Anime & Manga > Boku no Hero Academia
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Autore: LilyShakarian    14/10/2019    2 recensioni
Kimiko, dal passato triste e oscuro, dovrà affrontare i suoi demoni.
Mizu e il suo desiderio di aiutare gli altri, troppo spesso anteponendo se stessa.
Due nemesi ma che, come lo Ying e lo Yang, la Luce e l'Oscurità, si completano.
Un'indagine in corso, un assassino spietato, forse qualcuno lo aiuterà nella sua redenzione.
Questa storia comincia prima dell'inizio di My Hero Academia e pian piano si metterà in pari.
Possibili SPOILER più avanti.
Utilizziamo la teoria secondo cui Dabi è Touya Todoroki, ma NON È SPOILER. È per l'appunto solo una teoria. Se la cosa dovessere cambiare, metteremo l'avviso.
Presenza di OC, personaggi originali.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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« Ecco i vostri ordini, signori » disse Kimiko con un mezzo sorriso servendo i piatti al tavolo « E buon appetito. »

« Dall’aspetto e il buon profumo sembrano proprio deliziosi! » aggiunse uno dei commensali, strofinando le mani pronto a consumare la sua portata.

La ragazza si congedò con un breve inchino, riprendendo subito dopo la sua postazione dietro al bancone.

« Sembri più riposata rispetto ai giorni precedenti » commentò Gorou, fissandola di traverso « Hai finalmente fatto pace col tuo letto? »

« Mettiamola pure così. » Rispose la ragazza, prendendo dal taschino il telefono così da curiosare un po’ sulle news che internet offriva. In effetti la giornata sembrava essere iniziata abbastanza bene. Dopo la discussione avuta la sera precedente col ragazzo, al suo risveglio si sarebbe aspettata il caos rimasto dalla sera prima, magari come gesto dispettoso da parte di Touya. Ma – come in un bellissimo sogno dal quale non si sarebbe voluta svegliare – con grande stupore si era ritrovata il salone e la cucina in perfette condizioni. Con espressione soddisfatta in volto, aveva osservato ogni angolo, finendo col buttare uno sguardo sul divano dove il ragazzo se ne stava disteso e addormentato, forse sfinito per il duro lavoro. Con movenze feline così da evitare di svegliarlo, aveva preso il cambio dalla camera e si era avviata in bagno. Dopo aver fatto una doccia in tranquillità ed indossato il cambio pulito, aveva mangiato un boccone al volo e si era diretta a lavoro nel caos mattutino.

« Stavo pensando di rinnovare l’iscrizione in palestra… » storse le labbra mentre era intenta a scorrere il dito sul display.

« Proprio ora che hai ripreso la freschezza ed il riposo giusto? » il locandiere sospirò, scuotendo il capo contrario alle parole di Kimiko « Secondo me quello che ti serve è uno svago come si deve. »

« Tipo? »

« Che ne so… magari le cose che fanno tutte le ragazze della tua età. »

« Ricoprirsi di trucco appariscente con annessi vestiti sgargianti e girare per negozi e locali pronte a balzare sul primo ragazzo che capita a tiro? Nah… » sorrise divertita, riponendo il cellulare nella tasca « Non sono fatta per questo genere di cose. » lasciò il suo posto per andare a prendere una nuova ordinazione. Gorou la fissò con leggera perplessità lasciando che un sospiro desse voce ai suoi pensieri di padre ormai arreso all’evidenza. Prima che potesse aggiungere altri commenti, il tintinnio della campanella all’ingresso, segnò l’arrivo di un nuovo cliente. Quando gli sguardi di Kimiko e Gorou si puntarono quasi simultaneamente sulla porta, notarono la figura di Mizu. La donna, però, per quanto stesse sorridendo e li stesse salutando con la mano, sembrava più pallida del solito.

« Guarda chi si vede! » esordì la bionda poggiando una mano sul fianco « Ancora stremata dalla missione? » mostrò un ghigno divertito. L’azzurra specchiò i suoi occhi in quelli magenta della cameriera e sembrò prendersi qualche attimo di troppo per ponderare la sua risposta.

« Già… mi ha davvero stremata. Si vede che sono sempre chiusa in un ufficio. »

« Oh… chiusa in ufficio o in qualche posticino segreto con il pollo? » la fissò a lungo con espressione maligna « Le ultime riprese mostrano la dolce Mizu tra le braccia dell’uomo alato che prendono il volo verso terre sconosciute. » A quelle parole, Mizu sgranò gli occhi e arrossì vistosamente.

« Per favore Kimiko, non ti ci mettere pure tu! Non ero nemmeno cosciente! » Kimiko portò entrambe le mani sul viso in una finta espressione di stupore.

« Oh my god! Chissà cos’altro sarà successo! » Mizu aggrottò le sopracciglia e si preparò a risponderle a tono, ma poi chiuse la bocca, si guardò attorno e cambiò completamente espressione, assumendone una più tronfia.

