Capitolo 2-
Il nuovo lavoro
Rin bussò
al campanello. Dopo aver risposto all’annuncio, la ragazza
aveva ricevuto una chiamata la mattina successiva da parte di una voce
anziana, che la invitava a recarsi sul posto di lavoro il giorno
successivo per un colloquio conoscitivo.
L’altra
fortuna di Rin fu il fatto che l’appartamento dove si sarebbe
dovuta recare era molto vicino all’Accademia. Due piccioni
con una fava.
Aspettò
paziente che qualcuno le aprisse.
Il volto rugoso di
un’anziana donna la colse di sorpresa.
“Una
strega!” pensò subito la ragazza, stringendo i
manici di stoffa della borsa di tela che portava con lei.
-Tu devi essere la
ragazza dell’annuncio- disse burbera la donna.
Rin non sapeva cosa
dire, sembrava che un ragno le avesse morso la lingua. Si sentiva
intimorita da quella signora.
-Ebbene?- chiese la
vecchia, spazientita dal silenzio di Rin.
-Ecco…io,
sì- riuscì poi a dire lei.
La donna la
scrutò attentamente:- Sembri molto giovane. Quanti anni hai?-
-Venticinque, signora.
A Dicembre ne farò ventisei- rispose questa volta rapida
Rin. L’anziana le fece segno di entrare in casa.
-Io sono la governante
di questa casa, mi chiamo Chiyo Natsuki, ma per te sono solo la signora
Natsuki. Quello laggiù è mio figlio Jinenji-
disse la donna mentre camminava seguita da Rin.
La ragazza si
girò nella direzione del dito della signora Natsuki e vide
un grosso essere intento a curare le piante sul balcone. Doveva essere
un mezzo demone, visto l’aspetto: oltre ad essere
smisuratamente alto, aveva la pelle tendente all’arancione e
grossi occhi azzurri globulosi. Quando colui che doveva essere Jinenji
incrociò lo sguardo di Rin, arrossì vistosamente
e tornò al suo lavoro.
La casa era un
lussuoso attico, arredato in stile moderno, sembrava uscito da una
rivista. Forse un po’ freddo ed impersonale come posto.
-Sono a servizio della
famiglia del signorino da tanti anni e ogni tanto vengo qui a pulire
con mio figlio che mi da una mano. Non che ci sia tanto da fare, il
signorino Sesshomaru raramente è in casa. Ma il bucato non
manca mai ed io sono troppo vecchia per passare le ore a stirare, per
questo stiamo cercando qualcuno che se ne occupi- spiegò la
vecchia.
Rin ascoltava
silenziosamente.
-Hai dimestichezza con
indumenti da lavare e da stirare?-
-Sì,
signota Natsuki, ho lavorato per un anno in una lavanderia per pagarmi
gli studi- confermò.
La donna
annuì, soddisfatta.
-Sarà
meglio per te. Il signorino è una persona molto esigente:
questo mese sono state mandate via quattro candidate-
Rin
strabuzzò gli occhi a quella notizia. Quattro?
Se voleva guadagnare
dei soldi, avrebbe fatto meglio a lavorare sodo, considerato anche che
era l’unico lavoro per ora che le permetteva una buona
entrata di soldi e più tempo libero.
-Può
fidarsi di me, ero molto brava in lavanderia-
-E allora
perché non sei più lì?-
domandò scettica l’anziana.
Rin corrugò
la fronte, non si fidava proprio:- Il proprietario ha deciso di
chiudere l’attività per trasferirsi fuori Tokyo-
La signora Natsuki ci
pensò un po’ su, poi annuì.
-Bene. Comincerai da
domani, vediamo come te la cavi. Per i primi tempo verrai di
mercoledì e venerdì, ci sarò io o mio
figlio Jinenji, se andrai bene potrai avere le chiavi di casa nel caso
in cui noi non ci fossimo. Il signorino non torna mai a casa presto, tu
cerca solo di non farti mai vedere. Non sopporta avere estranei tra i
piedi-
Un datore di lavoro
che non sopporta vedere i propri dipendenti. Che tipo strano. Poco
importava pensò Rin, bastava la busta paga a sopperire a
quella mancanza di simpatia.
