trick
Trick or
Treat?
Il Sergente si avvicinò alla finestra
scostando appena la tenda per spiare il marciapiede. Sotto casa non
c'era nessuno, non ancora, e l'uomo si decise ad aprire le imposte
per ampliare il proprio campo visivo. Mosse la testa a destra e a
sinistra con circospezione, assottigliando le palpebre per cercare di
guardare meglio. Ripeté il gesto tre volte e quando anche all'ultima
occhiata a destra non vide niente di straordinario, si arrischiò ad
esibire un ghigno: aveva vinto lui, allora! La sua campagna di
sensibilizzazione sull'incedere della stregoneria nel quartiere aveva
davvero colpito nel segno! Ci era riuscito: aveva debellato
Halloween! Certo, non poteva dire di essere stato persuasivo con i
negozianti: quelle mammolette avevano comunque addobbato i loro
esercizi commerciali con le solite sciocchezze immonde di quella
festa blasfema. Ma i bambini, almeno, non erano stati traviati:
nessun capannello all'orizzonte, nessun fantasma ululante per le
strade, nessun vampiro e soprattutto nessun cappello stregonesco a
punta. Come se le streghe si fossero mai preoccupate di indossarne
veramente, poi! Shadwell lo sapeva: quelle megere tentatrici nei loro
tempi d'oro lavoravano nude, con tutti i loro capezzoli al vento
pronti per essere lappati da quello scellerato di Satana. Quella dei
vestiti era una copertura moderna, una tecnica per mimetizzarsi tra
la brava gente del mondo.
Ai giovani d'oggi dovrebbero far
leggere queste cose, non Harry Potter, pensava sempre Shadwell
quando la televisione trasmetteva l'ennesima replica di un film di
quella saga fuorviante, oppure quando per Londra non si poteva
girovagare in santa pace senza imbattersi in uno di quei colossali
cartelli gialli con la pubblicità dell'ennesimo scempio teatrale1
su quel mago che veniva spacciato per un buon esempio per i ragazzi.
Lanciò uno sguardo all'orologio: erano
le quindici e ancora non vi era stato nessun segno di bacchette
magiche o pipistrelli. Con un largo sorriso di trionfo Shadwell
richiuse la finestra: si sarebbe dato una pacca sulla spalla da solo
per il contributo civile che aveva fornito alla comunità. Prima o
poi lo avrebbero dovuto premiare, ne era convinto, la regina in
persona avrebbe dovuto dargli una medaglia e nominarlo pari del Regno
Unito.
Cullato da quei pensieri, il Sergente
si sedette in poltrona, si munì di forbici e colla e cominciò a
sfogliare i quotidiani per scovare il Male e per estirparlo del
tutto. Matthew Hopkins sarebbe stato fiero di lui.
Quando sentì il campanello della
dirimpettaia suonare non si preoccupò più di tanto. Un'altra
vittima della dissoluzione dei costumi di quella Gezabele, pensò
con un'espressione schifata sul volto. Fu quando il trillo si estese
al suo appartamento che si sentì dapprima raggelare e poi invadere
da una bruciante indignazione: aveva cantato vittoria troppo presto.
Scaraventò le forbici sul tavolino da
tè e si diresse verso la porta, premendo l'orecchio sul legno per
ascoltare. Udì distintamente la serratura di Madame Tracy scattare e
la sua voce giuliva riempire l'ingresso.
«Mr. Shadwell, venga!» disse, ma si diresse verso il portone senza aspettarlo.
Ben presto la voce della donnaccia
venne sommersa dalle urla di ragazzini.
«Dolcetto o scherzetto?»
Quello era troppo: si stavano forse
prendendo gioco di lui? Stavano organizzando una rivolta? Non avevano
capito un bel niente della stregoneria, per l'amor di Dio! Ah, ma
avrebbe dato loro una bella lezione, sissignore.
Il Sergente uscì con foga
dall'appartamento e si diresse a passo di carica verso l'ingresso.
«Via!» urlò ancora prima di aver
sceso l'ultimo gradino. «Ingrati ragazzini!»