« E invece il tuo nuovo amichetto dove l’hai lasciato? »

« Ti riferisci a To- » si morse il labbro prima di completare il nome, forse non era il caso di pronunciarlo, viste le conoscenze di Mizu. Si schiarì la voce con qualche colpo di tosse guardandola vaga « Lo stronzo è chissà dove… onestamente non è affar mio di cosa fa o dove va. »

« Certo, certo… esattamente come il “pollo”. » La dottoressa le sorrise complice. « Perché non mi porti qualcosa da bere e mi fai compagnia come finisci il turno? » Kimiko mugolò pensierosa.

« Non ho nulla di interessante da fare, quindi… perchè no? Basta che non andiamo al karaoke o in qualche locale alla moda… » le fece cenno di accomodarsi, andando a prepararle il solito drink sotto lo sguardo curioso di Gorou che stava spostando gli occhi prima sua una e poi sull’altra. Mizu intercettò lo sguardo dell’uomo e gli sorrise, salutandolo.

« Come va? » Gli chiese, avvicinandosi.

« Sempre come al solito. Inizia qualche dolorino per l’età, ma nulla di così interessante. Tu invece? Sicura di stare bene? »

« Suvvia, Gorou-san, quale vecchiaia e vecchiaia, è sempre il solito. Sfido chiunque qui al locale a non subire il suo fascino. Per quanto riguarda me, si, sto bene. E’ solo un periodo molto intenso. » Per quanto gli piacessero il gestore del Doragon e i suoi dipendenti, erano comunque civili e preferiva non sbottonarsi troppo sulle faccende del lavoro.

« Vedi di non fare sforzi eccessivi. Capisco la tua posizione, ma strafare non aiuta né te né gli altri. » Gli sorrise congedandosi per andare verso la cassa. Intanto Kimiko preparò il suo drink poggiandolo con leggera forza davanti a Mizu senza smettere di scrutarla. La dottoressa sbatté le palpebre più volte, perplessa.

« Non c’è bisogno di sbattere il bicchiere. Se hai qualcosa da dire, dimmi pure, Kimiko. »

« In genere, se qualcuno mi propone di passare del tempo insieme, finisce sempre che io passi dei guai. Sono sospettosa… » sollevò lo sguardo al soffitto « e forse anche un pochino stressata… »

« Ah lo so, lo so che sei iper sospettosa “ Kim”. » Mizu ridacchiò. « Posso chiamarti così? » La cameriera cercò di nascondere una vena pulsante per quel diminutivo che risuonava come un eco nella sua testa con lo stesso tono di voce di Touya.

« Va bene… » Mostrò un sorriso più tirato del solito.

« Sei in pausa? » Le chiese, sorseggiando la bevanda.

« Chiamiamola pure pausa. Quei clienti stanno occupando i posti non so da quanto ormai. » alzò lo sguardo verso l’orologio da parete, notando che mancavano ancora quindici minuti per staccare da lavoro. Fissò nuovamente i clienti e, dopo aver fatto spallucce, si sfilò via il grembiule da lavoro, sistemandolo sul braccio. « Lascio questo e prendo la mia roba, tu finisci pure il tuo drink. »

« Ti aspetto qui. » Rispose, continuando a bere e dando una sbirciata ai messaggi sul cellulare. Kimiko lasciò il grembiule al suo posto,salutò velocemente Yuurei, alle prese con le cucine, poi prese il suo cappotto e si avviò silenziosa verso Mizu. Giunta alle sue spalle curiosò verso il display del suo cellulare.

« Messaggi con il pollo o con mister occhiaie perenni? » Mizu si portò immediatamente il cellulare al petto e la guardò malissimo, arrossendo.

« Questo non è carino, Kim. Stai violando la mia privacy, potrebbe anche essere una questione di lavoro! »

« Certo, chiamiamolo lavoro. » Le sorrise maliziosa. Fece un cenno con la mano verso Gorou e lui di risposta ricambiò chinando appena il capo. « Il drink lo offre la casa. » indossò il cappotto « Vogliamo andare? » Sorrise divertita avviandosi verso la porta del locale. La dottoressa imitò il gesto di saluto verso Gorou, aggiungendo un mezzo inchino di ringraziamento per la bevanda offerta, e poi seguì la bionda fuori dal Doragon.

« Allora, facciamo un patto. Io ti parlo dei miei problemi con “ il pollo e occhiaie perenni”, se tu mi parli di Cicatrici. » Esordì Mizu, mentre i loro piedi lasciavano impronte sulla neve. La bionda sospirò lungamente, sistemandosi il colletto.

