P.Y.
Avevo osservato Jin con uno sguardo che andava dal sospettoso al sorpreso allo stesso tempo. Non riuscivo veramente a capire.
“Ho visto Ambra fuori con Giorgia e sta andando verso la macchina”
aveva detto lui. E poi mi aveva anche chiesto il numero di Ambra.
Avevo corrugato le sopracciglia, scrutando la sua espressione. Sembrava particolarmente di fretta.
“Yoongi, per favore” mi aveva detto, infatti, poco dopo “Se ne sta andando”
Non volevo di certo far trapelare quanto questa sua voglia improvvisa di andarsene via con Ambra mi stesse dando fastidio, perciò cedetti e gli lasciai il numero. E in quel momento non sapevo cosa mi stesse dando maggiori pensieri: se l’improvviso interessamento di Jin nei confronti di Ambra o la sua fuga.
Quest’ultima cosa, però, proprio non riuscivo a capirla.
Mi girai verso la moretta seduta sul divano del camerino. Era visibilmente agitata: si stava passando avanti e indietro i palmi delle mani sulle cosce velate da dei collant scuri.
“RM penso stia arrivando” le dissi, cercando di tranquillizzarla “Sta parlando con uno dello staff”
Lei annuì, tentando anche di sorridermi.
Dopo quel brevissimo scambio di battute, ritornai con i miei pensieri su quello successo poco prima. Il pensiero di Ambra da sola con Jin mi stava tormentando.
In cuor mio sapevo che Jin non avrebbe fatto assolutamente nulla, sia perché era palesemente cotto di Rafaelle, sia perché sapeva della mia situazione nei confronti della rossa. Non che gliene avessi mai parlato così apertamente come con Namjoon, ma pensai che fosse facilmente intuibile.
Mi voltai nuovamente verso la mora.
“Ce la fai a stare da sola per un po’?” le domandai.
“Ehm… Certo” mi rispose “Tanto hai detto che Joon arriva tra poco, no?”
Joon. Era una vita che nessuno lo chiamava più così.
Annuii brevemente, prima di aprire la porta della stanza e fiondarmi fuori.
Avevo già scritto ad Ambra più di un messaggio, ma non aveva risposto neanche ad uno. Stavo decisamente cominciando a preoccuparmi.
Presi il telefono mentre mi dirigevo verso l’appendiabiti e indossavo il bomber. Tirai fuori dalle tasche le chiavi della macchina.
Scrissi velocemente un messaggio a Namjoon, dicendogli anche di avvertire gli altri che me ne stavo andando. Non persi tempo nello spiegargli la situazione, ci avrei pensato in un secondo momento.
Ancora con il telefono in mano, mi balenò nella mente l’idea di chiamare Ambra. Andai in rubrica per cercare il numero, ma mi bloccai prima di premere l’icona della cornetta.
Qualcosa mi diceva che se l’avessi chiamata mi avrebbe completamente ignorato.
Optai per chiamare Jin.
“Pronto?” mi rispose, con fare abbastanza scocciato.
“Cos’è ‘sto tono svogliato?” gli chiesi, mentre uscivo dal locale e premevo il tasto di accensione della mia auto, parcheggiata poco distante dall’ingresso “Dovresti essere contento di sentire Min Yoongi”
“Posso richiamarti domani?” mi domandò lui, ignorando completamente la mia battuta “Ho da fare, ora”
Mi resi conto solo in quel momento che stava parlando con un tono di voce basso.
Corrugai le sopracciglia. Quel briciolo di curiosità che mi era rimasto si era nettamente trasformato in sospetto.
“Jin, cosa stai facendo con Ambra?”
Sentii Jin fare un verso strano.
“Con Ambra?” mi domandò, quasi sorpreso “Io sono da Rafaelle”
Mi bloccai, con ancora la mano sulla portiera del guidatore.
“Come
da Rafaelle?”
“Sì, da Rafaelle” mi confermò lui, nuovamente.
Salii in macchina, lasciando la portiera aperta. Non volevo cedere alla tentazione di mettere in moto e partire mentre ero ancora al telefono.
“E perché volevi andare via con Ambra?” domandai ancora, non resistendo. Volevo a tutti i costi una risposta.