Salutò con
gentilezza la donna e abbozzò un’alzata di mano a
Jinenji, il quale la ricambiò più imbarazzato di
prima.
Il giorno seguente Rin
si alzò di buon’ora, la lezione era stata
annullata dal professore e potè permettersi una mattinata
all’insegna del disegno: aveva molti post arretrati da
aggiornare e storie da portare avanti. La sera prima aveva dato la
notizia alla sue amiche sul nuovo lavoro e, dopo che aveva finito il
turno di babysitter, le aveva raggiunte in un locale di Tokyo per
brindare tutte insieme al nuovo lavoro di Rin.
Non erano mancate le
lamentele di Sango sull’ennesimo comportamento sbagliato di
Miroku e gli aggiornamenti di Kagome sulla sua frequentazione con
Inu-Yasha, che sembrava procedere a gonfie vele, se non fosse stata per
la presenza di una ex un po’ ingombrante.
Alla parola ex
fidanzata, le reazioni erano state due: la prima fu quella di Sango, la
quale si sentì subito solidale con Kagome e le mise una mano
sulla spalla in segno di conforto; la seconda quella di Ayame, che si
girò verso Rin esasperata, non avrebbe sopportato altri
sfoghi simili a quelli di Sango.
Ad ogni modo, la ex di
Inu-Yasha sembrava l’essere perfetto: bella, colta e
intelligente. Le aveva tutte. Ma la cosa peggiore, agli occhi di
Kagome, era la somiglianza tra loro due.
-E tu come fai a dire
che ti somiglia?- domandò Rin.
La risposta che
arrivò fu un’unione di sguardi perplessi e
sorpresi. La più sbigottita di tutte era Sango.
-Sei seria? Guarda che
non bisogna essere informatici come Ayame per risalire alle ex dei
propri fidanzati- la informò Sango- ci sono i social per
questo!-
Kagome non diede il
tempo a Rin di ribattere e subito tirò fuori dalla borsa il
cellulare per mostrare loro le foto della fantomatica ex. Mentre
guardavano le foto, tutte concordarono con il fatto che,
effettivamente, le due ragazze si somigliavano molto. Ayame,
però, ebbe l’ardire di aggiungere che la ragazza
in questione vestiva abiti decisamente più costosi di quelli
che poteva permettersi Kagome, e a quelle parole Sango intervenne
subito a favore dell’amica, dando un sonoro calcio sotto il
tavolo alla demone lupo, la quale si maledisse per la sua lingua lunga.
Kagome
cercò di dissimulare un dispiacere, ma in maniera non troppo
convincente.
-Dai, Kagome, se si
sono lasciati ci sarà un motivo, no?- disse subito Rin,
cercando di tirarle su il morale.
Il resto della serata
passò tra chiacchiere e risate, fortunatamente Kagome
sembrava aver dimenticato il fantasma della ex.
Durante il secondo
giro di cocktail, Ayame andò al bancone ad ordinare, ma non
tornò subito al tavolo. Preoccupata, Sango si sporse sopra
le decine di teste che occupavano il locale e, quando
individuò l’amica, la scoprì intenta a
parlare con un ragazzo.
-Mi chiedo come
faccia! Nonostante la scarsa vita sociale che faccia, riesce sempre a
trovare un ragazzo da rimorchiare- si lamentò Sango, memore
del periodo da single durante il quale non si avvicinava un uomo a lei
nemmeno a pagarlo.
Quando Rin
guardò l’orologio, vide che era mezzanotte passata
e avrebbe fatto meglio a tornare a casa. Considerando
l’autobus notturno da prendere, sarebbe rincasata per
l’una, se non più tardi. Lasciò i soldi
sul tavolo, salutò Ayame da lontano, la quale le fece
l’occhiolino, e uscì.
Il giorno dopo, quando
la lezione terminò, Rin si precipitò sul nuovo
posto di lavoro. Anche stavolta il volto raggrinzito della signora
Natsuki l’accolse non troppo calorosamente.