« Credi sia davvero interessante parlare di lui? Perché per il momento ho solo da dire tante e forse troppe cose negative. Non ci sta bisogno di fare patti per tutto questo, forse dovrei parlare un po’ a prescindere. Anche perché non riesco a capire se sono nel torto oppure no. » Sospirò nuovamente portando le mani nelle tasche. « Parlarne con Gorou non serve a nulla e con Yuurei, beh… tra uomini ci si spalleggia sempre quindi sarebbe del tutto inutile. »

« Sono qui per ascoltarti. » Le disse Mizu, stavolta guardandola seria e incoraggiante.

« Mh… continua a chiedermi cose alle quali, per il momento, non posso dare risposta. Probabilmente per mia vigliaccheria… »

« Parlami un po’ di lui. Chi è, una vecchia fiamma? Perché mi sembra di capire che non sia una nuova conoscenza, ma più un fantasma del passato.» Kimiko la fissò con espressione disgustata appena sentì pronunciare la parola fiamma.

« No, please… non mettiamoci l’amore di mezzo. » si grattò la nuca imbarazzata « Se devo essere sincera… non ho mai avuto storie o contatti con nessun ragazzo in tutta la mia vita. » Mizu si bloccò di scatto e la fissò sbalordita. « Fai per via di impegni o la testa completamente altrove, ma nella mia vita nessun ragazzo ha mai fatto capolino, soprattutto lui. » abbassò lo sguardo « E’ solo un amico di vecchia data perso di vista e, se devo dire bene le cose come stanno, me lo ricordavo completamente diverso, in tutto. »

« Scusami, tiro un po’ il freno a mano perchè sto veramente capendo poco. » Rispose la dottoressa, riprendendo a camminare. « Mi ha lasciata davvero sorpresa sapere che non hai mai avuto una storia. Insomma, posso capire che Gorou-san sia iper protettivo, ma tu sei una bella ragazza e, caratteraccio a parte, non penso avresti difficoltà a trovare un ragazzo. »

« Beh, non posso negare che certe proposte non siano arrivate. Numeri di telefono, battutine. Solo che non mi hanno mai stimolata o affascinata a quel punto. Nemmeno sessualmente. » si portò l’indice al mento, pensierosa.

« Non che ci sia qualcosa di male o di sbagliato in questo, sia chiaro. Semplicemente non me l’aspettavo. » Rispose Mizu, flemmatica. « E invece questo tuo amico riapparso dal tuo passato? Sei felice che sia nuovamente nella tua vita? »

« Non lo so nemmeno io. Come ti ho già detto, le troppe domande mi mettono in perenne disagio… un effetto che mi mancava! » sorrise forzatamente « E questo succede con lui, perché o tu o Gorou, ma anche Yuurei, non mi trasmettete lo stesso effetto. »
« Allora forse verso questa persona provi davvero qualcosa di diverso, se ti fa sentire diversamente rispetto agli altri. Magari è perché proprio non accetti l’idea di poter provare amore. » Kimiko la fissò distrattamente.

« Che ne so… dubito che il disagio sia compreso in questo amore che tanto viene nominato. Non provo batticuore o vuoti allo stomaco, non riesco proprio a guardarlo appena mi chiede di approfondire alcune cose lasciate in sospeso. E no, non riguardano cose amorose… » le sorrise divertita « In conclusione, credo che non mi innamorerò mai di nessuno, perché puntualmente si soffre e io non voglio assolutamente questo… »

« L’amore si mostra in tante forme, Kim. Non necessariamente con le farfalle allo stomaco. Mi sembra di capire che gli vuoi bene, ma che c’è qualcosa che non ti permette di lasciarti completamente andare al vostro rapporto, qualunque esso sia. Hai detto che è cambiato, ma non hai pensato che magari sei cambiata anche tu? Siete cresciuti e siete diversi entrambi, vi state ancora riallineando. Se vuoi che le cose migliorino, però, devi trovare il coraggio e la forza di affrontare i demoni del passato che vi hanno separati. Non puoi sperare che faccia solo lui passi avanti, devi essere anche tu ad andare incontro, altrimenti non vi riavvicinerete mai. » Mizu alzò gli occhi al cielo ormai scuro e pieno di stelle, mentre la condensa formatasi mentre parlava, si disperdeva nell’aria. « Dovresti prenderti il tempo per capire cosa vuoi, se preferisci che sparisca di nuovo allora non fare niente, lascia tutto irrisolto e sarà lui ad andarsene. Perché per quanto ci tenga, a furia di sbattere su un muro, anche lui prima o poi si stancherà. Se invece vorresti che restasse, allora… beh saprai meglio di me quali sono gli argomenti spinosi da affrontare con lui. » Lo sguardo magenta si assottigliò su alcune parole. Da una parte avrebbe voluto stare ferma nei suoi silenzi, così da permettere a Touya di andarsene dalla sua vita, ma il flebile pensiero della sua schiena che spariva lentamente nell’oscurità non la lasciava del tutto indifferente. Scosse il capo lentamente, concentrandosi sul suo respiro.

