«
Ecco i vostri ordini, signori » disse Kimiko con un mezzo
sorriso servendo i piatti al tavolo « E buon appetito. »
«
Dall’aspetto e il buon profumo sembrano proprio deliziosi! »
aggiunse uno dei commensali, strofinando le mani pronto a consumare
la sua portata.
La
ragazza si congedò con un breve inchino, riprendendo subito
dopo la sua postazione dietro al bancone.
«
Sembri più riposata rispetto ai giorni precedenti »
commentò Gorou, fissandola di traverso « Hai finalmente
fatto pace col tuo letto? »
«
Mettiamola pure così. » Rispose la ragazza, prendendo
dal taschino il telefono così da curiosare un po’ sulle
news che internet offriva. In effetti la giornata sembrava essere
iniziata abbastanza bene. Dopo la discussione avuta la sera
precedente col ragazzo, al suo risveglio si sarebbe aspettata il caos rimasto dalla sera prima, magari come gesto dispettoso da parte di Touya. Ma –
come in un bellissimo sogno dal quale non si sarebbe voluta svegliare
– con grande stupore si era ritrovata il salone e la cucina in
perfette condizioni. Con espressione soddisfatta in volto, aveva
osservato ogni angolo, finendo col buttare uno sguardo sul divano
dove il ragazzo se ne stava disteso e addormentato, forse sfinito per
il duro
lavoro.
Con movenze feline così da evitare di svegliarlo, aveva preso
il cambio dalla camera e si era avviata in bagno. Dopo aver fatto una
doccia in tranquillità ed indossato il cambio pulito, aveva
mangiato un boccone al volo e si era diretta a lavoro nel caos
mattutino.
«
Stavo pensando di rinnovare l’iscrizione in palestra… »
storse le labbra mentre era intenta a scorrere il dito sul display.
«
Proprio ora che hai ripreso la freschezza ed il riposo giusto? »
il locandiere sospirò, scuotendo il capo contrario alle parole
di Kimiko « Secondo me quello che ti serve è uno svago
come si deve. »
«
Tipo? »
«
Che ne so… magari le cose che fanno tutte le ragazze della tua
età. »
«
Ricoprirsi di trucco appariscente con annessi vestiti sgargianti e
girare per negozi e locali pronte a balzare sul primo ragazzo che
capita a tiro? Nah… » sorrise divertita, riponendo il
cellulare nella tasca « Non sono fatta per questo genere di
cose. » lasciò il suo posto per andare a prendere una
nuova ordinazione. Gorou la fissò con leggera perplessità
lasciando che un sospiro desse voce ai suoi pensieri di padre ormai
arreso all’evidenza. Prima che potesse aggiungere altri
commenti, il tintinnio della campanella all’ingresso, segnò
l’arrivo di un nuovo cliente. Quando gli sguardi di Kimiko e
Gorou si puntarono quasi simultaneamente sulla porta, notarono la
figura di Mizu. La donna, però, per quanto stesse sorridendo e
li stesse salutando con la mano, sembrava più pallida del
solito.
«
Guarda chi si vede! » esordì la bionda poggiando una
mano sul fianco « Ancora stremata dalla missione? »
mostrò un ghigno divertito. L’azzurra specchiò i
suoi occhi in quelli magenta della cameriera e sembrò
prendersi qualche attimo di troppo per ponderare la sua risposta.
«
Già… mi ha davvero stremata. Si vede che sono sempre
chiusa in un ufficio. »
«
Oh… chiusa in ufficio o in qualche posticino segreto con il
pollo? » la fissò a lungo con espressione maligna «
Le ultime riprese mostrano la dolce Mizu tra le braccia dell’uomo
alato che prendono il volo verso terre sconosciute. » A quelle
parole, Mizu sgranò gli occhi e arrossì vistosamente.
«
Per favore Kimiko, non ti ci mettere pure tu! Non ero nemmeno
cosciente! » Kimiko portò entrambe le mani sul viso in
una finta espressione di stupore.
«
Oh
my god!
Chissà cos’altro sarà successo! » Mizu
aggrottò le sopracciglia e si preparò a risponderle a
tono, ma poi chiuse la bocca, si guardò attorno e cambiò
completamente espressione, assumendone una più tronfia.
«
E invece il tuo nuovo amichetto dove l’hai lasciato? »
«
Ti riferisci a To- » si morse il labbro prima di completare il
nome, forse non era il caso di pronunciarlo, viste le conoscenze di
Mizu. Si schiarì la voce con qualche colpo di tosse
guardandola vaga « Lo stronzo è chissà dove…
onestamente non è affar mio di cosa fa o dove va. »
«
Certo, certo… esattamente come il “pollo”. »
La dottoressa le sorrise complice. « Perché non mi porti
qualcosa da bere e mi fai compagnia come finisci il turno? »
Kimiko mugolò pensierosa.