“Perché così mi facevo dare un passaggio”
Per poco la mia mascella non cadde sul tappetino nero dell’auto. Un passaggio. Jin aveva avuto bisogno di Ambra semplicemente per un passaggio.
“Stai tranquillo, Yoongi” rise ad un tratto Jin, non sentendomi più parlare “Non te la tocchiamo, la rossa. Non pensavo fossi a questi livelli”
“Cosa?” mi ritrovai a chiedere.
“Sei geloso marcio”
Di rimando, ribattei con un impropero e chiusi la chiamata, buttando poi il telefono sul sedile del passeggero.
Geloso marcio.
Probabilmente aveva ragione, ma figurati se Min Yoongi lo avrebbe mai ammesso.
22.21
Quella era la macchina di Giorgia. Ne ero più che certo.
Avevo fatto apposta il giro per il mio condominio, perché volevo vedere se fossi stato in grado di arrivare in tempo per beccare Jin e l’italiana.
Di Jin non c’era traccia, segno che probabilmente era già salito in casa di Rafaelle. Ma quella
Punto, con le quattro frecce accese, ferma sotto il cancello del mio condominio era di sicuro la macchina di Giorgia, che spesso e volentieri usava anche Ambra.
Mi guardai intorno per qualche istante e poi spensi i fari. Era una cosa pericolosissima e se mi avessero beccato avrei rischiato un multone, oltre che non so quanti punti tolti dalla patente. Ma non volevo farmi vedere. Non seppi perché, ma sentivo che c’era qualcosa che non andava; inoltre, il fatto che avesse ignorato tutti i miei messaggi era chiaro indice che non voleva sentirmi, o vedermi.
Quando la vidi ripartire, la seguii piano. Sapevo che Ambra non se n’intendeva per nulla di automobili, perciò accesi nuovamente i fari. Non parve rendersi conto che la macchina dietro la sua fosse la mia.
Parcheggiò sotto il suo palazzo. Io optai per parcheggiare in un vicolo traverso, che io e lei conoscevamo più che bene.
La vidi armeggiare per qualche istante con le chiavi della macchina, poi riuscì a chiuderla. Tirò, immaginai io, un impropero in italiano quando non riuscì a trovare le chiavi dell’appartamento immediatamente.
Mi avvicinai con calma, ma si accorse comunque della mia presenza.
Mi spiazzò quando non disse niente. Semplicemente, mi tirò una strana occhiata, poi si diresse verso il portone del palazzo.
“Ambra?” domandai, avvicinandomi “Ambra?”
“Che c’è?” mi rispose malamente, dandomi ancora le spalle ma riuscendo finalmente ad aprire la porta.
“Puoi dirmi cosa è suc-“
Mi chiuse la porta in faccia, ma feci in tempo a mettere un piede per bloccarla.
Con poche falcate la raggiunsi, mentre si stava dirigendo verso le scale.
“Ma che cazzo hai?” esclamai, seguendola per le scale.
“Non sto bene” mi liquidò.
Io sbuffai dalle narici.
Abitava al primo piano, per cui in poco tempo ci trovammo già davanti al portone di casa sua.
“Buonanotte” mi disse, mentre apriva la porta di casa “E divertiti”
Io corrugai la fronte.
“Divertirmi?” farfugliai, guardandola entrare in casa, voltarsi verso di me ma rimanendo sull’uscio della porta.
“Sì, Yoongi” fece lei, sempre con quel tono acido che stava cominciando a darmi sui nervi “Divertiti. E penso tu sappia benissimo a cosa mi stia riferendo”
Fece per chiudere la porta, ma la bloccai con il palmo della mano sinistra.
“Innanzitutto, smettila di chiudermi porte in faccia” le dissi, con un po’ più di cattiveria “Secondo, di cosa cazzo stai parlando?”
La vidi sospirare, prima di poggiare la borsa sullo scaffale posto sul corridoio d’ingresso.
“Non prendermi per scema”
Io aggrottai le sopracciglia. Non ci stavo capendo veramente nulla.
