiglia
Edelfelt, lei era la
migliore, doveva esserlo. Che
fosse
sfilare in costume in qualche ridicolo parco pieno di gente arrapata o
vincere
la finale dell’Altopiano Vittoria. Lei era Luviagelita
Edelfelt.
E
invece erano bastate poche parole da parte di Lance e Mera per metterla
in
ombra. Era inconcepibile.
-
Temo che stiate tutti facendo i conti senza l’oste
– s’intromise Alan,
spostando lo sguardo con fare deciso dalla rossa a Lance. –
Il semplice fatto
che Barney abbia portato quel deck qui non significa che mi
presterò ai vostri
giochetti.
-
Tu li chiami giochetti? – sbottò Mera. Alan non
l’aveva mai vista così
indispettita, neanche la prima sera per via di Cobblepot.
C’era qualcosa di
particolare nella sua rabbia, qualcosa che non riusciva bene a
identificare
ancora.
Sospirò,
sconsolato. – Sentite – fece, mettendo le mani
avanti – pensate quello che
volete. Stasera sono qui solo perché mi hanno invitato, ma
se le cose stanno
così, toglierò il disturbo.
Winona
lo guardava a braccia conserte, l’espressione indecifrabile.
Al suo fianco,
Sapphire sembrava molto interessata a seguire gli sviluppi di quella
discussione; sembravano dei predatori che si stavano azzannando a
vicenda, e
lei sarebbe stata pronta a colpire il vincente, esausto, per
raccogliere le
carcasse di tutti e tre. O questo era quello che traspariva dal suo
sguardo;
che fosse una tipa strana, lo si era già capito.
Serena
fu l’unica di loro a esprimersi: - Lance, ora basta! Non
potete costringerlo!
Aveva
parlato con le mani racchiuse sul petto, come se fosse in preghiera.
Sembrava
ancora più minuta, sotto ai riflettori.
In
quel momento, una scintilla si accese negli occhi di Lance, una luce
strana,
che lei non gli aveva mai visto, e che la inquietava. Era come se
davanti a sé,
in quel momento, suo fratello fosse stato sostituito da un altro.
Quella luce,
quel ghigno, dicevano che lui poteva costringerlo eccome. Aveva
esattamente il
mezzo per costringerlo, e la cosa ironica, la fottuta ironia del tutto,
era che
era stato proprio Alan a consegnarglielo.
-
Duella – ordinò perentorio – o
preferisci che io riveli a tutti il tuo segreto?
Calò
il gelo. Il tono dei mormorii si abbassò al rumore di fondo
che fa una
televisione spenta; nessuno osava fiatare ad altra voce. Segreto, si
domandavano, quale segreto?
Alan
fissava Lance con gli occhi talmente spalancati che sembravano dovergli
rotolare
via dalle orbite e sull’erba da un momento
all’altro. Nella sua espressione
c’era un misto di incredulità, rabbia e amarezza.
Sì, perché lui aveva aperto
il suo cuore a Lance, gli aveva confidato quel segreto mortale, che
nessuno
sapeva tra loro, e ora lui lo ripagava con la stessa moneta? E per
cosa? Perché
Alan lo aveva privato della sua possibilità di rivalsa?
No,
si rifiutava di credere che quello fosse lo stesso Lance che lo aveva
salvato
da Surge un mese prima. Quale uomo poteva cambiare così
repentinamente?
Strinse
i pugni. – Non lo faresti mai… -
azzardò.
Ma
Lance era stoico e inamovibile. – Oh, puoi giurarci.
Disonoreresti Mera e te
stesso più di quanto non abbia già fatto,
rifiutando questa sfida. È finito il
tempo della fuga, Alan.
Gli
puntò un dito accusatorio. – Combatti! Altrimenti
rivelerò a tutti di Lucius, e
del terribile segreto che ti porti dentro!
Al
riparo nella sua postazione sopraelevata, Gary fece un fischio
divertito. –
Ohoh, e così c’è qualcun altro che sa.
Alan
strinse i denti talmente forte che per poco non se ne spezzò
qualcuno. Gli tremavano
i pugni. In quel momento, non voleva duellare con Mera, non voleva
duellare
affatto; voleva riempire Lance di botte, urlargli che era un codardo a
voler
usare quei mezzucci per costringerlo a fare qualcosa che non voleva
fare,
urlargli che non era così che si ripagava la fiducia altrui.
Ma
nulla di tutto quello sarebbe servito, così
rilassò i pugni e abbassò le
spalle. In quel mondo parallelo, all’ombra di quelle fronde,
nel fragore di
quella cascata, con le luci che si riflettevano nel laghetto,
c’era una sola
legge che valeva: la legge del più forte. Del più
forte duellante, ovviamente.
Così,
ormai rassegnato, guardò Lance e ammise la sconfitta.
– E sia, duellerò.
Il
rosso si permise un sorriso soddisfatto. – Saggia decisione
– convenne.
-
Ma io e te faremo i conti un’altra volta –
stabilì perentorio Alan, prima di
avviarsi a raccogliere il proprio deck. Il tutto sotto la supervisione
di
Lance, il quale poi gridò a Rob: - Prepara due duel disk, e
qualcuno porti qui
il deck di Mera!
Il
barista non sembrava convintissimo dell’atteggiamento di
Lance, ma non fece domande.
-
Coraggio, tra cinque minuti si va in scena! Diamoci da fare –
sentenziò, come
se fosse un regista.
Alan,
ormai arresosi all’ineluttabilità dei fatti, ora
si sentì pervadere da una
sensazione nuova, che aveva sostituito in parte la rabbia di prima, ma
senza
snaturarla. Sì, quella che provava ora era una rabbia calma,
come un vasto
oceano pronto a incresparsi e infuriarsi al primo segno di tempesta. Un
mare
enorme, pronto a inghiottire chiunque.
Se
non poteva farli ragionare con le parole, sarebbe sceso a compromessi
ancora
una volta con sé stesso, e avrebbe accantonato la sua morale
per zittirli tutti
nell’unico linguaggio che conoscevano: quello del Duel
Monsters. Dopotutto,
pensò stringendo con forza le piastrine, non avrebbe avuto
problemi a far fuori
un branco di cocciuti duellanti amatoriali, anche quel deck.
Perché
lui sarebbe dovuto essere il campione dell’Altopiano
Vittoria, se tutto non
fosse andato a puttane.
Duellanti,
in posizione!!
La
voce del cronista era risuonata
per tutto lo stadio, seguita dal roboare di spettatori frementi per
l’inizio
della semifinale. Ai due lati dell’arena, Alan e Lucius si
guardavano negli
occhi. Il ragazzo era ancora sconvolto per quanto successo prima nel
corridoio,
ma cercava di non darlo a vedere, nonostante il sudore che gli
imperlava la
fronte.
