Capitolo 4
Inizia l'anno scolastico!
Sabato 1 settembre 2016 ero pronta, ad accogliere i ragazzini di
prima, ad Hogwarts. Avevo avuto l’incarico da Minerva di accompagnare i piccoli
in Sala Grande, una volta che mi fossero stati consegnati da Hagrid. Ma erano
ancora in mezzo al lago (in tempesta, per altro… non avevano scelto la giornata
migliore!) e così sono andata intanto a salutare tutti i miei amici, che
arrivavano con i carri guidati dai thestrall.
Ah, i thestrall! Alcuni pensano che siano bruttissimi (in effetti
sono particolari…. forse un po’ troppo magri… e non a tutti piacciono le ali di
pipistrello…), ma sono gentili e a loro piacciono tanto le mie carezze. Oddio.
Non li ho mai visti, in effetti (per fortuna, dato che sono invisibili e possono
vederli solo quelli che hanno avuto un lutto in famiglia), se non con una bella
spruzzata di farina sopra… Per fortuna sono molto mansueti e non si arrabbiano
quando li copro completamente di bianco! Ora però potevo solo immaginare dove
fossero e, toccando il loro dorso, facevo loro tante carezze… Povere bestiole! E
pensare che una volta pensavano che portassero sfortuna.
Intanto tutti i ragazzi che scendevano dai carri mi salutavano,
a destra e a manca.
- Ciao, Niamh! Che bello vederti! - mi disse Leonard MacNair, che
veniva, mano nella mano, con mia cognata (la sorella di Charles). In realtà li
avevo visti da poco (a casa dei miei suoceri), ma faceva sempre piacere
risalutarli. Erano dei bravi ragazzi!
- Sono contentissima di ritrovarvi qua! Quest’anno siete in
quinta! Come passa il tempo!...
- E’ vero che ti sposi? - mi ha detto Maya, la sorella di
Leonard, sopraggiunta insieme al ragazzo, George Taylor, un bel ragazzo alto,
moro, portiere di Corvonero.
- Sì. Ma voi siete tutti invitati! Però non adesso, la prossima
estate, il 13 agosto! - le ho detto, abbracciandola. Era sempre carinissima: la
mia ex alunna serpentella preferita! Ora faceva il terzo anno. I MacNair erano
i proprietari dell’altro corvus glacialis domestico del mondo magico e
loro padre aveva anche guarito Blacky da una brutta infezione, qualche anno
prima.
Naturalmente passavano tanti altri, intanto, compresi i miei
fratelli (Seanna e Ryann) e Lorna. Quest’ultima mi sussurrò che sentiva già la
mancanza di Deirdre. Ad essere sincera, la sentivo anch’io… E mi mancavano anche
i bambini di padre O’Sullivan… Ok, meglio non pensarci! Tanto li avrei visti
presto. E anche Lorna e Ryann sarebbero potuti andare a casa quando volevano,
dato che avevo già predisposto una opportuna “via di fuga”: «Quando vuoi,
sgaiattola dentro il mio studio e spostati con la metropolvere - le avevo detto
- Secondo me, puoi dormire anche fuori casa, quest’anno… tu o Ryann… o entrambi…
basta non dirlo a Whyte… poi, al mattino dopo, ritornate nel mio studio,
tranquillamente, per colazione…» Whyte, secondo me, quest’anno non avrebbe rotto
le scatole. Mi doveva un grosso favore (l’avevo salvato da Azkaban, qualche mese
prima e, ne ero quasi sicura, avrebbe fatto finta di non vedere i miei fratelli,
anche se infrangevano qualche regola…)
- Vic! Che bello vederti! - ho detto alla mia amica Victoire,
anche lei arrivata, poco dopo. Evviva! Non la vedevo da qualche settimana!
- Quanto mi sei mancata, Niamh! - mi ha detto Victoire. Era
ancora più bella: splendidi capelli biondi (ma siamo sicura che sia una Weasley?