«
Non ho nulla di interessante da fare, quindi… perchè
no? Basta che non andiamo al karaoke o in qualche locale alla moda…
» le fece cenno di accomodarsi, andando a prepararle il solito
drink sotto lo sguardo curioso di Gorou che stava spostando gli occhi prima
sua una e poi sull’altra. Mizu intercettò lo sguardo
dell’uomo e gli sorrise, salutandolo.
«
Come va? » Gli chiese, avvicinandosi.
«
Sempre come al solito. Inizia qualche dolorino per l’età,
ma nulla di così interessante. Tu invece? Sicura di stare
bene? »
«
Suvvia, Gorou-san, quale vecchiaia e vecchiaia, è sempre il
solito. Sfido chiunque qui al locale a non subire il suo fascino. Per
quanto riguarda me, si, sto bene. E’ solo un periodo molto
intenso. » Per quanto gli piacessero il gestore del Doragon e i
suoi dipendenti, erano comunque civili e preferiva non sbottonarsi
troppo sulle faccende del lavoro.
«
Vedi di non fare sforzi eccessivi. Capisco la tua posizione, ma
strafare non aiuta né te né gli altri. » Gli
sorrise congedandosi per andare verso la cassa. Intanto Kimiko
preparò il suo drink poggiandolo con leggera forza davanti a
Mizu senza smettere di scrutarla. La dottoressa sbatté le
palpebre più volte, perplessa.
«
Non c’è bisogno di sbattere il bicchiere. Se hai
qualcosa da dire, dimmi pure, Kimiko. »
«
In genere, se qualcuno mi propone di passare del tempo insieme,
finisce sempre che io passi dei guai. Sono sospettosa… »
sollevò lo sguardo al soffitto « e forse anche un
pochino stressata… »
«
Ah lo so, lo so che sei iper sospettosa “ Kim”. »
Mizu ridacchiò. « Posso chiamarti così? »
La cameriera cercò di nascondere una vena pulsante per quel
diminutivo che risuonava come un eco nella sua testa con lo stesso
tono di voce di Touya.
«
Va bene… » Mostrò un sorriso più tirato
del solito.
«
Sei in pausa? » Le chiese, sorseggiando la bevanda.
«
Chiamiamola pure pausa. Quei clienti stanno occupando i posti non so
da quanto ormai. » alzò lo sguardo verso l’orologio
da parete, notando che mancavano ancora quindici minuti per staccare
da lavoro. Fissò nuovamente i clienti e, dopo aver fatto
spallucce, si sfilò via il grembiule da lavoro, sistemandolo
sul braccio. « Lascio questo e prendo la mia roba, tu finisci
pure il tuo drink. »
«
Ti aspetto qui. » Rispose, continuando a bere e dando una
sbirciata ai messaggi sul cellulare.
Kimiko lasciò il grembiule al suo posto,salutò velocemente Yuurei,
alle prese con le cucine, poi prese il suo cappotto e si avviò
silenziosa verso Mizu. Giunta alle sue spalle curiosò verso il
display del suo cellulare.
«
Messaggi con il pollo o con mister occhiaie perenni? » Mizu si
portò immediatamente il cellulare al petto e la guardò
malissimo, arrossendo.
«
Questo non è carino, Kim. Stai violando la mia privacy,
potrebbe anche essere una questione di lavoro! »
«
Certo, chiamiamolo lavoro.
» Le sorrise maliziosa. Fece un cenno con la mano verso Gorou e
lui di risposta ricambiò chinando appena il capo. « Il
drink lo offre la casa. » indossò il cappotto «
Vogliamo andare? » Sorrise divertita avviandosi verso la porta
del locale. La dottoressa imitò il gesto di saluto verso
Gorou, aggiungendo un mezzo inchino di ringraziamento per la bevanda
offerta, e poi seguì la bionda fuori dal Doragon.
«
Allora, facciamo un patto. Io ti parlo dei miei problemi con “
il pollo e occhiaie perenni”, se tu mi parli di Cicatrici. »
Esordì Mizu, mentre i loro piedi lasciavano impronte sulla
neve. La bionda sospirò lungamente, sistemandosi il colletto.
«
Credi sia davvero interessante parlare di lui? Perché per il
momento ho solo da dire tante e forse troppe cose negative. Non ci
sta bisogno di fare patti per tutto questo, forse dovrei parlare un
po’ a prescindere. Anche perché non riesco a capire se
sono nel torto oppure no. » Sospirò nuovamente portando
le mani nelle tasche. « Parlarne con Gorou non serve a nulla e
con Yuurei, beh… tra uomini ci si spalleggia sempre
quindi sarebbe del tutto inutile. »
«
Sono qui per ascoltarti. » Le disse Mizu, stavolta guardandola
seria e incoraggiante.
«
Mh… continua a chiedermi cose alle quali, per il momento, non
posso dare risposta. Probabilmente per mia vigliaccheria… »
«
Parlami un po’ di lui. Chi è, una vecchia fiamma? Perché
mi sembra di capire che non sia una nuova conoscenza, ma più
un fantasma del passato.» Kimiko la fissò con
espressione disgustata appena sentì pronunciare la parola
fiamma.
