Irresistible06
● In
questa fanfiction, NON
si fa riferimento al Peter Parker della MCU ma è ispirato a
quello dei fumetti;
● I
personaggi NON sono miei ma della Marvel Comics.
6°
Capitolo.
Il sole stava tramontando nel Queens, colorando il cielo di varie
tonalità di arancione, segno che a breve sarebbe calata la
sera.
Le persone iniziavano a stringersi nelle loro giacche, per via del
freddo che caratterizzava quelle ore, radunandosi intorno ai mezzi
pubblici per tornare a casa, chi dal lavoro e chi dalla scuola.
Insomma, una serata come un'altra, se non fosse che era la serata
peggiore nella vita di Peter Parker.
Okay, non esattamente la peggiore in assoluto ma era entrata nella top
ten.
Dopo essersi liberato dalla morsa di Wade - ed era abbastanza sicuro
che, se non l'avesse fatto, la sua mano si sarebbe quantomeno rotta -
il newyorkese, irritato e frustrato, decise che non aveva
più
voglia di uscire e che voleva solo tornarsene a casa.
La cosa che non si aspettava, tuttavia, era che il canadese potesse
insistere per accompagnarlo.
Appena uscito da un'affollatissima metropolitana, il moro si prese un
attimo per dare un'occhiata al suo amico: aveva smesso di
rivolgergli la parola e ogni tanto gli lanciava delle occhiate tristi e
desolate, come se non sapesse come comportarsi in quella situazione.
Quando poi lo sentì sempre più spesso borbottare
da solo
con fare sconsolato, Peter si ritrovò a sospirare,
riflettendo
sul fatto che forse era il caso di parlargli, prima che
andasse completamente in tilt.
"... Sai, se vuoi tornare a casa, puoi farlo." disse stancamente,
facendo spallucce "Insomma, casa mia è davvero a pochi passi
da
qui, non c'è bisogno che mi riaccompagni."
A quelle parole, Wade sbiancò, con fare quasi terrorizzato e
il
più basso provò istintivamente una fitta dolorosa
al
petto nel vederlo in quello stato.
Era questo ciò che chiamavano 'empatia'?
"Oh andiamo, non ti sto mica abbandonando sul ciglio della strada!"
esclamò con uno sbuffo, tirandogli la guancia, facendo
sussultare l'altro "Era per non farti perdere tempo se, sai, devi
tornare a casa."
A quelle parole, il canadese si illuminò, rivolgendogli un
sorriso storto, come se non aspettasse altro che quelle parole.
"Nu-uh Petey, rimango. E se ti rubano? Poi come faccio senza di te??"
Nonostante stesse scherzando, un lieve rossore colorò il
viso di
Peter che si ritrovò ad abbassare lo sguardo, iniziando poi
a
camminare verso casa, seguito a ruota dall'altro.
Mentre percorrevano la strada insieme, tornò nuovamente il
silenzio fra loro ma gli sguardi che ora sentiva addosso, erano
sicuramente più vispi ed incuriositi rispetto a prima e il
più piccolo sperò con tutto il cuore che
quell'atmosfera
imbarazzante cessasse all'istante.
"Quiiindi... Il tuo 'amico' Harry è una persona abbastanza
'particolare', mh?"
Okay, il newyorkese doveva fare attenzione a quello che desiderava.
Decisamente, non era dell'umore di parlare di qualcosa del genere.
"Mh." mugugnò il newyorkese, facendo spallucce "Un po' come
te."
A quelle parole, il canadese si fermò di botto, allargando
la bocca per formare una grossa 'o'.
Tono indignato tra 3, 2, 1-
"Peter Parker!"
Ecco, appunto.
"Come osi paragonarmi ad un idiota del genere? Sono molto, molto deluso da te,
signorino!"
Dal tono che utilizzò, il newyorkese capì che non
era
arrabbiato con lui ma si vedeva che, sotto sotto, c'era rimasto un po'
male per quel commento.
Dopotutto, anche Peter ormai lo conosceva piuttosto bene.
"Non vi paragono." obiettò il più piccolo,
roteando gli
occhi "E concordo che sia stato un idiota. Ma questo non toglie che lo
sia stato anche tu."
Continuarono ad avere quella sorta di battibecco finchè,
finalmente, il newyorkese non arrivò a casa sua.
Ah, casa dolce casa.
Certo, era una casa piuttosto vecchia e malandata ma era pur sempre
casa sua, ormai.
A quel pensiero, Peter si appuntò mentalmente di dire a zio
Ben
di riverniciarla assieme i muri di casa, visto che stavano perdendo
colore.
"Beh, sono arrivato. Ora puoi andare, ci vediamo a scuola."
Il newyorkese lo salutò con la mano, per poi fare quei tre
scalini che lo separavano dalla porta d'ingresso.
Arrivato davanti alla porta si voltò, poggiandosi allo
stipite
del portone con la spalla, per poi fissare per un breve istante il suo
amico che ora lo guardava con fare interrogativo.
"Sai..." confessò il ragazzo, guardandolo con sguardo triste
"Non volevo che finisse così, davvero. Mi sono divertito con
te,
al cinema."
Il biondo allargò gli occhi a quelle parole, guardandolo con
sguardo di puro stupore.
"Peter, io-"
"Tranquillo, non devi dire niente."
Peter sospirò, passandosi una mano fra i capelli, con fare
sconfortato, per poi accennare ad un lieve sorriso, apprendo l'ingresso
di casa.
"Ciao Wade."
Prima che l'altro potesse replicare, il moro entrò chiudendo
immediatamente la porta alle sue spalle.