Dagli
spalti, Gary si stava
certamente chiedendo che cosa avesse. Conosceva l’amico fin
troppo bene per
sapere che non era uno che si faceva prendere dal panico
così. Che cosa gli
aveva detto quel nero?
D’altro
canto, negli occhi di
quest’ultimo era scomparsa qualsiasi traccia di supplica, e
invece c’era una fiera
determinazione.
PRONTI?!
Chi
poteva dire se lo erano
davvero.
COMBATTETE!!
-
Mi hai costretto tu a fare
questo, ragazzo! – sentenziò l’uomo.
– Pesco!
Guardò
le sue carte e ne prese
subito una. – Evoco Servitore del Teschio in posizione
d’attacco!!
Uno
scheletro coperto da un sudario
viola e con un’aura inquietante si posizionò dal
suo lato del terreno. Le sue
orbite vuote sembravano fissare Alan. Ma invece di lasciarsi
inquietare, alla
vista di quel mostro l’altro riacquistò coraggio e
rise sprezzante.
-
Dovrai fare molto di meglio che
buttare sul terreno un misero Servitore del Teschio, se vuoi
sconfiggermi!
-
Questo lo so bene – disse
l’altro, con voce priva di inflessione. Alan fece una smorfia
infastidita.
Quell’uomo lo stava mettendo in difficoltà sul
piano psicologico.
-
Ti chiuderò molto presto la
bocca, vedrai! – sentenziò. Pescò la
sua carta e sorrise: - E prima di quanto
immagini, a quanto pare!
Mostrò
la sua carta. – Ora evoco…
La
folla chiedeva a gran voce un duello, e a quanto pareva anche quella
sera
l’avrebbero ottenuto. Portarono un duel disk ad Alan; fu
Serena a farlo. La
ragazza lo guardò con aria apprensiva, per poi spostare lo
sguardo sul
fratello.
-
Ti chiedo scusa a nome suo, Alan – disse in tono colpevole.
– Ultimamente non
so davvero cos’abbia…
Alan
si agganciò il duel disk al braccio, poi estrasse il
portafoglio; nella bustina
plastificata c’era la sua solita carta, Drago da Richiamo,
che aggiunse al deck
per completarlo.
-
Lo so io – disse alla castana. – Ma non importa.
Immagino che non si possa
sfuggire al proprio destino, giusto?
Si
sistemò meglio l’apparecchio, e poi vi
inserì il deck. Il duel disk si accese.
-
E il mio destino è questo – concluse.
Serena
non sembrava più tranquilla. – Se vuoi posso
trovare un modo per…
L’altro
la interruppe. – Il modo è questo. È
l’unico modo.
Le
fece un sorriso di tenerezza. – Ti ringrazio per la tua
preoccupazione. Ma me
la caverò.
Ancora
una volta, lei non sembrava convinta.
-
Ehi. – Alan si sentì una mano sulla spalla. Si
volse ed era Winona; i loro
occhi si incontrarono. La ragazza gli fece un cenno col capo, ad
indicare Mera,
che si stava preparando a sua volta. Avrebbero combattuto sul
ciottolato del
laghetto; c’era il rischio di finire in acqua, quindi
avrebbero dovuto avere i
piedi ben saldi. Qualsiasi colpo preso per la distruzione di uno dei
loro
mostri avrebbe potuto significare la fine. Non importava che fossero
ologrammi,
l’effetto che avevano sul corpo era psicosomatico. Sarebbe
stata una battaglia
di resistenza.
-
Ascoltami – gli disse la ragazza dai capelli lilla
– non so che tipo di
avversari eri abituato ad affrontare…
-
Tu pensa al peggio – le suggerì l’altro.
Quella
lo guardò intensamente. – Lo spero – gli
disse – perché Mera non è niente di
simile a quanto hai affrontato fin’ora.
Indicò
Sapphire, che era al fianco dell’altra e stavano parlando di
qualcosa. – Dopo
Lance, Mera è la duellante più forte del Parco. E
non sono sicura che con quel
deck che hai riuscirai a tenerle testa.
-
Non ho scelta – si risolse Alan. – Grazie a
entrambe.
Si
avviò. Barney gli venne in corso e gli fece: - Bro,
qualunque cosa accada, farò
il tifo per te.
Alan
lo guardò, e non poté fare a meno di sorridere.
Realizzato che, volente o nolente,
il suo destino era quello di duellare in quelle circostanze, la rabbia
nei
confronti dell’altro si era dissipata come nebbia al mattino.
-
Ti ringrazio, Barney – gli rispose. – Ne
avrò bisogno.
Guardò
Mera, che lo aspettava a braccia conserte. Era di una bellezza mortale,
e altrettanto
pericolosa. Non avrebbe dovuto farsi distrarre dal seno prospero e
dalle sue
curve invitanti, né dalla bellezza dei suoi occhi o del suo
viso. Avrebbe
dovuto vederla per ciò che era quella sera;
un’avversaria. E gli avversari
vanno sconfitti.
Così
si avviò, ma non poté fare a meno di sentirsi al
patibolo. Le piastrine che
aveva sul petto ripresero a scottare, immancabile monito del fatto che
stava
venendo meno alla sua promessa.
Lucius,
lo so che è egoista,
si disse, mentre lasciava la terra ferma per muovere passi incerti sui
ciottoli.
Erano più scivolosi di quanto avesse pensato. Si tolse le
scarpe prima di
proseguire.
Ma
dovunque tu sia ora, spero che
farai il tifo per me!
Sentì
una morsa allo stomaco dopo aver pronunciato mentalmente quella
blasfemia. A
quanto pareva, Lucius non l’avrebbe aiutato. Oh
be’, pazienza; era anche giusto
così.
Finalmente
raggiunse Mera. I due si guardarono, mentre tutto attorno a loro
taceva. Erano
stati immersi in un silenzio irreale, erano finiti in un mondo in cui
esistevano solo loro e i loro deck.
Alan
sentì il bisogno di spezzare quella calma innaturale,
perché cominciava ad agitarsi.
-
E così, finalmente ci incontriamo ai due lati
dell’arena – disse, con una
leggera risatina. – Chi l’avrebbe mai detto, eh?
Mera
era seria come lui non l’aveva mai vista. – Voglio
dirti una cosa: anche se in
questo periodo ho simpatizzato per te, stasera non avrò
alcuna pietà!
Simpatizzato,
pensò. Mera aveva simpatia per lui; non erano neanche
definibili amici.