«
No, please…
non
mettiamoci l’amore di mezzo. » si grattò la nuca
imbarazzata « Se devo essere sincera… non ho mai avuto
storie o contatti con nessun ragazzo in tutta la mia vita. »
Mizu si bloccò di scatto e la fissò sbalordita. «
Fai per via di impegni o la testa completamente altrove, ma nella mia
vita nessun ragazzo ha mai fatto capolino, soprattutto lui. »
abbassò lo sguardo « E’ solo un amico di vecchia
data perso di vista e, se devo dire bene le cose come stanno, me lo
ricordavo completamente diverso, in tutto. »
«
Scusami, tiro un po’ il freno a mano perchè sto
veramente capendo poco. » Rispose la dottoressa, riprendendo a
camminare. « Mi ha lasciata davvero sorpresa sapere che non hai
mai avuto una storia. Insomma, posso capire che Gorou-san sia iper
protettivo, ma tu sei una bella ragazza e, caratteraccio a parte, non
penso avresti difficoltà a trovare un ragazzo. »
«
Beh, non posso negare che certe proposte non siano arrivate. Numeri
di telefono, battutine. Solo che non mi hanno mai stimolata o
affascinata a quel punto. Nemmeno sessualmente. » si portò
l’indice al mento, pensierosa.
«
Non che ci sia qualcosa di male o di sbagliato in questo, sia chiaro.
Semplicemente non me l’aspettavo. » Rispose Mizu,
flemmatica. « E invece questo tuo amico riapparso dal tuo
passato? Sei felice che sia nuovamente nella tua vita? »
«
Non lo so nemmeno io. Come ti ho già detto, le troppe domande
mi mettono in perenne disagio… un effetto che mi mancava! »
sorrise forzatamente « E questo succede con lui, perché
o tu o Gorou, ma anche Yuurei, non mi trasmettete lo stesso effetto.
» « Allora forse verso questa persona provi davvero
qualcosa di diverso, se ti fa sentire diversamente rispetto agli
altri. Magari è perché proprio non accetti l’idea
di poter provare amore. » Kimiko la fissò
distrattamente.
«
Che ne so… dubito che il disagio sia compreso in questo amore
che
tanto viene nominato. Non provo batticuore o vuoti allo stomaco, non
riesco proprio a guardarlo appena mi chiede di approfondire alcune
cose lasciate in sospeso. E no, non riguardano cose amorose… »
le sorrise divertita « In conclusione, credo che non mi
innamorerò mai di nessuno, perché puntualmente si
soffre e io non voglio assolutamente questo… »
«
L’amore si mostra in tante forme, Kim. Non necessariamente con
le farfalle allo stomaco. Mi sembra di capire che gli vuoi bene, ma
che c’è qualcosa che non ti permette di lasciarti
completamente andare al vostro rapporto, qualunque esso sia. Hai
detto che è cambiato, ma non hai pensato che magari sei
cambiata anche tu? Siete cresciuti e siete diversi entrambi, vi state
ancora riallineando. Se vuoi che le cose migliorino, però,
devi trovare il coraggio e la forza di affrontare i demoni del
passato che vi hanno separati. Non puoi sperare che faccia solo lui
passi avanti, devi essere anche tu ad andare incontro, altrimenti non
vi riavvicinerete mai. » Mizu alzò gli occhi al cielo
ormai scuro e pieno di stelle, mentre la condensa formatasi mentre
parlava, si disperdeva nell’aria. « Dovresti prenderti il
tempo per capire cosa vuoi, se preferisci che sparisca di nuovo
allora non fare niente, lascia tutto irrisolto e sarà lui ad
andarsene. Perché per quanto ci tenga, a furia di sbattere su
un muro, anche lui prima o poi si stancherà. Se invece
vorresti che restasse, allora… beh saprai meglio di me quali
sono gli argomenti spinosi da affrontare con lui. » Lo sguardo
magenta si assottigliò su alcune parole. Da una parte avrebbe
voluto stare ferma nei suoi silenzi, così da permettere a
Touya di andarsene dalla sua vita, ma il flebile pensiero della sua
schiena che spariva lentamente nell’oscurità non la
lasciava del tutto indifferente. Scosse il capo lentamente,
concentrandosi sul suo respiro.
«
Anni fa, provai questo affetto amorevole nei riguardi di una persona.