Fece aderire la schiena sulla porta, per poi guardare in basso, in un
punto non ben preciso.
Forse era meglio che fosse finita così la serata.
Insomma, aveva provato delle sensazioni strane in presenza del suo
amico e non era sicuro che volesse approfondire la cosa, ora come ora.
"Tesoro, sei a casa?"
In quel momento, apparve una donna sulla sessantina, che portava dei
lunghi
capelli raccolti ordinatamente in una crocchia, con un lungo vestito
blu e un grembiule bianco legato sopra i fianchi.
"Sì zia May, sono a casa." esclamò il moro,
avvicinandosi a lei, cercando di sorriderle "Dov'è zio Ben?"
"E' andato a fare una commissione, tornerà presto... Mh?"
La donna lo osservò per un lungo istante, per poi posare le
mani sulle sue guance, accarezzandole con affetto.
"Tutto okay? Mi sembri un po' giù." disse, rivolgendogli un
sorriso ricolmo d'affetto "Successo qualcosa stasera?"
Il ragazzo tacque per un breve, fissando la donna, indeciso su cosa
dirle o meno.
Alla fine allargò il sorriso, decidendo che non era il caso
di allarmarla per qualcosa di così stupido.
"Non ti preoccupare, sono solo un po' stanco."
La zia alzò un sopracciglio a quelle parole, per nulla
convinta,
ma tacque e Peter la ringraziò mentalmente per la cosa.
"... Va bene. Nel caso sai che io e zio Ben siamo qui per te, va bene?
Ora su, vai a cambiarti, la cena sarà pronta fra un'ora."
E dopo che May lo strinse a sè, regalandogli un bacio in
fronte,
improvvisamente i
suoi ricordi andarono a quell'uscita, prima che venisse rovinata da
quella stupida litigata e, in particolare, alla sensazione delle mani
di Wade sulle sue.
Strinse gli occhi, affondando la testa sulla spalla della
zia, cercando di cacciare via quei pensieri, che lo fecero avvampare
all'istante.
Sì, dopotutto, era meglio che fosse finita così.
****************
Come volevasi dimostrare, non c'era nulla che la torta di mele della
zia non potesse risolvere, infatti ora si sentiva decisamente meglio.
Salì pigramente le scale, sbadigliando rumorosamente diretto
verso camera sua e, arrivato a destinazione posò lo sguardo
sulla sua scrivania, dove aveva abbandonato il suo cellulare appena era
tornato a casa.
Mentre si grattava la pancia con fare svogliato, accese il
cellulare, per poi storcere il naso per i tanti messaggi arrivati in
chat che quasi glielo mandarono in palla.
La maggior parte dei messaggi erano di Harry e potevano essere
riassunti in 'sono mortificato per quello che è successo ma
è colpa di Wade' - e Peter decise che non aveva voglia di
rispondergli, ora come ora - e
alcuni messaggi di Mary Jane, in cui gli chiedeva se stava bene e
affermava che
Harry era un cretino.
La cosa che notò istintivamente era che, al contrario dei
suoi amici, Wade non gli aveva mandato neanche un messaggio.
Okay, non era di certo obbligato ma, insomma, poteva dirgli quantomeno
che era tornato a casa o qualcosa del genere.
... Che forse non fosse tornato a casa?
Insomma, visto le sue abitudini, magari... Magari ora era con qualche
altra ragazza o ragazzo.
A quel pensiero, strinse istintivamente il pugno, sentendo la pancia
contrarsi dolorosamente.
Non è che non lo sapesse, aveva sempre saputo com'era fatto
il
canadese, quindi, perchè proprio ora gli faceva male...?
A farlo sussultare dalla sorpresa, l'ennesima vibrazione del cellulare,
segno che era arrivato un altro messaggio e, sconfortato, si accorse
che era nuovamente di MJ.
《 Sai
Pete, devo confessarti che mi hai sorpreso prima. Non ti ho mai visto
così irritato. Ti deve piacere davvero tanto
Wade.》
Appena lesse quel messaggio, il newyorkese allargò gli occhi
dallo stupore, per poi rileggere più e più volte
ciò che gli aveva scritto.
Credeva che lui per Wade--?
Un enorme tonfo alla sue spalle lo ridestò dai suoi pensieri
o, meglio dire, lo terrorizzò a morte.
Che diavolo era?!
Si guardò intorno, credendo che qualche libro o simile gli
fosse caduto, ma non notò niente di strano intorno.
Iniziò a grattarsi nervosamente le mani, che erano diventate
improvvisamente sudate: che se lo fosse sognato...?
Un altro tonfo, oltre a spaventarlo a morte, gli fece capire che, no,
non se l'era sognato.
Si irrigidì immediatamente, iniziando ad andare nel panico
all'idea che potesse essere entrato qualcuno in casa e
iniziò a
valutare l'idea di chiamare quantomeno i suoi zii, quando
scoprì
che quel tonfo proveniva dalla sua finestra : sembrava che qualcuno
stesse lanciando qualcosa.
Gradualmente, il suo terrore si tramutò in pura irritazione.
Chi diavolo faceva questi scherzi cretini a quell'ora? Volevano
rompergli la finestra per caso??
Senza pensarci due volte, con le mani ancora tremanti dal terrore,
aprì la finestra, per poi affacciarsi.
"CHI DIAVOLO--??"
"Ehii Rapunzel, sciogli i tuoi capelli!"
Il newyorkese rimase a bocca aperta, fissando la scena che si
presentava sul prato di casa sua, stentando a credere ai propri occhi:
c'era Wade con un sorriso gongolante, le braccia alzate e fra le mani
una scatola della pizza.