La
rossa gli puntò contro un dito. – E tu non osare
andarci piano con me solo
perché sono una ragazza, hai capito?
La
sua voce si era alzata di un tono con quella raccomandazione.
– Non tollererò
un simile comportamento. Stasera io sono una duellante, è
chiaro? Non sono
Mera, sono una duellante!
Alan
la ascoltò senza fiatare. – Quindi ecco cosa
faremo – proseguì l’altra -
stabiliremo le nostre condizioni. Alan…
Misurò
il suo nome sulle proprie labbra, una lettera dopo l’altra
che scorrevano come
carrelli su montagne russe. – Se vinco io stasera,
sarò la Regina del Parco. E
nominerò te mio cavaliere!
Versi
di disapprovazione e gelosia si levarono dalla folla, in una cacofonia
assordante.
-
Quel gran figlio di puttana! – sentenziò Barney.
Ma Shaun, al suo fianco, era
se possibile ancora più infuriato: - MA IO… MA
NON… MA COME SI FA… MA TUTTE
LUI?! CIOE’, NON E’ CHE…
QUESTA… E’… UNA STANZA!! NON
E’ UN CANTIERE!!
-
Come hai detto? – il biondo era confuso.
Il
moro si risedette a gambe incrociate come un monaco buddista. Barney lo
sentì
mormorare qualcosa che non riuscì a identificare; qualcosa
del tipo: - Ma va
sto patagarroso di un uomo…
Alan,
dal canto suo, era confuso. – Come… scusa?
-
Hai sentito benissimo – disse la rossa, che aveva preso la
cosa molto sul
serio. – La Regina può nominare un cavaliere, e
sarai tu.
-
E… e che dovrei fare? – era questo che sfuggiva ad
Alan.
-
Be’… - l’altra era leggermente
disorientata dalla sua reazione – dovresti…
semplicemente venire al falò di fine estate come mio
accompagnatore.
-
Ah. Tutto qui?
-
TUTTO QUI?! – sbraitarono alcuni. Winona soffocò
una risatina: - E’ adorabile –
commentò.
-
C’è gente in questo Parco che ucciderebbe pur di
avere una serata con Mera - commentò
acido Shaun. Barney, al suo fianco, fischiettava disinvolto guardando
il cielo.
Mera
ritrasse la mano e la chiuse a pugno. – Tch…
c’è anche un’altra condizione che
voglio porre, comunque.
-
E sarebbe? – domandò Alan paziente.
-
Se vinco io, mi rivelerai finalmente il motivo per cui non vuoi
duellare!
Un
brivido percorse la schiena e le spalle del ragazzo. Effettivamente,
doveva
aspettarselo. Oramai il suo segreto era più ambito del Sacro
Graal. E pensare
che sarebbe bastata fare una ricerca su Google, cercare le notizie di
cronaca
relative al torneo dell’Altopiano Vittoria di due anni prima,
e tutte le loro
richieste sarebbero state esaudite. Almeno in parte, comunque;
c’era sempre la
versione di Alan, del resto, che la stampa non riportava.
C’era quello che lui
aveva discusso con Lucius nel corridoio, c’era il loro
duello, e le sue
conseguenze. E c’erano le piastrine che portava al collo.
-
D’accordo – acconsentì infine.
– Se vincerai, esaudirò le tue richieste.
Verrò
con te, e sarai informata sui fatti.
Mera
rilassò i muscoli facciali in un sorriso soddisfatto.
Sorriso che scomparve
l’istante dopo, quando il ragazzo aggiunse: - Ma ho
anch’io delle condizioni da
porre, visto che vogliamo giocare così.
-
Sta bene – disse l’altra, prudente. – E
quali sarebbero?
-
Tre anche le mie – spiegò, e cominciò a
enumerarle sulle dita della mano. – Se
dovessi invece vincere io, come prima cosa sarà Luvia ad
essere proclamata Miss
Parco dei Duelli.
L’altra,
che era stata forzata a ritirarsi in disparte, e si stava mordendo
nervosamente
un’unghia, sbiancò come tutti a quelle parole.
– COME?!
-
Certo – disse pacifico Alan, scambiando poi
un’occhiata con la bella bionda nel
suo trikini blu. – Visto che avevate lo stesso numero di
voti, ma è stata
brutalmente accantonata così, per stavolta mi
farò suo rappresentante.
Guardò
Mera con serietà, poi spostò lo sguardo sulla
folla. – Qualcuno ha qualcosa in
contrario?
Guardò
Lance mentre lo diceva. Molti si scambiarono sguardi, ma nessuno disse
nulla.
Dopotutto, a parlare era l’eroe del Parco dei Duelli.
Gary
non poté fare a meno di sorridere. – Questo
è l’Alan che conosco.
-
Secondo – riprese lui. – Smetterete di coinvolgermi
nei vostri duelli. Vi
riconsegnerò questo mazzo una volta per tutte, e la faremo
finita. Questa cosa
sta diventando una presa per il culo, e non lo sopporto; se vinco,
questo sarà
davvero il mio ultimo duello.
Di
nuovo, nessuno fiatò.
-
E infine – e stavolta parlò in tono più
greve del solito – se vincerò io, Mera,
tu getterai il tuo deck in questo lago.
Silenzio
di tomba. Mera era allibita, così come le altre ragazze;
persino Sapphire aveva
la bocca spalancata e gli occhi enormi. Alan aveva appena pronunciato
una sentenza
terribile. Il deck rappresenta tutto per un duellante, specialmente per
una duellante
orgogliosa come Mera. Gettarlo in acqua significa perdere il proprio
onore e,
in alcuni casi, anche la propria ragione di vita.
Era
una richiesta terrificante.
-
Che cosa ti prende? – la schernì ora lui.
– Troppo spaventata? Dopotutto, sei
tu ad aver voluto mettere una posta in gioco.
La
fulminò con uno sguardo torvo e serissimo. – Io
non gioco mai per giocare; io
gioco solo per vincere.
Dalla
sua posizione, Lance scoprì leggermente i denti, una piccola
goccia di sudore
che gli rigava una guancia per poi scomparire. Alan,
non puoi davvero farle questo?
Ma
poi ripensò all’Alan di un tempo, a quello che gli
aveva raccontato, e non ne
era più tanto sicuro. Credeva di avere davanti una persona
molto diversa da ciò
che era stato, ma forse avrebbe dovuto cominciare a ripensarci quella
stessa
sera.
L’impulso
a intervenire fu irrefrenabile. – Aspetta – disse
– non puoi chiederle una cosa
del…
Ma
Mera lo bloccò. – No, Lance, va benissimo.
-
Cosa?! – Il rosso era incredulo. – Mera!