« Anni fa, provai questo affetto amorevole nei riguardi di una persona. Nemmeno lei era una santa, ma riusciva sempre a farsi perdonare in ogni modo. La vita mi sembrava perfetta, non avevo bisogno di nulla, finché qualcuno non ebbe la brillante idea di strapparmela via per motivi che non sto qui a spiegarti… fu proprio in quell’istante che la mia esistenza iniziò a fare schifo, dovrei nuovamente aprirmi a qualcuno così da agevolarmi la discesa verso il basso? Non mi va di toccare il fondo onestamente…» Mizu si fermò nuovamente, stavolta più risoluta. « Kim.. » Fece voltare la bionda verso di sé e le mise le mani sulle spalle. « Ascoltami bene… E’ vero, amare qualcuno, in qualsiasi modo, fa male, perché permettiamo a quella persona di ferirci, anche involontariamente, però… otteniamo anche molto altro in cambio, non solo dolore. Sei ferita, lo vedo chiaramente. Non so nemmeno se questa ferita si sia richiusa o se sia una cicatrice, ma posso assicurarti che è normale. Tutti soffriamo, chi più chi meno, chi subisce cose peggiori di altri, chi è semplicemente più sensibile, ma se permettiamo alle cose che ci capitano di controllarci, non saremo mai liberi di essere ciò che siamo realmente. Devi scusarmi, al lavoro non mi sarei mai permessa di cercare un contatto fisico così diretto con un mio paziente, ma tu sei una mia amica, o almeno vorrei che lo fossi. Anche dicendoti questo io mi sto aprendo a te, sto lasciando uno spazio che ti può permettere di ferirmi, ma sono io a deciderlo, sono io a rischiare. E’ sempre una nostra scelta e un po’ di sofferenza, spesso, vale la presenza di alcune persone al nostro fianco. » Questa volta il sorriso di Kimiko era tutto tranne che forzato. Tanto era la dolcezza espressa dal suo viso che le gote le si arrossarono, complice il freddo e quella strana somiglianza con sua madre che, con la stessa premura che mostrava Mizu in quel momento, cercava di supportare la figlia in tutte le sue scelte. Chissà se l’azzurra sarebbe stata così propensa a porgerle la mano e i suoi consigli se avesse saputo chi lei fosse realmente. Inclinò appena il capo sulla spalla senza smettere di guardarla.

« Ti metterai nei guai standomi vicina… in questo caso… » le diede una schicchera contro la fronte « Farai schifo insieme a me! » le rivolse il miglior sorriso che aveva.

« Ehi! Sono io che dovrei darle a te le schicchere! » Affermò offesa, massaggiandosi il punto dolente. « Il rispetto per i senpai è sempre più sconosciuto in queste nuove generazioni… Tu e Hawks avete già qualcosa in comune!» Con la mano, Kimiko misurò la differenza tra le loro altezze.

« Sei bassa per essere una senpai… ma almeno sei agevolata con il pollo! »

« La mia altezza c’entra ben poco, sei tu ad essere una gigantessa per essere una giapponese! » Mizu fece qualche passo camminando sulle punte dei piedi, facendo scoppiare a ridere Kimiko. « E comunque... cos’è tutta questa convinzione che tra me e Hawks ci sia qualcosa? » La bionda fece ruotare gli occhi.

« Non ti piace che si prenda confidenza, ma ti fai portare in volo più volte dal polletto. » prese il cellulare cercando una cosa, voltando poi lo schermo verso Mizu « Li chiamano paparazzi, non si sa dove andavate, ma qui non mi sembri svenuta. Spaventata si, ma vedo che sei bene avvinghiata a lui. »

Mizu sgranò gli occhi e strappò letteralmente di mano il cellulare a Kimiko, portandoselo praticamente attaccato al naso. Non poteva credere che fossero riusciti a fotografarli da quell’altezza e ora riusciva anche a capire meglio il sospetto di Aizawa. Sospirò sconfitta, restituendo il cellulare all’altra ragazza e abbassando le spalle.

« Ora capisco meglio alcune cose… » Ammise più con sé stessa che altro.

« Certo che i giornalisti ne sanno una più del diavolo, riescono a far credere sempre quello che vogliono… » Si fece passare la foto e la inoltrò ad Hawks, insieme ad un messaggio.

Guarda un po’ cosa gira in rete. Mi aspetto di trovare un articolo su di noi a breve. Cosa facciamo?”

Non dovette attendere troppo per la risposta.

Assolutamente niente, più gli si da corda, più continuano. E poi non c’è da preoccuparsi, in fondo non c’è nessun noi, giusto? :p”

Mizu rimase un po’ spiazzata da quella risposta, come se la cosa le dispiacesse. Si diede mentalmente dell’idiota e rispose con un semplice:

Hai ragione.”