Non importava quanti pizzichi si desse sul braccio, sembrava tutto
abbastanza reale.
"WAD-- Wade..." mormorò in tono di voce più
basso,
rendendosi conto che i suoi zii - e probabilmente mezzo vicinato -
stavano
dormendo "Che ci fai qui? Non dovresti essere a casa invece di lanciare
sassolini contro le finestre altrui?"
"Petey, pensavo a quello che hai detto." rispose il canadese "E, sai,
neanche io volevo che finisse così. E, insomma, mi sono
arrangiato eee niente di meglio di una buona pizza per scaldare gli
animi, giusto? ... Anche se ora non ho la più minima idea di
quanto possa essere ancora calda, a pensarci."
Il moro non poteva crederci.
L'amico aveva fatto chissà che giro assurdo per il Queens,
al buio e al
freddo, solo per prendere una pizza da mangiare con Peter sotto casa?
Perchè neanche a lui era piaciuto come era finita la loro
serata?
Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata a quel pensiero,
al pensiero di quanto potesse essere stupido il suo amico.
"... Allora? Mi dai un'altra possibilità? O mi lasci
mangiare la
pizza in solitudine, e con fare triste e sconsolante? Avresti
il
cuore di lasciarmi qui agonizzante da solo?"
"B-Beh..." balbettò in preda all'emozione, trovando una
grossa
difficoltà a formare una frase di senso compiuto "... Alla,
uh,
alla pizza non... Non posso dire di no, per cui... Dammi, dammi qualche
minuto, okay?"
Dopo che vide l'altro annuire velocemente con la testa, Peter
chiuse la finestra, fissando per un lungo istante il pavimento, per
poi rannicchiarsi , cercando di contenere le emozioni
che
stava provando in quel momento.
Insomma, era solo Wade, no? Con della pizza. Dell'ottima pizza,
almeno sperava per lui.
E non è che ci fosse chissà che significato
speciale
della sua presenza lì e, anche se fosse, non avrebbe dovuto
importargliene più di tanto. Giusto?
Rendendosi conto che stava ancora tremando, optò per andare
prima al
bagno, per sciacquarsi un attimo la faccia e magari darsi una calmata.
Facendo il minimo rumore, si chiuse nella stanza, aprendo il rubinetto
e lavandosi la faccia con acqua gelida, per poi fissarsi per un istante
allo specchio, cercando di darsi una sistemata ai capelli.
Sbuffò poi frustrato, accorgendosi che,
più toccava i
suoi capelli e più questi si scompigliavano, inesorabilmente.
Abbassò poi lo sguardo, fissando il suo pigiama primaverile
che
gli stava quanto meno tre
volte tanto - preso super scontato ai grandi magazzini - con il
funghetto di Super Mario e la frase 'I need a power up' e
notò
quanto sfigato sembrava in quel momento ma, ehi, non è che
potesse andarsi a comprare abiti firmati.
Abbassò poi lo sguardo, notando l'abbinamento con i calzini
blu
con lo stemma di Capitan America e le ciabatte e storse il naso.
Quanto meno, poteva mettersi delle scarpe più decenti, prima
di
raggiungere il suo amico che era impaziente di incontrare per
qualche oscuro motivo.
****************
"Quindi... Come hai fatto a sapere dove fosse camera mia?" chiese
Peter, appena si sedette sulla panchina vicino casa, sistemandosi
di fianco al canadese "Non potevi mandarmi semplicemente un messaggio?"
"Allora, innanzitutto, sono andato a caso," ribattè l'altro
con fare orgoglioso - e
il newyorkese ringraziò mentalmente il fatto che i suoi zii
dormissero dall'altra parte della casa - " E... Beh- UH. Dovresti
conoscermi abbastanza da sapere che non sempre penso prima di agire.
Anzi, diciamo che non lo faccio mai."
Il newyorkese roteò gli occhi a quelle parole, lì
per lì per
fargli qualche commento irriverente, quando il suo sguardo venne
catturato dalla scatola della pizza poggiata sulla gambe dell'altro
appena aperta e,
immediatamente, i suoi occhi si fecero a cuoricino.
Il biondo non solo ne aveva presa una gigante ma l'aveva anche condita
parecchio, infatti poteva vederci sopra patatine fritte, prosciutto,
salame, wurstel... Era tutto bellissimo, tranne per l'angolino dove
c'erano i peperoni.
"I peperoni li mangi tu, sì?" chiese innocentemente,
prendendo
con nonchalance il pezzo più ricolmo di condimenti "A
proposito,
quanto ti devo?"
"Niente, signor odiatore di verdure." rispose il canadese, ricevendo
immediatamente un'occhiataccia dal più piccolo "Ma cosa
più importante: hai davvero così freddo?
Seriamente?"
Peter lo fulminò con lo sguardo a quelle parole,
osservandolo
poi togliersi la giacca, rimanendo in t-shirt , per poi prendere un
pezzo di pizza come se nulla fosse.
Erano arrivati in quel periodo dell'anno nella quale, durante
tutta la giornata faceva caldo ma, quando calava la sera, le
temperature si abbassavano drasticamente, tant'è che prima
di
uscire il newyorkese si era fermato davanti all'ingresso fissando
l'enorme ma davvero misero giaccone di zio Ben e il poco virile ma
caldo cardigan rosa con i fiori di zia May, meditando attentamente
quale sarebbe stato adatto per quella giornata.
Sfortunatamente era un adolescente stupido che aveva paura di sembrare
troppo sfigato così, stringendosi al giaccone,
sospirò.