L’altra
non lo stava guardando. I suoi occhi erano fissi in quelli di Alan. Si
poteva
quasi vedere l’elettricità intorno a loro.
-
Non perderò – giurò, più a
sé stessa che a loro. – Qualsiasi cosa accada, io
non perderò.
Sulle
sue labbra comparve un sorriso di sfida. – Temo tu stia
sopravvalutando le tue
capacità, ragazzino.
-
Ragazzino? –
ripeté Alan, con una
punta di divertimento. – Io temo invece che tu stia
sopravvalutando le tue.
Vuoi sapere chi sono, Mera?
L’altra
rimase interdetta.
-
Dico bene? – insistette l’altro. –
Sì, perché se sapessi chi sono davvero, non
correresti dei rischi così alti a cuor leggero!
Gary,
dall’alto, allargò il suo sorriso. – Oh
sì, eccolo che torna. Ecco l’Alan che
conoscevo…
il duellante prodigio, il mio unico e degno rivale.
Afferrò
la polo sul petto e la strinse.
-
Basta chiacchiere! – sentenziò Mera. –
Non scelgo di sacrificare il mio deck a
cuor leggero! Ti ho detto di non sottovalutarmi! Ora pesca le tue carte
e…
Scattò
la sincronia.
COMBATTIAMO!!!
-
Ci siamo – osservò Winona, a braccia conserte.
Serena
si stava stringendo le mani così forte da farsi male. In
disparte, ora Luvia stava
sorridendo leggermente.
Kukuku,
non mi interessa che un
ragazzino qualsiasi mi faccia da portavoce,
pensò, ma nulla stasera
potrà eguagliare la
soddisfazione di vedere Mera ricevere una bella lezione.
Socchiuse
gli occhi, e il suo sorriso si incupì leggermente. Spero solo che ne sia davvero capace…
-
Apro io le danze, se permetti – disse la ragazza. –
Pesco!
Guardò
il ventaglio di carte, e senza esitare ne posizionò una.
– Evoco Kaiser Cavalluccio
Marino in posizione d’attacco!!
Una
luce brillò sotto la superficie dell’acqua, che si
increspò in un vortice. Dai
flutti emerse poi un guerriero coperto da un’armatura di
squame celeste e
viola. Due occhi rossi brillavano nel suo elmo. Portava uno scudo che
sembrava
una manta e una lancia dorata a doppia punta. (Attributo: Luce; Lvl: 4;
Tipo: Serpente
Marino/Effetto; ATK: 1700; DEF: 1650).
Alan
sgranò gli occhi di fronte a quel mostro. No…
lui no, lui no, lui no…, si ripeté. La
forza dei ricordi lo colpì con la
violenza di un fiume in piena. Un lampo di dolore si accese dietro al
suo
occhio. Si portò una mano al volto e premette, soffocando un
gemito, mentre la
sua retina confondeva nuovamente il presente con il passato…
-
Ora evoco… Kaiser Cavalluccio
Marino!!
Un
guerriero in armatura marina
munito di lancia e scudo fece la sua apparizione al fianco di Alan. I
miseri
300 punti di Servitore del Teschio non potevano competere con i 1700
del mostro
di Alan.
-
Vai Kaiser, spazza via la sua
inutile creatura! Attacco con Lancia Marina!!
Kaiser
fece roteare la propria
lancia, per poi abbatterla con un micidiale affondo sullo scheletro,
che andò
in frantumi. Lucius si parò con un braccio mentre i suoi
life points scendevano
di millequattrocento punti.
Alan
rideva. – Se utilizzi mostri
così deboli, mi domando come tu abbia fatto ad arrivare fin
qui!
L’altro
fece una smorfia mentre
pescava. – Lo scoprirai, te l’assicuro!
-
Alan? – Qualcuno lo stava chiamando. – ALAN?!
Lui
si riebbe. A chiamarlo dalla riva era stata Serena.
-
Che ti succede? – gli stava urlando.
-
Non è… - mormorò lui – non
è nulla.
Mera
lo guardò impietosa. – Che
c’è? Il mio mostro ti ha terrorizzato?
C’era
una vena di scherno nella sua voce. Alan la guardò seria, e
al contempo mortalmente
divertito dalla crudele ironia della sua situazione.
-
Ohhh, se solo sapessi…
-
Prestò saprò tutto ciò che
c’è da sapere – gli assicurò
l’altra, e riprese il
proprio turno. – Ora posiziono due carte coperte, e termino
il mio turno. A te
la mossa, se non hai troppa paura per farla.
Alan
avvicinò la mano al vano del deck. Prima di pescare, fece un
bel respiro.
Coraggio,
Alan, calmati,
si disse. Conosci molto bene Kaiser, non
c’è motivo per farsi prendere dal panico. Puoi
batterla!
Con
quella carica di motivazione, pescò la sua carta. Non
riuscì a trattenere un
gemito di sorpresa.
Drago
Tricorno e Drago da Richiamo
alla prima mano?!
Guardava
incredulo la combinazione di carte che gli era capitata. Quelle sei
carte erano
probabilmente le migliori di sempre.
Fantastico,
pensò come un sorriso, metterò
a tacere
Mera ben prima di quanto immaginassi.
-
Come prima cosa, attivo la carta magia Torna all’Inizio!
– Mostrò la carta con
lo strano gioco dell’oca sopra. – Scartando una
carta dalla mia mano, posso far
tornare un mostro sul tuo terreno in cima al tuo deck! E io scelgo
l’unico
mostro che possiedi!
Puntò
il dito, e Kaiser scomparve in un vortice di luce. Senza fiatare, Mera
lo
rimise in cima al deck; la sua prossima draw phase sarebbe andata a
vuoto. Alan
scartò Drago Tricorno con un sorrisino.
-
Ora posiziono un mostro coperto in difesa, e termino il mio turno.
Incrociò
le braccia. E ora mostrami di cosa sei
capace, Mera, pensò, spostando poi lo sguardo alla
sua carta coperta. Anche se nessuno ha mai
sconfitto il mio
Drago da Richiamo.
E
quell’affermazione suonò ineluttabile nella sua
mente. La certezza di cui aveva
bisogno.
-
Pesco! – dichiarò Mera, anche se sapevano entrambi
quale carta avrebbe pescato.
-
La tua mossa non ti è servita a nulla – gli disse
l’altra. – Ora il mio Kaiser
torna sul terreno!
Evocò
di nuovo il suo mostro in armatura, ma stavolta Alan era pronto ad
accoglierlo.
La
mia mossa è stata inutile?
Questo lo dici tu.
Mera
chiuse il pugno. – Vai Kaiser, attacca il suo mostro coperto!