Si bloccò sul posto poco prima di
giungere di fronte al portone. Non bastavano i bambini veneratori del
Male: ci mancava solo quella poco di buono di Madame Tracy, che di
Madame al momento aveva solo il titolo. La sua vicina di casa
aveva deciso di accogliere dei minorenni in quella che per lei era
sicuramente una divisa da lavoro: Shadwell visualizzò il suo
corpo femmineo molto poco fasciato da un completino rosso fuoco, con
sopra una vestaglia dello stesso colore, prima che il suo cervello
potesse obbligarlo a guardare altrove. Quando voltò la testa nel suo
campo visivo entrarono le corna da diavolo svettanti sulla
capigliatura bionda e il tridente con cui la donna aveva deciso di
accessoriarsi. Se non era una prova quella, Shadwell non sapeva
proprio come dimostrare altrimenti di condividere il pianerottolo con
una mangiatrice di uomini.
«Via, via!» ribadì, facendosi
coraggio e avanzando sul campo di battaglia con aria vagamente
schifata. Dio lo stava mettendo alla prova, ne era più che certo, ma
il Sergente non si era mai fatto trovare impreparato e di certo non
avrebbe cominciato adesso.
«Oh, Mr. Shadwell!» trillò Madame
Tracy con voce di miele. «È uscito dal tugurio! Ma, tesoro, non ha
portato nessun dolce?»
Il Sergente la fulminò con lo sguardo,
cercando il più possibile di non cedere alla tentazione di guardare
più in basso del naso della donna. «Dolci?» inveì. «Dolci?!
Serve disciplina ai ragazzi, non dolci! Vuole che vengano su dei
soldati o dei rammolliti?»
Madame Tracy rise indulgente. «Suvvia,
Mr. Shadwell! Non c'è bisogno di far tutto questo baccano solo
perché ha dimenticato le caramelle!». Il Sergente fu sul punto di
specificare di aver inteso esattamente ogni singola parola che era
uscita dalla sua bocca, ma la donna lo interruppe con una mano sul
braccio. «Avevo immaginato che non sarebbe stato pronto, così mi
sono occupata io di tutto!», e mostrò un cestino a forma di zucca
ricolmo di cioccolate e leccornie di vario tipo. Ne prese una
manciata e cominciò a distribuirle tra i bambini. Almeno due
ragazzine del gruppo sfoggiavano con fierezza i cappelli a punta e le
scope da strega, e un bambino era ricoperto di pelo irsuto,
probabilmente un lupo mannaro.
«Che gioventù bruciata!» esclamò
Shadwell con disprezzo. Non c'era più l'educazione di una volta e a
farne le spese sarebbero state le generazioni del futuro. «E lei la
smetta di alimentare questa follia!» berciò contro Madame Tracy, la
quale roteò gli occhi al cielo. «Vecchia bagascia che non è
altro!»
La donna si voltò verso di lui con uno
sguardo di falso rimprovero. «Mr. Shadwell» sospirò tutta
vibrante, una mano sul petto. «Non davanti ai bambini, la prego»
Il Sergente sgranò gli occhi, ma trovò
la forza di non dire niente e tornare indietro. Sentì la donna
scusarlo per il suo comportamento di fronte ai ragazzi. «È un uomo
solo, comprenderete».
Shadwell avrebbe voluto urlare di non
aver bisogno di nessuno, ma era ormai a metà della scalinata e non
gli sembrò il caso di continuare a sprecare fiato con persone che
non erano disposte a capire i pericoli di una propaganda come quella.
Bah! Con un po' di fortuna sarebbe morto prima di vedere quei
ragazzini salire al governo per non ostacolare più quella decadenza
morale che dagli anni Settanta non aveva smesso di ingigantirsi.
Era arrivato davanti alla porta del suo
appartamento quando sentì la leziosa voce di Madame Tracy
rincorrerlo per le scale.
«Mr. Shadwell!»
«Che vuole, ancora?» ringhiò
bruscamente.
«La vedo agitato, tesoro. Vuole del
tè?»
Agitato era dire poco. Era furibondo!
Ma come poteva sperare di ricevere comprensione dalla donnaccia che
aveva di fronte?
«Se ne torni nel suo antro di strega e
mi lasci in pace»
Madame Tracy sorrise. «Oh, a lei piace
sempre scherzare!»
Shadwell era disperato: doveva proprio
star lì a parlare con quella dissoluta?
«Ha qualcosa da dire o è qui solo a
farmi perdere tempo? Il Male non sta lì ad attendere che lei la
finisca di blaterare»
La donna annuì. «Volevo invitarla da
me più tardi, alle diciotto» rivelò la diavolessa. «Ci sarà una
seduta, ho organizzato tutto io»
Shadwell si voltò completamente verso
di lei con una faccia stralunata. «Per chi mi ha preso? Per uno di
quei suoi damerini da quattro soldi che frequentano la sua casa?»
