Piangere

di Yurippe
(/viewuser.php?uid=108848)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


<< Entra!>>

Serena Heinstein venne sbattuta senza alcuna pietà sul sedile posteriore dell’auto che venne poi chiusa con un sonoro rumore.

I tre rapitori corsero così nei sedili davanti, affiancandosi così all’autista che li aspettava con le mani già sul volante da chissà quanto tempo.

<< Andiamo, presto!>>  commandò il più alto dei quattro, ovvero colui che l’aveva buttata in malo modo nel sedile posteriore. A quelle parole il guidatore di cui si scorgevano solo dei capelli azzurri mise in moto, partendo così a tutta velocità per le strade buie e deserte di Atene.

Era successo tutto in pochi minuti: la giovane era con i genitori in casa, avevano appena finito di cenare quando tre uomini con indosso delle armature nere avevano fatto irruzione in casa e quello che pareva il loro capo aveva ordinato ai suoi genitori di consegnarla a lui, affermando fosse….sua figlia!
.
I poveri Alchmena e Anfitrione –i genitori- seppure terrorizzati tentarono di opporre resistenza, dicendo che mai e poi mai l’avrebbero consegnata a lui, fu allora che uno dei tre si avvicinò minacciosamente a loro levando il braccio in alto come se stesse brandendo una spada. Serena non poteva sopportare ciò così disse che si consegnava di sua spontanea volontà. Era ovvio che quelli non avessero buone intenzioni ma se era lei che volevano che se la prendessero con lei, non con i suoi genitori!.  Quando disse ciò quello che aveva ordinato la sua consegna non se lo fece ripetere due volte si avvicinò e la afferrò per poi trascinarla via.


E ora eccola lì, in macchina con i suoi rapitori,  diretta chissà dove.

Fu solo in quel momento che tutta la paura venne fuori e sentì gli occhi diventarle lucidi, sentiva che tra poco sarebbe scoppiata a piangere.
Ma non voleva dare soddisfazione ai suoi rapitori, così tirò su il cappuccio della felpa, incrociò le braccia al petto e abbassò il capo -in modo che sembrasse che dormisse- per poi dare sfogo alle lacrime silenziosamente.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3869212