Attacco con la
Lancia Marina!!
Kaiser
si mise in posizione, in un tetro deja vu, ma stavolta i ricordi di
Alan non
fecero altro che scalfire una corazza impenetrabile. Il ragazzo stese
il
braccio: - Mera, pensi davvero di potermi sconfiggere attaccandomi
senza
pensare?? Sei caduta dritta nella mia trappola.
Scoprì
il suo mostro coperto. – Vai, Drago da Richiamo! Segna la sua
disfatta!!
Il
dolcissimo drago fece la sua ennesima comparsa sul terreno, lanciando
versi
simili a cinguettii. (Attributo: Fuoco; Lvl: 2; Tipo: Drago/Effetto;
ATK: 300;
DEF: 200)
-
Drago da Richiamo? – disse Lance fra sé e
sé. – Ma questo significa che con la
carta di prima…!
Lo
realizzò all’improvviso. Alan allargò
il proprio ghigno soddisfatto.
-
La mia mossa non serviva davvero a far tornare il tuo mostro nel deck
– spiegò,
indicandola – ma serviva a darmi la possibilità di
scartare un mostro al cimitero.
E tu sai perfettamente chi sta per arrivare, vero?
Spalancò
le braccia. – Risorgi, DRAGO TRICORNO!!
Il
terrificante drago imperfetto si sollevò dalle acque e
lanciò un poderoso
ruggito. La folla era in visibilio. (Attributo: Oscurità;
Lvl: 8; Tipo: Drago;
ATK: 2850; DEF: 2350).
-
Grande! Alan ha già evocato il suo mostro più
forte! – esclamò Barney,
stringendo il pugno.
-
Ah, è il mostro più forte che gli abbiamo dato?
– Shaun l’aveva realizzato solo
in quel momento. – Messo bene…
-
Ehi, non fare il disfattista? – lo rimproverò il
biondo. Ma l’altro era serio
mentre fissava il campo da gioco.
-
Mera non è tipo da farsi fregare così –
rivelò. Barney e Serena si volsero
verso di lui.
-
Vuoi dire che…? – mormorò la sorella di
Lance.
Shaun
socchiuse gli occhi. – Ho paura che Alan sia in guai
seri…
-
Ora sei costretta a spostare l’attacco di Kaiser sul mio
Drago Tricorno! –
stava esclamando Alan. – E il tuo mostro non può
competere con lui!
Ma
a quel punto, Mera sorrise. Alan, che era già sicuro di
avere la vittoria in
pugno, sentì il proprio sorriso spegnersi nello stesso
istante. – Cosa stai…?
-
Penso tu stia dimenticando un paio di fattori decisamente importanti
– lo
riprese Mera, paziente. – Primo, il tuo drago è un
mostro senza effetto. Il che
vuol dire che è anche privo di protezioni.
-
Protezioni da cosa? – domandò l’altro,
ora più teso.
-
Lo scoprirai subito! – gli promise l’altra.
– Scopro la mia prima carta
coperta: Teletrasportatore!
Scoprì
la stessa carta che Lance aveva usato nel suo duello con Surge.
– Grazie ad essa,
il mio Kaiser viene rimosso dal gioco fino alla fine del turno!
-
Tch, ti sei salvata per ora – le concesse Alan, mentre Kaiser
veniva
incapsulato e rimosso dal gioco. Ma Mera non aveva finito: - Salvata?
Ma io non
sto giocando per salvarmi, io sto giocando per batterti!
E
detto questo, scoprì la sua seconda carta coperta: - Non ho
rimosso Kaiser dal
gioco per difenderlo dal tuo drago, ma per proteggerlo dalla mia
trappola:
Tributo Torrenziale!
-
Cos’hai detto?! – fece Alan, sgranando gli occhi.
La carta di Mera raffigurava
un devastante getto d’acqua, e nulla di più;
perché nulla sarebbe rimasto dopo
la sua attivazione.
-
Quando viene evocato un mostro, non importa in che modo, Tributo
Torrenziale si
attiva e spazza via qualsiasi mostro sul terreno!
Fece
spallucce. – Io non ne ho, ma temo che i tuoi draghi stiano
per farsi un bel bagnetto.
E sarà l’ultimo della loro vita!
Dopo
quella promessa, dalla carta scaturì un violentissimo getto
d’acqua. Si riversò
sul terreno, e i due draghi di Alan ne furono travolti. Il ragazzo li
guardò
incredulo venire trascinati via da quella corrente olografica, e lui
stesso
dovette puntare i piedi con tutte le sue forze per non esserne
trascinato via.
Non era reale, ma vedere tutta quell’acqua che gli arrivava
addosso aveva
comunque un effetto devastante.
Quando
il getto si esaurì, e tutti quanti erano ancora asciutti, i
mostri di Alan non
c’erano più.
-
No… - mormorò incredulo – non
è possibile…
Cadde
in ginocchio. Mera lo guardava con le braccia conserte, altezzosa come
una
regina.
-
Davvero pensavi che utilizzare sempre la stessa strategia ti avrebbe
permesso
di vincere contro di me? Per favore.
Cominciò
a giocare con uno dei suoi ricci rossi. – Ho visto il tuo
duello con il Pinguino,
e Sapphire mi ha raccontato del vostro duello. Ero perfettamente
preparata
all’eventualità che giocassi Drago Tricorno; non
me lo aspettavo certo nei
primi turni, ma come vedi non ha fatto alcuna differenza.
I
suoi occhi di bronzo lo fissarono implacabili. – Sono in
grado di contrastare
ogni tua mossa, e tu dovresti imparare a bluffare. Quando hai fatto
quel
sorrisino, avevo intuito che avessi in mano la tua combinazione
vincente, e
così mi sono premunita.
Mentre
Alan era ancora in ginocchio, allibito che qualcuno avesse, per la
prima volta,
sconfitto il suo Drago da Richiamo, l’altra fece una
risatina. – Il Duel
Monsters è come il poker. Nel poker devi saper bluffare,
perché i tuoi
avversari non devono assolutamente capire che tu abbia in mano la
combinazione
di carte più alta. E non puoi pretendere di vincere con solo
una combinazione;
non si può sempre puntare al poker, ma esistono il Full
House, il Royal Flush…
Lo
puntò. – Tu invece sei più simile a un
pessimo giocatore di burraco, che cerca
di arrivarci con solo una combinazione, e non si apre molteplici strade.
Alan
si riebbe, infine, e la guardò senza più
sorridere. – Oh, ti ringrazio per la
lezione sui giochi di carte, Mera.