Madame Tracy non dismise il suo sorriso
affabile. «Ma no, cosa va a pensare! Mi sono solo detta che è un
po' pregiudizievole da parte sua combattere il Male senza conoscerlo
tutto fino in fondo»
Shadwell fece un passo avanti. «Come
si permette?»
«Oh, d'accordo, d'accordo». Madame
Tracy alzò le mani in segno di pace. «Mi ha fatto piacere
avvisarla, tutto qui» continuò, leziosa. «Se vorrà unirsi a noi
sarà delizioso, ma se non vuole... Beh, buon Halloween!»
«Se ne vada al Diavolo!» berciò il
Sergente rientrando e sbattendo la porta dell'appartamento. «Tsk»
rincarò ormai solo. «“È un po' pregiudizievole da parte
sua”...» le rifece il verso con alterigia. Con chi credeva di
parlare? Lui era l'ultimo baluardo contro il Male e tra tutti proprio
lei, lei, voleva insegnargli il suo mestiere? Quello era
ridicolo!
Si lasciò sprofondare di nuovo contro
la poltrona. «Seduta spiritica» mormorò nel riprendere le forbici.
«Che sciocchezze»
Scosse la testa e afferrò di nuovo il
giornale che aveva mollato sul tavolo prima di cacciare i ragazzini:
meglio tornare a lavoro.
«Oh!
Mr. Shadwell! Sono così contenta di vederla qui!»
Il Sergente la fulminò con lo sguardo,
stavolta senza preoccuparsi troppo di non dover guardare lembi di
pelle che avrebbero dovuto rimanere coperti alla vista altrui: la
donna aveva indossato abiti più consoni ad occasioni sociali, anche
se probabilmente fuori moda da vent'anni.
«Sapevo che sarebbe venuto» commentò
serafica Madame Tracy, facendogli strada verso il tavolino allestito
per l'occasione. «Solo perché è la prima volta che viene qui, per
lei la seduta sarà completamente gratuita»
Shadwell aggrottò la fronte: i
frequentatori delle sedute pagavano per essere lì? Buon Cielo.
«Non si faccia strane idee» ribatté
brusco, cercando di porre un freno all'entusiasmo dell'altra. «Se
devo essere sincero, io non sono convinto delle sue presunte abilità
e l'unico motivo per cui sono qui, in questo... antro del peccato, è
per confermarlo»
Madame Tracy si accigliò. «Davvero?
Eppure è convinto che io sia una strega... O sbaglio?»
Il Sergente soppesò la domanda e la
persona, decidendo infine che quella megera non meritasse più di
tanto le sue confidenze: non doveva sapere niente di più di qualcosa
di strettamente generico.
«Lei non sa un bel niente delle cose
che credo io» specificò, piccato. «Non deve riguardarle quello che
credo o non credo»
«Oh, capisco» assentì giuliva lei,
per poi sfoderare un sorriso a metà tra il malizioso e il divertito.
«Sa, potremmo risolvere la questione se solo lei ponesse quella sua
domanda particolare»
Shadwell sgranò gli occhi, totalmente
incredulo: mai e poi mai avrebbe chiesto alla sua dirimpettaia il
numero dei capezzoli che aveva sul corpo! Quello era troppo persino
per lui. Se quella maledetta meretrice di Babilonia avesse ammesso di
avere almeno tre capezzoli, come si sarebbe dovuto comportare?
Avrebbe dovuto pungerla con lo spillo e marchiarla, o magari gettarla
nel Tamigi e verificare il galleggiamento del suo corpo, tutte
procedure che il buon vecchio Hopkins avrebbe approvato e
raccomandato. Ma quella era la sua vicina, che diamine! Come avrebbe
potuto rischiare di uccidere la signora della porta accanto per
verificarne il coinvolgimento con le Forze del Male? Per quanto fosse
votato alla causa, sentiva di non poter spingere i limiti della sua
morale oltre quel confine fisico che era il loro pianerottolo
condiviso. L'importante era mantenere le distanze, evitare contatti
prolungati e restituire i vassoi del pranzo della domenica per tempo
prima di trovarsela fuori dalla porta a bussare per riaverli,
irradiando il Male anche nel suo appartamento.