Poi mise via il telefono, ma quell’espressione un po’ delusa non sfuggì alla bionda.

« Allora, anziana senpai…» esordì Kimiko con mezzo sorriso « Ora è il tuo momento sul palco delle confessioni… »

« Ehm… cosa dovrei confessare esattamente? » Chiese Mizu con un sorriso confuso.

« Fai le tue domande, kohai, e avrai le tue risposte. » Disse infine, con finto tono saccente.

« Avete già fatto sesso o siete fermi al bacio? »

« EEEEH?! » Squittì Mizu a voce talmente alta da far girare i passanti. « Ma sei matta?! Di che stai parlando? Io e Hawks non abbiamo quel tipo di relazione, siamo solo colleghi! »

« Quindi siete fermi al bacio. Volevo saperne di più per avere qualche dritta. » ci rifletté un attimo « Forse le ali sono scomode in certe occasioni… dici che le tiene piegate o del tutto aperte? »

« Kimiko guarda che hai davvero frainteso! Non ho mai baciato Hawks! »

Ma ammetti che forse vorresti.” Anche la sua mente era contro di lei.

« Abbiamo solo un rapporto professionale e… non voglio immaginare come tiene le ali mentre fa sesso! »

Probabilmente avvolge la sua partner e poi le spiega nel culmine” Si disse mentalmente, per poi scuotere la testa per cercare di scacciare quei pensieri.

« Vorrei evitare di immaginare certe cose… » Ammise, coprendosi gli occhi e arrossendo. « Non perché sia eccessivamente pudica, ma… Ho già una persona che mi piace e non è Hawks… »

« Dai… non sarà mica mister occhiaie? » La guardò contraria « Sei così energica e socievole con tutti, praticamente l’opposto di quel tipo… non è neanche così conosciuto come “pro Hero”... »

« Non sai che gli opposti si attraggono? » Mizu fece un sorriso triste.

« Purtroppo non si sceglie di chi innamorarsi… E Shota è l’amore della mia vita. » Fece una breve pausa. « O almeno, lo credevo fino a qualche tempo fa. Ora non ne sono più così sicura… »

« Dovresti seguire gli stessi consigli che hai dato a me. » le diede una pacca sulla spalla « Fanculo il passato e via al presente, vai da chi ti fa sentire bene o almeno provaci. » Mizu emise una breve risata.

« Hai perfettamente ragione, ma sai… è molto più facile dare consigli altri altri. Quando poi si tratta di se stessi, è tutto un altro paio di maniche… » Sospirò pesantemente. « Vedi, con Shota è stata una bella relazione, che pensavo sarebbe durata per sempre, ma poi.. Ha deciso che il suo “ sempre” era finito. Adesso che ci siamo ritrovati è tutto così complicato… Nessuno dei due sa bene cosa vuole, forse vorremmo stare insieme ma anche noi siamo troppo feriti. Oppure è davvero arrivato il momento di chiudere questo capitolo… Sarò onesta, almeno con te: Hawks non mi è totalmente indifferente, ma… non so nemmeno il suo nome se non quello da Hero! Non so nulla su di lui, se non che è un irriverente pennuto su cui si può davvero fare affidamento. Anche Shota è affidabile, ma… è molto più assente e non capisco esattamente cosa provi. » Mizu guardò Kimiko. « Ma guardami, io che ti ascolto e do consigli per problemi seri e poi finisco per lamentarmi della mia vita sentimentale! Ti sarò sembrata estremamente frivola… Non che mi manchino gli altri problemi, ma almeno pensando a questi non rifletto su tutto il resto… »

« Nah… frivola no. Noto solo che avevi bisogno di parlare anche tu con qualcuno. » continuò ad avanzare « Prova a vederla così… se ti piace aiutare gli altri è giusto vedere se, proprio i tuoi consigli, riescono ad aiutare le persone. Metti in pratica quello che hai detto a me, così la prossima volta riuscirai a dare migliori consigli. »

« Mi spiace se i miei consigli fanno pena. » Ridacchiò nervosamente. « Il vero problema è che non so ancora se sono pronta a lasciarmi Shota alle spalle… Una parte di me lo amerà sempre, però… forse è tempo di capire se posso avere un’opportunità con qualcun altro. »

« No “senpai”, hai interpretato male quello che volevo dire. » le sorrise « I tuoi consigli non posso sapere se sono giusti o sbagliati, anche perchè non li ho messi in pratica, ma proverò a farlo, per vedere se questo gioverà alla mia persona. Tu dovresti fare lo stesso nella tua situazione. Lasciati quel passato alle spalle, fai nuove esperienze e buttati a capofitto. » si grattò la nuca « Nel caso ti facessi male vedrò di aiutarti sollevandoti per un braccio. » fece spallucce.