Nemmeno lei era una santa, ma riusciva sempre a farsi perdonare in
ogni modo. La vita mi sembrava perfetta, non avevo bisogno di nulla,
finché qualcuno non ebbe la brillante idea di strapparmela via
per motivi che non sto qui a spiegarti… fu proprio in
quell’istante che la mia esistenza iniziò a fare schifo,
dovrei nuovamente aprirmi a qualcuno così da agevolarmi la
discesa verso il basso? Non mi va di toccare il fondo onestamente…»
Mizu si fermò nuovamente, stavolta più risoluta. «
Kim.. » Fece voltare la bionda verso di sé e le mise le
mani sulle spalle. « Ascoltami bene… E’ vero,
amare qualcuno, in qualsiasi modo, fa male, perché permettiamo
a quella persona di ferirci, anche involontariamente, però…
otteniamo anche molto altro in cambio, non solo dolore. Sei ferita,
lo vedo chiaramente. Non so nemmeno se questa ferita si sia richiusa
o se sia una cicatrice, ma posso assicurarti che è normale.
Tutti soffriamo, chi più chi meno, chi subisce cose peggiori
di altri, chi è semplicemente più sensibile, ma se
permettiamo alle cose che ci capitano di controllarci, non saremo mai
liberi di essere ciò che siamo realmente. Devi scusarmi, al
lavoro non mi sarei mai permessa di cercare un contatto fisico così
diretto con un mio paziente, ma tu sei una mia amica, o almeno vorrei
che lo fossi. Anche dicendoti questo io mi sto aprendo a te, sto
lasciando uno spazio che ti può permettere di ferirmi, ma sono
io a deciderlo, sono io a rischiare. E’ sempre una nostra
scelta e un po’ di sofferenza, spesso, vale la presenza di
alcune persone al nostro fianco. » Questa volta il sorriso di
Kimiko era tutto tranne che forzato. Tanto era la dolcezza espressa
dal suo viso che le gote le si arrossarono, complice il freddo e
quella strana somiglianza con sua madre che, con la stessa premura
che mostrava Mizu in quel momento, cercava di supportare la figlia in
tutte le sue scelte. Chissà se l’azzurra sarebbe stata
così propensa a porgerle la mano e i suoi consigli se avesse
saputo chi lei fosse realmente. Inclinò appena il capo sulla
spalla senza smettere di guardarla.
«
Ti metterai nei guai standomi vicina… in questo caso… »
le diede una schicchera contro la fronte « Farai schifo insieme
a me! » le rivolse il miglior sorriso che aveva.
«
Ehi! Sono io che dovrei darle a te le schicchere! » Affermò
offesa, massaggiandosi il punto dolente. « Il rispetto per i
senpai è sempre più sconosciuto in queste nuove
generazioni… Tu e Hawks avete già qualcosa in comune!»
Con la mano, Kimiko misurò la differenza tra le loro altezze.
«
Sei bassa per essere una senpai… ma almeno sei agevolata con
il pollo! »
«
La mia altezza c’entra ben poco, sei tu ad essere una
gigantessa per essere una giapponese! » Mizu fece qualche passo
camminando sulle punte dei piedi, facendo scoppiare a ridere Kimiko.
« E comunque... cos’è tutta questa convinzione che
tra me e Hawks ci sia qualcosa? » La bionda fece ruotare gli
occhi.
«
Non ti piace che si prenda confidenza, ma ti fai portare in volo più
volte dal polletto. » prese il cellulare cercando una cosa,
voltando poi lo schermo verso Mizu « Li chiamano paparazzi, non
si sa dove andavate, ma qui non mi sembri svenuta. Spaventata si, ma
vedo che sei bene avvinghiata a lui. »
Mizu
sgranò gli occhi e strappò letteralmente di mano il
cellulare a Kimiko, portandoselo praticamente attaccato al naso. Non
poteva credere che fossero riusciti a fotografarli da quell’altezza
e ora riusciva anche a capire meglio il sospetto di Aizawa. Sospirò
sconfitta, restituendo il cellulare all’altra ragazza e
abbassando le spalle.
«
Ora capisco meglio alcune cose… » Ammise più con
sé stessa che altro.
«
Certo che i giornalisti ne sanno una più del diavolo, riescono
a far credere sempre quello che vogliono… » Si fece
passare la foto e la inoltrò ad Hawks, insieme ad un
messaggio.
“Guarda
un po’ cosa gira in rete. Mi aspetto di trovare un articolo su
di noi a breve. Cosa facciamo?”
Non
dovette attendere troppo per la risposta.
“
Assolutamente
niente, più gli si da corda, più continuano. E poi non
c’è da preoccuparsi, in fondo non c’è
nessun noi, giusto? :p”
Mizu
rimase un po’ spiazzata da quella risposta, come se la cosa le
dispiacesse. Si diede mentalmente dell’idiota e rispose con un
semplice:
“
Hai
ragione.”
Poi
mise via il telefono, ma quell’espressione un po’ delusa
non sfuggì alla bionda.
«
Allora, anziana senpai…» esordì Kimiko con mezzo
sorriso « Ora è il tuo momento sul palco delle
confessioni… »
«
Ehm… cosa dovrei confessare esattamente? » Chiese Mizu
con un sorriso confuso.
«
Fai le tue domande, kohai, e avrai le tue risposte. » Disse
infine, con finto tono saccente.