Fu sul punto di ribattere indignato, ma
venne interrotto dal campanello. Con un sorriso di scuse la donna si
precipitò ad aprire per far entrare il resto della comitiva. Mano a
mano che gli altri si facevano strada nel salotto di Madame Tracy,
Shadwell si disse di aver fatto un errore tremendo a presentarsi alla
seduta: si ritrovò circondato da gente ai limiti della stravaganza,
tutte persone che avevano scritto in faccia di credere ciecamente
alle doti da sensitiva della padrona di casa. Erano tre, uno più
strano dell'altro: una donna bassa, mora, indisponente nell'aspetto e
nei modi; un tizio giovane con gli occhiali che gli rendevano lo
sguardo fatalmente allampanato; un'altra signora, tarchiata e con un
quantitativo così esorbitante di gioielli addosso che al solo
muoversi riusciva a catturare tutte le luci della stanza e a
rifletterle fastidiosamente contro ogni parete disponibile. Se non
altro, nessuno dei tre sembrava il tipo che Satana avrebbe scelto per
portare a compimento i suoi loschi scopi sulla Terra.
Madame Tracy fece gli onori di casa
presentando Shadwell al gruppo di affezionati come un nuovo avventore
delle sedute.
«Prego, prendiamo posto» istruì la
donna una volta che tutti ebbero sbrigato i convenevoli sul tempo e
la salute. Si prodigò subito ad abbassare le luci del salotto per
creare la giusta atmosfera occulta all'ambiente.
«Mr. Shadwell, accanto a me, prego»
ordinò premurosa. «È una cortesia che riservo ai nuovi membri del
cerchio magico, si capisce»
Il Sergente scosse la testa in segno di
protesta, ma quella era davvero la sistemazione migliore per lui: se
si fosse ritrovato tra due sconosciuti invasati in cerca di spiriti
che non avevano attraversato il Velo o qualsiasi cosa fosse, sarebbe
scappato via a gambe levate. Almeno Madame Tracy, per quanto oscena,
non era una sconosciuta.
«Un momento» avvisò l'uomo prima di
tirar fuori dalla giacca un libro, una candela e una campanella,
tutti oggetti che posizionò sul tavolo accanto a sé.
«Mi perdoni, tesoro» iniziò Madame
Tracy in tono pratico. «Che cosa sta facendo?»
Shadwell ghignò con l'aria di chi sa
il fatto suo: «Questo servirà se per sbaglio lei evocherà un
demone»
«Oh» annuì la donna, comprensiva.
«Pensavo che fosse scettico a proposito del mio talento»
Il punto era proprio quello: «Non ci
vuole talento per evocarne uno»
«Capisco»
Si sedettero e Madame Tracy invitò
tutti a prendersi per mano sulla tovaglia lilla. Shadwell la guardò
con disgusto, ma dovette obbedire, consapevole più che mai di essere
stato l'ultimo ad eseguire quel semplice comando.
«Vi prego di fare silenzio, adesso»
ammonì la donna prima di chiudere gli occhi. Shadwell non pensò
neanche per un attimo di concentrarsi come gli altri avventori del
salotto, tutti tesi a intravedere i cambiamenti nell'espressione
della laida megera vicino a lui.
«Sta rintracciando il suo Spirito
Guida» spiegò la donna dall'aria indisponente – Mrs. Ormerod –
sporgendosi verso il Sergente, che impiegò un istante di troppo per
capire di essere stato in qualche modo interpellato.
«Come?»
«Lo Spirito Guida» ribatté quella
con tanta impazienza da riuscire a far sentire Shadwell uno stupido.
«Quello che l'accompagna oltre il Velo per rintracciare gli Spiriti»
«Aye» disse solo il Sergente,
non sapendo proprio cos'altro aggiungere per manifestare tutto il suo
stupore di fronte a quella dichiarazione così sentita.
Non passarono che un paio di minuti
prima che Madame Tracy manifestasse qualche stravolgimento. Si agitò
sulla sedia, scosse la testa a destra e a sinistra, la adagiò prima
su una spalla poi sull'altra e infine rimase ferma, serafica, gli
occhi chiusi.
«Lo Spirito Guida è in contatto con
lei» esclamò di nuovo la signora in direzione di Shadwell, che
stavolta si limitò a inarcare un sopracciglio e a chiedersi se non
fosse il caso di chiamare uno strizzacervelli per quella pazza che
continuava a spiegargli i passaggi tecnici della seduta spiritica.