« Vedi che sei una tenerona quando ti lasci andare? » Mizu la prese a braccetto. « E, per quello che vale, farei lo stesso per te. »

Chissà se prenderesti davvero la mano sporca di sangue di un’assassina

Le sorrise divertita.

« Facciamo un salto al supermercato, ho da prendere delle cose… »

« Ti accompagno volentieri, sono curiosa di vedere cosa comprende il tuo regime alimentare per essere cresciuta in questo modo così nordico! »

Le diede delle pacchetta sul dorso della mano.

« Non ti faccio scervellare inutilmente. » le rivolse un nuovo sorriso « Il segreto è la genetica. Perché, tadan! Io sono americana! » Mizu sgranò gli occhi.

« Come? Questa mi è nuova… Hai il sangue misto oppure sei solo americana? »

« Mamma americana, papà giapponese. » ci riflettè su « Anche se dall’aspetto ricorda tutto tranne che un occhi a mandorla. »

« Anche mia madre ha parenti americani, infatti ha un nome straniero ed è stata in America per gli studi. Sarebbe Lysa ma qui traslitta in Risa. »

« Mh… quindi Helena sarebbe? Herena? » trattenne una risata, cosa che invece Mizu non fece.

« Esattamente. » La dottoressa era davvero contenta che finalmente la ragazza stesse affrontando con lei l’argomento spinoso di sua madre.

« Per fortuna ha avuto la brillante idea di darmi un nome giapponese, almeno si evitavano storpiature. » dipinse sul volto un’espressione soddisfatta.

« Lo hanno scelto insieme, lei e Gorou-san? » Tentò Mizu, sperando di non esagerare. Kimiko si fermò davanti all’entrata del supermercato, voltandosi verso di lei con aria seria. Gli occhi sembravano brillare mentre si immergevano nelle pozze azzurre di Mizu. Socchiuse le labbra, dall’aspetto ci si aspettava una qualche risposta secca ma, in un attimo, la faccia buffa seguita da una fragorosa risata spezzò quel momento di leggera tensione.

« Dai… seriamente sei convinta che Gorou sia mio padre? » si asciugò una lacrima « Eppure sei abbastanza intelligente per dedurre certe cose… soprattutto su Gorou… non noti mai i suoi sguardi strani verso un determinato tipo di clientela? »

« Beh avevo il sospetto che non lo fosse ma, proprio perché sono intelligente, stavo prendendo il discorso alla larga, perché non sapevo come avresti reagito. » Entrarono nel negozio ed iniziarono a girare per i vari reparti, con Kimiko che portava avanti il carrello e Mizu indicava i prezzi della merce in sconto. « E comunque no, non li ho notati, cosa intendi per sguardi strani ? » La bionda mugolò pensierosa mentre osservava il retro dei contenitori della soba.

« Gli sguardi strani che rivolge al sesso femminile. Gorou non è un grande amante delle donne. » ripose sullo scaffale uno dei barattoli « Stima più le banane, per dirla in modo divertente. »

« Oh, non sapevo avesse quel tipo di gusti. Non che a me crei qualche disagio, ma… è un vero peccato, sono certa che molte clienti se lo sapessero, scoppierebbero in lacrime. »

« Meglio saperlo a voce che vedere il tuo tutore avvinghiato ad un tizio dall’identità sconosciuta. » mise nel carrello vari barattoli di soba « Credo che rimasi almeno due mesi confusa da quella scena. » Mizu scoppiò a ridere. « Se non sbaglio avevo...mh.. 15 anni? »

« Ma quindi, com’è che è il tuo tutore? » Chiese l’azzurra, asciugandosi una lacrima creata dalle troppe risa. Kimiko poggiò le braccia sul carrello spingendolo verso la prossima corsia.

« Sembrerà una risposta stupida, ma credimi, è andata davvero così. Hai presente quei racconti fantasy dove una ragazza cade all’improvviso dal cielo? Ecco, una cosa del genere. » fece spallucce fissandola con perplessità.

« Cos’è successo ai tuoi genitori? » Chiese la dottoressa, stavolta fattasi seria. Kimiko sorrise con amarezza, fissando le varie cose all’interno del carrello.

« Lui circondato dalla fama… lei qualche metro sotto terra… » spinse di più il carrello distanziandosi da Mizu. L’azzurra non le permise di lasciarla indietro e aumentò il passo, poi quando la raggiunse, le poggiò una mano su un avambraccio.

« Non scappare. Sono qui, non c’è nessun altro che ti sta ascoltando, non temere. » Puntò i suoi occhi sul viso di Kimiko, aspettando che si girasse.