"Giàà, pensavo che lo soffrissi anche tu, sai,
come i
comuni mortali, visto che ti sei portato una giacca..."
borbottò
sarcasticamente, poggiando i piedi sulla panchina, per poi stringersi
le gambe mentre continuava a mangiucchiare.
"Comuni mortali? PFFF." esclamò, mordendo un pezzo di pizza
con
fare stizzito "Questo è niente in confronto al Canada. E poi
sai, pensavo potesse servire al cinema."
"Per?"
"Beeeeeeh sai."
Il biondo roteò gli occhi, masticando molto lentamente, per
poi fare spallucce.
"Solitamente, nei cinema fa freddo per, boh, condizionatori a palla
senza alcun motivo apparente. Sono dei gran sadici, non trovi? Fanno di
tutto per farti ammalare e-- beh, insomma, ho pensato che magari te
l'avrei potuta prestare se, uh, ne avessi avuto bisogno. Sai, ho preso
spunto dalle commedia romantiche."
Il più piccolo alzò un sopracciglio a quelle
parole, trattenendosi dal sorridere.
"E tu segui i consigli delle commedie romantiche da...?"
"Da sempre, Petey. Sempre." rispose come se fosse la cosa
più
ovvia del mondo, per poi dare un'occhiata al moro, che si stringeva
sempre di più a se stesso "Ad ogni modo. Visto che tu hai
freddo, io ho una giacca e i clichè sono sempre belli... La
vuoi? Tanto non mi serve."
Indicò la sua giacca per poi guardare il più
basso, rivolgendogli un sorrisetto furbo.
"... O preferisci stringerti forte forte a me? Sono un calorifero
umano, davvero. Wade Wilson 2.0 al tuo servizio. Poi però
non ti
staccherai più, ti avviso!"
A quelle parole, Peter sbuffò, finendo di mangiare
l'ennesimo pezzo di pizza.
Pensava davvero di metterlo in difficoltà con
così poco?
"Non ti preoccupare, sto bene con questo enorme e caldo
giaccone." mentì, per poi stringersi nelle spalle "Proprio
un
peccato che tu non mi abbia offerto prima la giacca. Sarebbe stata perfetta."
A quelle parole, il più grande lo guardò
oltraggiato e
gli mise il broncio, tornando a borbottare fra sè e
sè,
per poi poggiare la scatola vuota di pizza sul lato vuoto della
panchina.
Il newyorkese ridacchiò a quella scena, fissandolo poi di
sottecchi con un lieve sorriso perchè, diciamolo, quelle
parole
l'avevano colpito, in fondo.
Diciamo anche che l'avevano un po' intenerito.
Okay, quelle parole gli avevano davvero fatto piacere, anche se
faticava ad ammetterlo.
Dopotutto, l'amico diceva davvero tante stranezze e chi mai porterebbe
una giacca appresso, tutta la giornata, solo per poter fare il galante
e dargli la giacca per non sentire freddo? Chi mai farebbe una tale
adorabile scemenza?
... Beh, Wade Wilson potrebbe.
In quel momento abbassò lo sguardo e si accorse che fra il
braccio e il fianco del biondo c'era abbastanza spazio per infilare il
braccio di Peter.
Quel pensiero lo fece arrossire e fece per allontanarsi, quando vide lo
sguardo del suo amico ancora imbronciato.
Forse... Avrebbe dovuto annullare quella distanza?
Insomma, il canadese sembrava tenerci tanto a lui e chiedeva in cambio
solo un po' di considerazione e un po' di contatto fisico, quindi
poteva farlo per una volta, no?
Così, senza pensarci due volte, infilò il braccio
sull'apertura, in modo tale che stessero a braccetto.
Quell'improvvisa vicinanza e la consapevolezza del suo braccio
attaccato al suo, lo fecero avvampare ulteriormente.
"Hai ragione, sei davvero caldo..." mormorò Peter, cercando
di sembrare naturale, fallendo miseramente.
Era nervoso da morire ma, a quanto pareva, non era il solo.
"... Perchè quella faccia...?" continuò con fare
insicuro, vedendo l'espressione sconvolta del biondo "Sei tu che mi hai
detto che se volevo, potevo attaccarmi."
"... No! Cioè, uh, sì. Ammetto che non mi
aspettavo una
cosa del genere. Cioè, che avresti fatto qualcosa del
genere."
A quelle parole, il più piccolo ammutolì
mortificato e,
nella più totale vergogna, provò ad estrarre il
braccio
ma senza successo.
"EHI! Dove scappi!" esclamò l'amico offeso, stringendo la
presa
del braccio "Non ho mica detto che mi da fastidio, anzi! Lo sai che amo
il contatto fisico. Pensavo solo che, mh, insomma, non sei amantissimo
di queste cose e pensavo ti desse fastidio? Che non lo odi
completamente è bene. Anzi. Sai cosa? Ha senso che ora
possiamo
permetterci determinate cose. Sai perchè?"
Wade lo fissò per un istante, come se fosse indeciso
se fare o meno qualcosa ma poi, alla vista dello sguardo fra il confuso
e l'incuriosito del moro, gli sorrise ampiamente, per poi inclinare la
testa, affondando la guancia fra i capelli di Peter.
"Perchè ora siamo ufficialmente amici del cuore."
A quelle parole e a quel gesto - soprattutto a quel gesto - il rossore
del più piccolo si espanse fino alle orecchie e la testa
iniziò a girargli, per via di tutte quelle emozioni che
stava provando.
Successivamente, venne inebriato da un odore dolciato già
sentito prima e lo riconobbe come quello sentito
qualche tempo fa su Wade e prese consapevolezza di quanto fossero
vicini in quel momento,
quanto il suo collo fosse vicino.