«Sei tu, Colleen O'Leary2?»
chiese Madame Tracy, quasi timorosa. Si rispose due ottave più in
alto del normale, la voce da bambina: «Ehilà, sono io»
«Colleen, cara, il mio Ron è con te?»
Il Sergente si risparmiò la fatica di
chiedersi chi diavolo fosse Ron perché gli fu prontamente spiegato
dalla stessa signora impaziente: il marito morto.
«Sì, tesoro, un momento» rispose
Madame Tracy, inspirando a fondo, come se quello fosse il segnale
dell'immersione nel mondo degli Spiriti. Riaprì gli occhi poco dopo:
«Sarà con noi tra un attimo, dice Colleen. Sembra, però, che ci
sia una comunicazione più urgente per Mrs. Johnson da un certo
Richard»
«Mio nonno si chiamava Richard!»
esclamò la signora tarchiata al tavolo, aprendo bocca per la prima
volta da quando si era presentata al Sergente.
«Proprio lui, sì» confermò Madame
Tracy con un sorrisone. «Dice che sta benissimo oltre il Velo e le
augura una buona settimana. Vuole sapere qualcosa di più?»
Shadwell roteò gli occhi al cielo: per
fortuna non aveva dovuto sborsare nemmeno un penny per assistere a
quella truffa. Si straniò quasi subito dalla conversazione che
seguì, preferendo dedicare la sua attenzione alle candele nelle
bottiglie di vetro e all'odore di biscotti proveniente dalla cucina.
Se non altro, aveva confermato la sua ipotesi: quella donnaccia non
aveva niente a che fare con Satana, non sotto quell'aspetto, almeno.
Certo, non aveva potuto vedere la camera da letto di Madame Tracy, e
di sicuro era stato meglio così: non osava neanche immaginare tutta
la perdizione che vi avrebbe scorto immediatamente, ma quello non
avrebbe comunque provato alcun collegamento con il Demonio.
Fu solo quando il
tavolo tremò con uno
scossone violento che Shadwell venne ricondotto alla situazione
presente. Notò subito che gli altri tre era spaesati quanto lui
e, contro le aspettative, anche la padrona di casa non sembrava
tranquilla.
«Cos'è stato?» chiese il tizio con
gli occhiali.
«Non Ron» giurò Mrs. Ormerod. «Non
ha mai fatto così prima d'ora»
Mrs. Johnson sembrava pensare la stessa
cosa di suo nonno, anche se non l'aveva mai effettivamente avvertito
prima di quel pomeriggio.
«Terremoto» suggerì allora Shadwell,
pratico. Ricevette una triplice occhiataccia alla quale evitò di
ribattere sia a parole che con i gesti: ovviamente quella era una
spiegazione troppo razionale perché un branco di stupidi idioti come
quelli potesse accettarla durante una seduta spiritica. Doveva
ammettere, però, che Londra non era propriamente famosa per i
terremoti, ma soprattutto che il resto della mobilia del salotto non
sembrava essere stato affetto dalla scossa. Che fosse stata colpa
della metropolitana?
«Sento che sta succedendo qualcosa»
avvertì Madame Tracy d'un tratto, preoccupata. La donna strinse le
dita intorno alla mancina di Shadwell e alla destra di Mrs. Ormerod,
gesto che fece alzare gli occhi al cielo al Sergente: si appuntò
nella mente che alla prossima effusione di quel genere le avrebbe
tirato il libro in fronte.
«Un altro Spirito?» provò il giovane
del gruppo. Madame Tracy annuì con urgenza, il respiro affaticato.
Il tavolo si mosse di nuovo e la sfera di cristallo su di esso tremò,
così come la campanella di Shadwell che spanse un'indesiderata nota
acuta per la stanza.
«È potente» fornì la sensitiva,
sempre più sconvolta da quello che le stava succedendo. Per un folle
momento il Sergente contemplò la possibilità che fosse tutto vero e
che Madame Tracy non stesse bluffando come aveva fatto fino a quel
punto. Ogni congettura fu spezzata quando la donna aprì nuovamente
bocca.
«Sergente Shadwell!»
L'uomo si sentì gelare. La voce era
uscita più profonda, molto diversa da quella di Colleen O'Leary.
Madame Tracy aveva chiuso gli occhi, le lunghe ciglia che gettavano
un'ombra scura sulla guancia3. Sembrava un'invasata a
tutti gli effetti, completamente dissociata dal mondo circostante,
posseduta, forse, da qualcosa di maligno. Il tavolo, intanto, non
accennava a smettere di muoversi: sussultava, si scuoteva, tutti ne
erano terrorizzati.