«
Avete già fatto sesso o siete fermi al bacio? »
«
EEEEH?! » Squittì Mizu a voce talmente alta da far
girare i passanti. « Ma sei matta?! Di che stai parlando? Io e
Hawks non abbiamo quel tipo di relazione, siamo solo colleghi! »
«
Quindi siete fermi al bacio. Volevo saperne di più per avere
qualche dritta. » ci rifletté un attimo « Forse le
ali sono scomode in certe occasioni… dici che le tiene piegate
o del tutto aperte? »
«
Kimiko guarda che hai davvero frainteso! Non ho mai baciato Hawks! »
“
Ma
ammetti che forse vorresti.” Anche la sua mente era contro di
lei.
«
Abbiamo solo un rapporto professionale e… non voglio
immaginare come tiene le ali mentre fa sesso! »
“
Probabilmente
avvolge la sua partner e poi le spiega nel culmine” Si disse
mentalmente, per poi scuotere la testa per cercare di scacciare quei
pensieri.
«
Vorrei evitare di immaginare certe cose… » Ammise,
coprendosi gli occhi e arrossendo. « Non perché sia
eccessivamente pudica, ma… Ho già una persona che mi
piace e non è Hawks… »
«
Dai… non sarà mica mister occhiaie? » La guardò
contraria « Sei così energica e socievole con tutti,
praticamente l’opposto di quel tipo… non è
neanche così conosciuto come “pro Hero”... »
«
Non sai che gli opposti si attraggono? » Mizu fece un sorriso
triste.
«
Purtroppo non si sceglie di chi innamorarsi… E Shota è
l’amore della mia vita. » Fece una breve pausa. « O
almeno, lo credevo fino a qualche tempo fa. Ora non ne sono più
così sicura… »
«
Dovresti seguire gli stessi consigli che hai dato a me. » le
diede una pacca sulla spalla « Fanculo il passato e via al
presente, vai da chi ti fa sentire bene o almeno provaci. »
Mizu emise una breve risata.
«
Hai perfettamente ragione, ma sai… è molto più
facile dare consigli altri altri. Quando poi si tratta di se stessi,
è tutto un altro paio di maniche… » Sospirò
pesantemente. « Vedi, con Shota è stata una bella
relazione, che pensavo sarebbe durata per sempre, ma poi.. Ha deciso
che il suo “ sempre” era finito. Adesso che ci siamo
ritrovati è tutto così complicato… Nessuno dei
due sa bene cosa vuole, forse vorremmo stare insieme ma anche noi
siamo troppo feriti. Oppure è davvero arrivato il momento di
chiudere questo capitolo… Sarò onesta, almeno con te: Hawks non mi è totalmente indifferente, ma… non so
nemmeno il suo nome se non quello da Hero! Non so nulla su di lui, se
non che è un irriverente pennuto su cui si può davvero
fare affidamento. Anche Shota è affidabile, ma… è
molto più assente e non capisco esattamente cosa provi. »
Mizu guardò Kimiko. « Ma guardami, io che ti ascolto e
do consigli per problemi seri e poi finisco per lamentarmi della mia
vita sentimentale! Ti sarò sembrata estremamente frivola…
Non che mi manchino gli altri problemi, ma almeno pensando a
questi non rifletto su tutto il resto… »
«
Nah… frivola no. Noto solo che avevi bisogno di parlare anche
tu con qualcuno. » continuò ad avanzare « Prova a
vederla così… se ti piace aiutare gli altri è
giusto vedere se, proprio i tuoi consigli, riescono ad aiutare le
persone. Metti in pratica quello che hai detto a me, così la
prossima volta riuscirai a dare migliori consigli. »
«
Mi spiace se i miei consigli fanno pena. » Ridacchiò
nervosamente. « Il vero problema è che non so ancora se
sono pronta a lasciarmi Shota alle spalle… Una parte di me lo
amerà sempre, però… forse è tempo di
capire se posso avere un’opportunità con qualcun altro.
»
«
No “senpai”, hai interpretato male quello che volevo
dire. » le sorrise « I tuoi consigli non posso sapere se
sono giusti o sbagliati, anche perchè non li ho messi in
pratica, ma proverò a farlo, per vedere se questo gioverà
alla mia persona. Tu dovresti fare lo stesso nella tua situazione.
Lasciati quel passato alle spalle, fai nuove esperienze e buttati a
capofitto. » si grattò la nuca « Nel caso ti
facessi male vedrò di aiutarti sollevandoti per un braccio. »
fece spallucce.
«
Vedi che sei una tenerona quando ti lasci andare? » Mizu la
prese a braccetto. « E, per quello che vale, farei lo stesso
per te. »
“Chissà
se prenderesti davvero la mano sporca di sangue di un’assassina”
Le
sorrise divertita.