A
malincuore, posizionò Drago da Richiamo nel cimitero; un
po’ meno a malincuore
Drago Tricorno. Il suo proprietario originale lo guardava ora
soddisfatto: Che ti serva da lezione, Alan.
Affidarti
alle solite carte non ti porterà lontano.
-
Ti devo ringraziare – disse poi il ragazzo, e il sorriso
morì sul volto dei due
duellanti più forti in contemporanea.
-
Come? – disse la sua sfidante.
-
Ho detto che ti devo ringraziare – ripeté.
– Non so perché mi fossi fissato
solo su quello. Si vede che sono davvero arrugginito.
Fece
un sorriso mesto, e poi la guardò. – Il vero
duello comincia ora, Mera!
-
Me lo auguro per te! – gli rispose pronta lei.
A
riva, Serena espresse le sue preoccupazioni. – Ma come
farà Alan, ora? Drago Tricorno
era il suo mostro più forte, e l’ha già
perso.
-
Be’, il Duel Monsters non è solo questione di
numeri – le rispose Winona – ma anche
di strategia. Sono sicuro che caverà fuori qualcosa.
Oltretutto,
c’è un modo in cui
potrebbe sconfiggere Mera. Ma gli servirà la mia carta per
farlo.
Ma
questo se lo tenne per sé.
-
Termino il mio turno, e ora Kaiser torna sul mio terreno –
disse la rossa. – A
te la mossa, Alan.
-
Con piacere. Pesco!
Diritto
di Nascita??
La
carta che aveva appena pescato gli avrebbe potuto permettere di
recuperare
Drago Tricorno dal cimitero, e spazzare via il mostro di Mera, che non
aveva
più carte coperte a cui affidarsi. Ma poteva avere ancora
magie rapide in mano.
E ora aveva imparato la lezione. No, non avrebbe fatto ancora
affidamento su
Drago Tricorno, non per il momento almeno.
-
Evoco Kong Voltaico in posizione d’attacco!
Il
mostro di Alan era uno scimmione dal pelo rosso, e percorso da scariche
elettriche che rilasciava ogni volta che si batteva i pugni sul petto,
lanciando versi e grida mentre la pelliccia gli si rizzava. (Attributo:
Luce;
Lvl: 4; Tipo: Bestia/Effetto; ATK: 1800; DEF: 1000).
-
Vai Kong Voltaico, distruggi Kaiser Cavalluccio Marino!!
Lo
scimmione non se lo fece ripetere e sbatté i pugni
sull’acqua. Le folgori
danzarono illuminando il laghetto, per poi colpire Kaiser, che
lanciò un verso
di dolore prima di esplodere in pezzi. E il primo era andato.
LIFE
POINTS ALAN: 8000
LIFE
POINTS MERA: 7900
-
Ora si attiva l’effetto di Kong Voltaico –
spiegò prontamente Alan. – Quando infligge
danno da battaglia all’avversario, quest’ultimo
deve scartare carte dal suo
deck pari al numero di mostri di attributo Luce che controllo.
-
Va bene, allora scarterò una carta – disse Mera,
facendo come appena
annunciato.
-
Ora posiziono una carta coperta, e ti passo la mano.
Alan
poté respirare di nuovo. Se l’era cavata, ma non
le aveva inflitto che cento, miseri
punti di danno. Ne aveva ancora quasi ottomila da azzerare, ma era
meglio che
niente.
Mera,
tuttavia, era pronta ad un’offesa spiazzante. –
Pesco!
Non
appena vide la carta appena presa, il suo sguardo si piegò
in una maniera che voleva
dire tutto o nulla. Senza poi esitare, scoprì subito gli
altarini: - Ora sono
io a ringraziare te, Alan, perché altrimenti avrei dovuto
attendere ancora un
turno per poter giocare questa!
Alan
deglutì.
-
Gioco la magia terreno Umi!!
– Alle
parole di Mera, il livello dell’acqua si innalzò
all’improvviso, raggiungendo
anche la riva. Più di qualcuno si lasciò
suggestionare, e cominciò a ritrarsi
più in alto. Ma era tutto finto; o così si
ripeteva Alan, mentre vedeva l’acqua
arrivargli alla vita. Ora sembrava di galleggiare davvero
nell’oceano; qualcuno
aveva solo la testa fuori.
-
Ehi, ma che succede?! – Barney non si raccapezzava.
– Mi si bagnerà la camicia!
Aveva
una splendida camicia hawaiana.
-
Tranquillo, la tua camicia è al sicuro – gli
rispose Shaun. – Ora però Mera ha
iniziato a fare sul serio.
-
Ah, perché prima scherzava? – domandò
l’altro.
Già,
prima scherzava,
pensò Winona, che era rimasta completamente immobile,
nonostante l’acqua le
arrivasse, letteralmente, alla gola. Con
Umi sul terreno, Alan dovrà pensare in fretta a qualcosa. O
il vantaggio sarà
sempre della sua rivale.
Alan
si controllò i pantaloni, e naturalmente erano asciutti; ma
era del parere che
non ci si abituava mai davvero alle magie terreno. E questa era molto
più
invasiva di quella giocata da Sapphire. La carta raffigurava soltanto
una
distesa d’acqua che si estendeva a perdita d’occhio
sotto a un cielo sereno;
era stata disegnata in diagonale, per mostrarne la vastità.
-
Umi conferisce un bonus ambiente alle mie creature –
spiegò Mera con un
sorriso. Ad entrambi gli sfidanti, l’acqua arrivava alla
vita. – Adesso, i miei
mostri sono più forti di 200 punti.
Alan
fece una smorfia. – Duecento punti in più non
faranno la differenza.
Mera
gli rispose con un sorriso provocatorio. – Ah no?
Abbassò
lo sguardo su una delle carte che aveva in mano e la colse, come il
petalo di
una margherita. – Perché non provi a dirlo al mio
Pesce dai 7 Colori?
Il
mostro che balzò fuori dall’acqua era esattamente
un pesce le cui squame
viravano fino alla coda nei sette colori, dividendolo in sezioni,
simile a una
barriera arcobaleno. Aveva due zanne che gli fuoriuscivano ai lati
della bocca,
piena di denti affilati. (Attributo: Acqua; Lvl: 4; Tipo: Pesce; ATK: 2000; DEF: 1000).
Alan
vide i valori sul display del suo duel disk, e le parole di Mera
cominciarono a
concretizzarsi. Ora quel pesce era più forte del suo Kong
Voltaico. E Mera non
esitò un istante: - Vai, Pesce dai 7 Colori, distruggi il
suo mostro!
La
creatura dell’altra si immerse, la sua ombra che correva
sotto la superficie. Riapparve
poi per saltare alla gola dello scimmione, affondando le sue terribili
zanne.