Che cavolo stava pensando in un momento simile?!
"... Non ho mai detto che siamo amici del cuore."
borbottò il moro, cercando di darsi una calmata, cercando di
ignorare quella situazione "Ed esattamente, ti stai strusciando fra i
miei capelli perchè...?"
"Ho sempre sognato di affogarci dentro." confessò l'altro in
tono sognante, chiudendo gli occhi "Ho sempre visto i tuoi capelli come
delle nuvole soffici. Ho sognato anche di mangiarli. Letteralmente.
Sapevano di cioccolato, se proprio vuoi saperlo."
Fece per obiettare a tutte quelle assurdità - come, ad
esempio,
che le nuvole non fossero morbide, in quanto costituite da vapore
acqueo e che non potessero avere un sapore specifico - quando
sentì l'altro accarezzargli i capelli.
Lì per lì si irrigidì appena,
più dalla
sorpresa che altro, per poi gradualmente rilassarsi sotto quelle
piccole attenzioni.
Scoprì infatti che non solo amava essere toccato fra i
capelli
ma che il canadese era davvero bravo in quel genere di effusioni.
Inizialmente passava una mano fra i capelli, con fare casuale, poi
iniziava a prendere alcune ciocche fra le dita, accarezzandole verso la
punta.
La cosa che stupì di più il newyorkese era che il
suo
tocco era davvero delicato e dolce ma anche molto cauto, come se avesse
paura di fare male all'altro.
Lentamente, si ritrovò a socchiudere gli occhi, e
sentì i
suoi pensieri farsi più chiari e lineari, non più
agitati
come prima.
Mentre stava per addormentarsi, si chiese se concedesse a qualcun'altro
quel genere di effusioni.
Se con altri ragazzi e ragazze fosse così affettuoso.
"Ti comporti così anche con gli altri?"
Immediatamente, Wade smise di accarezzarlo e si staccò e
Peter si sentì un cretino.
Proprio ora doveva pensare alle parole di Harry? Doveva per forza
rovinare il momento per una sua stupida curiosità?
Okay, niente panico.
Magari l'amico non aveva collegato. Forse, se fosse stato abbastanza
fortunato,
avrebbe potuto pensare che si riferisse agli amici, in generale. E
magari-
"Stai pensando a quello che ha detto il tuo amico?"
Ovviamente, non era una persona baciata dalla fortuna anzi, era
più probabile che gli avesse sputato in un occhio.
"... Scusami, sono un idiota." esclamò con fare dispiaciuto,
abbassando lo sguardo "Non volevo metterti in difficoltà con
domande del genere. Perdonami, io-"
"Cos- Ma che dici, Petey pie!!"
Improvvisamente, il canadese si staccò dal suo braccio, solo
per
stringerlo di lato e attaccare la guancia alla sua, facendo avvampare
immediatamente l'altro.
"Non è mica un segreto! Davvero. Cioè. Anzi. Non
credevo che non l'avessi ancora capito."
"... Ho capito, ma ti sposti?" esclamò il più
piccolo disperato, cercando di spostargli la faccia con la mano.
L'altro fece immediatamente come gli era stato detto, ridendosela di
gusto, per poi guardarlo, inclinando il capo.
"Davvero non l'avevi capito?"
Il moro lo guardò confuso, tornando ad abbracciarsi le gambe.
"Io..."
Di colpo, nella mente gli affiorarono vari ricordi come, ad esempio,
alcuni apprezzamenti sui suoi professori, sguardi - che Wade lanciava
credendo di non essere visto - ai sederi di alcuni suoi compagni, i
cerotti con gli unicorni, gli unicorni
in generale.
"... A pensarci ora, non è che non me l'avessi mai fatto
capire.
Mh..." ammise, per poi roteare gli occhi nella sua direzione
"Però quando parli delle tue..."
Fece una pausa, iniziando ad agitare nervosamente le mani, non sapendo
come esprimersi.
"...Emh, 'conquiste'." borbottò, facendo ridere il biondo
"Tu hai sempre e solo nominato ragazze, quindi..."
Il più grande tacque per un istante, pensieroso, poi
poggiò la schiena sullo schienale della panchina, posando le
mani dietro la nuca.
"Non ho mai avuto delle, sai, preferenze." esordì il
ragazzo,
alzando lo sguardo verso il cielo "Se trovavo un ragazzo carino, andavo
con un ragazzo carino. Se trovavo una ragazza carina, andavo con una
ragazza carina. Alcune volte, neanche dovevo scegliere, come quella
volta che ero con questi due e io-" si bloccò, notando
l'occhiataccia del moro "Oh andiamo, anche questo è esplicito
per te? Lo riferirò al mio avvocato." rise di gusto, per poi
continuare "Tuttavia, ammetto che non sono stato troppo chiaro su quel
punto, perchè- insomma- non credo di- uh, di esserti stato
simpatico all'inizio, mh? E, insomma, non ero sicurissimo che tu-"
I lineamenti di Peter si ammorbidirono e gli rivolse uno sguardo
ricolmo di dispiacere.
"Wad-"
"No no no no no, cioè, lo so che è assurdo,
okay?" lo
interruppe l'altro, inclinandosi nuovamente, guardando in basso e
gesticolando freneticamente con le mani "Cioè, ti ho fatto
tutti
quei commenti ambigui e e e tutte quelle uscite strane e, sai,
è
scappata anche una mezza cosetta con uno dei tizi che prima ti
scocciavano ma, sai, è strano, perchè ho
conosciuto tante
persone ma di te- di te ho , insomma, timore che tu mi possa o--"
Il più grande si interruppe subito nel momento in cui il
più piccolo gli strinse le mani, guardandolo con un sorriso
rassicurante.