Quelli hanno tutti i capelli rossi!), un corpo mozzafiato, un bellissimo
carattere - Devo aggiornarti sulle ultime novità…
Come se non mi scrivesse almeno due lettere a settimana… Comunque
l’avrei ascoltata volentieri. Con lei c’erano tutti i grifoni, maschi e femmine
del suo anno. Cercai, per un attimo, se riuscivo ad individuare le ragazze che
avrei dovuto controllare quell’anno, una delle quali, secondo la teoria di Hans
Gandalf, era in qualche modo coinvolta con Lestrange: Cecilia Thomson teneva in
mano il suo gatto (un bel gattone rosso che mi guardava con due grandi occhi e
che ogni tanto sgridavo perché puntava gli uccellini magici che venivano a
prendere il becchime, la sera, intorno alla casa di Hagrid) e parlava di libri
con un ragazzo; Greta Schneider teneva la mano in quella di un corvonero del
settimo anno, un certo Albert Jones) e mi sorrise affabile. Alcune tranquille
ragazze... cosa c'entravano con i mangiamorte? Per me aveva ragione Harry…
- Guarda, i bambini sono arrivati! - disse Seanna, vedendo i
piccoletti, completamente bagnati dalla testa ai piedi, che, con le loro
barchette, entravano nella galleria dove era collocato l’attracco.
- Oddio, devo andare! - e mi sono subito precipitato ad
accoglierli.
- Buongiorno, ragazzi! - ho detto a quei piccoletti che entravano
timorosi, con gli occhi sgranati, dentro Hogwarts. E anche un po’ stravolti,
dato che avevano attraversato il lago durante il temporale e l’esperienza non
era stata piacevole… Erano zuppi dalla testa ai piedi!
Quell’anno la McGranitt mi aveva chiesto di accogliere i bambini
appena arrivati. «Tu sei sicuramente più indicata, Niamh.. Ci sai fare con i
ragazzini, così li tranquillizzi…» «Ma certo, Minerva. Conta pure su di me!», le
avevo subito detto.
Ora però avevo davanti una quarantina di ragazzetti stravolti,
verdognoli (anche perché avevano appena attraversato il Lago Nero durante la più
brutta tempesta degli ultimi anni), tremanti (per il freddo e perché tutti
bagnati) e anche un po’ spaventati (per la terribile prova che li attendeva…
perché tutti non spiegano chiaramente ai loro figli che non devono fare
assolutamente niente se non mettersi un vecchio cappello in testa?), cosa dovevo
dire? Come potevo tranquillizzarli?
- Ragazzi, benvenuti ad Hogwarts - ho detto loro, sorridendo.
- Ciao, sei un’alunna? - ha detto una voce femminile in prima
fila - Mi puoi dire come possiamo asciugarci? Siamo tutti bagnati…
- No, sono una professoressa! - le ho detto, con la faccia più
gentile che riuscivo a fare (mi riesce meglio quella da strega acida… almeno
secondo il mio moroso, che mi dice che, quando mi arrabbio, qualche volta lo
spavento) - E per asciugarvi, se volete, ci penso io…
La piccola disse velocemente: - Le chiedo scusa! Non volevo
offenderla… sembra così giovane… mi avevano detto che tutti gli insegnanti ad
Hogwarts hanno tanta esperienza…
- Beh, io un po’ ce ne ho, anche se non sono vecchia…
In quel momento intervenne Blacky, il mio corvus glacialis,
che si appollaiò sopra la mia spalla e cominciò a guardare tutti con uno sguardo
inquisitorio. Non so perché, nel mondo magico, sono convinti che i corvus
glacialis (opposti teorici delle fenici: rinascono regredendo allo stato di
uovo che si autoiberna in un cubetto di ghiaccio!) siano uccelli oscuri molto
spaventosi. In realtà Blacky è gentilissimo… direi adorabile… e mi dà sempre
volentieri una mano…
- Guardate, ragazzi - disse un biondino in prima fila - Il mitico
uccello oscuro che abita a Hogwarts! L’ho letto sul Cavillo Geographics!
Blacky tutto contento (ultimamente è diventato un po’ troppo
vanitoso) si è messo a svolazzare per la stanza ripetendo il suo verso, mentre i
ragazzini se lo indicavano l’un l’altro. Io intanto ho cominciato ad asciugare i
ragazzi con semplici incantesimi riscaldanti. Poi ho spiegato brevemente che
avrebbero dovuto indossare un semplice cappello parlante e, un attimo dopo, ci
hanno chiamato per la cerimonia. Un altro anno era iniziato!