«
Facciamo un salto al supermercato, ho da prendere delle cose…
»
«
Ti accompagno volentieri, sono curiosa di vedere cosa comprende il
tuo regime alimentare per essere cresciuta in questo modo così
nordico! »
Le
diede delle pacchetta sul dorso della mano.
«
Non ti faccio scervellare inutilmente. » le rivolse un nuovo
sorriso « Il segreto è la genetica. Perché,
tadan! Io sono americana! » Mizu sgranò gli occhi.
«
Come? Questa mi è nuova… Hai il sangue misto oppure sei
solo americana? »
«
Mamma americana, papà giapponese. » ci riflettè
su « Anche se dall’aspetto ricorda tutto tranne che un
occhi a mandorla. »
«
Anche mia madre ha parenti americani, infatti ha un nome straniero ed
è stata in America per gli studi. Sarebbe Lysa ma qui
traslitta in Risa. »
«
Mh… quindi Helena sarebbe? Herena? » trattenne una
risata, cosa che invece Mizu non fece.
«
Esattamente. » La dottoressa era davvero contenta che
finalmente la ragazza stesse affrontando con lei l’argomento
spinoso di sua madre.
«
Per fortuna ha avuto la brillante idea di darmi un nome giapponese,
almeno si evitavano storpiature. » dipinse sul volto
un’espressione soddisfatta.
«
Lo hanno scelto insieme, lei e Gorou-san? » Tentò Mizu,
sperando di non esagerare. Kimiko si fermò davanti all’entrata
del supermercato, voltandosi verso di lei con aria seria. Gli occhi
sembravano brillare mentre si immergevano nelle pozze azzurre di
Mizu. Socchiuse le labbra, dall’aspetto ci si aspettava una
qualche risposta secca ma, in un attimo, la faccia buffa seguita da
una fragorosa risata spezzò quel momento di leggera tensione.
«
Dai… seriamente sei convinta che Gorou sia mio padre? »
si asciugò una lacrima « Eppure sei abbastanza
intelligente per dedurre certe cose… soprattutto su Gorou…
non noti mai i suoi sguardi strani
verso
un determinato tipo di clientela? »
«
Beh avevo il sospetto che non lo fosse ma, proprio perché sono
intelligente, stavo prendendo il discorso alla larga, perché
non sapevo come avresti reagito. » Entrarono nel negozio ed
iniziarono a girare per i vari reparti, con Kimiko che portava avanti
il carrello e Mizu indicava i prezzi della merce in sconto. « E
comunque no, non li ho notati, cosa intendi per sguardi
strani ?
» La bionda mugolò pensierosa mentre osservava il retro
dei contenitori della soba.
«
Gli sguardi strani che rivolge al sesso femminile. Gorou non è
un grande amante delle donne. » ripose sullo scaffale uno dei
barattoli « Stima più le banane, per dirla in modo
divertente. »
«
Oh, non sapevo avesse quel tipo di gusti. Non che a me crei qualche
disagio, ma… è un vero peccato, sono certa che molte
clienti se lo sapessero, scoppierebbero in lacrime. »
«
Meglio saperlo a voce che vedere il tuo tutore avvinghiato ad un
tizio dall’identità sconosciuta. » mise nel
carrello vari barattoli di soba « Credo che rimasi almeno due
mesi confusa da quella scena. » Mizu scoppiò a ridere. «
Se non sbaglio avevo...mh.. 15 anni? »
«
Ma quindi, com’è che è il tuo tutore? »
Chiese l’azzurra, asciugandosi una lacrima creata dalle troppe
risa. Kimiko poggiò le braccia sul carrello spingendolo verso
la prossima corsia.
«
Sembrerà una risposta stupida, ma credimi, è andata
davvero così. Hai presente quei racconti fantasy dove una
ragazza cade all’improvviso dal cielo? Ecco, una cosa del
genere. » fece spallucce fissandola con perplessità.
«
Cos’è successo ai tuoi genitori? » Chiese la
dottoressa, stavolta fattasi seria. Kimiko sorrise con amarezza,
fissando le varie cose all’interno del carrello.
«
Lui circondato dalla fama… lei qualche metro sotto terra…
» spinse di più il carrello distanziandosi da Mizu.
L’azzurra non le permise di lasciarla indietro e aumentò
il passo, poi quando la raggiunse, le poggiò una mano su un
avambraccio.
«
Non scappare. Sono qui, non c’è nessun altro che ti sta
ascoltando, non temere. » Puntò i suoi occhi sul viso di
Kimiko, aspettando che si girasse.
«
Circondato dalla fama, eh? Avere un genitore che sceglie di diventare
un eroe professionista, non è sempre il massimo, lo so bene.