«Risponda, per l'amor di Dio!» lo
incitò Mrs. Johnson con la chiara convinzione di avere a che fare
con il responsabile di quel fenomeno così strano alle riunioni di
Madame Tracy.
Shadwell fece per ribattere e inveire
contro tutti loro che quello era un trucco della padrona di casa, ma
fu di nuovo la voce profonda della veggente a distoglierlo dal
proposito.
«Sono fiero di lei»
Il Sergente guardò Madame Tracy, a suo
modo suggestionato da quello che vedeva. «Chi è?» chiese, e la
domanda suonò particolarmente sciocca alle sue orecchie. Se non
altro, Mrs. Johnson aveva smesso di agitarsi sulla sedia.
«Matthew Hopkins»
Shadwell impallidì all'istante,
sentendo piano piano la lucidità abbandonarlo. Non era possibile,
no. Non poteva essere. No, no. No.
E se...?
«L'Inquisitore?» mormorò, guardando
in alto come se fosse stato in grado di vedere lo spirito del
valoroso Hopkins sovrastare il corpo di Madame Tracy.
«L'unico e il solo. Il grande
oppositore di Cromwell» ribatté la voce, solenne. La parte di
Shadwell che gli suggeriva prudenza nel cedere alla fascinazione
della seduta veniva lentamente oscurata mano a mano che la sua
immaginazione prendeva il sopravvento. Adesso gli sembrava davvero
di vedere una versione olografica del suo mito fluttuare su quel
tavolo che non accennava a placare le sue scosse.
Pensò di dover chiedere qualcosa che
solo Matthew Hopkins avrebbe potuto sapere, ma la voce parlò ancora
e tutti i suoi propositi si spensero in un lampo.
«Sono fiero di lei, Sergente
Shadwell» disse e l'uomo non si rese conto di aver già sentito
quella frase poco prima: avvertì solo una scarica di orgoglio
gonfiargli il petto. «Lei è il degno erede dell'Esercito dei
Cacciatori di Streghe»
Il Sergente avvertì gli occhi pungere
dalla commozione: quella era la cosa più bella che qualcuno gli
avesse mai detto, il complimento tanto agognato e mai ricevuto.
Sorrise, felice, cercando anche di apparire modesto: insomma, sapeva
di essere un grande combattente, ma di fronte a Hopkins non poteva
fare altro che giocare la carta dell'umiltà. Mai l'avrebbe
eguagliato, era ovvio.
«Oh, grazie» disse, timido, sentendo
un'ondata di calore travolgergli il petto. Ma all'improvviso fu
un'altra sensazione ad avere la meglio, una sensazione fisica,
corporea: sentì distintamente un colpo contro il ginocchio che gli
fece subito abbassare lo sguardo sul tavolo. Lo vide fermo. Lanciò
uno sguardo agli altri, tutti positivamente colpiti da quel ritorno alla normalità.
Colto da uno spiacevole presagio, l'uomo si azzardò a guardare
Madame Tracy: stava disperatamente trattenendo una risata. Spostò
leggermente il piede sotto il tavolo e con grande rammarico l'uomo
incontrò quello della presunta sensitiva troppo vicino al
suo.
Impiegò appena un secondo per
realizzare di essere stato preso in giro in un modo così
irrispettoso. Era stata Madame Tracy a muovere il tavolo per tutto il
tempo fino a quando non aveva perso la presa, scivolandogli addosso
con la gamba. L'aveva illuso di proposito, lo aveva invitato in casa
sua solo per umiliarlo e per deriderlo nelle sue più intime
credenze. Shadwell si sentì tradito e ferocemente offeso: non se lo sarebbe mai aspettato da lei.
Strattonò via la mano dalla presa di
Madame Tracy, che aprì gli occhi e lo lasciò andare con un misto di
stupore e arrendevolezza: la magia era finita per entrambi.
«Il cerchio!» esclamò Mrs. Ormerod,
ma a Shadwell non interessava: si alzò con foga, facendo traballare
la sfera di cristallo che non cadde solo per un soffio.
«Bugiarda!» accusò, puntando il dito
contro Madame Tracy. La donna smise subito di sorridere per assumere
un'espressione vagamente sorpresa.