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Era passato solo un mese dall’inizio della scuola. Io ero sempre
di corsa, dato che mi assentavo per un paio di giorni, durante la settimana: il
lunedì andavo o a casa dai miei (avevo il mio fratellino e Deirdre da
coccolare), per poi passare il martedì dai bimbi di suor Esther e padre O’Sullivan,
dove facevo volontariato. Ogni tanto poi, durante la settimana, facevo una
scappata a Lith (dove avevo casa e dopo, per fortuna, c’era uno degli elfi
domestici di Charles a controllare la situazione e pensare agli animali). Poi,
il sabato, tornavo di nuovo nella mia isola dove, finalmente, riabbracciavo
Charles. La lontananza ci faceva decisamente bene… almeno in quel senso, dato
che non vedevamo tutte e due l’ora di andare sotto le coperte… e non per
dormire! E la domenica ci svegliavamo entrambi sereni e felici… Quindi, con
calma, dopo pranzo (e non dico come passavamo la mattinata!), ci spostavamo ad
Hogsmeade e da lì (sigh) Charles tornava a Venezia ed io ad Hogwarts…
Naturalmente non avevo dimenticato il mio compito: dare
un’occhiata alle grifoncine del sesto anno, come avevo promesso ad Harry.
Seanna praticamente viveva insieme a me e a Victoire (la sua
migliore amica), considerando anche il fatto che, quell’anno, Ginevra non c’era.
Ci vedevamo tutte e tre praticamente ogni pomeriggio e le ragazze spesso mi
davano una mano con tutti gli animali.
Per le due altre grifoncine, in realtà non avveniva mai niente
che valesse la pena registrare. Cecilia Thomson era una ragazza
straordinariamente studiosa e si trovava quasi sempre in biblioteca, talvolta
insieme alle sue amiche (mia sorella e Vic, qualche volta, comprese). Il massimo
della preoccupazione su di lei riguardava certe occhiate che lanciava (lo avevo
notato) a quello sbruffone di Kalsberg (l’insegnante palestrato di Pozioni), ma
non era l’unica… dato che era piuttosto apprezzato dal mondo femminile di
Hogwarsts. Però, se quest’ultimo faceva qualcosa di discutibile moralmente, lo
faceva a mia insaputa, dato che, dal 31 agosto, quando l’avevo preso a male
parole, mi girava alla larga e cercava di rigare dritto (almeno all’apparenza).
Comunque, per quanto riguarda Cecilia, non c’era assolutamente niente
da segnalare, se non il fatto che gli piacesse quel tipastro…
Greta Schneider aveva una vita più movimentata: giocava a
quidditch, filtrava con due o tre ragazzi (contemporaneamente! io non ci sarei
riuscita!) ed usciva, ogni tanto, con uno di loro ad Hogsmeade: andavano ai
Tre manici di scopa o alla Testa di Porco e bevevano qualche
burrobirra (l’avevo fatta seguire un paio di volte da Lorna e Ryann, che mi
dovevano un sacco di favori, dato che permettevo loro di fuggire, a loro
piacere, da Hogwarts utilizzando il mio camino privato; un altro paio di volte,
“casualmente”, io e Charles, eravamo lì a controllarli).
Insomma, la vita normale di adolescenti del mondo magico… niente
che le collegasse agli evasi e nessun indizio che Lestrange o il suo socio
pazzo, quel Lupo Mannaro, fossero nelle vicinanze o che qualcuno li sorvegliasse
o li seguisse. Anche perché ad Hogsmeade ed intorno ad Hogwarts c’erano, nei
giorni festivi, sette-otto auror che pattugliavano le strade e controllavano
chiunque (me compresa).
Avevamo anche visto, un paio di volte, Teddy, in servizio con uno
o più colleghi: però non poteva fermarsi, come avrebbe voluto, insieme a
Victoire, che si recava ad Hogsmeade insieme a qualche amico o amica. Tra i due
c’era il solito gioco di sguardi, qualche parola quando si incontravano, ma
nulla di più… e io che speravo che, finalmente si fossero decisi a mettersi
insieme!