Si, non ci voleva un genio per capirlo, considerata la tua estrema
avversione per gli Hero… »
«
Oh, no senpai, cadi in errore… » ridacchiò
nervosamente « Lui non sa neanche che io esisto, non sono una
di quelle messe da parte per seguire un sogno. Per scelta di mia
madre sono sempre rimasta anonima sulla paternità. Infatti,
qualora mi chiedessi chi esso sia, non potrei mai dirtelo, altrimenti
infrangerei una promessa a cui mia madre teneva tantissimo. »
«
Stai tranquilla, non ho bisogno di chiedertelo. Posso però
dirti che credo sia stato un errore. Per me tua madre avrebbe dovuto
per lo meno informarlo della tua esistenza e permettergli di agire di
conseguenza. » La mente di Mizu stava già iniziando a
collegare le varie informazioni. Un pezzo grosso degli Hero, talmente
tanto da decidere di nascondergli l’esistenza di una figlia.
Per di più Kimiko era mezza americana. La sua avversione per
l’operato degli Hero era ben nota e ora la faccenda del DNA
femminile, con tracce di quello di All Might. Sperava davvero di
sbagliarsi e che quelle fossero tutte coincidenze. Osservò la
bionda con apprensione, sapendo che solo con lo sguardo non sarebbe
riuscita a percepire tutto il dolore che si portava dentro, tutta
quell’oscurità. « Spero che un giorno mi parlerai
di ciò che è successo ad Helena. Senza pressione, solo
se e quando avrai voglia. » Kimiko le sorrise con una nota
divertita.
«
Sono certa che capiterà quell’occasione, senpai, ma
questo non è il giorno… »
«
Oh lo so, oggi si parla di ragazzi! » Mizu spezzò la
tensione del momento.
«
Hai davvero intenzione di mangiare quella roba? » Disse,
indicando la quantità di scatole di soba nel carrello. «
A parte che è davvero troppa per una sola persona… Hai
a disposizione la deliziosa cucina di Yuurei e preferisci queste
schifezze? »
«
Ah no! Questa roba non è mica per me! » rispose con
spontaneità « Lo stronzo ha la fissa di mangiare questa
roba, vive di soba. » indicò gli scaffali « Io
prendo tutto l’occorrente per del buon riso al curry. »
«
Aspetta… hai fatto tante manfrine prima e ora mi dici che
vivete assieme? » La bionda si grattò la nuca, mettendo
su un buffo broncio.
«
… comunque è uno stronzo e si comporta male… »
«
Per quale ragione gli permetti di vivere a casa tua, allora? »
«
Perchè non mi va che stia in giro da solo… tutto qua…
» Mizu le sorrise dolcemente.
«
Mi sembra che tu allora abbia già la risposta ai tuoi quesiti
di prima. » Kimiko la guardò con perplessità,
sbattendo più volte le palpebre senza capire.
«
Finiamo di fare la spesa… altrimenti si riprende quel
maledetto argomento sull’amore… »
«
Vuoi forse dirmi che non è un chiaro segno? E’ ovvio che
gli vuoi bene e parecchio. Ti importa che non stia male e che non sia
solo, se non è affetto profondo questo. E per risposta
intendevo che non vuoi che si allontani da te, è questa la
realtà. Cerca di essere meno dura con te stessa, sei troppo
rigida, ti metti troppi limiti. »
«
Avrei dei dubbi sulla questione del preoccuparmi che non stia male…
» assottigliò lo sguardo « Con l’ultimo
schiaffo che gli ho sferrato devo avergli strappato mezza faccia…
» borbottò con indifferenza.
«
E il motivo per cui l’hai colpito? Ne valeva la pena? Non c’era
una soluzione che non implicasse la violenza? »
«
Secondo me no… ho provato anche soddisfazione, visto che non
smetteva di punzecchiarmi… » ripensò all’episodio
« Accidenti se mi è piaciuto! » Mizu alzò
gli occhi al cielo.
«
Non ho ancora sentito il motivo per cui l’hai colpito. »
Kimiko scosse il capo, prendendo gli ultimi ingredienti dagli
scaffali.
«
Lavoro duramente tutti i giorni perchè, che piaccia o non
piaccia, i soldi servono. Ok che l’appartamento non è in
affitto ma di mia proprietà e capisco che lui possa essere
stato in strada per chissà quanto tempo e con chi… non
gli costava nulla mettere in ordine la casa in mia assenza. Invece mi
sono trovata davanti il devasto totale! E lui? In panciolle sul
divano a guardare la tv! Non sono una schiava, ma una sua amica.
» digrignò i denti nervosamente mentre si avviava alla
cassa « Quando gli ho fatto notare questa cosa, ha iniziato a
prendere vari discorsi pur di pararsi il culo e far passare me come
quella stronza e insensibile! Non scherziamo! » Mizu sospirò,
sorridendo.
«
Una coppia sposata che litiga… D’accordo, daccordo,
risponderò seriamente.» Aggiunse vedendo lo sguardo
truce della bionda. « Però davvero, seriamente Kim. Hai
deciso di farlo stare da te, forse parlare delle regole per una buona
convivenza darebbe più risultati che menarlo non appena
sbaglia, non credi? E’ vero, tu non sei la sua schiava e lui ha
sicuramente sbagliato a lasciare tutto in disordine, ma nemmeno lui è
il cane da colpire quando combina un guaio. Dovresti provare a
parlargli, a spiegarli come vivere insieme pacificamente, soprattutto
se sta a scrocco. E poi decidere se è il caso di affrontare
quegli argomenti spinosi.»