-Sei in anticipo.
Bene, questo è un punto a tuo favore- disse la donna
facendola entrare.
Jinenji era in cucina
e dall’odorino che sentiva, Rin pensò che
probabilmente stava cucinando un pasto che poi il padrone di casa
avrebbe consumato senza troppe cerimonie. In fondo, se era davvero un
uomo d’affari impegnato e poco presente a casa, come poteva
prepararsi un pasto caldo da solo?
-Questa è
la lavanderia- le disse la donna aprendo una porticina che dava su una
stanza bianca, piuttosto spoglia.
All’interno
erano presenti ben due lavatrici e un’asciugatrice. Sul lato
sinistro della stanza faceva la sua comparsa l’asse da stiro
con tanto di ferro.
“Questo
sarà il mio nuovo lavoro” pensò lei
mentre si toglieva cappotto e sciarpa per appenderli sul gancio dietro
la porta.
-Per questa volta ti
ho fatto trovare i panni già lavati ed asciugati, dalla
prossima volta dovrai pensarci tu- sentenziò la governante,
indicando un cesto di panni da stirare.
Rin annuì.
Anche se la quantità di vestiti era piuttosto voluminosa,
non la spaventava: aveva un tremendo bisogno di soldi, soprattutto di
quel lavoro.
-Se non farai un buon
lavoro, ti manderemo via senza troppe cerimonie. Il signorino
è una persona esigente e precisa. Cerca di fare attenzione
ai colletti delle camicie e ai polsini- e poi uscì
lasciandola sola.
Rin prese un grosso
respiro, poi si rimboccò le maniche della felpa e si mise
all’opera.
Avendo lavorato in una
lavanderia conosceva bene i macchinari. Non aveva niente da temere. Si
mise in posizione e pescò dal cesto una camicia bianca.
Quasi
sbiancò quando vide l’etichetta: era un capo
d’alta sartoria. Non di quella sartoria già
pronta, ma di quelle specializzate in abiti su misura. Il suo capo
fantasma doveva essere davvero ricco, per potersi permettere un
indumento del genere, una governante, un cuoco-giardiniere ed una
addetta al bucato. Tastò con i polpastrelli la stoffa, poi
l’adagiò sull’asse e
incominciò il lavoro.
Era il suo primo
giorno e a fine giornata si sarebbe deciso il suo destino, doveva per
forza impegnarsi al massimo.
Stirò una
quantità enorme di camicie ed altri capi
d’abbigliamento, compresi quelli che sembravano dei pigiami,
meglio non rischiare.
In totale ci mise tre
ore per completare il lavoro.
-Mi sembra un lavoro
buono-commentò la signora Natsuki, dopo un’attenta
analisi.
Rin aveva il volto
sudato a causa del vapore, ma non le importava. Se la signora era
contenta, ora doveva solo aspettare il giudizio del capo e il gioco era
fatto.
-Puoi andare. Ti
farò sapere domani mattina se il signorino ha apprezzato il
tuo lavoro- disse per congedarla.
Salutò
calorosamente tutti e tornò soddisfatta a casa.
Come promesso, la
mattina dopo, ricevette la famosa chiamata.
-Signorina Sakamoto?-
gracchiò una voce al telefono.
-Sono io- rispose Rin
senza chiedere chi fosse.
-Può
iniziare a lavorare da noi da mercoledì prossimo. Il
signorino è rimasto molto soddisfatto del suo lavoro, cerchi
di non deluderci-
Quando
riagganciò il telefono, Rin si sentì esplodere di
felicità.
Finalmente aveva un
altro lavoro: le cose non avrebbero potuto prendere una piega migliore.
Buongiorno,
lettori. Ho aggiornato in fretta, ma questo capitolo non era niente di
complicato, quindi ho pensato di sbrigarmi.
Sesshomaru non
è ancora entrato in scena, ma non vi preoccupate che dal
prossimo capitolo inizierà a fare le sue comparse.
Spero vi sia
piaciuto. Ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo.
Fatemi sapere cosa
ne pensate.
Alla prossima!
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