«Mr. Shadwell» bisbigliò,
completamente sé stessa, cercando di coprire il volto con i boccoli
rossi della parrucca. «Si sieda, avanti, non faccia una scenata
adesso»
In tutta risposta, il Sergente afferrò
libro, campanella e candela. «Lei mi ha ingannato» disse,
sistemando gli oggetti nella giacca con frenesia.
«Suvvia, si calmi» suggerì Madame
Tracy, indicandogli la sedia con gli occhi. «Una tazza di tè e-»
«Non lo voglio il suo tè, donna!»
inveì Shadwell, crudele. «Me ne vado»
«Oh, mi sembra esagerato» provò la
padrona di casa per l'ultima volta, stupita, ma il Sergente si fece
strada da solo verso l'uscita.
«Finalmente. Senta, riesce a portare
in linea Ron adesso che se n'è andato il pazzo?» fu l'ultima cosa
che l'uomo sentì prima di sbattere la porta e rientrare nel suo
appartamento.
Il Sergente sentì bussare alla parta,
ma decise di ignorare i colpi. Ah, se quella lurida bagascia aveva
intenzione anche solo di parlargli dopo quello che aveva osato fare,
si sbagliava di grosso!
«Mr. Shadwell, lo so che è lì
dentro»
Be', quello era ovvio. «Se ne vada!»
«Oh, suvvia, non faccia il sostenuto»
Il sostenuto? Madame Tracy doveva solo
ringraziare che non avesse deciso di sfoderare il suo Schioppo ad
avancarica contro di lei. Fece per dirglielo a gran voce, ma fu
preceduto da una risatina.
«Non avrà mica pensato di essere
l'unico a conoscere Witchfinder General4,
vero? Era solo uno scherzo!»
Scherzo? Quella era la sua vita, e
di certo, con tutto il dovuto rispetto per Vincent Price, non era
basata su un film! Quella era una vocazione e Madame Tracy si era
permessa di calpestarla in un infantile scherzo di Halloween.
«Sparisca, ho
detto!»
«Le ho preparato
una cena veloce»
«Me la so
preparare da solo, la cena! Lontana dalla mia porta!»
Shadwell fu
piuttosto certo che il sonoro sospiro che captò al di là del legno
fosse stato ben studiato dalla donna. «E va bene, come vuole. Le
lascio qui il vassoio»
«Se lo porti via,
il suo maledetto vassoio!» urlò il Sergente, ma ne sentì comunque
il clangore metallico contro il pavimento, seguito dai tacchi di
Madame Tracy diretti verso il suo appartamento, che tornò chiuso con
uno scatto delicato.
Shadwell attese
qualche minuto prima di avviarsi verso la porta: era arrabbiato,
furibondo per quello che era accaduto, ma tra il non rivolgere la
parola a Madame Tracy e lasciar raffreddare i suoi manicaretti sulla
soglia di casa, il Sergente riusciva a scorgere una miriade di
differenze. Sapeva badare a sé stesso, certo, ma rifiutare una cena
pronta non rientrava nelle sue priorità, nemmeno se l'aveva cucinata
l'infida inquilina delle stanze di fronte. Si disse che, per onorare
la sua collera, avrebbe mangiato tutto con estremo rancore.
Quando aprì la
porta, tuttavia, rimase a bocca aperta: Madame Tracy non era
rientrata in casa, aveva solo fatto finta, e ora, appoggiata al muro
opposto, lo guardava con occhi inteneriti.
«Mi dispiace di
averla ferita, tesoro» dichiarò con sincerità. «Mi creda, era
solo un gioco, un modo come un altro per coinvolgerla nella festa».
Shadwell fece per dire qualcosa di pungente riguardo alla dubbia
liceità morale di Halloween, ma la donna bloccò qualsiasi protesta
sul nascere allargando le braccia per indicarlo. «È sempre qui
tutto solo! Ho pensato che un po' di compagnia le avrebbe fatto
piacere»
«Non ho bisogno di
compagnia» sputò fuori il Sergente con aria schifata. L'unica
compagnia che desiderasse era quella di giovani e forti reclute in
grado di aiutarlo a contrastare il degrado della modernità, ma i
suoi annunci e le sue campagne in giro per Londra non sembravano dare
i frutti sperati.
«Tutti ne hanno,
Mr. Shadwell» considerò Madame Tracy, dolce ma ferma. «Anche i
cinici come lei»
«Sciocchezze!»