Stavo invece avendo qualche (limitato) fastidio nella mia prima
grifondoro-serpeverde per quella noiosissima tradizione di grifoni e serpi di
fare dispetti, ripicche e canzonature reciproche! Uffa! Quanto erano noiosi! Non
tutto possono essere seri come i corvonero o amabili come noi tassorosso…
- Prof! Non è possibile continuare così! - mi ha detto Samantha
Raimbow, una grifoncina del primo anno, con i capelli completamente ricoperti
di pece magica… uffa, avrei dovuto fare cinque o sei volte un tergeo per
farla scomparire. Stavo friggendo… ero sul punto di scoppiare! E quando mi
arrabbio, non sono poi tanto simpatica…
- I dispetti…come i bambini delle elementari… ma bravi! - ho
detto, sbuffando, guardando con occhi assassini tutta la classe e, specialmente,
i serpeverde. Un brivido percorse quei ragazzetti e alcuni fecero un passo
indietro… Stavo per esplodere! Uffa! quanto erano noiosi. Avrei dovuto ricorrere
alle maniere forti un’altra volta… (= punizioni a chiunque respirasse fuori dal
coro).
- Prof.ssa - mi ha detto a quel punto James Potter - Possiamo
parlare un attimo con i ragazzi, io, Myrian e Jorge?
I tre mi davano una mano spesso e, quel giorno, dato che erano
liberi (il prof. di trasfigurazione si era ammalato… no, non gli avevo fatto
nessuna fattura… anche perché mi stava prudentemente alla larga e, a tavola, si
posizionava sul lato opposto del tavolo degli insegnanti), non si erano
rintanati in Biblioteca a studiare, ma erano venuti a trovarmi.
- Certo, ragazzi! - ho loro risposto. Cosa avevano intenzione di
fare?
- Ragazzi! - ha detto James, rivolto ai miei alunni- Tutti qui!
Sapete chi sono io?
- Certo! Sei James Potter! - hanno detto tre-quattro ragazzetti.
James era molto popolare, lo sapevo. Era alto, bello, coraggioso. Ed era il
figlio di Harry Potter, l’eroe del mondo magico. E in più, quell’anno, era
entrato nella squadra di quidditch di Grifondoro.
- Io sono grifondoro - ha detto - e uno dei miei migliori amici è
un serpeverde, lui, Jorge Ezer…
La cosa stupiva (piacevolmente) anche me… considerando da dove
erano partiti l’anno prima! Evidentemente affrontare le stesse avventure aveva
fatto nascere (e poi cementato) tra i due un sentimento di reciproca stima… Che
bello! Magari un po’ stava esagerando per convincere i ragazzini, ma almeno in
parte, sicuramente, l’affermazione era vera.
- E anch’io, che sono una grifondoro - ha aggiunto Myriam - e
sono sua amica.
- Quello che vogliamo dirvi - ha concluso Ezer, dando la mano a
Myriam (che ci fosse qualcosa tra loro?) e dando una pacca sulle spalle a James
Potter - che rimanere alle bambinesche cretinate di grifondoro contro
serpeverde… è proprio da sfigati… Vi assicuro che i grifondoro e i serpeverde
stanno benissimo insieme… Noi l’anno scorso non lo sapevamo, ma la nostra
prof.ssa preferita ce l’ha fatto capire …
- Ora chiedete scusa ai vostri compagni dell’altra casa -
aggiunse James - se avete loro fatto qualcosa… e non voglio più sentire di
scherzi, battute, tensioni o cose del genere! Siete una squadra… e potete fare
tanto insieme…
E poi, per sdrammatizzare: - Ma, naturalmente, a quidditch,
tifate Grifondoro!
E tutti i piccoletti si sono messi a ridere, poi ad applaudire ed
infinte, per davvero, a chiedersi scusa!
- Grazie, ragazzi! - ho detto ai tre, che guardavano sorridenti
la scena - Siete stati fantastici…
- Grazie a lei, prof.ssa - ha detto Myriam Prewett - Per tutto
quello che ci ha insegnato, l’anno scorso… e non solo riguardante gli animali
del mondo magico…
Beh, queste sono le cose per cui mi piace fare l’insegnante!
Maya e Leonard MacNair sono OC di AdhoMu, che ringrazio
per avermi permesso di utilizzare.
Grazie a tutti quelli che sono passati! Al prossimo
mercoledì. S.
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