« Circondato dalla fama, eh? Avere un genitore che sceglie di diventare un eroe professionista, non è sempre il massimo, lo so bene. Si, non ci voleva un genio per capirlo, considerata la tua estrema avversione per gli Hero… »

« Oh, no senpai, cadi in errore… » ridacchiò nervosamente « Lui non sa neanche che io esisto, non sono una di quelle messe da parte per seguire un sogno. Per scelta di mia madre sono sempre rimasta anonima sulla paternità. Infatti, qualora mi chiedessi chi esso sia, non potrei mai dirtelo, altrimenti infrangerei una promessa a cui mia madre teneva tantissimo. »

« Stai tranquilla, non ho bisogno di chiedertelo. Posso però dirti che credo sia stato un errore. Per me tua madre avrebbe dovuto per lo meno informarlo della tua esistenza e permettergli di agire di conseguenza. » La mente di Mizu stava già iniziando a collegare le varie informazioni. Un pezzo grosso degli Hero, talmente tanto da decidere di nascondergli l’esistenza di una figlia. Per di più Kimiko era mezza americana. La sua avversione per l’operato degli Hero era ben nota e ora la faccenda del DNA femminile, con tracce di quello di All Might. Sperava davvero di sbagliarsi e che quelle fossero tutte coincidenze. Osservò la bionda con apprensione, sapendo che solo con lo sguardo non sarebbe riuscita a percepire tutto il dolore che si portava dentro, tutta quell’oscurità. « Spero che un giorno mi parlerai di ciò che è successo ad Helena. Senza pressione, solo se e quando avrai voglia. » Kimiko le sorrise con una nota divertita.

« Sono certa che capiterà quell’occasione, senpai, ma questo non è il giorno… »

« Oh lo so, oggi si parla di ragazzi! » Mizu spezzò la tensione del momento.

« Hai davvero intenzione di mangiare quella roba? » Disse, indicando la quantità di scatole di soba nel carrello. « A parte che è davvero troppa per una sola persona… Hai a disposizione la deliziosa cucina di Yuurei e preferisci queste schifezze? »

« Ah no! Questa roba non è mica per me! » rispose con spontaneità « Lo stronzo ha la fissa di mangiare questa roba, vive di soba. » indicò gli scaffali « Io prendo tutto l’occorrente per del buon riso al curry. »

« Aspetta… hai fatto tante manfrine prima e ora mi dici che vivete assieme? » La bionda si grattò la nuca, mettendo su un buffo broncio.

« … comunque è uno stronzo e si comporta male… »

« Per quale ragione gli permetti di vivere a casa tua, allora? »

« Perchè non mi va che stia in giro da solo… tutto qua… » Mizu le sorrise dolcemente.

« Mi sembra che tu allora abbia già la risposta ai tuoi quesiti di prima. » Kimiko la guardò con perplessità, sbattendo più volte le palpebre senza capire.

« Finiamo di fare la spesa… altrimenti si riprende quel maledetto argomento sull’amore… »

« Vuoi forse dirmi che non è un chiaro segno? E’ ovvio che gli vuoi bene e parecchio. Ti importa che non stia male e che non sia solo, se non è affetto profondo questo. E per risposta intendevo che non vuoi che si allontani da te, è questa la realtà. Cerca di essere meno dura con te stessa, sei troppo rigida, ti metti troppi limiti. »

« Avrei dei dubbi sulla questione del preoccuparmi che non stia male… » assottigliò lo sguardo « Con l’ultimo schiaffo che gli ho sferrato devo avergli strappato mezza faccia… » borbottò con indifferenza.

« E il motivo per cui l’hai colpito? Ne valeva la pena? Non c’era una soluzione che non implicasse la violenza? »

« Secondo me no… ho provato anche soddisfazione, visto che non smetteva di punzecchiarmi… » ripensò all’episodio « Accidenti se mi è piaciuto! » Mizu alzò gli occhi al cielo.

« Non ho ancora sentito il motivo per cui l’hai colpito. » Kimiko scosse il capo, prendendo gli ultimi ingredienti dagli scaffali.

« Lavoro duramente tutti i giorni perchè, che piaccia o non piaccia, i soldi servono. Ok che l’appartamento non è in affitto ma di mia proprietà e capisco che lui possa essere stato in strada per chissà quanto tempo e con chi… non gli costava nulla mettere in ordine la casa in mia assenza. Invece mi sono trovata davanti il devasto totale! E lui? In panciolle sul divano a guardare la tv! Non sono una schiava, ma una sua amica. » digrignò i denti nervosamente mentre si avviava alla cassa « Quando gli ho fatto notare questa cosa, ha iniziato a prendere vari discorsi pur di pararsi il culo e far passare me come quella stronza e insensibile! Non scherziamo! » Mizu sospirò, sorridendo.