"Non è assolutamente un problema." gli disse semplicemente,
in tono basso e tranquillo.
"... Sì?" chiese l'altro, dopo qualche attimo di silenzio
"Anche
se sono molesto, mi appiccico e sogno di mangiarti i capelli?"
"Certo." rispose con sincerità, accarezzandogli con dolcezza
le
mani "Ma non puoi mangiarmi i capelli. Non sanno di cioccolato e non
voglio diventare calvo."
Risero entrambi di gusto per poi rimanere in silenzio per un po'
finchè, ad una certa, il biondo ricambiò la presa
dell'altro.
"Però... Sai... Andare con gli altri, insomma, è
divertente ma - Penso mi stia annoiando, cioè- quello che
voglio
dire è- non sono più stato con nessuno.
Cioè, da
un po', ecco."
A quella confessione, Peter lo guardò incuriosito ma dovette
ammettere che, nonostante fosse dell'idea che l'amico dovesse vivere la
vita come meglio credeva, si sentiva molto più tranquillo
all'idea che non frequentasse nessuno in quel senso... In tutti i sensi.
"... E c'è un motivo per questa scelta?"
A quella domanda, il canadese allargò lievemente gli occhi,
guardando poi Peter, il quale si sentì confuso dalle sue
stesse
parole.
Perchè, nonostante non avrebbe dovuto importargliene, era
così
curioso della vita privata dell'amico? Perchè lo faceva
stare
così male l'idea che potesse stare con qualcuno e lo
rassicurava
l'idea che non avesse nessun altro?
Improvvisamente però, tutte queste idee sembrarono andare in
secondo piano.
"No, aspetta. " disse il moro, prima che l'altro potesse rispondergli
"In che senso 'ti è scappata una mezza cosetta con uno dei
tizi
che mi scocciava'? Che hai combinato?? E con chi?"
Il più grande rimase in silenzio per un breve momento,
rivolgendogli un sorriso nervoso, per poi appoggiarsi nuovamente sui
capelli dell'altro come se nulla fosse.
"Viiisto che ora siamo amici e siamo in tempo di confessioni." disse,
ignorando la domanda dell'altro che sbuffò "Non sarebbe
forse il
caso di spiegarmi che è successo con Harry?
Perchè
scappavi da lui come se fosse la peste?"
Il più piccolo allargò la bocca a quelle parole,
scrollando le spalle : ancora non si era arreso con quella storia?
"... Giuro che non capisco perchè ne sei così
ossessionato."
"Petey pie, ora che siamo amici."
sottolineò la parola in tono diverso, allargando il sorriso
"E'
ovvio che debba sapere tutto anche dei tuoi amici. E se si è
comportato in maniera pessima nei tuoi confronti? Devo saperlo.
Dopotutto, siamo amici,
l'hai detto anche tu,no?"
Peter alzò gli occhi al cielo - almeno, più che
potè visto che l'altro sembrava essersi affezionato alla sua
testa - e sospirò : sapeva che si sarebbe pentito di averlo
detto.
"Se te lo racconto." disse, con fare arrendevole "Prometti che poi
farete pace?"
Wade allargò di colpo gli occhi, spostandosi da quella
posizione, guardandolo oltraggiato.
"Cosa?! Con uno come lui?? Io no--"
"Wade, te lo dico una volta e poi mai più."
esclamò ,
incrociando le braccia al petto "Si è comportato male,
è
vero. Ma non sei stato un santo neanche tu. Poi è vero,
parlando
in percentuali, lui ha il 90% della colpa, non c'è dubbio ma
potevi benissimo ignorarlo, invece di rispondere alle sue provocazioni."
Il biondo tacque, in difficoltà, guardandolo con un
adorabile broncio in viso.
"... Ma lui..."
"E' un cretino, lo so." ammise Peter, annuendo con la testa "Ma ti
sembra il caso di diventarlo anche tu?"
Rimasero per un istante a fissarsi e, alla fine, il canadese
sbuffò.
"D'accordo, d'accordo..." borbottò, poco convinto "Non posso
dirti di no, uff. Spero per te che non abbia fatto nulla di grave."
"Non l'ha fatto. Anzi, è davvero una cosa stupida."
Peter sospirò, preparandosi al discorso e l'amico rimase in
silenzio, in attesa che l'altro parlasse.
"... Devi sapere che io..." mugugnò, abbassando lo sguardo
imbarazzato "... Avevo una cotta per Mary Jane. Insomma, si
è
trasferita qui vicino da sua zia verso le elementari- e, insomma, le
nostre zie erano amiche e quindi ci frequentavamo anche noi e-
sì, alle medie mi accorsi di avere una gigantesca cotta per
lei."
Fece una pausa, passandosi una mano fra i capelli ormai completamente
sparpagliati per colpa dei vari trattamenti ricevuti nel corso della
serata.
"In quel periodo divenni anche grande amico di Harry e... Verso la
terza media gli confessai questa mia cotta. E, insomma, all'inizio
sembrava andare tutto bene. Cercava di aiutarmi a starle più
vicino. Uscivamo tanto insieme noi tre. Ma..."
Strinse lievemente gli occhi, mordendosi il labbro inferiore.
"Di colpo divennero strani, come se nascondessero qualcosa. All'inizio
del liceo scoprii semplicemente che la cosa che mi
stavano 'nascondendo' era che si erano messi assieme. Li scoprii
perchè li vidi baciarsi nel corridoio della scuola."