Il mostro esplose e il pesce si inabissò di nuovo.
LIFE
POINTS ALAN: 7800
LIFE
POINTS MERA: 7900
-
Cominci ad avvertire la tensione, Alan? – gli
domandò spavalda l’altra. Quello
riabbassò le braccia, che aveva usato per difendersi
dall’attacco del mostro, e
le rispose: - Non esaltarti per duecento, miseri punti di danno.
-
No, hai ragione – convenne lei divertita. – Il
meglio deve ancora venire.
Prese
un’altra delle due carte che aveva in mano. –
Attivo la carta magia Grande Onda
Piccola Onda!
La
carta magia raffigurava dei mostri marini e dei goblin travolti da
quelle che
sembravano onde di lava all’interno della bocca di un
vulcano; in lontananza,
era vagamente visibile un cielo stellato dai tratti violacei.
– Con questa
carta, posso distruggere un qualsiasi numero di mostri di attributo
acqua sul
mio terreno, e poi evocarne altrettanti dalla mia mano.
Il
mostro di Mera venne inglobato da un’onda, e scomparve.
– E siccome ho rimasto
una sola carta in mano, ti presento la mia Sirena Cavaliere!!
Dalle
profondità degli abissi riemerse una fiera sirena dai
capelli rossi, come la
sua proprietaria. Era abbastanza robusta, ma quello non era grasso;
erano
muscoli. Era coperta da un’armatura, che le rivestiva anche
parte della coda, al
termine della quale aveva un fiocco rosso. Impugnava anche una spada
corallina
e un pesante scudo di metallo. (Attributo: Acqua; Lvl: 4; Tipo:
Acqua/Effetto;
ATK: 1700;
DEF: 900).
-
Coraggio Sirena, attaccalo direttamente!
La
terribile guerriera pesce si fece avanti.
Che
fare? Se lascio che mi
attacchi, perderò altri life points…
Guardò
la sua carta coperta. Ma se ora uso
Diritto di Nascita, e recupero Drago Tricorno, rischio di fare
nuovamente la figura
del dilettante che si affida a un solo mostro…
Strinse
i pugni. Era ormai troppo tardi per decidere, così la sirena
sferrò il suo fendente.
Alan dovette reggersi saldo sulle gambe, mentre la spada olografica lo
attraversava,
facendolo tremare.
LIFE
POINTS ALAN: 6100
LIFE
POINTS MERA: 7900
-
Non fa nulla – disse il moro, cercando di farsi coraggio.
– Dovrai fare anche
di meglio!
Mera
rise con le mani sui fianchi. – Oh, caro Alan, tu continui a
provocarmi, e io
non posso non rispondere.
La
sua voce era melodiosa, ma nascondeva significati terribili.
– Immagino tu non
conosca il potere speciale della mia Sirena Cavaliere – e nel
dirlo, le sue
labbra si piegarono in un sorriso, e i suoi occhi si socchiusero.
-
Potere speciale? – ripeté Alan.
-
Già – disse l’altra. – Quando
Umi è presente sul terreno, Sirena Cavaliere può
attaccare due volte nella stessa Battle Phase.
-
Cosa?! – Lo sgomento di Alan fece posto all’attacco
violento della sirena, che
guizzò con la sua coda di pesce e la spada che brillava
sotto ai riflettori. Lì
non c’era tempo per pensare, e non c’era tempo per
i moralismi. Il danno
rischiava di diventare troppo consistente, e di incrementare il
vantaggio
dell’altra.
-
Non te lo lascerò fare! – esclamò.
– Scopro la mia carta trappola: Diritto di
Nascita!
Mera
batté velocemente le palpebre, mostrandosi sorpresa.
– Con questa carta, posso
riportare in vita un mostro senza effetto dal mio cimitero…
Alan
puntò il dito. – E io scelgo Drago Tricorno!!
Il
gigantesco drago bipede blu fece la sua seconda apparizione in
quell’incontro!
La Sirena Cavaliere di Mera si arrestò bruscamente di fronte
al colosso, la cui
ombra si estendeva ora fino a raggiungere la rossa. Poi si
arretrò, e ritornò
dall’altra parte del campo di gioco.
-
Per stavolta ti è andata bene – gli concesse Mera
– ma vedo che continui a fare
affidamento sulla stessa carta.
Incrociò
le braccia, ora sprovvista di carte in mano. – Un errore da
principianti –
commentò.
-
Da principianti o meno – la rimbeccò lui
– finché un mostro è efficace,
continuerò
a usarlo.
Ma
non era convinto fino in fondo della veridicità delle sue
parole. Tuttavia,
doveva continuare a mentire, se non a sé stesso almeno a chi
aveva di fronte.
Mera aveva una determinazione incrollabile, non si era minimamente
spaventata neanche
un istante e aveva avuto il controllo del duello sino a quel momento.
Cinque
turni erano passati, e lei aveva subito appena cento punti di danno. Ma
le cose
stavano per cambiare. Sapeva di essere sotto lo sguardo accusatorio di
Lance,
di star abusando della carta che lui gli aveva donato, ed era il primo
ad
essere convinto che un duellante non dovrebbe affidarsi ad una e una
sola
carta. Ma col deck che si ritrovava, quella sembrava essere
praticamente
l’unica alternativa.
Perciò
ce l’avrebbe messa tutta. – Dato che non hai altre
carte in mano o sul terreno,
suppongo sia il mio turno. Pesco!
Guardò
la carta appena presa. Una Spada di
Bamboo Spezzata? A che diavolo dovrebbe servire??
Meglio
non pensarci. La aggiunse alle altre, poi ne prese un’altra e
la posizionò sul
duel disk. – Gioco Pterodattilo Nero in posizione
d’attacco!!
Un
dinosauro volante nero, il collo irto di spine e la bocca piena di
denti
affilati, planò sulla cresta dell’acqua, per poi
sospendersi in aria e lanciare
uno stridio contro Mera, creando onde olografiche sulla superficie di
Umi.
(Attributo: Vento; Lvl: 3; ATK: 1000; DEF: 500).
L’altra
fece appena una smorfia, socchiudendo leggermente un occhio; Alan
pensò che era
terribilmente sexy nel farlo.
Ma
non doveva farsi distrarre. – Vai Drago Tiranno, distruggi
Sirena Cavaliere!!
Il
drago lanciò una sferzata d’artiglio che fece a
pezzi la Sirena, la quale uscì
di scena con un grido di dolore.