« Una coppia sposata che litiga… D’accordo, daccordo, risponderò seriamente.» Aggiunse vedendo lo sguardo truce della bionda. « Però davvero, seriamente Kim. Hai deciso di farlo stare da te, forse parlare delle regole per una buona convivenza darebbe più risultati che menarlo non appena sbaglia, non credi? E’ vero, tu non sei la sua schiava e lui ha sicuramente sbagliato a lasciare tutto in disordine, ma nemmeno lui è il cane da colpire quando combina un guaio. Dovresti provare a parlargli, a spiegarli come vivere insieme pacificamente, soprattutto se sta a scrocco. E poi decidere se è il caso di affrontare quegli argomenti spinosi.»

« Il problema è che se inizio a parlargli, lui va a prendere un altro argomento che per il momento non mi va di affrontare. » iniziò a prendere le varie pietanze sbattendole sulla cassa « Perchè lui vuole solo quel maledetto argomento, principino viziato del cavolo! »

« Stai calma.. non è innervosendoti che risolverai comunque. Cerca di spiegargli che per ora non sei pronta, se non glielo dici, lui non può leggerti nel pensiero. Magari capirà e aspetterà che sia tu ad affrontare il discorso. » Kimiko sospirò arresa mentre estraeva il portafogli per pagare il conto. In effetti non gli aveva detto chiaramente che quell’argomento era un tasto davvero dolente per lei, quindi si limitava ad evitare l’argomento cambiando discorso o uscendo di casa con qualche scusa pensata sul momento. Fece ruotare gli occhi, avvertendo nuovamente quello strano disagio solo all’idea di dovergli parlare.

« Sono sicura che si concluderà a pugni e calci… » sollevò le spalle prima di prendere le buste. Stavolta fu il turno di Mizu di roteare gli occhi verso il cielo.

« E chi lo sa, a questo punto credo sia il vostro modo contorto di comunicare…» La bionda inclinò appena il capo, augurandosi tutto tranne quel brutto finale fatto di schiaffi e morsi. « Ricordati che la padrona delle tue azioni sei tu, perciò se non vuoi che finisca in modo violento, devi metterci anche la tua parte per far in modo che non accada. Se invece entri subito in modalità “miccia pronta all’esplosione” non risolvi granché… »

« Quando sento di stare per esplodere, immaginerò una matassa di gattini ciccioni che respirano a fatica per via dei rotolini in eccesso. » Mizu rise di gusto.

« Si, credo possa funzionare. E se non dovesse bastare, mandami un messaggio. Ti manderò le foto del mio gatto ciccione. » Gli occhi di Kimiko iniziarono a brillucicare.

« Hai un gattino ciccione?! Adoro i gattini ciccioni! » Mizu estrasse il telefono e mostrò a Kimiko delle immagini del micio fulvo.

« Si chiama Kotton, è un coccolone. »

« Oh! Che carino! Vorrei anche io un gattino! Ma, per adesso, mi accontento del pan-bradipo… shit»

« A ciascuno il proprio animaletto, suppongo. » Mizu aiutò Kimiko con le buste fino a casa sua. « Vuoi che salga per dire due paroline al tuo? Tra l’altro non posso continuare a chiamarlo Cicatrici, dovrai dirmi il suo nome.» Kimiko rimase con le spalle rivolte verso il portone.

« Nah, non ci sta bisogno di salire. Se con indifferenza alzerai lo sguardo verso la finestra del secondo piano, lo noterai che sbircia da dietro la tenda. » disse a denti stretti con uno strano tic nervoso all’occhio destro « In questo momento mi sento come nel film Misery non deve morire. » Mizu fece come suggerito ed effettivamente notò l’ombra del ragazzo, riconoscendolo dalla capigliatura a spazzola.

« Qualcuno era in pensiero per te. Dai, vai e non trattarlo troppo male. »  L’azzurra consegnò le buste a Kimiko e la salutò con un gesto della mano. « Ci vediamo presto e, per qualsiasi cosa, il mio numero lo hai. E’ un po’ il caos in questo periodo, ma troverò sempre un po’ di tempo per te. » 

« E’ già tanto quello che hai fatto oggi, quindi…» si schiarì la voce « Grazie…» disse in un flebile sussurro avviandosi verso il portone dopo aver ricambiato il saluto con un gesto del capo. Si voltarono di spalle, ognuna per la propria strada ma entrambe con un sorriso ad incurvare le loro labbra.


Angolino delle autrici

Eccoci! Finalmente il pc ha finito l'aggiornamento, così abbiamo potuto pubblicare. Capitolo bello corposo, con le nostre due eroine a confronto, che se la spassano un po' da buone amiche.

Da oggi, inoltre, oltre i link alle pagine FB, vi lasceremo anche i link di Instagram, dove effettivamente siamo più attive. Se vi va, supportateci e seguiteci lì ^^
P.s. Andate a vedervi i profili, che c'è fresco fresco il disegno delle due patate insieme <3

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Grazie a tutti in anticipo per il supporto ^^

Alla settimana prossima!

Lady&Lily

   
 
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