“Sono una cretina, quello sì, perché ci sono cascata” stava continuando a dire “Ma adesso non provare a fare il finto tonto”
“Rossa, smettila di parlare per frasi fatte” le dissi, facendo qualche passo in avanti e provando ad entrare in casa sua. Lei indietreggiò, facendo nuovamente per chiudere la porta, ma io la bloccai nuovamente. Stavolta, la mano la lasciai lì, facendo più pressione di prima, per evitare che provasse a richiuderla.
“Non sto capendo niente di quello che stai dicendo” feci “Vedi di dirmi esattamente che cazzo è successo. So solo che eri con Jin”
Vidi la rossa assumere un’espressione leggermente preoccupata.
“Bene” disse poi “Parla con lui, allora”
Alzai gli occhi e il capo al cielo, cercando di darmi una calmata e inspirando profondamente.
“Mi sto rompendo i coglioni” decretai, spingendo con forza la mano sulla porta e riuscendo ad aprirla del tutto. Entrai in casa sua senza troppe pretese e mi richiusi la porta alle spalle.
“Non so perché, ma a quanto pare sei incazzata per qualcosa” continuai “E quel qualcosa potrei essere io, visto che mi stai dando delle rispostacce”
La rossa rimase con un’espressione corrucciata, ma non ribatté o fece altro.
“Siccome sono venuto qui, da te, per provare a capirci qualcosa, sei pregata di spiegarti”
La rossa si umidì le labbra e quel gesto mi costrinse a spostare lo sguardo sulla sua bocca.
“Nessuno ti ha chiesto di venire qui” mormorò, con un filo di voce “Perciò tornatene dalla mora del cazzo nel backstage e lasciami stare!” esclamò infine, indicando con l’indice la porta dietro di me.
Ah. Ecco che cosa aveva.
“La mora del cazzo nel backstage, eh?” le feci il verso, incrociando le braccia al petto e osservandola, stavolta con un ghigno divertito “Poi Jin dice di me”
“Cosa?” domandò lei immediatamente, ancora fumante di rabbia.
“Non pensavo fossi gelosa di me”
La vidi sbiancare, segno che avevo fatto centro. Deglutì a vuoto, prima di parlare nuovamente.
“Ti sto cacciando di casa”
Mi voltai con tranquillità verso la porta dietro di me, che chiusi a chiave con l’apposita manopola.
“Non credo di volermene andare”
Il petto di Ambra stava cominciando ad alzarsi ed abbassarsi più velocemente del solito. Stava andando in iperventilazione per quanto era furiosa.
“Non ti voglio in casa mia”
“Io mi voglio in casa tua, però” ribattei “Quantomeno per spiegarti che la mora del cazzo nel backstage è l’infermiera del reparto in cui ero ricoverato. E indovina un po’? L’ha invitata Namjoon"
Ambra aveva stretto le labbra e, palesemente, non sapeva come ribattere a quell’affermazione.
Mi avvicinai maggiormente a lei e le poggiai una mano sulla guancia. Lei non si scompose, mantenendo un’espressione seria sul viso.
“Non mi sono più portato a letto nessuna” le spiegai, a voce più bassa “Se è questo che ti preoccupa”
Con mia sorpresa, mi spostò la mano. Indietreggiò di un passo.
“Bene, grazie del chiarimento” disse “Ora puoi andare”
Io rimasi di sasso. Riuscii solo a corrugare la fronte.
“Ti ho appena spiegato che non me la sono portata a letto”
“E io ti ho ringraziato per il chiarimento” continuò lei.
Presi un profondo respiro.
“Bene, almeno mi stai dando conferma del fatto che sei gelosa marcia” dissi, utilizzando le stesse parole di Jin.
Lei fece uno strano verso, come fosse divertita da quell’affermazione.
“Gelosa marcia mi sembra esagerato” mi spiegò, incrociando poi le braccia al petto “Beh? Sei ancora qui?”
La guardai per qualche istante: “Stasera resto qui”
ANGOLO AUTRICE
Lo dico, stiamo ormai arrivando
agli sgoccioli di questa storia.
Ancora un massimo di altri due capitoli
e poi l'avventura di Blame On Me si sarà conclusa.
Ammetto che mi mancherà scrivere e mi mancheranno gli
aggiornamenti settimanali, ma non avevo previsto
più di dieci capitoli per questa storia e voglio che così sia.
Nel prossimo capitolo ci sarà una piccola sorpresina
"extra".
Alla prossima!