«
Il problema è che se inizio a parlargli, lui va a prendere un
altro argomento che per il momento non mi va di affrontare. »
iniziò a prendere le varie pietanze sbattendole sulla cassa «
Perchè lui vuole solo quel maledetto argomento, principino
viziato del cavolo! »
«
Stai calma.. non è innervosendoti che risolverai comunque.
Cerca di spiegargli che per ora non sei pronta, se non glielo dici,
lui non può leggerti nel pensiero. Magari capirà e
aspetterà che sia tu ad affrontare il discorso. » Kimiko
sospirò arresa mentre estraeva il portafogli per pagare il
conto. In effetti non gli aveva detto chiaramente che quell’argomento
era un tasto davvero dolente per lei, quindi si limitava ad evitare
l’argomento cambiando discorso o uscendo di casa con qualche
scusa pensata sul momento. Fece ruotare gli occhi, avvertendo
nuovamente quello strano disagio solo all’idea di dovergli
parlare.
«
Sono sicura che si concluderà a pugni e calci… »
sollevò le spalle prima di prendere le buste. Stavolta fu il
turno di Mizu di roteare gli occhi verso il cielo.
«
E chi lo sa, a questo punto credo sia il vostro modo contorto di
comunicare…» La bionda inclinò appena il capo,
augurandosi tutto tranne quel brutto finale fatto di schiaffi e
morsi. « Ricordati che la padrona delle tue azioni sei tu,
perciò se non vuoi che finisca in modo violento, devi metterci
anche la tua parte per far in modo che non accada. Se invece entri
subito in modalità “miccia pronta all’esplosione”
non risolvi granché… »
«
Quando sento di stare per esplodere, immaginerò una matassa di
gattini ciccioni che respirano a fatica per via dei rotolini in
eccesso. » Mizu rise di gusto.
«
Si, credo possa funzionare. E se non dovesse bastare, mandami un
messaggio. Ti manderò le foto del mio gatto ciccione. »
Gli occhi di Kimiko iniziarono a brillucicare.
«
Hai un gattino ciccione?! Adoro i gattini ciccioni! » Mizu
estrasse il telefono e mostrò a Kimiko delle immagini del
micio fulvo.
«
Si chiama Kotton, è un coccolone. »
«
Oh! Che carino! Vorrei anche io un gattino! Ma, per adesso, mi
accontento del pan-bradipo… shit…
»
«
A ciascuno il proprio animaletto, suppongo. » Mizu aiutò
Kimiko con le buste fino a casa sua. « Vuoi che salga per dire
due paroline al tuo? Tra l’altro non posso continuare a
chiamarlo Cicatrici, dovrai dirmi il suo nome.» Kimiko rimase
con le spalle rivolte verso il portone.
«
Nah, non ci sta bisogno di salire. Se con indifferenza alzerai lo
sguardo verso la finestra del secondo piano, lo noterai che sbircia
da dietro la tenda. » disse a denti stretti con uno strano tic
nervoso all’occhio destro « In questo momento mi sento
come nel film Misery
non deve morire. »
Mizu fece come suggerito ed effettivamente notò l’ombra
del ragazzo, riconoscendolo dalla capigliatura a spazzola.
«
Qualcuno era in pensiero per te. Dai, vai e non trattarlo troppo
male. » L’azzurra consegnò le buste a Kimiko
e la salutò con un gesto della mano. « Ci vediamo presto
e, per qualsiasi cosa, il mio numero lo hai. E’ un po’ il
caos in questo periodo, ma troverò sempre un po’ di
tempo per te. »
«
E’ già tanto quello che hai fatto oggi, quindi…»
si schiarì la voce « Grazie…» disse in un
flebile sussurro avviandosi verso il portone dopo aver ricambiato il
saluto con un gesto del capo. Si voltarono di spalle, ognuna per la
propria strada ma entrambe con un sorriso ad incurvare le loro
labbra.
Angolino
delle autrici
Eccoci!
Finalmente il pc ha finito l'aggiornamento, così abbiamo
potuto pubblicare. Capitolo bello corposo, con le nostre due eroine a
confronto, che se la spassano un po' da buone amiche.
Da
oggi, inoltre, oltre i link alle pagine FB, vi lasceremo anche i link
di Instagram, dove effettivamente siamo più attive. Se vi va,
supportateci e seguiteci lì ^^ P.s. Andate a vedervi i
profili, che c'è fresco fresco il disegno delle due patate
insieme <3
LilyShakarianFB
LilyShakarianIG
LadyBarberoFB
LadyBarberoIG
Grazie
a tutti in anticipo per il supporto ^^
Alla
settimana prossima!
Lady&Lily
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