Senza guardarlo negli occhi, rialzò lo sguardo, non sapendo
bene
che dire. Questa storia era l'emblema della pateticità e non
si
sarebbe sorpreso se Wade l'avesse preso in giro, dopo questa storia.
"Ma che stronzo!"
Il moro si voltò verso l'altro e si accorse che aveva uno
sguardo ricolmo di irritazione e disprezzo.
"Cioè, okay, non si merita un cazzotto ma, insomma, ha
tradito
la tua fiducia e e e e- è stato stronzo, ecco! Era
importante
per te."
Il newyorkese ridacchiò a quelle parole e il biondo gli
rivolse uno sguardo offeso.
"Guarda che sono se-"
"Lo so." esclamò Peter, con un sorriso "E hai ragione,
magari
non si è comportato in maniera corretta ma- sono dell'idea
che
abbia avuto un ottimo motivo per comportarsi così. Anche se,
ovviamente, mi sfugge quale potrebbe essere."
"... La verità è che tu sei fin troppo buono,
Petey." rispose l'altro, scrollando le spalle.
Il più piccolo ridacchiò ancora, facendo poi di
no con la testa.
"Diciamo che, qualche tempo fa, mi ha aiutato con qualcosa di davvero
serio e... Beh, da allora ha la mia più completa fiducia,
dico
davvero."
Fece una pausa per un istante, mentre il suo sguardo cambiò
e il suo sorriso sembrò incrinarsi.
"Ad ogni modo, non è un problema. Nel senso, non ho
più una cotta per Mary Jane."
"... Sì...?" mormorò l'altro dubbioso, alzando un
sopracciglio.
"Sì, davvero."
Peter si sorprese alle sue stesse parole.
Effettivamente, da quand'è che non provava più
niente per
la rossa? Da quando aveva smesso di soffrire per loro due come coppia?
Il suo sguardo si posò sull'altro, accorgendosi che era da
quando lui era entrato prepotentemente nella sua vita, non era stato
più male per la cosa.
Stava per chiedersi il perchè di questo cambiamento quando
notò qualcosa in strada che lo fece sbiancare.
Si alzò di scatto dalla panchina, per poi cercare di
trascinare l'altro con sè.
"Ehi ma che succede?!" esclamò allarmato, vedendo l'altro
così spaventato.
"Vedi quella casa laggiù?" disse il moro nervosamente,
indicando
qualche casa più in là con il capo "Abita
lì MJ. E
vedi quella macchina costosissima che sta arrivando? E' quella del
padre di Harry. Dobbiamo nasconderci, muoviti."
Un po' controvoglia, l'altro lo seguì e si nascosero in un
lato della casa di Peter.
"Ma non dicevi che dovevi farci pac--"
"Shhh!" esclamò, posando la mano sulla sua bocca "Non ho
voglia
nè di vederlo, nè di sentirvi litigare di nuovo."
Il biondo alzò un sopracciglio ma il rumore di una portiera
che si apriva li distrasse da qualsiasi cosa.
Poco più in là, videro uscire il corvino che
tenne la
porta della rossa per farla uscire dalla macchina, per poi camminare
verso la porta di casa.
Parlarono per un po' e poi, con un sorriso si scambiarono un lieve
bacio sulle labbra e, immediatamente, il canadese lanciò
un'occhiata preoccupata all'amico.
Niente.
Non provava assolutamente niente, se non gioia per il fatto che il loro
appuntamento non era andato in malora per colpa sua.
"Sono felice che sia andato tutto bene fra loro..." ammise, con un
sorriso sollevato sulle labbra.
Tuttavia, quel momento di gioia passò nel momento in cui
Harry,
dopo aver salutato la sua ragazza si diresse nella direzione della casa
di Peter: che li avesse visti?
"V-Vieni qui!" esclamò disperato, tirando verso di lui Wade
per la maglia, il quale si irrigidì.
"Nu-uh Petey." sussurrò in difficoltà, facendosi
forza
sul muro di casa "L'ultima volta- tu sei stato tipo, sai, mal-"
"Lo so ma ora è diverso!" mormorò con fare
deciso, per poi guardarlo con fare implorante "... Per favore."
Il canadese esitò per un istante ma poi fece come l'altro
gli aveva chiesto.
Il newyorkese si ritrovò con la schiena al muro mentre
l'altro
quasi aderiva sul suo corpo, cercando di farsi notare meno possibile
dal corvino.
Dopo che fu percorso da alcuni brividi di piacere appena
sentì
il respiro dell'altro sul suo collo, con il cuore a mille e avvampando
pericolosamente, si chiese perchè aveva dovuto fare una
scelta
così stupida.
Insomma, di cose che avrebbe potuto fare ce n'erano tante.
Potevano nascondersi dietro casa, ad esempio, o invitare Wade dentro
casa.
Perchè diavolo si era messo in una situazione
così imbarazzante e idiota?
Non era di certo da lui, ragionare in quella maniera.
"... Se n'è andato...?" sussurrò il moro,
all'orecchio dell'amico.
Lo vide sussultare a quelle parole e, dopo un lungo istante, si
spostò lievemente, allungando il collo verso la strada.
"... Uh, nah." disse, facendo spallucce "Ma ha visto il cartone della
pizza e lo sta buttando nella pattumiera. Che bravo amante
dell'ambiente."
Tipico di Harry.
Sin da quando lo conosceva, era sempre stato contro qualsiasi tipo di
inquinamento e, anzi, uno dei suoi più grandi sogni nel
cassetto
era inventare una qualche soluzione a questo genere di problemi.
Insomma, sapeva che non era una persona cattiva.
"... Tutto okay?"
Le parole e il successivo tocco di Wade sui suoi capelli, gli fecero
ricordare in che situazione era.
