And just like that,
I fade away
V. Sparkles of a Fairytale
Il divano s’è ristretto.
Seduta sulle cosce di Illya, la
bambola tedesca consegna baci della buonanotte, eppure non dorme.
Nessuno di loro lo fa.
«Quand’ero piccola, per farmi
addormentare mio padre recitava l’intera tavola periodica.»
Con la scusa di lisciare pieghe
invisibili, la volpe le passa una mano sulla gonna e l’abbandona al
suo ginocchio. «Lo facevano anche a scuola; mai dormito così bene.»
Illya sta al gioco. «Mia madre
cantava.»
In qualche modo sa che è vero, che già
sapevano e che qualcosa (di bello) sta per accadere.
L’americano, infatti, gli bacia le
palpebre e a labbra chiuse intona una ninnananna russa.
È il primo ricordo che Illya
desidera tenere.
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Sì, me la sto prendendo
con molta, molta, molta calma e ancora non sono sicura di quante
drabble mancano alla conclusione. Sicuro non più di tre (forse anche
meno). |