LIFE
POINTS ALAN: 6100
LIFE
POINTS MERA: 6750
-
E ora è il tuo turno, Pterodattilo Nero!! – Non
appena Alan ebbe steso il
braccio e lanciato il comando, lo pterodattilo volò contro
Mera, dando poi un
colpo d’ala che generò dei mulinelli
sull’acqua. Le correnti d’aria investirono
Mera, che si difese con le braccia mentre perdeva altri mille punti.
LIFE
POINTS ALAN: 6100
LIFE
POINTS MERA: 5750
-
Evvai, Alan ha di nuovo il vantaggio! – esultò
Barney.
-
Posiziono una carta coperta, e termino il mio turno. – Alan
aveva ritrovato un
vago sorriso. Ma quando la sua avversaria riabbassò le
braccia, si accorse che
sul suo volto non c’era traccia di preoccupazione. Anzi, Mera
stava
sogghignando. Quella cosa non piacque affatto all’altro.
E
se avesse potuto sentire i suoi pensieri, gli sarebbe piaciuta ancora
meno.
Esulta
pure per il tuo amico,
Barney,
pensò con una punta di malizia. Strinse il pugno,
facendo tintinnare leggermente il braccialetto di vetri di mare. Credi di avere la vittoria in pugno
perché
sei riuscito a distruggere un paio dei miei mostri? Ingenuo.
Il
suo sogghigno si distese in un vero e proprio sorriso. Sto
per insegnarti una lezione che non dimenticherai, Alan: il mio deck
nasconde insidie alle quali neanche tu sei preparato. E se ti avventuri
troppo
a fondo negli abissi, rischi di non riuscire più a tornare
in superficie!!
E
mentre lo pensava, dietro alle sue spalle si proiettavano le spire e
gli occhi
di fuoco di un imponente drago marino.
ANGOLO
DELL’AUTORE
Hola,
popolo di EFP!
Ben
ritrovati con questo capitolo, e in
questo angolo abbiamo cose di cui parlare. Lo scorso capitolo
è stato
pubblicato in maniera frettolosa – tornavo da una laurea,
avevo avuto una
settimana piena – e non è venuto come volevo. Non
dico di non essere arrivato
anche oggi con l’acqua alla gola – perdonate la
battuta, vista la situazione –
ma non ho tutta l’ansia e la stanchezza addosso
dell’altra volta.
Quindi
ora possiamo fare due
chiacchiere, e posso dirvi anche un paio di cose sullo scorso capitolo.
Anzitutto, questo è il secondo di un trittico di episodi
dedicati al duello tra
Alan e Mera, il che significa, come avrete già intuito, che
il loro duello si
concluderà nel prossimo capitolo. Mera ha ancora parecchi
assi nella manica, e
Alan dovrà sfoderare tutta la sua bravura contro un
avversaria che, fin’ora, si
è dimostrata praticamente inscalfibile.
Originariamente,
l’idea era invece di
far duellare Mera e Luvia per il primo posto. Non so se ve
l’ho già detto, non
ricordo quel che ho scritto nello scorso Angolo dell’Autore.
Ma siccome questo
trittico di capitoli è ispirato ai capitoli del manga di
“Yu gi oh GX” in cui
Jaden e Alexis combattono per la prima volta –
nell’anime è molto diverso – ho
preferito
alla fine far duellare i due. Era da tempo che volevo trovare la scusa
per far
combattere Alan e Mera, e sono felice di esserci riuscito.
Luvia
invece è stata messa in disparte,
ma avrà anche lei la sua occasione di rivalsa. A proposito,
lei è un
personaggio dell’universo di Fate creato da Nasu. Mentre
Winona è il nome
inglese di Alice, la capopalestra di Forestopoli nella terza
generazione di
Pokemon. Lei e Alan ci hanno dato giù a quanto pare, e fra i
due si è creato
uno strano legame. Bisogna vedere a cosa porterà. Dopotutto,
Winona ha detto
che per vincere Alan avrà bisogno della sua carta. E che
carta sarà? Per ora,
il ragazzo sta di nuovo facendo affidamento su Drago Tricorno, ma
conoscendo
Mera forse avrà qualche altro asso nella manica per
sbarazzarsi nuovamente di
quel mostro.
Sono
particolarmente contento di com’è
venuto l’inizio del duello, perché volevo mostrare
un piccolo trivia del Duel
Monsters: non è chiaramente possibile affidarsi a una sola
combinazione di
carte, proprio come dice Mera, per vincere. Gli esempi degli altri
giochi di carte
mi sono derivati dalle ultime serate, e sono ottimi per smontare la
strategia
messa in atto da Alan. Mera ha infatti trovato il modo di counterare
all’istante
il suo Drago Tricorno, e come ho appena detto, è molto
probabile che ci riesca
di nuovo.
Ora,
concludiamo parlando del futuro di
questa fan fiction, in due sensi. Finito il prossimo capitolo, avremo
l’ultimo
arco della prima stagione, composto da cinque-sei capitoli. Non ho
ancora ben
deciso come suddividerò il tutto. Non vorrei farne di
più, ecco. Quest’ultimo
arco ci aprirà poi le porte a quella che sarà la
seconda stagione, ma prima di
pubblicare anche quella mi prenderò una pausa, per poter
staccare un po’,
lavorarci con calma e cominciare a mettere le basi anche per altri
progetti. Non
voglio portare solo questa fan fiction, ho un mio piano, devo solo
vedere se
riesco ad attuarlo.
Ad
ogni modo, questo significa che Yugi
ci terrà compagnia ancora per più di un mese!
Però, e qui viene il secondo
punto, da adesso non posso più garantire l’uscita
settimanale. Oggi sono cominciate
le lezioni dell’ultimo anno di magistrale, e tra lavoro, devo
iscrivermi in
palestra, studio e tesi, sarà veramente dura riuscire a
incastrare tutto. La
fan fiction non si interromperà! Questo è
importante. Però magari pubblicherò a
quest’ora, magari pubblicherò in altri giorni
della settimana, o magari salterà
una settimana.
Io
ce la metterò tutta per continuare
ad essere regolare! A voi chiedo solo di avere pazienza; vi giuro che
sarete
ricompensati.
Detto
questo, direi che possiamo
salutarci. Alla prossima, quando sarà!!
Nel
prossimo capitolo: “Il Drago degli
Abissi”
Il
duello tra Alan e Mera prosegue sotto gli occhi di tutti! Il ragazzo
pensa di
averla finalmente messa alle strette, ma la rossa ha in serbo per lui
ancora
diverse sorprese. Riuscirà Alan a fronteggiare il mostro
più forte della sua
avversaria, o sarà costretto a rivelare il suo
inconfessabile segreto?
Ciao
ciao da UlquiorraSegundaEtapa!!
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