Stava iniziando ad amare quel genere di attenzioni.
"Sai, non dovresti toccarmi i capelli così spesso."
borbottò invece, guardandolo imbronciato "Mi fai venire
sonno."
Il biondo lo fissò, inclinando il capo, per poi rivolgergli
un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
"... Vuoi dire che ti rilassa?"
La sua espressione doveva essere davvero esaustiva perchè
l'amico strinse le labbra, lì per lì per
scoppiargli a
ridere in faccia.
"Sei proprio un cretino." borbottò, in imbarazzo "Harry
è andato via ora...?"
"Mmmh."
Il canadese si allungò nuovamente e fece di sì
con la
testa, segno che finalmente era andato via e ciò significava
niente incontri strani.
Tuttavia, nonostante non fossero più 'in pericolo' Wade non
si
mosse dalla sua posizione e, anzi, ora lo guardava dritto negli occhi.
"Mi chiedo perchè, puntualmente, vengo trascinato da te in
qualcosa." mormorò, con un lieve sorriso "Anche l'altra
volta mi
hai trascinato con te, ricordi?"
Ovvio che se lo ricordava, era la volta che voleva scappare da Mary
Jane e Harry, perchè non se la sentiva ancora di parlare con
loro.
La volta dell'attacco di panico.
A pensarci ora, aveva davvero fatto una pessima figura quella volta.
"C'è un motivo?" chiese il più grande che,
notando la
confusione dell'altro, continuò "Sul fatto che vengo
trascinato
da te continuamente."
Non c'era irritazione nella voce dell'amico, solo e semplice e pure
curiosità mentre il newyorkese ora lo fissava con seria
difficoltà.
Non sapeva davvero cosa rispondergli ed, effettivamente, era la prima
volta che ci pensava.
"Credo... Istinto." mormorò, facendo spallucce "Avevo paura
e tu
eri lì. Come... Stavolta, ecco. Più o meno."
Wade rimase di stucco a quelle parole, non aspettandosi minimamente
quella risposta, ma, quello decisamente più sorpreso era
Peter.
Istinto? Da
quando ragionava con qualcosa del genere? E dov'era finito il suo
istinto di sopravvivenza?
Solitamente ragionava prima di pensare, non come un certo cretino di
sua conosc-- Oh, gli venne improvvisamente in mente una cosa.
Il moro si mise a cercare nelle sue tasche qualcosa e, facendo
sussultare l'altro - tant'è che fece due passi indietro -
gli
infilò dei soldi in tasca.
"Petey, che cosa--?!"
"Sono soldi." disse l'ovvio, incrociando le braccia al petto "Per la
pizza. Non so quanto hai speso perchè non me lo vuoi dire ma
almeno è qualcosa. Ricordi quello che ti ho detto al cinema,
no?
Non voglio sfruttarti e tu non devi comprarmi in alcun modo, dico sul
serio."
Il ragazzo ammutolì e prese a fissare con fare scioccato il
newyorkese, il quale si chiese se avesse fatto qualcosa di sbagliato...
Finchè non vide l'altro ridere.
"Peter Parker, non smetti mai di sorprendermi."
Prima che l'altro potesse replicare, gli si avvicinò,
strusciando la fronte alla sua, sotto il borbottio di protesta
dell'altro.
"Rispondendo alla tua domanda di prima." mormorò, in tono
estremamente dolce "Se mi comporto così anche con altri.
Ebbene,
la risposta è no."
Si staccò, giusto quanto bastava per guardarlo dritto negli
occhi.
"Solo con te."
Peter ringraziò il fatto che stavano al buio in quel
momento,
che i suoi lineamenti si vedevano poco e niente - o almeno
così
sperava - perchè a quelle parole sentì il cuore
battere
all'impazzata, come se fosse sul punto di esplodere, e il viso farsi
ridicolmente caldo.
"Beeeeeeh, Petey, la mia dose gay te l'ho lasciata oggi."
esclamò improvvisamente l'altro, roteando gli occhi,
apparentemente in imbarazzo "Ora credo sia il caso di andare,
sennò rischio di rimanere qui."
Il canadese fece qualche passo indietro, per poi salutare l'altro con
la mano ed, infine, allontanarsi.
Mentre osservava l'altro andare via, con il suono del cuore a
spaccargli quasi i timpani, il newyorkese capì.
Capì perchè non provava nulla per Mary Jane,
perchè era cambiato, perchè la vicinanza di Wade
lo
influenzasse così tanto e perchè era diventato
così importante per lui.
Peter Parker era innamorato di Wade Wilson.
//Eccoci di nuovo! Grazie davvero tutte le persone che recensiscono,
mettono la storia fra i preferiti\seguiti\ricordati! <3
In particolare, ringrazio la mia amica Alice che, in questi ultimi
capitoli, mi sta aiutando a correggere i capitoli.
E' davvero un tesoro! ;__;
Detto ciò, avrei due annunci.
Uno, siamo all'incirca a metà della storia! *^* mancano
all'inicirca 7\8 capitoli per finire (dipende un po' cosa riesco ad
inserire ad ogni capitolo).
Due, nei prossimi capitoli, potrebbero esserci "contenuti forti"
(eventualmente, avviserò all'inizio di ogni capitolo).
Tre... Il prossimo aggiornamento potrebbe subire un ulteriore ritardo!
Fra Lucca Comics/impegni vari, non so se riesco a pubblicare a
Novrembre... E' probabile che ci rivedremo a Dicembre.
Detto ciò, niente, fatemi sapere cosa ne pensate! ;*; Alla
prossima. <3
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