La donna alzò le
mani in segno di resa. «In ogni caso, mi dispiace»
A Shadwell sembrò
di vederla sincera e senza alcuna malizia per la prima volta da... da
sempre. Che avesse davvero capito di aver esagerato? Quel
pasto fuori programma doveva servire come prova tangibile delle sue
scuse più oneste? Forse sì. La consapevolezza di ciò gli fece
distogliere lo sguardo corrucciato dalla donna per spostarlo sul
vassoio con un vago imbarazzo. Per un attimo, uno solo, le rughe
sulla fronte del Sergente si rilassarono, donandogli un'espressione
molto meno burbera del solito, più comprensiva e pacifica. L'uomo si
concesse anche di rilasciare un sospiro, in risposta al quale Madame
Tracy ridacchiò.
«È stata una
seduta intensa per tutti, sa?»
Cos'era, quello? Un
tentativo di fare conversazione?
«Davvero?» si
costrinse a dire, sentendosi infinitamente poco tagliato per una
chiacchierata di qualsiasi genere.
Madame Tracy annuì.
«Mi hanno chiesto di non invitarla più: Mrs. Ormerod ha minacciato
di non presentarsi più se-»
Forse il Sergente
aveva sbagliato a perdonarla così in fretta. «Sono io che
scelgo di non presentarmi più!» precisò, di nuovo infervorato.
«Non è lei che decide di non invitarmi più, sia ben chiaro!»
La donna annuì con
un sorriso inequivocabilmente derisorio. «Ma certo, Mr. Shadwell»
«Razza di
truffatrice che non è altro» continuò il Sergente sull'onda
dell'indignazione. «Non metterò mai più piede nel suo
antro, se lo può scordare!»
«Va bene»
concesse Madame Tracy, staccandosi dal muro. «Quelli può
lasciarmeli davanti alla porta più tardi, allora» disse, indicando
i piatti sul vassoio.
«Lei non mi dà
ordini, Gezabele!»
La donna emise un
sospiro tremulo. «Oh, Mr. Shadwell» esalò. «Non è il mio
nome, sa?»
Il Sergente
aggrottò la fronte, ma non ebbe il tempo di replicare.
«Marjorie Potts»
proseguì Madame Tracy, lasciando di stucco l'uomo, che non trovò
niente di intelligente da dire di fronte al vero nome della donna. Si
chiese per un attimo perché glielo avesse voluto dire, ma anche in
quel caso non trovò niente di sensato su cui ragionare. «Ma va bene
anche Gezabele» aggiunse la donna, il tono soffice e graffiante allo
stesso tempo.
Detto questo Madame
Tracy si dileguò oltre la porta del suo appartamento, stavolta per
davvero. Shadwell rimase sulla soglia, la bocca spalancata e quel
nuovo nome a frullargli per la testa. Scosse la testa dopo qualche
secondo, incredulo e improvvisamente provato dalla giornata appena
vissuta. Stava finendo, questa era la sua unica consolazione.
Si abbassò, prese
il vassoio e rientrò in casa, richiudendo la porta con il proprio
peso.
Marjorie Potts.
Indugiò per un momento su quelle due parole prima di prendere un
grosso respiro e dirigersi al tavolo ingombro di pezzi di giornale.
«“Ma va bene
anche Gezabele”» le rifece il verso, non riuscendo però a
trattenere una risatina sommessa.
Mangiò tutta la cena, ma solo alla fine si rese conto di non averlo fatto con rancore.
Note:
[1]: Riferimento a
“Harry Potter and the Cursed Child”.
[2]: Ho preferito
lasciare lo Spirito Guida della serie TV piuttosto che quello del
libro, Geronimo.
[3]: L'immagine
delle ciglia che proiettano la loro ombra sugli zigomi non è mia, ma
di A. Dumas ed è riferita a Milady ne “I tre moschettieri”.
[4]: “Witchfinder
General” (in italiano è: “Il grande inquisitore”) è
un film del 1968, citato in due occasioni diverse nella serie TV, una
delle quali è proprio la riproduzione di una scena del film nel bar
in cui Shadwell e Crowley si incontrano. Parla della figura
storicamente esistita di Matthew Hopkins, Inquisitore che ha operato
durante la rivoluzione inglese, citato da Shadwell più volte sia
nella serie che nel libro. Vincent Price è l'attore protagonista.
Consigliatissimo!
Ho inserito
l'avvertimento “What if?” perché nel libro si dice
esplicitamente che Shadwell non ha mai messo piede nell'appartamento
di Madame Tracy, perciò ho immaginato una direzione diversa degli
eventi.
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